venerdì 31 gennaio 2014

Cinema indipendente. Murex di Gioia del Colle presenta il nuovo film di Dongiovanni

Commovente, nostalgico, capace anche di divertire. Queste sono le impressioni che a caldo emergono dopo aver guardato il nuovo film documentario di Francesco Dongiovanni, autore e regista di Gioia del Colle. La cittadinanza di Cassano delle Murge lo ha conosciuto in occasione della presentazione del suo primo lavoro Dolcemente spopolata è la felicità, film che raccontava la vita solitaria di uno degli ultimi pastori che abitano la desolata pseudo steppa murgiana. Questo film, come quello, è prodotto dalla cooperativa Murex, casa di produzione creata grazie ai fondi regionali di Principi attivi. 

Dongiovanni in Elegie dall'inizio del mondo - Uomini e alberi racconta, montando immagini dell'archivio privato di Domenico Notarangelo, corrispondente dell'Unità per molti anni e leader lucano del Partito Comunista Italiano, la tradizione, viva ancora oggi, di tagliare e portare in processione per le vie di Accettura, piccolo centro della Lucania, due tronchi d'albero. Questo rito si consuma il giorno dell'Ascensione ma ha origini pagane, come si legge nei titoli di coda in inglese che precedono la visione del film. Il rito prevede il taglio di due alberi in due foreste diverse. I due tronchi dopo la preparazione e il giro del paese si ritrovano nella piazza. Per conoscere i dettagli del rito ascolteremo a breve l'autore Francesco Dongiovanni per ascoltare dalla sua voce anche la genesi di questo lavoro.

Intanto l'appuntamento per vedere il film è per giovedì 6 febbraio a Gioia del Colle alle ore 20,00 presso il teatro comunale Rossini. Prima della visione del film ci sarà spazio per ascoltare l'autore delle immagini Domenico Notarangelo e il regista Francesco Dongiovanni.  

31.01.2014
Vito Stano    

martedì 28 gennaio 2014

Storia dell'impero fascista. Indro Montanelli e le gesta del XX Battaglione Eritreo

In queste settimane si parla di storia: Olocausto, Shoah, sterminio, genocidio, fascismo, nazismo, questi sono i termini che risuonano tra telegiornali e programmi di approfondimento del servizio pubblico. Personalmente non rinchiudo la storia al mese della Memoria o, a febbraio, a quello del Ricordo, ma mi impegno a saziare la mia sete di conoscenza durante tutto l'anno. E proprio perché il mio approccio è questo che dall'edicolante di sempre, l'eterno verde Guglielmo, soltanto qualche settimana fa ho avvistato e poi acquistato XX Battaglione Eritreo, il primo romanzo di Indro Montanelli. La pubblicazione del volume è curata dallo storico Angelo Del Boca, studioso di fama che con l'autore fino a prima che spirasse ha lottato a suon si documenti originali e ricostruzioni storiche. L'argomento di discussione era la campagna d'Africa che l'Impero fascista ha condotto durante la metà degli anni Trenta. Indro Montanelli, considerato il più grande giornalista italiano del Novecento, nelle fila dell'esercito italiano si arruolò volontario e dall'Abissinia, oltre a prender parte alle rincorse della prima linea, ebbe modo di scrivere numerosi articoli, alcuni testi per il teatro e anche alcuni romanzi. Il libro, pubblicato da Rizzoli, raccoglie il primo romanzo appunto e in appendice le lettere rimaste inedite che il giornalista e scrittore toscano inviava ai suoi genitori. Dal libro, interessante e retorico, come l'Era fascista imponeva e predicava, si evince sia la vita degli ufficiali italiani sia la brutalità delle azioni compiute dagli ascari, gli indigeni arruolati nelle fila dell'esercito imperiale. Retorica pura. Faticoso da leggere. Invece le lettere le ho trovate più interessanti, poiché emerge il vero interesse di Indro Montanelli, cioè la voglia di vedere pubblicati i suoi scritti. Dalle lettere ai genitori emerge anche la difficoltà di far comprendere che quanto si dice e si sente in Patria a volte non è propriamente corretto. Che le cose li giù (in Africa) vanno bene, la guerra in realtà è un'attesa logorante e un eterno camminare, smontare le tende da campo, rincorrere gli scioani (i nemici locali) e lasciare gli ascari a fare razzia. 

Da sempre la storia e la geografia sono le materie che prediligo, ma questo periodo ahimé non ho ancora avuto modo di approfondirlo. Il lavoro di Del Boca, permesso dalla famiglia Montanelli, è prezioso per due motivi: in primis perché scopriamo la vita precedente del padre nobile del giornalismo italiano; e in secondo luogo perché questo volume ha dato l'avvio alla conoscenza di un periodo storico, quello delle guerre coloniali, e delle nefandezze compiute in quelle terre lontane, del quale poco si parla e troppo si mistifica.

28.01.2014
Vito Stano     

lunedì 27 gennaio 2014

Cassano delle Murge. Il messaggio della Di Medio per la Giornata della Memoria

Sindaco Maria Pia Di Medio 
Foto Archivio Vito Stano © 2014
«Parlare di Memoria è sempre più attuale, nonostante siano passati quasi ottant’anni  dall’ultima guerra europea, e nonostante tutti si scandalizzino alla sola parola razzismo. L’ipocrisia regna sovrana. Ci si commuove e si dice poveretti quando si vedono in tv gli sbarchi dei profughi, i barboni che muoiono di freddo nelle stazioni delle grandi città o i bambini che muoiono di fame nell’entroterra africano o nelle favelas o nella casa accanto alla nostra. Ma non si fa nulla. Si resta nelle proprie case, con le proprie abitudini senza un minimo di impegno sociale, che non costerebbe niente». A scrivere queste parole è la sindaco di Cassano delle Murge Maria Pia Di Medio in occasione della commemorazione della Giornata della Memoria delle vittime della Shoah. La dottoressa continua dicendo che «ci si scandalizza anche se il calciatore di colore viene offeso sul campo o se il ragazzo gay si toglie la vita perché è stato oggetto di offese da parte degli altri. Ma non si fa niente. Non si educano i propri figli alla presenza della diversità, che possa essere di genere, di cultura, di religione o semplicemente di aspetto fisico. Il razzismo, inteso come non accoglienza di chi è in qualche modo diverso da noi stessi, vive nel nostro essere perché è un retaggio della nostra animalità, ma il bene dell’intelletto, che distingue la nostra specie dalle altre, ci dà la possibilità di superare questo limite e quindi di evolverci». 

