venerdì 24 luglio 2020

Sbronza di bellezza, risveglio da racconto distopico: carabinieri arrestati nel Bel Paese

La sbronza e il rimedio
Il caldo di luglio appiccica. E se ripenso alla notte a cui sono sopravvissuto, beh è meglio che non mi esprimo. Seguendo la regola dell'alcoolista festaiolo, torno lì dove ho preso la sbronza (da film) la notte precedente: accendo la tv, la usb è ancora inserita. Cerco il titolo, trovato. Baraka, film documentario tutto musiche e immagini. E che immagini! Mi accomodo e... che meraviglia! Fotogrammi che sorprendono per unicità e bellezza accompagnati da musiche sognanti. Un soffio e il film è finito. Bellissimo, unico. Ne scrivo via chat ad un amico, entusiasmante a dir poco.

La scoperta e lo sconcerto
Su questa onda torno per qualche secondo alla realtà (SkyTG24) e tutto cambia, la realtà è un puzzo confuso. Un orrendo sacchetto maleodorante, stracolmo e rotto. La notizia del giorno è l'arresto dei carabinieri a Piacenza. Provo disgusto profondo. Almeno l'Arma dei Carabinieri no! Non passa molto che, tra sconcerto e voglia di essere smentito, condivido la notizia via chat privata. Altro che smentita! Mentre mi affannavo davanti alla tv, avevo ricevuto il link della stessa notizia. 

Cerco conferma sul sito dell'Ansa.it e mi pare di vederla a sinistra, clicco e attendo: apre e di nuovo sconcerto. Leggo e sudo. Di nuovo vergogna. La notizia che sto leggendo non riguarda i carabinieri di Piacenza, ma il maresciallo di stazione del mio assolato paesino pigramente adagiato sulle basse alture murgiane. Cosimo Maldarizzi è accusato, riporta il sito dell'Ansa, di peculato, depistaggio e omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale. Una storia lontana da quelle dei suoi colleghi di uniforme emiliani, pare infatti che si sia trattato di una cisterna non riconsegnata al legittimo proprietario, ma ad un gestore di un noto agriturismo della zona già conoscente del maresciallo. Insomma una storia che il caldo di questi giorni potrebbe fare andare in putrefazione.

Il carteggio via chat
Via chat possono consumarsi le migliori conversazioni, si sa. Le parole restano e quindi l'interesse nell'atto di scriverle è palese. Verba volant si sa, i messaggi di messanger invece no. 

Un invito alla responsabilità è una cosa che sembra banale e invece credete a me, non lo è affatto. In sintesi scambiando qualche battuta in privato sostenevo che i carabinieri hanno scelto in tutta libertà di seguire una strada onorata e piena di innegabili rischi. Hanno assunto una decisione. Molti altri, e non mi riferisco solo a chi fà del crimine la sua quotidiana professione, non hanno avuto grandi possibilità, hanno scelto di impegnarsi in impieghi più o meno rischiosi, più o meno in vista all'interno della comunità. Per questo leggendo i commenti (inevitabili) sui gruppi di facebook (ne ho visto uno in particolare) resto basito e non posso che provare vergogna. Sì, vergogna per un dileggio dell'uniforme e più in generale dello Stato a cui tutti proviamo a tendere idealmente e fattivamente nelle nostre azioni quotidiane. 

Il mese di luglio dell'anniversario della strage di via D'Amelio, in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. Il mese di luglio dell'anniversario della morte di Carlo Giuliani, ucciso da un carabiniere e poi schiacciato dall'auto di servizio durante le proteste al G8 di Genova nel lontano 2001. E chissà quanti altri anniversari vicini e lontani. Alcuni più longevi nella memoria collettiva (come il caso Cucchi) e altri fossilizzati soltanto nella memoria privata. Intanto nella canicola estiva non altro che sconcerto e schifo. 

Almeno i carabinieri no, altrimenti il senso della Stato e la cultura della legalità dove vanno a finire?

In ogni caso l'ordinamento giudiziario prevede due gradi di giudizio di merito, più il vaglio finale della Cassazione sulla forma. Anche se la gogna mediatica è già a pieno regime, non dimentichiamo la forma democratica su cui si fonda il nostro Paese. Tutti innocenti fino alla sentenza definitiva. 

sabato 23 maggio 2020

Politica strumentale: il primo Consiglio comunale ci regala la normalità senza grandi sorprese

Qualche giorno fa scrissi poche righe per dire che il Consiglio comunale si sarebbe tenuto in videoconferenza e così è stato in effetti. Aggiungevo la mia sorpresa per due fatti: la buona riuscita del mercato settimanale mai interrotto dall'amministrazione Di Medio e la proposta (accolta come sesto punto all'ordine del giorno della discussione del Consiglio comunale) di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. 

Prima sorpresa
Ero sorpreso per diversi ragioni: in merito al primo fatto (lo svolgimento del mercato), in quanto mi era capitato, durante più conversazioni private, di criticare la decisione di proseguire la vendita di prodotti alimentari al dettaglio durante il mercato settimanale, poiché al fine di evitare spostamenti inutili nelle settimane più a rischio contagio da Covid-19 -pensavo- non c'è ragione di non andare ai fruttivendoli, piccoli market e super market già presenti con il proprio punto vendita a Cassano. Andare a la fare spesa al mercato significava permettere a commercianti di altre cittadine limitrofe di introdurre (potenzialmente) il virus. Invece, dopo alcune testimonianze positive, ho fatto visita al mercato del venerdì e ho colmato il vuoto di visione che avevo maturato non frequentandolo. Lasciar lavorare in modo accurato e sotto il controllo degli agenti di Polizia locale i commercianti ha permesso ai cassanesi che lo hanno frequentato di evitare di fare file inopportune su marciapiedi stretti e ingombri o in parcheggi convertiti per l'emergenza in scacchiere immaginarie dove attendere a distanza era l'unico obiettivo concesso dalle regole del gioco (immaginario anche quello). E questo è quanto sul mercato. Anzi no, in altri centri già da qualche giorno è stato concesso il via libera a riprendere il lavoro anche per le categorie di commercianti ambulanti fermate perché non essenziali. L'Ordinanza n. 235 del 14 maggio 2020 del presidente della Regione Puglia ha disposto che dal 18 maggio le amministrazioni locali possono procedere alla riapertura di tutti i settori merceologici durante il mercato settimanale, purché siano rispettate le misure di prevenzione e sicurezza previste per evitare la trasmissione del virus. 

