Margherita
Ragno approda a La Cavallerizza - Palazzo Marchesale di Laterza in
provincia di Taranto. Dopo la bella cornice della CoArt Gallery nel centro
storico di Corato, in provincia di Bari, sabato 10 novembre sarà inaugurata la mostra
personale di Margherita Ragno curata da Alexander Larrarte.
L'esposizione della cassanese
Ragno, come più volte abbiamo scritto su questo blog (http://murgiambiente.blogspot.it/2012/09/aberratio-ictus-ne-parliamo-con-lautrice.html,
http://murgiambiente.blogspot.it/2012/09/aberratio-ictus-video.html), è titolata Aberratio
ictus, che, come spiega il curatore Alexander Larrarte, è una locuzione “derivata
dal campo del diritto penale”. In effetti “la locuzione latina aberratio ictus indica la seguente
fattispecie di reato: offesa di persona diversa da quella a cui l'offesa era
riferita".
![]() |
Pastello su carta 140 x 100 |
Invece "nella dimensione comunicativa artistica -scrive il curatore nella breve presentazione-, che implica costantemente la partecipazione percettiva di più parti, l'azione del soggetto che crea, diretta sul medium artistico può generare personaggi che attivano nello sguardo di chi guarda una reazione di coinvolgimento emotivo diretto, di slittamento critico o della colpa. Si tratta di un fenomeno in cui l'osservatore si sente direttamente coinvolto, leso nella morale abitudinaria e condivisa, o in qualche modo chiamato in causa dalle stesse figure, tanto cariche di realismo da sfiorare la soglia dell'offesa, che non rifuggono dal pubblico ma l'osservano, scrutano, traboccanti di tutti i loro difetti, colpe e fisicità, sino a farlo sentire quasi colpevole di "normalità".
"La selezione delle opere in mostra -continua Larrarte- prevede lavori editi e inediti con l'intento di scandagliare le passioni delle umane genti con nuda realtà dei corpi lì dove la resa realistica provoca un cortocircuito e l'immagine, il corpo, il grasso non è più celato ma si svela agli occhi dell'osservatore".
Ancora una volta Margherita Ragno ci regala la possibilità di guardarci allo specchio, con la voracità infantile di chi scopre per la prima volta il proprio corpo e con esso i difetti che lo caratterizzano. La sensazione che ne deriva è la disapprovazione per la realtà così semplicemente rappresentata, ma anche il piacere di ritrovare tratti di sè in disegni altrui.
31.10.2012
Vito Stano
Nessun commento:
Posta un commento