E in modo più esplicito rispetto ai fatti di cui si commemora oggi la sindaco continua dichiarando che «il Giorno della Memoria ci serve per non dimenticare ciò che l’essere umano può riuscire a fare ad altri esseri umani. La Shoah è stata forse (perché nel resto del mondo vengono compiuti crimini probabilmente peggiori anche se di dimensioni ridotte) il più grande crimine contro l’umanità perché realizzato con metodicità quasi scientifica, con addirittura la costruzione di strutture apposite (campi di concentramento con le camere a gas) per eliminare i diversi, gli indesiderati e coloro che erano non allineati con il regime. È stato l’inno alla negazione di qualsiasi libertà di esistere se non si è conformi ad un prototipo. Il nostro impegno, oggi, se vogliamo che 6 milioni di esseri umani innocenti (colpevoli solo di avere un credo diverso o idee diverse) non siano morti invano, se vogliamo veramente onorare questo giorno simbolico, deve essere quello di educare continuamente il nostro io al rispetto degli altri, chiunque e comunque essi siano, in modo da essere in grado di educare nello stesso modo i nostri figli o coloro che ci vengono affidati. È l’unica strada per la pace. È l’unica strada per farci diventare cittadini del mondo».

Giornata della Memoria. Considerazioni antistoriche e culto della memoria per legge

Auschwitz - Foto Giulio Stano © 2012
La giornata di oggi, 27 gennaio, è particolare in special modo per chi ha studiato storia e in particolare il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Lo sterminio sistematico degli ebrei, degli oppositori politici, degli slavi, degli zingari, degli handicappati, dei traditori (sorte che è toccata a molti italiani a seguito della caduta del regime fascista nel 1943). Soltanto due inverni fa ho realizzato un viaggio che coltivavo da tempo, molto tempo. È stata un'esperienza forte e averla fatta con una persona speciale ha dato a quel viaggio la giusta importanza. A casa ho portato con me impressioni di cui più volte ho scritto e parlato con alcuni amici e, soprattutto, con colleghi di penna e di politica, poiché su questi temi, ancora oggi, si è capaci di dividersi aspramente. Basti pensare alla legge che sanzionerebbe il reato di negazionismo che il Senato ha deciso di discutere. Gli storici sono contrari e, come leggevo sul quotidiano La Repubblica stamattina, hanno riproposto il manifesto del 2007, quando nuovamente si fece avanti questa deriva. Penso, con tutta la modestia di cui posso avvalermi, che la memoria non vada imposta per legge. La storia con i vinti e i vincitori ha sempre generato memorie di parte. C'è ancora chi ad oggi si dice fascista, si strappa le vesti «per le cose buone fatte da Mussolini», non considerando leggi razziali, discriminazioni, soprusi, violenze di ogni genere e omicidi di regime. Considerazioni che è facile definire antistoriche, ma che caratterizzano una moltitudine di persone che hanno conservato maldestramente la storia nello sgabuzzino per occuparsi di un eterno presente. Niente appartiene a nessuno. Le esperienze passate non interessano più. Pochi scrivono, altrettanto in pochi leggono e studiano. La tragedia del tempo che viviamo è la volontà esplicita di non avere altro interesse al di fuori dei beni materiali, del divertimento a tutti i costi, della spensieratezza. Altro che ricerca storica. 

Superficialità, questa è il termine che sintetizzerebbe il nostro tempo come soltanto la fotografia avrebbe il potere di fare. Della politica in relazione a questi temi è meglio tacere. L'ignoranza è serpeggiata per così tanto tempo che oggi la scena politica è più simile a una curva da stadio che al semiciclo della Costituente, che ricostruì l'architettura istituzionale, politica e sociale di una nazione, l'Italia, che aggredì i suoi vicini, si macchiò di crimini efferati al pari degli alleati nazisti e che, a differenza del popolo tedesco, non ha saputo, in perfetta sintonia con il profondo sentire italiota, affrontare la storia. I tedeschi hanno fatto dal dopoguerra ad oggi un'analisi delle cause e hanno affrontato le conseguenze storiche, l'Italia con la sua bassa statura politica ha prima lasciato impolverare certi argomenti per poi rispolverarli all'occorrenza per il vile tornaconto politico-elettorale. A questo s'aggiunga la caduta verticale dell'interesse politico-civico delle masse, tutte intente a seguire le nuove mode dettate dal mercato e siamo ai giorni d'oggi. That's it, sentenzierebbero gli inglesi. Questo è tutto.

27.01.2014
Vito Stano

venerdì 24 gennaio 2014

Cassano delle Murge: pregiudicato falsificava documenti e titoli. Arrestato per truffa

Foto google.com
Cassano delle Murge in cronaca. Un uomo, già pregiudicato,  era il terrore dei commercianti di Putignano, avendo portato a termine una serie di truffe utilizzando documenti e assegni falsi. Una volta scoperto è finito in manette. Si tratta di A. D. 47enne di Cassano delle Murge, arrestato dai Carabinieri della Stazione di Putignano, coadiuvati dai militari della Stazione di Cassano delle Murge, con le accuse di possesso e fabbricazione di documenti falsi, falsità materiale e falsità in scrittura privata. L’efficiente e celere attività di indagine conseguente alle denunce presentate dai malcapitati, ai quali erano state commissionate merci poi pagate con assegni risultati falsi, ha permesso ai militari di dare un volto e un nome all’autore delle truffe e quindi di rinvenire e sequestrare nella mattinata odierna, presso la sua abitazione, a seguito di un decreto emesso dall’Autorità Giudiziaria, tutto il materiale utilizzato per la consumazione dei delitti.