Seconda sorpresa. Nessuna sorpresa
La seconda ragione di sorpresa era, come detto, la proposta di concedere la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. Non sapevo quale gruppo o consigliere l'avesse proposta, quindi solo ieri sera, guardando comodamente da casa i lavori del consiglio comunale, ho colmato la lacuna: il proponente era il consigliere Amedeo Venezia, del gruppo Primavera Cassano. Visto l'esito della vicenda, ovvero l'abbandono dell'aula da parte di Venezia e il contestuale decadimento della proprosta-punto all'OdG, i miei dubbi questa volta erano fondati. Alla proposta sono stati avanzati, in due distinti momenti, due emendamenti: il primo a firma del vice sindaco Angelo Giustino, Caprio, Cavalluzzi, Falcicchio, Campanale P., Panzarea e il secondo della consigliera di maggioranza Francesca Marsico. Entrambi gli emendamenti miravano a integrare (e stravolgerne il significato profondo palesato dal proponente), in quanto proponevano di intitolare una via o piazza o giardino ad altre due donne: Norma Cossetto, uccisa durante la jacquerie (esplosa a seguito dell'armistizio del settembre 1943 in territorio istriano) e ritrovata nei pressi della foiba di Villa Surani ad Antignana (oggi territorio croato) ed  Elisa Springer, vittima ebrea dell'Olocausto e scrittrice.

Strumentalizzazione della storia. Vecchia storia
La storia dell'uccisione della giovane istriana è un esempio da manuale di strumentalizzazione politica della storia: numerosi sono stati i ricercatori e i divulgatori che hanno provato a ricostruire la vicenda, ma restano delle lacune che molte volte sono state colmate da opinioni trasformate in fatti. Quello che resta ai posteri è una vita spezzata e il ricordo, da una parte quello della famiglia e delle associazioni dei famigliari delle vittime delle foibe (termine con cui impropriamente si fa riferimento a tutte le vittime della jacquerie, scatenatasi a seguito del settembre 1943, durante la quale i soggetti che identificati con l'odiato Stato fascista vennero nella maggior parte fucilati, e della sistematica eliminazione di tutti gli oppositori politici occorsa invece nell'estate 1945, quando fu seguito uno schema politico, partorito in seno ad alcuni esponenti del gruppo dirigente del nascente governo-Stato della Repubblica Popolare di Jugoslavia, che prevedeva l'uccisione o l'espulsione dei cittadini residenti nei territori occupati dall'armata di Tito) e dall'altro da ricercatori di storia e pubblicisti. Molto è stato scritto, ancor più è stato opinato e tutto quello che, dal dopoguerra ad oggi, è stato possibile strumentalizzare è stato strumentalizzato. 
Ecco ieri sera, a mio avviso, è stato segnato un altro punto alla causa ignobile della strumentalizzazione politica della Storia. 

Emendamenti: parte seconda
Una via, piazza o giardino alla memoria di Elisa Springer era la sostanza dell'emendamento presentato dalla consigliera di maggioranza Francesca Marsico. Decaduto, a causa dell'abbandono del consigliere di minoranza Amedeo Venezia, questa integrazione mirava a ricordare una persona che la comunità cassanese ha accolto nel suo passato recente. Vittima dell'Olocausto nazi-fascista, la Springer, ebrea e scrittrice, è sopravvissuta ad Auschwitz e altri lager nazisti (Berger Belsen e Therezin). Dopo aver nascosto per decenni la sua vicenda di ebrea perseguitata, scrisse, con l’aiuto del figlio la sua autobiografia, «Il silenzio dei vivi», pubblicato dal Marsilio nel 1997.  

Separati in casa. Destre e sinistre 
Ebbene l'epilogo della vicenda, come detto, è stato un nulla di fatto: Amedeo Venezia ha lasciato l'aula (sommerso acusticamente dalle insistenze, in remoto, di Angelo Giustino e Francesca Marsico) come escamotage per far decadere la sua proposta dall'ordine del giorno dei lavori consiliari. Nessun altro consigliere, come da Regolamento del funzionamento del Consiglio comunale, ha fatto propria la proposta, neppure il capogruppo di maggioranza Pasquale Campanale, che pareva volesse vendicare il torto subito dal suo gruppo (ristretto intorno alla figura centrale del vice sindaco Angelo Giustino).
In conclusione, una proposta da un consigliere di minoranza e due distinti emendamenti (con relativi schieramenti in appoggio) pervenuti alla presidente del Consiglio Antonia Gatti dalle file della maggioranza: da una parte la destra di Angelo Giustino e dall'altra la sinistra (centro) di Francesca Marsico (e presumo degli altri consiglieri e assessori rimasti silenti). Visto il silenzio della sindaco Maria Pia Di Medio sulla vicenda, e registrata la sua adesione al movimento Iniziativa Democratica (che fa capo all'assessore regionale Alfonso Pisicchio, movimento coordinato in provincia di Bari da Simeone Paparella, già consigliere di minoranza durante il primo mandato della sindaco Di Medio) desumo che non sia facile per il ruolo che ricopre trovare una mediazione tra le diverse spinte squisitamente di carattere politico che compongono la sua squadra. Del resto a Cassano delle Murge un'amministrazione monocolore è un'utopia: la lista civica (e l'ultima tornata elettorale ha registrato il più alto numero di liste e candidati, sei) è la regola. Mi correggo, non solo a Cassano ma ormai ovunque anche a causa dello svuotamento dei partiti tradizionali e la creazione di fondazioni, associazioni, movimenti. E quindi ogni volta per vincere occorre mettere insieme i portatori di pacchetti di voti piuttosto che i rappresentanti dei partiti e delle idee che li contraddistinguono. Pardon, dovrebbero.
Aspettando il ritorno della politica ci accontentiamo.    

giovedì 21 maggio 2020

Discarica abusiva e allevamento insalubre: un denunciato in provincia di Bari. Liberate 11 tartarughe protette: una denuncia

La vita lentamente riprende dopo l'emergenza sanitaria che ci ha tenuti tutti, o quasi tutti, fermi in casa. In realtà le operazioni di controllo dei Carabinieri non si sono mai interrotte e numerosi sono stati gli arresti effettuati durante il lockdown. 


La notizia di oggi è relativa ad un intervento dei Carabinieri in due distinte abitazioni site nelle campagne di Ceglie del Campo. Nella prima hanno scoperto una discarica abusiva di 10 mila mq, ove era in atto la combustione di rifiuti pericolosi costituiti da materiale plastico/ferroso di vario genere e, sempre nello stesso terreno, hanno trovato 8 equini (cavalli, pony e asini)11 ovini (capre e pecore) e 72 volatili (piccioni, galline e oche), allevati in modo insalubre e sul sedime della medesima discarica. Il proprietario della abitazione, pluripregiudicato 48enne, è stato denunciato per realizzazione discarica abusiva, combustione di rifiuti pericolosi e per maltrattamento di animali.


Nella seconda abitazione, invece, i militari hanno trovato 11 tartarughe appartenenti ad una specie protetta, quindi hanno denunciato il possessore, un 59enne pluripregiudicato, per illecita detenzione animali protetti. Le testuggini sono state sottoposte a sequestro e acquisite dal nucleo CC Forestali CITES per il successivo affidamento ad un ente autorizzato.

lunedì 18 maggio 2020

Consiglio comunale in videoconferenza: riparte la vita cittadina seppur soltanto via internet

Il 22 maggio sarà celebrato il primo Consiglio comunale in videoconferenza, l'avviso è pubblicato sul sito del comune.cassanodellemurge.ba.it. 
I punti all'ordine del giorno saranno sei, tra i quali l'ultimo è il più curioso: il conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. 
Una sorpresa, almeno per chi scrive. Non avrei mai immaginato tanta sensibilità e invece devo ricredermi ancora una volta. Come quando dissi (in forma strettamente privata) che era una pessima idea permettere ai commercianti di generi alimentari di venire dai centri limitrofi in piena emergenza Covid-19 per vendere i loro prodotti al mercato settimanale di Cassano delle Murge: dopo quattro settimane di fila ho appurato, con soddisfazione, che lo svolgimento del mercato nelle piazze Tagariello e Merloni è stato un successo. Distanze rispettate e agenti di polizia locale sempre presenti. Chissà cosa ne sarà di queste certezze per la salute pubblica dalla prossima settimana?
 

giovedì 30 aprile 2020

25 Aprile 2020: i sindaci e le celebrazioni via social per la Liberazione dal nazifascismo

Ci siamo quasi, la luce inizia ad affiorare. Come quando senza accorgersene ci si è dati una spinta inaspettata e ci si ritrova sperduti nel buio. Della domiciliazione forzata inizia a manifestarsi la conclusione. Il percorso è pieno di ostacoli, ma la pigrizia mista a rabbia è già pronta a far posto al coraggio di riprendersi la vita, la strada e l'aria. Almeno in Puglia, dove l'emergenza sanitaria è stata prontamente contenuta, il popolo inizia a pestare i piedi per sentirne il passo. Il sapore asciutto della libertà attende di essere consumato di nuovo. Siamo stati bravi a stare a casa, siamo stati fortunati senza dubbio. Intanto il calendario ha fatto il suo corso: il primo maggio è a un passo dal venire, un altro appuntamento solitamente affollato sarà interpretato da pochi in chiave nuova. 
L'esempio istituzionale delle cerimonie per l'anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo ha avuto eco in rete: ho seguito quanto alcuni sindaci pugliesi hanno fatto e ho composto uno quadro che mi ha rincuorato. Nessuna delle pagine richiamate ha deluso le mie aspettative: senza distinzioni politiche (a differenza di quanto alcuni politici nazionali vorrebbero rappresentare) il 25 aprile, giornata simbolo della rinascita del popolo italiano e della sua dignità, è una data simbolica e fondamentale del nostro calendario laico e in quanto tale quest'anno è stata comunicata in rete molto più di quanto è stata vissuta nelle piazze e ai piedi dei monumenti. Il virus ha fermato il passo, ma non la volontà di ricordare e trasmettere i valori della resistenza all'invasore.
Da Bari con l'instancabile sindaco Decaro, a Barletta città che può fregiarsi (unica in Italia) della Medaglia d'oro al valore militare e al merito civile per l'opera collettiva di resistenza. Dai centri marittimi a sud del capoluogo Monopoli e Polignano, passando per Conversano città natale di Giuseppe Di Vagno (primo parlamentare italiano vittima del fascismo), ai centri dell'Alta Murgia Altamura e Gravina in Puglia fino ad arrivare ai piccoli centri murgiani e pedemurgiani Cassano delle Murge, Acquaviva delle Fonti, Sammichele di Bari e Gioia del Colle. Ognuno a suo modo, i primi cittadini hanno reso omaggio ai caduti per la Resistenza e hanno trasmesso sui social il loro gesto solitario e simbolico. Non c'è dubbio che ad alcuni risulti più naturale comunicare via social con i propri concittadini e per altri sia più artificioso, del resto non tutti hanno la fortuna di avvalersi di professionisti della comunicazione e quindi si adattano ai tempi che corrono. 
Sta di fatto che facebook (il social network indagato per l'occasione) ha reso possibile l'impossibile: la condivisione di un momento sentito dal popolo italiano, troppe volte bistrattato in tempi di leggerezza di pensiero e rivalutato oggi che la libertà ci appare di nuovo una conquista ardua da conseguire.    

martedì 28 aprile 2020

Presidente Sergio Mattarella solo: la fotografia racconta il cambio di protocollo al Quirinale

Un 25 aprile così non l'avremmo mai immaginato, eppure è quello che ci è capitato di vivere. Celebrazioni a tutti livelli istituzionali in forma ristretta e in alcuni casi solitaria, vedi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, recatosi all'Altare della Patria a rendere simbolico omaggio ai caduti per la Liberazione dell'Italia dal giogo fascista e nazista, salire da solo le scale del monumento. 

«Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del 75° anniversario della Liberazione, si è recato all'Altare della Patria dove ha deposto una corona d'alloro sulla Tomba del Milite Ignoto. La deposizione della corona è avvenuta al di fuori di ogni cerimonia e senza la presenza di autorità». (fonte Quirinale.it)

Quest'anno a causa dell'emergenza sanitaria e delle conseguenti restrizioni alla libertà di circolazione, la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stata pianificata senza clamori mediatici. Solo come un qualunque cittadino, il Presidente, simbolo dell'unità nazionale, con la sobrietà che lo contraddistingue, ha percorso la lunga scalinata che conduce al Milite ignoto, simbolo di tutti i soldati che sono morti in conflitto e che non sono mai stati identificati. Deposta la corona commemorativa, il fotografo ufficiale del Quirinale lo immortala ridiscendere la scalinata solitario e pensoso.
Al termine del momento solenne il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, indossa di nuovo la mascherina protettiva. 
Davvero d'impatto le immagini dello scorso anno, quando in assenza di epidemia le celebrazioni per la liberazione vantavano un numero di autorità statali che a rivederle oggi pare un'utopia. 
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta i presenti nei pressi dell'Altare della Patria a Roma al termine della cerimonia in ricordo dei caduti per la Liberazione dell'Italia dal nazifascismo. 25 aprile 2019.

giovedì 16 aprile 2020

Catucci e Lapadula no alle polemiche. La rappresentanza declinata ai tempi dell'emergenza


Dopo le dichiarazioni di Ignazio Zullo, consigliere e capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale, pubblicate ieri a proposito della situazione sanitaria e normativa correlata all'emergenza in Puglia, mi corre l'obbligo di sentire i consiglieri comunali seduti tra i banchi delle minoranze cosa pensano dell'episodio di cui la sindaco Di Medio si è resa protagonista sul convento il mercoledì che ha preceduto la Pasqua. In effetti dopo le affermazioni pubblicate ieri mattina, con cui la sindaco giustificava il suo operato e, nonostante la celebrazione religiosa, invitava i cittadini a restare a casa e a continuare a seguire la normativa vigente, dalle opposizioni in Consiglio comunale nessuna voce si è levata. Eccezion fatta per Linda Catucci e Rocco Lapadula, consiglieri comunali del gruppo Siamo Cassano, i quali rispondendo ad una richiesta di intervista in remoto (via e-mail) hanno ringraziato  per l'invito ad esprimersi sulla vicenda rifiutandosi però di dire più di quanto riportato in virgolettato. 

«Ti ringraziamo per la considerazione che hai avuto per il nostro ruolo di consiglieri comunali, ma non possiamo rispondere punto per  punto alle domande che ci poni con il tuo questionario, perché abbiamo assunto l'impegno di non fare polemiche in questo particolare periodo».

Del resto devo ammettere di non aver mai avuto intenti polemici, piuttosto evitando semplificazioni dannose sto cercando di capire cosa ne pensano i rappresentanti eletti in Consiglio comunale di un episodio di cui si può decidere di non parlare, ma non si può dire che non sia di interesse pubblico. Per questo sono convinto che quel che ho raccontato nei giorni scorsi è la punta dell'iceberg di una riflessione ben più importante: la sindaco Di Medio e la celebrazione religiosa, liceità delle sue azioni e tolleranza delle autorità preposte al controllo dei DPCM in vigore; la tolleranza di molti cittadini che hanno espresso nei commenti su facebook apprezzamento giustificando la sindaco Di Medio e condannando al contrario chi aveva spostato il velo lasciando che la luce illuminasse la zona d'ombra. E le opposizioni politiche presenti in Consiglio cosa pensano? Soltanto questo, non più di questo.   

Tornando al tema, la capogruppo Catucci e il consigliere Lapadula concludono precisando che «dal nostro punto di vista è indispensabile restare a casa e osservare le regole che ci vengono imposte, che permettono l'uscita con l'autocertificazione per motivi di necessità, di salute e lavorativi e semprechè non sia in misura di quarantena. Da rappresentanti delle istituzioni -continuano i due di Siamo Cassano- non possiamo fare altro che affermare queste regole, chiedere ai nostri concittadini di osservarle e di osservarle noi per primi dovendo dare l'esempio e quindi credibilità alle regole, all'istituzione e alla forza di polizia che ringraziamo per l'immane lavoro che quotidianamente svolgono per punire i trasgressori».

Le domande rivolte ai consiglieri Linda Catucci e Rocco Lapadula
- Era a conoscenza della celebrazione del Venerdì Santo tenutasi presso il convento di Cassano delle Murge alla quale ha presenziato, con almeno altre 12 persone, la sindaco Di Medio? Se sì, cosa pensa a proposito?

- Cosa dovrebbe fare la sindaco secondo lei?

- Immagino che sappia delle altre celebrazioni-assembramenti che si sono verificate in Puglia. Sa che la Procura di Foggia ha aperto un’inchiesta sulla vicenda occorsa a San Marco in Lamis durante la stessa serata di venerdì, pensa che il comportamento della sindaco Di Medio sia passibile di essere indagato dalla Procura di Bari?