In particolare, nell’appartamento occupato dal malfattore venivano rinvenuti e sequestrati una carta d’identità falsa, 5 assegni bancari falsi, un altro carnet d’assegni falso, due computer, una stampante e un telefono cellulare utilizzati per commettere i reati. L’uomo su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, è stato associato presso la locale Casa Circondariale.

24.01.2014
V.S.

Mediateca regionale pugliese. Proiezioni in memoria della Shoah e nuovi bandi

Sabato 25 alle ore 17,00 scopri come partecipare al nuovo bando di Laboratori dal Basso, mentre lunedì e martedì alle ore 18,00 le nostre giornate dedicate alla Memoria ci raccontano di una storia ambientata nel 1948 nel campo profughi di ebrei di Palese a Bari. Il tour di Laboratori dal Basso fa tappa anche in Mediateca. A presentare il nuovo bando saranno presenti Flavia Giordano (Staff ARTI) e Angelo Amoroso d'Aragona, coordinatore della Mediateca Regionale Pugliese che durante lo scorso anno ha ospitato un buon numero di laboratori nei propri spazi. 


Si chiama Diaspora / Olocausto/ Israele  l'iniziativa di due giorni della Mediateca per ricordare la ShoahLunedì 27 gennaio, alle ore 18,00, vi aspettiamo per vedere insieme MILIM di Amos Gitai (1996, Israele 87’) con Hanna Shygulla, Enrico Lo Verso, Efratia Gitai e Samuel Fuller. Il film si svolge su tre piani temporali legati alla storia di Israele: la sua distruzione nel 70 DC, l'Olocausto in Polonia l'assassinio di Rabin nel 1995. 

Martedì 28 gennaio sempre alle 18,00 vi aspettiamo invece  per la proiezione del film Il GRIDO DELLA TERRA di Duilio Coletti (1949, Italia 90’). L'evento è organizzato in collaborazione con la Biblioteca del Consiglio della Regione Puglia e l’IPSAIC Istituto Pugliese per la storia dell'antifascismoe dell'Italia contemporanea.  Girato a Bari Vecchia, Palese e Cozze (Mola di Bari) nel 1948 con gli ebrei del campo di prigionia di Palese, Il Grido della Terra è un film di azione che racconta la fuga dei profughi verso la Palestina, dove i partigiani sionisti conducevano la guerriglia contro gli occupanti inglesi. Alla sceneggiatura partecipa anche Carlo Levi e due interpreti del film, anch'essi ebrei, Cesare Polacco e Arnoldo Foà, lavoravano all’epoca a Radio Bari, la prima emittente di stato occupata dai partigiani dopo l'8 settembre del 1943 e ed in seguito utilizzata dagli Alleati. Un pezzo di Memoria regionale che si ricollega alla giornata che avevamo già dedicato al Sabato Nero di Roma e Carlo Lizzani. All'inizio del film la scena nel campo profughi è girata dal vero dentro il campo di Palese ed è un repertorio documentaristico di grande importanza. Il film è stato restaurato nel 2008 dalla Cineteca Nazionale. A introdurlo il critico Vito Attolini insieme allo storico dell'IPSAIC il prof. Vito Antonio Leuzzi. La copia del film è stata gentilmente concessa dall'Istituto.

Ultima curiosità: del film la Mediateca conserva un esemplare raro di locandina 50x70 che sarà esposta durante la settimana. 

(fonte Mediateca regionale pugliese)

Bari. Giornalismo e formazione: Giovanni Valentini ospite del master barese

Giovanni Valentini - Foto google.com
A volte per coloro, che come il sottoscritto, scrivono o hanno scritto su testate locali o magari su testate on line ma di ristretto interesse territoriale, avvicinarsi al giornalismo con la G maiuscola è alquanto difficile. Specialmente se il percorso professionale lo si è intrapreso dalla strada secondaria, cioè come pubblicista, senza passare dai banchi della scuola e poi dall'esame di Stato. Per queste ragioni è importante, almeno per chi scrive, approfittare di seminari, convegni o dei tanti festival creati ad hoc durante gli ultimi anni, per incontrare le firme di cui leggeremo domani sui libri di storia del giornalismo. Un'occasione ghiotta è quella che segnala l'Ordine dei Giornalisti di Puglia, che per lunedì 27, presso la casa pugliese dei giornalisti a Bari vecchia, ospiterà Giovanni Valentini, editorialista del quotidiano La Repubblica. 

Valentini sarà ospite del master in giornalismo dell'Università Aldo Moro di  Bari e dell'Ordine dei Giornalisti di Puglia per un seminario dal titolo Buone notizie, Cattive notizie. Nella sua attività professionale quotidiana Giovanni Valentini si occupa di politica, informazione, ambiente e diritti civili. Nel 2000 ha vinto il Premio Saint-Vincent con la sua rubrica Il Sabato del Villaggio sulla testata La Repubblica. Sarà presente anche il presidente dell'Ordine dei Giornalisti di Puglia Valentino Losito. 

Dunque avrà luogo lunedì 27 gennaio alle ore 10,00 presso la sala conferenze dell’Ordine dei Giornalisti in strada Palazzo di Città numero 5 a Bari. 

24.01.2014
Vito Stano

giovedì 23 gennaio 2014

Cassano delle Murge. Infrazioni in piazza Moro: unica regola non ci sono regole

Mi dispiacerebbe risultare noioso, ma la realtà io la documento non la posso nè produrre nè tantomeno distorcere. Questo (foto sopra e sotto) è quello che si profila all'occhio indifferente dei frequentatori di piazza Aldo Moro. Quello che si nota subito è che pochi automobilisti rispettano il divieto di sosta su tutta la piazza e molti meno ancora rispettano il divieto di transito. Nessuno a vigilare, questo è un dato di fatto incontrovertibile. Altrimenti queste foto e questi articoli di piccola denuncia non avrebbero senso. Non potrebbero esistere. E invece questa è la "normalità". Le regole esistono per essere infrante, sembrano gridare a gran voce queste immagini, altrimenti che senso ha avercele. Entrambe le foto si riferiscono ad oggi, verso l'una. Non importa in questo caso chi sono i titolari dell'auto (cittadini senza nessun particolare incarico), importa invece che questa prassi è consolidata. Nessuno tiene conto delle regole. Tutti hanno compreso che possono fregarsene. Tolleranza totale.
23.01.2014
Vito Stano

mercoledì 22 gennaio 2014

Cassano delle Murge. Il forte vento causa disagi: cassonetti rovesciati in strada

Centro storico Cassano delle Murge - Foto Archivio Vito Stano © 2014
Sono abituato a osservare il paesaggio che mi circonda e dato che giro in bici sempre "armato" di fotocamera, mi riesce bene di documentare quello che vedo. L'altro pomeriggio passando all'interno del borgo antico mi sono imbattuto in questa immagine (foto sopra). Un reato, quello di gettare i sacchetti di rifiuti per strada, per cui sono previste multe salate. I volontari ambientali dell'assessore Briano su questi comportamenti (e non solo) saranno chiamati a vigilare. Speriamo bene. Questi non saranno gli unici a tenere d'occhio il territorio cassanese; infatti qualche giorno fa l'amministrazione comunale ha siglato un protocollo d'intesa in via sperimentale con l'associazione Centro storico di Cassano delle Murge, valido fino al 31.12.2020. L'accordo tra le parti prevede, in sintesi, la collaborazione dell'associazione, rappresentata da Oreste Iavazzo, alla redazione di un documento di programmazione di rigenerazione urbana, in particolare per quanto riguarda il borgo antico. Quest'opera sarà preceduta da uno studio, la cui redazione, da quanto si legge nel protocollo, è stata affidata ad alcuni professionisti del settore, che sarà utilizzato come base di ragionamento per la programmazione. Un'iniziativa interessante che terremo d'occhio. 
Paesaggio urbano notturno - Foto Archivio Vito Stano © 2014 
Le immagini che sono immediatamente sopra e sotto queste parole raccontano invece un'altra storia, seppur il quadro di riferimento resta quello della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Il nuovo servizio porta a porta prevede che ogni utenza, domestica o commerciale che sia, deve, in base al calendario, mettere fuori dalla porta il piccolo cassonetto e chiuderlo con la maniglia sul davanti, in modo tale da risultare ermetico. Queste immagini si riferiscono all'altra notte (tra sabato e domenica), quando, il forte vento oltre a movimentare le fronde degli alberi, ha in molti casi spostato i cassonetti gialli, facendoli rovinare sulle carreggiata, creando anche problemi alla viabilità. 

Paesaggio urbano notturno 2 - Foto Archivio Vito Stano © 2014
22.04.2014
Vito Stano

Cassano delle Murge. Infrazioni stradali a go-go. Segnale di campagna elettorale?

In questa foto scattata da un cittadino e lettore di "Murgiambiente" è ritratta l'auto del vice sindaco 
Michele Ruggero parcheggiata sull'area di sosta dei portatori di handcap.
Si respira aria di campagna elettorale a Cassano delle Murge? Direi di si. I segnali ci sono tutti. Un certo lassismo è così evidente che è impossibile non documentarlo. Infatti stamane nella casella postale ho trovato alcune foto scattate e inviatemi da un cittadino, che ritraggono l'auto del vice sindaco Michele Ruggero parcheggiata maldestramente sull'area dedicata ai portatori di handicap (foto sopra).
Infrazione - Foto Archivio Vito Stano © 2014 
Invece la foto che campeggia al di sopra di queste parole è, come si legge chiaramente sulla fiancata, del Comune di Santeramo in Colle. La foto l'ho scattata neppure un'ora fa nell'immediata adiacenza del palazzo comunale. Quindi è logico pensare che il conducente sia salito a parlar con qualcuno dei "nostri" amministratori. La cosa che mi sconcerta ogni volta che vedo un'auto in sosta in piazza Moro è la sua posizione. Mi spiego meglio. La posizione di parcheggio racconta il percorso che l'auto ha fatto prima di fermarsi. E da come è parcheggiata questa, si può dedurre che l'auto è entrata in piazza infrangendo il divieto di transito. Ma, ovviamente, l'auto pare che la vedo soltanto io. Nessun vigile (o vigilessa, che pure ho visto scendere dal palazzo comunale) ha visto l'auto in sosta vietata? Nessun amministratore (che pure ho visto arrivare e andar via dal palazzo) si è sognato di avvisare i vigili o perlomeno di richiamare il conducente dell'auto occupato presumibilmente in qualche ufficio! 

La risposta a tutto ciò è semplice: è iniziata la campagna elettorale. Purtroppo da troppo tempo.

22.01.2014
Vito Stano 

Viaggio in Calabria. Una narrazione visiva tra fotografia urbana e sentimentalismo


Panorama - Foto Archivio Vito Stano © 2014
Stamane colgo l'occasione di scrivere due righe sulla Calabria. In premessa ci tengo a dire che sarò sicuramente superficiale, in quanto non riuscirò a trattare in profondità nessuno degli argomenti che sfiorerò. Quindi, voi che leggete, sappiate prendere questi pensieri come una confidenza. Un racconto ad un amico.

In questi ultimi giorni della regione dei bronzi di Riace mi è capitato di ascoltare numerose storie, tutte diverse tra loro, ma una particolare mi ha incuriosito, alla quale tra l'altro se ne legano indissolubilmente delle altre. Qualche sera fa, lunedì 20 gennaio, la trasmissione televisiva Presa diretta su Rai Tre ha trattato l'argomento dei testimoni di giustizia e le storie di stampo calabrese si susseguivano una dietro l'altra. A fare da sfondo alle tante storie di efferati omicidi di 'ndrangheta, c'era l'ultimo episodio di cronaca accaduto a Cassano sullo Jonio, dove è stata ritrovata la carcassa fumante di un'auto che custodiva maldestramente tre corpi completamente carbonizzati. Uno dei corpi apparteneva ad un bambino di tre anni. 