- Si rende conto che in base alle parole della sindaco Di Medio (rese pubbliche sulla pagina facebook ufficiale del Comune di Cassano delle Murge) lei ha giustificato questo tipo di manifestazioni pubbliche? Cosa ne pensa?

- Le parole della sindaco Di Medio lasciano pensare che se una celebrazione è «tradizionale» si possa derogare ai DPCM, invocando «intelligenza e comprensione» di chi non condivide o semplicemente non è stato invitato alla manifestazione. Quindi per deduzione, ad esempio il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, si potrà celebrare (a debita distanza e indossando i DPI) essendo una ricorrenza fondamentale e tradizionale della Repubblica italiana? Cosa pensa?

mercoledì 15 aprile 2020

Celebrazioni pasquali in Puglia tra contenimento e tolleranza. Il punto di vista di Ignazio Zullo


La narrazione relativa alla vicenda occorsa a San Marco in Lamis ha indotto il parroco e il sindaco del paesino foggiano a fare un mea culpa, ammettendo le responsabilità in merito alla celebrazione pasquale, di cui già conosciamo i dettagli. Ma come abbiamo visto anche nel barese e nel salento sono state organizzate manifestazioni religiose, che in alcuni casi hanno indotto le autorità ad intervenire per sanzionare le violazioni ai DPCM e in altri invece si sono svolte con buona pace di tutti. Per capire qualcosa in più sugli episodi occorsi sul territorio pugliese, ho invitato il consigliere regionale Ignazio Zullo a rispondere ad alcune domande. 

Immagino che sappia delle celebrazioni-assembramenti che si sono verificate in Puglia. Sa che la Procura di Foggia ha aperto un’inchiesta sulla vicenda occorsa a San Marco in Lamis durante la stessa serata di venerdì, pensa che il comportamento dei sindaci sia passibile di essere indagato a prescindere dal numero dei partecipanti alle manifestazioni?

Ignazio Zullo, Consigliere regionale e capogruppo FdI
Leggo oggi sui quotidiani del foggiano che quelle persone, compreso il Sindaco, sono state multate così come previsto dalla norma. Ovvio, se subentrano maggiori danni alla salute dei singoli e della collettività in rapporto di causa con quella manifestazione non sarà una multa a chiudere la questione.

Come valuta questi episodi?

Sono in questo momento da scongiurare e da evitare. Serve responsabilità e maturità. Mi è piaciuto Fiorello (lo showman, ndr) quando ha ripreso Salvini, che avrebbe voluto l’apertura delle chiese a Pasqua dicendo io prego anche se sono in bagno. Tutta la chiesa, a cominciare dal Papa, sta osservando le regole. Sono un medico igienista e seguo l’andamento epidemiologico dei casi in Puglia in rapporto alle altre Regioni italiane e all’Italia intera. Noi ci stiamo salvando per le misure di costrizione a casa, di chiusura e di distanziamento e infatti l’indice R0, che sta ad indicare quante persone può infettare un portatore del virus, si è ridotto da 3.8 a 0.87 in Puglia. 
In Puglia siamo stati fortunati perché queste misure sono intervenute fin dall’inizio, in Lombardia molto più tardi e il risultato è sotto gli occhi di tutti con la sua tragicità. Dobbiamo avere pazienza, il tempo di applicazione delle misure gioca a nostro favore, perché si sta stabilizzando il sistema sanitario all’inizio impreparato ad affrontare grandi numeri, si stanno ottenendo informazioni incoraggianti dall’utilizzo of label di farmaci utilizzati per altri scopi, ci stiamo fornendo di DPI all’inizio carenti, stiamo sperimentando i vaccini, stiamo educando le persone ad assumere comportamenti corretti che dobbiamo mantenere per mesi e mesi e, penso che anche il caldo di maggio potrà favorire una maggiore resistenza dell’organismo al virus. 

Capisco i risvolti economici, di grande crisi per alcuni settori (turismo, dettaglianti, ambulanti non alimentari, cura della persona, imprese) ma ne usciremo piano piano senza darci alla pazza gioia in assembramenti festosi o legati a momenti di dolore. Per la crisi economica ci vuole un Governo forte e audace capace di intervenire con un bazooka di miliardi di euro a fondo perduto per le categorie produttive danneggiate. 

C’è chi pensa che se una celebrazione è «tradizionale» si possa in un certo modo derogare ai DPCM, invocando «intelligenza e comprensione» di chi non condivide. Quindi per deduzione, ad esempio il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, si potrà celebrare (a debita distanza e indossando i DPI) essendo una ricorrenza fondamentale e tradizionale della Repubblica italiana? Cosa pensa?

No! Sbaglia chi pensa questo e non dà il buon esempio. Il Governo ha ritardato le aperture al 3 maggio proprio per superare feste tradizionali che tendono ad assembrare fisicamente le persone come la Pasqua, la Pasquetta, il 25 Aprile ed il primo maggio. Tutte feste da onorare ma restando a casa.

Celebrazione del mercoledì 8 aprile sul convento. La sindaco Di Medio spiega la vicenda

Aggiornato al 19 aprile alle 15,15

L'attesa non è stata lunga e ha dato i suoi frutti: aprendo la casella postale sul mio computer poco fa ho trovato la risposta che la sindaco Maria Pia Di Medio mi ha inviato rispondendo all'intervista in remoto che avevo preparato l'altro ieri. 

In premessa devo correggermi di nuovo sul quando è avvenuta la celebrazione: non il Venerdì Santo bensì Mercoledì 8 aprile. Pertanto mi scuso con i lettori per aver creato confusione su questo punto. 

Inoltre aggiungo che l'intervista era composta di sette domande, alle quali la sindaco Di Medio ha preferito rispondere non nella forma suggerita (ovvero una per volta) ma a mò di comunicato: pertanto per facilitare la comprensione e capire la genesi delle sue affermazioni, quando ho potuto ho inserito la domanda corrispondente appena prima della risposta, al fine di rendere la lettura omnicomprensiva sia dei quesiti, che avevo posto, sia delle risposte.  