La ferocia di questa storia mi ha riportato alla mente che soltanto qualche giorno prima sono passato da quelle parti e, devo ammettere, all'asciutto da qualsiasi suggestione, il puzzo di degrado urbano e sociale l'ho sentito subito. Mi ripetevo, «noi (in Puglia) in confronto stiamo bene». Devo dire che ad ogni paesino che attraversavo i commenti si ripetevano. Quasi alla noia. Degrado urbano, cioè case costruite a metà. Palazzoni che sembravamo aver subito un attacco armato. Strade di difficile percorrenza, contraddistinte da un numero imprecisato di lapidi e fiori. Attività commerciali tristemente buie. Viste panoramiche menzognere. E poi le spiagge, i lidi, lo spazio del passeggio della bella stagione totalmente abbandonato all'incuria e se possibile anche di più. 

Paesaggio urbano - Foto Archivio Vito Stano © 2014
Com'è possibile mi sono chiesto che a gennaio i luoghi della vita estiva di un piccolo centro della costa jonica (Cirò marina) siano così degradati? Come faranno a rimettere tutto in piedi prima che inizi la stagione, che presumibilmente inizierà a maggio? Credetemi cose da non crederci. Le spiagge sembrava avessero visto passare un tifone. Tutto in disordine. Ciò che poteva essere divelto lo era. E poi i rifiuti. Ad ogni angolo, o quasi, lo sguardo, ormai abituato, chiedeva tregua, ma non la otteneva. Cumuli di rifiuti ovunque. Cassonetti anneriti dai roghi. Insomma un disastro per la vista di chi come me ama il mare d'inverno. Dov'è finito l'afflato romantico del paese popolato da pochi resistenti. Silenzioso. Vuoto. Al posto del silenzio dell'assenza, quel che ho percepito è stato il silenzio dell'imbarazzo, dello sguardo taciuto, della consapevolezza tradita. E di tutto ciò me ne dispiaccio, perché la Calabria è un terra che naturalisticamente non ha rivali: catene montuose e spiagge da cartolina. Terra della grande storia e di innumerevoli piccole storie popolari. Non è onesto ridurla alla parziale visione che la mia cultura ha voluto (e potuto) offrirmi. In tutta onestà, la gentilezza e la semplicità delle persone, poche, con le quali ho avuto modo di scambiare qualche parola non è riuscita, anche se ci ho provato, a cancellare il tanfo visivo dell'abbandono. Ahimé.

Ma la Calabria, come detto, non è soltanto questo. È anche voglia di riscatto. Volontà di emergere dai sottoscala urbano e sociale dov'è sepolta da tempo. 

22.01.2014
Vito Stano

lunedì 20 gennaio 2014

Lavoro precario. La campagna per dire basta allo sfruttamento dei free lance

L'altro ieri ho ho aperto la casella postale e ci ho trovato un video che parlava anche di me. Il video che devo ammettere mi ha fatto davvero incazzare, è uno spot ironico, utile a far riflettere coloro i quali credono che fare lavori come il giornalista, il grafico, il fotografo, il videomaker e altri ancora sia un passatempo per sfigati e non un lavoro che merita di essere gratificato nella giusta misura. 

Qualche ora fa invece ho intercettato una petizione, indirizzata al presidente del Consiglio Enrico Letta, al segretario del Partito Democratico Matteo Renzi e  al ministro del lavoro e delle politiche sociali Enrico Giovannini e naturalmente a tutti i lavoratori free-lance che operano nel campi di comunicazione, spettacolo, televisione e nuovi media. Questa raccolta firme on line mira a coinvolgere il potere decisionale nella battaglia contro lo sfruttamento dei lavoratori free lance.

"La simpatica campagna #coglioneNo del collettivo ZERO - si legge nella pagina dedicata alla petizione - ha portato alla luce alcune serie problematiche che affliggono il mondo dei creativi free lance. Lavoro non retribuito, precariato e sfruttamento sono parole che rimbalzano continuamente nelle teste di questa categoria di giovani lavoratori. Per questo chiediamo un intervento serio e deciso da parte delle istituzioni! Firmiamo per sollecitare le istituzioni a stabilire un protocollo di norme che possa entrare in vigore immediatamente e tutelare tutti i lavoratori che subiscono angherie e umiliazioni quotidiane". Questo l'appello dei promotori. E anche quello del sottoscritto.

20.01.2014
Vito Stano

Cassano delle Murge. Amministrative: la politica cassanese si muove sottotraccia

Monumento ai caduti di tutte le guerre - Foto Archivio Vito Stano 2013
A quattro mesi all'incirca dalla tornata elettorale è interessante risentire le parole e le reazioni dei protagonisti della scena politica di Cassano delle Murge raccolte qualche giorno dopo il voto per l'elezione del Parlamento. Rivedendo l'intervista a Roberto Mancino (M5S) mi vien da pensare che s'è perso tempo. Una forza politica fresca che non ha ancora deciso se prendere parte alla consultazione per il rinnovo del Consiglio comunale. L'assenza di questi mesi cozza con l'entusiasmo post-elezioni nazionali. Mancino in questa intervista si disse convinto di prender parte alla gara elettorale. Ma ad oggi niente è trapelato. Intanto circa una settimana fa, durante una conferenza stampa presso il palazzo comunale, alla sindaco Maria Pia Di Medio domandai se stesse pensando di candidarsi nuovamente. La Di Medio senza indugiare rispose di "si, perché - disse - devo concludere un paio di cosette", intendendo progetti su cui la sua maggioranza sta lavorando e i cui frutti saranno raccolti durante il prossimo mandato. Basti pensare al nuovo servizio porta a porta: questa amministrazione è stata capace di bandire e assegnare la nuova gara e, seppur tra mille difficoltà, a ottenere già dei risultanti senza dubbio importanti.

Ma gli attori non si esauriscono ai predetti. Dunque Di Medio e la sua squadra, perderà qualche pedina ma sostanzialmente l'impianto resterà lo stesso. Il tandem Di Medio-Zullo è vincente ed capace di rastrellare ottime possibilità di rielezione. Ammesso che il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale potrebbe essere costretto a concentrarsi per una terza elezione per un seggio in via Capruzzi. Staremo a vedere.

L'altro settore del campo, al momento è sgombro ma non troppo. I movimenti sono impercettibili ma ci sono. Il Partito Democratico con il neo segretario pare che non disdegnerebbe il dialogo con un gruppo informale di cui la presenza sui social è già molto segnalata: Prospettiva Ethica (alle cui riunioni ho partecipato una volta) propone una rinnovata idea di partecipazione attiva. Intanto due consiglieri del PD (Arganese e Busto) hanno avuto durante il periodo natalizio un incontro con il comitato civico Lamafutura. Questo incontro è seguito ad un altro meeting politico-sociale tra numerosi attivisti di Lamafutura e i consiglieri di Nuova Ideadomani Santorsola e Del Re. Del consigliere Giuseppe Gentile invece nessuna novità. Tempo fa aveva annunciato il ritiro dalla scena politica. 

Perfezionamento della gestione dei rifiuti, rilancio delle attività economiche, miglioramento dei servizi prestati dall'ente, efficientamento delle risorse di bilancio, lotta all'evasione fiscale e all'abusivismo, tutela delle aree protette, prevenzione e lotta alla criminalità organizzata, promozione culturale e artistica, redistribuzione risorse e sussidi per i bisognosi. Potrei proseguire ma sono convinto che già prendere impegni politici soltanto su queste tematiche potrebbe contribuire a rinnovare un tessuto sociale sfilacciato, un po' stanco e un po' depresso per cambiare davvero marcia. Ci vuole coraggio nella vita, ci vuole coraggio in politica.

20.01.2013
Vito Stano

venerdì 17 gennaio 2014

Museo della Fotografia di Bari. Ripartono gli incontri con il maestro Carlo Garzia

Il laboratorio di Fotografia del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari presenta Carlo Garzia in Family life: a statement. Martedì 21 gennaio alle ore 17,15 nell’Aula Magna Attilio Alto del Politecnico di Bari  in via Orabona al civico 4 il maestro Garzia parlerà di Family life, film  del 1971 del regista inglese Ken Loach che racconta il precipitare nella schizofrenia di una giovane ragazza inglese.

Il tema della famiglia e la critica della sua forma patriarcale e autoritaria è centrale nella riflessione di varie scienze e linguaggi, dall’antropologia (Lévi-Strauss ed altri) alla linguistica, alla letteratura, ma anche nella pittura, nella iconologia e infine nella fotografia. L’incontro con Carlo Garzia, che inaugura la stagione 2014 del Museo di Fotografia del Politecnico di Bari, parte da due immagini esemplari: un soggetto dalla bellezza apollinea di Duane Michals e un autoritratto ambiguo e marcatamente androgino di Robert Mapplethorpe; entrambi alludono al mito platonico dell’amore formulato nel Simposio, in cui si sostiene che l’essere originario fosse unisessuale e che solo in seguito alla sua ribellione sia stato scisso in animus e anima, il maschile e il femminile che si inseguono continuamente per ricostituire l’unità originaria.

L’amore non ha ancora come sbocco obbligato la costruzione di una famiglia che nasce perciò come esigenza e necessità storica, tesa essenzialmente alla conservazione della specie, come ammette lo stesso Freud in Il disagio della civiltàL’incontro si svilupperà su una sessantina di immagini, vere e proprie icone di autori noti e meno noti, cercando di incrociare l’asse storico-diacronico della rappresentazione del modello familiare e quello spaziale e sincronico della sua rappresentazione in tempo reale.

Sarà sottolineata l’importanza di alcuni testi e di alcune mostre-evento soprattutto a partire da  The family of man, curata nel dopoguerra ancora devastato, da Edward Steichen con il robusto contributo fisico e ideologico del governo americano. Questa traduzione essenzialmente umanistica se non buonista e ottimistica della natura e dell’essenza della convivenza familiare sarà traumaticamente interrotta dalla grande ribellione generazionale del 68, nella quale anche la fotografia svolge un suo ruolo non solo di documentazione. A modo suo però anche il 68, attraverso il modello della comune, hippies o politicizzata che fosse, riproponeva un prototipo certamente diverso e utopistico, ma ancora legato a un’idea astratta di fratellanza e di armonia universale che dura di fatto sino all’avvento del regime dell’edonismo reaganiano e del più crudo tatcherismo in Inghilterra. La crisi del welfare, il liberismo senza limiti e le sue conseguenze ispireranno una nuova generazione di fotografi come Martin Parr e Paul Graham (British Photography from the Thatcher years, 1991) e Chris Killip, che si specializzano con altri in una critica feroce soprattutto della classe media e piccolo borghese dell’Inghilterra di quegli anni o nella documentazione della miseria dei lavoratori, soprattutto minatori delle aree industriali del nord. È necessario pensare anche a film come Trainspotting o a gruppi musicali come i Clash e in generale alla nascita del movimento movimento punk.

Siamo ormai in una fase, cominciata già prima dello sguardo devastante di Diane Arbus, in cui il valore e il senso affettivo-contrattuale della famiglia si disgregano, aumenta la visibilità e la pratica di forme di relazione molto complesse e non abituali. Questa dimensione cruda e anti-umanistica coincide anche con la diffusione dell’AIDS e diventa una poetica della trasgressione e della marginalità attraverso il lavoro di autori come Nan Goldin, Wolfgang Tillmans, Nicolas Nixon sino alla dimensione grottesca e alla derisione, almeno dal punto di vista dei valori familiari tradizionali, con autori quali Richard Billingham, Terry Richardson e Boris Mikhailov.


È evidente che il tema proposto è centrale per una piena comprensione della rappresentazione del nucleo familiare quale è maturata soprattutto in occidente a partire dal secolo fiammingo sino ai nostri giorni ben oltre i limiti relativamente ristretti della fotografia.