Tornando ai fatti dunque, come la stessa sindaco spiega «a Cassano è presente un Crocifisso del XV secolo che è custodito nel Cappellone del Convento ed è oggetto di grande devozione. Questo Crocifisso, da allora è uscito in processione pochissime volte: solo in occasione di grandi calamità naturali per unire i cassanesi in preghiera al fine di chiedere protezione. La fede popolare si è sempre ritrovata in preghiera in tali occasioniAi parroci di Cassano -continua la sindaco-  è stato chiesto questo dai cassanesi spaventati e bisognosi di un qualche tipo di aiuto a farsi coraggio. Pertanto i parroci mi hanno chiesto di rappresentare ufficialmente tutti i cittadini di Cassano durante la preghiera in cui erano presenti solo loro e le suore»

Questo periodo lo riferisco alla domanda: cosa l’ha convinta a rappresentare lo Stato (indossando la fascia tricolore) quando avrebbe potuto suggerire ai parroci di registrare un video da trasmettere via facebook a tutta la comunità dei credenti senza far torto ai DPCM e alle sue stesse Ordinanze? 


E sulla sua presenza durante la celebrazione la sindaco precisa che «è vero che il Sindaco rappresenta lo Stato di fronte ai cittadini, ma è vero anche il contrario. Un sindaco rappresenta una intera collettività e ne fa presente i bisogni e le esternazioni. Per questo ho accettato. Non c’è stata una processione. Il Crocifisso è stato portato solo all’esterno della chiesa del convento ed esposto verso il paese con la recita della benedizione contro le calamità. Tutti i presenti erano muniti di DPI e a distanza di sicurezza. Il tutto è durato pochi minuti, poi il Crocifisso è stato rimesso al suo posto ed ognuno se ne è tornato a casa»Quindi la sindaco specifica che «al netto di ogni credo religioso o meno ho accolto una forte richiesta di cittadini di essere rappresentati in un momento di fede. Ho altresì ricevuto ringraziamenti da parte di molti cittadini per aver partecipato in nome loro a questo evento. Per quanto riguarda le misure di sicurezza  (mascherine, guanti, distanze. Non abbiamo altro.) mi sono accertata personalmente del loro rispetto. 

Non le sembra doveroso un mea culpa nei confronti di quanti in questi giorni avrebbero voluto andare a messa, stare insieme ai propri cari per le festività della Pasqua e invece hanno seguito i Suoi dettami ascoltati via megafono dall’auto della Pubblica Assistenza restando a casa?
Non ritengo di dover fare nessun mea culpa proprio perché ho rappresentato ciascun cittadino. È stata una manifestazione brevissima e non tradizionale nel senso che viene svolta sempre, ma eccezionale che viene svolta in occasione di grandi calamità per chiedere protezione.

In effetti il termine «tradizionale» era stata la sindaco stessa a utilizzarlo ed io lo avevo ripreso e riproposto nelle domande. 

Le sue parole lasciano pensare che se una celebrazione è «tradizionale» si possa derogare ai DPCM, invocando «intelligenza e comprensione» di chi non condivide o semplicemente non è stato invitato alla manifestazione. Quindi per deduzione il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, si potrà celebrare (a debita distanza e indossando i DPI) essendo una ricorrenza tradizionale e fondamentale della Repubblica italiana? 
Continuo ed essere convinta ed attiva sul fronte contenimento: preferisco esporre solo la mia persona (come medico continuo a lavorare…) e proteggere tutti i cittadini. Per chi non lo avesse capito ancora: non è una partita di calcio in cui le direttive del Governo sono in contrasto con le esigenze  cittadini, è in gioco la vita e durerà per moltissimo tempo (parliamo, dal punto di vista scientifico, di anni fino a che tutta la popolazione mondiale non sarà stata vaccinata o non avrà sviluppato una immunità cosiddetta di gregge, al netto delle cure che ci aiuteranno solo a sopravvivere e a sviluppare i nostri anticorpi). Per cui ognuno deve svolgere il suo ruolo ed assumersene le responsabilità ed essere ligi e osservanti delle regole, ma è anche necessario, senza derogare dalle regole più strette, trovare il modo di aiutare psicologicamente i cittadini dando la possibilità (seppure a distanza) di essere partecipi a momenti di fede, che per i credenti sono momenti in cui è possibile ricevere una carica di coraggio per continuare ad affrontare questo lungo momento di sacrificio e di sconvolgimento della vita così come la abbiamo sempre vissuta.


Le sette domande poste alla sindaco Maria Pia Di Medio via e-mail.
- Dubito che lei non sapesse che le disposizione ministeriali fossero stringenti e non prevedessero deroghe e nonostante ciò ha presenziato alla manifestazione religiosa sul convento con almeno altre 12 persone sapendo di contravvenire ai ripetuti DPCM, come mai?  

- Cosa l’ha convinta a rappresentare lo Stato (indossando la fascia tricolore) quando avrebbe potuto suggerire ai parroci di registrare un video da trasmettere via facebook a tutta la comunità dei credenti senza far torto ai DPCM e alle sue stesse Ordinanze?

- Immagino che sappia delle altre celebrazioni (assembramenti) che si sono verificate in Puglia. E sono certo che sappia che la Procura di Foggia ha aperto un’inchiesta sulla vicenda occorsa a San Marco in Lamis durante la stessa serata di venerdì, pensa che il suo comportamento, seppur abbia coinvolto circa una decina di persone, sia passibile di essere indagato dalla Procura di Bari allo stesso modo?

- Non le sembra doveroso un mea culpa nei confronti di quanti in questi giorni avrebbero voluto andare a messa, stare insieme ai propri cari per le festività della Pasqua e invece hanno seguito i Suoi dettami ascoltati via megafono dall’auto della Pubblica Assistenza restando a casa?