(fonte fb Museo Fotografia)

Fotografia. Il Museo della Fotografia organizza una mostra collettiva in due parti

Torna la fotografia con una segnalazione di una mostra organizzata presso gli spazi del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari. Il laboratorio di fotografia del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari propone una mostra collettiva con cinque giovanissimi autori dal titolo ‘Abitare i luoghi abitare l’anima’; la collettiva sarà inaugurata martedì 21 gennaio alle ore 18,30 presso il campus in via E. Orabona, 4 a Bari. In realtà ‘Abitare i luoghi abitare l’anima’ è il titolo di due mostre: la prima si inaugurerà il 21 gennaio e l’altra il 6 febbraio nella sala espositiva del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari. Questo evento s’incastra nella fase conclusiva del progetto ‘L’immagine visiva tra percezione e creatività’, sostenuto dall’Assessorato alle Politiche Educative Giovanili del Comune di Bari e dedicato esclusivamente a giovani promettenti autori. Il complesso rapporto tra la percezione e lo spazio circostante, analizzato e sperimentato nei workshop con Marco Signorini, Luca Panaro e Olivo Barbieri, diventa la traccia per un’interpretazione visuale dei luoghi e soprattutto una verifica di quel processo intimo, individuale e creativo che porta alla produzione delle immagini fotografiche. I progetti presentati dai giovani autori coinvolti dal laboratorio del Museo della Fotografia, pur con visioni molto eterogenee tra loro, sono un interessante contributo alle linee-guida individuate in partenza nei tre workshop sopra citati.

Gli autori sono Bellanova Tiziana con ‘Luci nella notte’; Cinquefiori Alessandra con ‘Texture’ (Barcellona la città che cambia); De Santis Francesca con ‘Hungry world’; Fusco Alessandro con ‘Luna park’; Maiorino Margherita con ‘Alice’.

‘Abitare i luoghi abitare l’anima’
Parte prima 21 gennaio - 4 febbraio alle ore 18,30. Orari di visita dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 16,00 alle ore 19,00 escluso sabato e domenica.

Giornalismo investigativo. Il 24-25 gennaio a Roma l'anteprima del festival dell'AGI

Equo compenso, contributi, revisione della posizione professionale, editori che tentano di sfuggire ai propri doveri. Questi sono i pensieri che mi assalgono se penso alla professione che credevo di poter fare nel mio adorato Paese. Ma pare proprio che, al momento, non sia una scommessa vinta. Non bastano i corsi, per ben organizzati che siano, per aprire i vicoli ciechi del mondo editoriale italiano. Ma per restare ottimisti occorre pur credere in qualcosa. Per questa ragione segnalo questo Festival Internazionale Giornalismo Investigativo, di cui si terrà l'anteprima a Roma nei giorni 24 e 25 gennaio 2014. Il sito creato per l'occasione è www.festivalgiornalismoinvestigativo.org e il contatto su twitter è @AGIjournalism. Di seguito il comunicato dell'Associazione Giornalismo Investigativo, organizzatrice dell'evento. V.S.


di Associazione Giornalismo Investigativo
Il Festival di Giornalismo Investigativo nasce con l’ambizione di contribuire allo sviluppo di un modello di giornalismo orientato all’analisi accurata e documentata dei fatti sociali e politici e di una riflessione sulle caratteristiche e sugli strumenti intellettuali e documentali necessari al giornalismo d’inchiesta. Il mondo del giornalismo e in particolare del giornalismo d’inchiesta, sta conoscendo un’evoluzione vertiginosa. Informatica e giornalismo si stanno intrecciando sempre di più, aprendo spazi di indagine prima impensabili. Insomma, il quadro strategico dell’informazione del futuro vede ormai una presenza massiccia di abilità relative al Data Journalism, l’Open Source Intelligence, il Computer Assisted Reporting e in linea generale l’uso di tool informatici per estrarre, manipolare e analizzare dati e informazioni.

Tale scenario rende chiaro il fatto che è ormai maturato il passaggio a una dimensione del giornalismo significativamente diversa dalla concezione tradizionale del reporting, nella quale il giornalista non è solo quello che controlla i fatti e li riporta (magari con più profondità nel caso di un’inchiesta giornalistica), ma è al contempo un data analyst, un esperto di hacking, di tecniche di intelligence e di organizzazione di grandi set di dati, di uso dei social network, di strumenti di promozione e diffusione tipici del marketing virale.

L’anteprima del Festival si terrà a Roma il 24 e 25 gennaio 2014. In queste due giornate che anticiperanno il Festival vero e proprio, che si terrà a settembre del 2014, verranno presentate al largo pubblico, così come a quello degli addetti ai lavori, nuove metodologie di giornalismo investigativo coinvolgendo esperti sia italiani che internazionali. Nella prima giornata ci proponiamo di fare riferimento ai professionisti che hanno particolarmente approfondito il difficile mestiere del giornalismo d’inchiesta per poter offrire un’occasione di incontro privilegiata con chi ha già perfezionato il rapporto tra tecniche investigative e linguaggi espressivi. In particolar modo, verrà approfondito il confronto internazionale tra giornalisti investigativi provenienti da tutto il mondo per discutere e mettere a confronto, metodologie, pratiche espressive, e possibilità di collaborazione.

Nella seconda giornata, invece, il Festival offrirà un insieme strutturato di panel focalizzati sulle inchieste giornalistiche rivolte alla criminalità organizzata e il terrorismo con il contributo di esperti provenienti dagli ambiti professionali e scientifici più legati alla tematiche del giornalismo d’inchiesta: magistrati, esperti di intelligence, archivisti, esperti di sicurezza informatica. Completeranno l’evento una serie di workshop gratuiti in cui verranno introdotti gli elementi tecnici indispensabili per iniziare a lavorare con le nuove tecniche di Open Source Intelligence, di sicurezza e crittografia, e di Computer Assisted Reporting.

Gli ospiti del Festival saranno 
Miranda Patrucic (giornalista investigativa del Center for Investigative Reporting di Sarajevo); Andrea Palladino (giornalista de L’Espresso e de ilfattoquotidiano.it); Domenico Raguseo (direttore della Divisione Sistemi di Sicurezza di IBM); Roberto Pennisi (Direzione Nazionale Antimafia); Rosaria Talarico (La Stampa); Anatolij Guliaev (Commissione etica giornalistica bielorussa); Alberto Cisterna (magistrato); Maria Antonietta Calabrò (giornalista del Corriere delle Sera); Luciano Scalettari (giornalista di Famiglia Cristiana); Marianna Vintiadis (Country Manager di Kroll, divisione Business Intelligence and Investigations); Riccardo Staglianò (giornalista di Repubblica); Alberto Spampinato (direttore di Ossigeno per l’Informazione); Giovanni Rossi (presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana); Leonida Reitano (presidente dell'Associazione di giornalismo investigativo).