- Si rende conto del cattivo esempio che ha dato ai suoi cittadini? Si rende conto che in base alle sue parole (rese pubbliche sulla pagina facebook ufficiale del Comune di Cassano delle Murge) lei ha giustificato questo tipo di manifestazioni pubbliche?

- Le sue parole lasciano pensare che se una celebrazione è «tradizionale» si possa derogare ai DPCM, invocando «intelligenza e comprensione» di chi non condivide o semplicemente non è stato invitato alla manifestazione.
Quindi per deduzione il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, si potrà celebrare (a debita distanza e indossando i DPI) essendo una ricorrenza tradizionale e fondamentale della Repubblica italiana? 

martedì 14 aprile 2020

Dopo i messaggi amplificati il silenzio assordante. Celebrazioni sul convento nonostante i DPCM

Lei è un medico di base ed è il sindaco di Cassano delle Murge: Maria Pia Di Medio è balzata alle cronache su Telenorba a causa dell'avviso fatto apporre fuori dalle porte di casa di alcuni abitanti del centro storico cassanese di origine nigeriana. Don Rocco D'Ambrosio (associazione Cercasi un fine) nel servizio ha commentato sarcastico quanto accaduto ricordando di aver allertato l'Autorità Antidiscriminazione
Non è di certo facile amministrare in condizioni di emergenza sanitaria, pertanto mi soffermerò su un singolo episodio che ha creato un precedente e rischia di produrre copie su copie: la celebrazione del Venerdì di Pasqua. 


L'episodio è noto a tutti o quasi. In realtà su facebook non è stato condiviso molto anzi, è rimasto piuttosto confinato benché i commenti sono fioccati numerosi (sui profili e sulle pagine della sindaco e del Comune non c'è traccia, eppure il video è sulla pagina della Parrocchia che lo ha originato oltre che dei molti cittadini che lo hanno condiviso sul proprio profilo). Intanto i tre siti d'informazione locale non hanno ritenuto l'episodio degno di nota, nè tantomeno nessun politico, dentro e fuori dal Consiglio, ha commentato l'accaduto (mi sono chiesto perché e lo chiesto a qualcuno in rappresentanza del tutto). 

Io però, visto l'episodio di San Marco in Lamis, che non c'è dubbio che per gravità è imparagonabile con quello che è occorso a Cassano sul convento, ma che invece per la Legge e per la morale non fa differenza, ho voluto spendere qualche parola. 

I DPCM emanati a raffica dal presidente del Consiglio per contenere la diffusione del Covid-19 (e le Ordinanze sindacali emesse dalla sindaco Di Medio) erano chiari e non facevano eccezione alcuna. Tutto doveva essere fermo. Invece qualcuno non ha resistito alla tentazione di riproporre un rito che la tradizione perpetua da anni. Per carità non è in discussione il valore della tradizione, ma per rispetto della norma vigente e per solidarietà a tutti i concittadini che sono chiusi in casa il sindaco e i parroci avrebbero dovuto dare l'esempio: saper rinunciare alla normalità, alla libertà di movimento, è stata la lezione forse più dura che questa situazione d'emergenza ci ha insegnato. Il valore della rinuncia, che nella nostra società frenetica e sempre più povera di valori, risulta un alieno venuto da un passato lontano. E poco importa se la manifestazione sia stata di carattere religioso, avrebbe provocato lo stesso sdegno se fosse stata di altra natura: a chi sarebbe piaciuto vedere una partita di calcetto o un concerto in diretta streaming con la sindaco co-partecipe dell'evento? E le autorità avrebbero tollerato?  E ci sarebbero stati a presenziare anche gli operatori dell'associazione di Pubblica Assistenza, così com'è accaduto sul convento? 

Se ci fermassimo a riflettere e facessimo leva sulla memoria, ricorderemmo di certo le esatte parole dettate dalla viva voce della sindaco Di Medio e diffuse dall'amplificatore dell'auto della Pubblica Assistenza: «se amate i vostri figli restate a casa». Ebbene queste parole sono belle e potenti, menzionare i figli e utilizzare il verbo amare è stato una bella trovata. Ma se poi la sindaco e i parroci si danno appuntamento e celebrano il rito del Venerdì santo (con tanto di diretta video sulla pagina della Parrocchia Santa Maria delle  Grazie) mentre gli altri, noi tutti, restiamo in casa perché amiamo i nostri figli e anche i nostri genitori e anche i nostri nonni, loro dimostrano di non saper e non voler rinunciare e le rinunce fatte da noialtri assumono per un po' il sapore della beffa. La Legge non è uguale per tutti. Almeno non questa volta. 

E chissà se il 25 aprile per il 75esimo anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo verrà organizzata una celebrazione civile (sempre per pochi intimi e in diretta streaming)? Del resto oltre a essere una ricorrenza fondamentale della Repubblica Italiana è anche una tradizione o no?

martedì 7 aprile 2020

Riserve, bioparchi e zoo: la Natura e i suoi abitanti non più in gabbie ma liberi di posare

L'altra notte, causa insonnia da domiciliazione forzata, mi è capitato di vedere un documentario, nel quale veniva ricostruito l'albero genealogico dei canidi, tra i tanti esemplari che si sono evoluti nel corso dei decenni c'era il Crisocione, il cui antenato sarebbe partito dai territori nord-americani per stanziarsi nelle aree selvagge sud-americane. Poco fa sul portale di informazione scientifica Villaggio Globale leggo di tre esemplari di crisocione nati nel Parco Natura Viva di Bussolengo. C'è da essere felici sicuramente ma ovviamente si pongono anche degli interrogativi relativi alla natura stessa dei luoghi, di certo non degli zoo vecchio stile ma comunque dei recinti umanamente controllati ed aperti al pubblico pagante.

Pinguino@Bioparco-Valencia_Vito Stano@2019
A questo proposito, non troppo tempo fa ho visitato il bioparco di Valencia ed è stato ovviamente bellissimo ritrovarsi quasi vis à vis con i miti a quattro zampe delle savane africane, ma l'esperienza semina anche il dubbio che il profitto, il solito profitto, pianifichi uno stordimento delle coscienze di noi umani-visitatori rendendoci incapaci di pensare in totale autonomia a quello che facciamo. Un bioparco in effetti non assomiglia per nulla ad uno zoo (ne ricordo uno in Puglia davvero aberrante, una esperienza indimenticabile per quanto siano passati almeno vent'anni) ma è sempre un luogo di cattività per animali che dubito abbiano scelto di prestare la loro opera presso il tale bioparco. Piuttosto il tutto appare come la forma edulcorata e ben tenuta del solito vecchio spettacolo esotico che dai primi anni del XIX secolo veniva offerto alla nascente borghesia europea sotto forma di spettacoli circensi o simili. E la conservazione?, certo si potrebbe ovviamente obiettare che la strategia di conservazione di molte specie a rischio estinzione sia dovuta e anzi necessaria realizzarla e dove se non in luoghi dedicati come magari i bioparchi delle grandi città? Non dubito affatto che ci possa essere un nesso (magari approfondirò), ma resta lo sconcerto di fronte ai pinguini al di là di un vetro a Valencia. 

La malattia della scrittura: si riattiva il blog Murgiambiente per lasciare tracce visibili


Oggi davo un'occhiata sul sito web dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e ho pensato di mettere graficamente a confronto i dati relativi ai cinque grandi Paesi d'Europa: Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Italia.

La prima cosa che mi è saltata all'occhio è il dato relativo ai decessi da Covid-19 in Germania: i numeri, registrati dall'OMS, sono nettamente inferiori a quelli degli altri quattro Paesi. Ci sono differenze tra le diverse situazioni ovviamente, ma seppur in misura differente Italia, Spagna, Francia e Regno Unito registrano migliaia di decessi sul numero totale dei contagiati.

La Germania invece registra oltre 90mila casi e appena 1.434 decessi. 

A cosa sia dovuto è ancora un interrogativo. Forse la strategia di contenimento è più efficace perché le persone stanno rispettando i dettami del governo? O il dato dei decessi è correlato alla qualità del sistema sanitario tedesco? 

Cercheremo di capirne qualcosa in più. 

lunedì 16 marzo 2020

Solidarietà ai tempi del coronavirus: si attendono rifornimenti dalla Cina

di Vito Stano

Il tempo che è intercorso tra stare allerta sui social (e durante le poche uscite consentite per lo stretto necessario) e l'attimo in cui è circolata la notizia del primo cassanese colpito da Covid-19 è stato breve ma non troppo. Abbiamo sospettato dell'Altro che incrociavamo al caseificio o in farmacia durante i giorni precedenti. Poi è partita la gara su fb e wapp per indagare e divulgare il nome (alcuni hanno ricevuto da contatti fuori Cassano anche la foto). 

Bene e ora? Pensateci se le Asl sono responsabili del coordinamento ci sarà una ragione: intanto la privacy ai tempi del coronavirus è un concetto quasi del tutto vuoto, vista la quantità di informazioni che stiamo (più o meno tutti) condividendo sulle piattaforme sociali. Ma c'è una differenza tra quello che decidiamo di condividere e quello che vorremmo sapere: c'è la sofferenza di una famiglia, che si ritrova un suo componente affetto dal virus (solo come tutti coloro che ne stanno affrontando le conseguenze in uno dei tanti ospedali attrezzati); per non dire quanto certamente sia in pena lo sfortunato al pensiero di averlo trasmesso involontariamente ad altri. 

Pensate che le strutture preposte non sono capaci? Se è così sostituitevi a loro: nel carico di responsabilità che stanno sopportando. E ancora, immaginate che nelle provincie più colpite i sani avessero chiesto al sindaco o a coloro che ne avessero contezza i nomi degli infermi. Difficile immaginarlo vero? Avrebbero dovuto affiggere manifesti grandi sei metri per tre. E forse non sarebbero bastati. Ricordate che la migliore azione da compiere è stare in casa. E per tutti coloro che per forza maggiore sono costretti a proseguire la normale attività lavorativa, ebbene sappiate che avete la solidarietà di tutti noi che purtroppo (e per fortuna) siamo barricati entro le mura domestiche. 

Sappiate tra l'altro che per difendersi dal contagio occorrono i D(ispositivi) di P(rotezione) I(ndividuale), poiché sapere il nome del contagiato non ci metterà al riparo ma appagherà soltanto la sete della massa informe di linciare il diverso.

domenica 15 marzo 2020

Vietato stare in parchi e ville pubbliche: l'ordinanza della sindaco Di Medio

di
Vito Stano

Leggendo questi articoli mi verrebbe da pensare che le genti del nord sono strane. Ma io che al contrario sono convinto che siamo tutti uguali (uguali nelle differenze ma nonostante tutto uguali) leggendo testimonianze di persone al mare o a correre o fare pic-nic al parco. A proposito di questo la sindaco di Cassano delle M. ha emanato un'ordinanza con cui «si ordina di evitare ogni occasione di possibile contagio, la chiusura al pubblico della villa comunale, della villa dei Caduti, del parco pubblico comunale Sacro Cuore, del parco giochi di piazza Rossani e del giardino delle Primule Rosse». 

Si può uscire solo per andare in farmacia, raggiungere a casa coloro che non sono autosufficienti. Neanche per fare la spesa è più necessario uscire, seppur non vietato. Quasi tutti i negozi si sono organizzati per domiciliare la spesa, quindi con una telefonata o un messaggio su messanger possiamo comprare ciò di cui abbiamo bisogno. Già il sindaco di Bari e presidente Anci Antonio Decaro due giorni fa ha mandato a via da parco Due Giugno numerose persone evidentemente ignare dell'emergenza. Qui il video che ha fatto il giro dei tg nazionali.