Il Festival Internazionale Giornalismo Investigativo avrà sede nella sala dell’Federazione Nazionale Stampa Italiana a Roma, in Corso Vittorio Emanuele 349, grazie al supporto e patrocinio della FNSI che ha contribuito a sostenere il progetto e che qui ha la propria sede.

Contatti

Twitter: @AGIjournalism

Rifiuti e degrado urbano: Cassano delle Murge meglio di altri. Ma può migliorare

Sindaco Maria Pia Di Medio, in primo piano, e
assessore alla Tutela dell'ambiente Carmelo Briano
Foto Archivio Vito Stano 
© 2014
Soltanto qualche giorno è stata convocata una conferenza stampa dall'ufficio stampa dell'amministrazione Di Medio. La sindaco e tre assessori (Ruggero, Briano, Antelmi), coadiuvati dal geometra Sciacovelli, hanno spiegato le ragioni degli aumenti passati, cercando di far comprendere fino in fondo ai giornalisti presenti la natura degli stessi. Ovviamente la questione dell'ecotassa regionale è stata il nodo attorno al quale s'è incardinata la discussione. Su questo argomento l'assessore alla Tutela dell'ambiente Carmelo Briano ha precisato che proprio in virtù della percentuale a due cifre di raccolta differenziata registrata dall'inizio del nuovo servizio, l'amministrazione cassanese potrà in sede regionale ottenere un maggiore ascolto e magari riuscire a pagare meno di altri Comuni dove la percentuale è più bassa.

L'assessore al Bilancio Franco Antelmi ha presentato una tabella comparativa, da lui stesso realizzata, dalla quale si evince che le tariffe applicate dall'amministrazione Di Medio sono tra le più basse della provincia di Bari. Stando ai dati riportati dall'assessore Antelmi, quasi tutte le tariffe messe a paragone risultano più basse o comunque nella fascia bassa. Per capirci: la tariffa applicata per le abitazioni private a Cassano delle Murge è di 1,9 al metro quadro, mentre a Bari è di 2,39 o a Grumo Appula è di 2,54 o, ancora, ad Acquaviva delle Fonti è di 2,30. Più bassa di Cassano delle Murge, risulta quella applicata a Gravina in Puglia (1,81 al metro quadro), quella applicata a Rutigliano (1,88 al metro quadro), quella applicata a Sannicandro di Bari (1,38 al metro quadro) e infine quella applicata a Locorotondo (1,72 al metro quadro). Insomma Cassano delle Murge in questa speciale classifica si piazza nel mezzo. La tariffa più bassa l'ha applicata il Comune di Sannicandro di Bari e quella più alta il comune di Mola di Bari. Per quanto riguarda le tariffe relative agli esercizi commerciali, studi professionali, ristoranti e simili, laboratori artigianali, bar, fruttivendoli e fiorai e pescherie, supermercati e macellerie e alimentari, l'amministrazione Di Medio ha deciso per tariffe mediamente contenute. In quasi tutti i casi è nella fascia bassa. Dunque ai cassanesi, stando a queste stime, è andata bene. Poteva andare decisamente peggio. 

Tornando alla differenziata, c'è da segnalare che il Comune di Cassano delle Murge è secondo soltanto a Rutigliano e Mola di Bari, che rispettivamente segnano percentuali del 79,01% e del 65,04%. Quindi il lavoro fin qui fatto è senz'altro positivo. Restano numerose falle nel servizio: dalla quotidiana semina di sacchetti appena fuori dal centro abitato, all'abbandono di ingombranti nelle campagne, all'eccessivo livello d'impurità riscontrato presso gli impianti. Sulla questione dei controlli l'assessore Briano rispondendo a specifica domanda del sottoscritto ha assicurato che partiranno a breve: i volontari sono formati e nelle loro "ronde" saranno accompagnati da un agente della Polizia municipale, che sarà per l'occasione "assegnato" alla tutela ambientale.

La questione della differenziata passa ovviamente anche dalla presenza degli impianti sul territorio regionale. Tutti gli addetti ai lavori sapranno che impianti che accolgono le diverse materie prime seconde (cioè i rifiuti differenziati) sono poco numerosi e, di conseguenza, questa deficienza numerica non aiuta i Comuni, che devono sottostare (questa la lamentela degli assessori Antelmi e Briano e della sindaco Di Medio) ai diktat dei privati. Su questo punto è bene fare un po' di chiarezza. Non v'è dubbio che la Regione avrebbe potuto fare di più incentivando la creazione di nuovi impianti, ma è pur vero che in questo business sono pochi, anzi pochissimi, coloro che si possono avventurare perché si parla di cifre da capogiro. L'esempio sono proprio gli inceneritori o termovalorizzatori, come dir si voglia, che portano quasi tutti lo stesso nome. Intanto che la raccolta differenziata procede sul giusto binario sarebbe auspicabile che il governo regionale predisponga un piano degli impianti, che possa davvero chiudere il cerchio. Altrimenti ai cittadini, sempre più tartassati, sarà facile dire in tono populistico cose improprie. Del resto qui da noi si è appena iniziato a fare la differenziata sul serio e già i risultati e i riconoscimenti sono arrivati. 

Cirò marina - Foto Archivio Vito Stano © 2014
A proposito di ciò voglio condividere con voi un'esperienza al limite del paranormale che mi è capitata di vivere nei giorni appena trascorsi, ieri e ieri l'altro. Recatomi a sud dello Stivale, in Calabria, in particolare a Cirò marina, ho potuto registrare una situazione di incuria e abbandono che personalmente ho visto soltanto in Albania (Durazzo e Scutari) circa dieci anni fa e in Kenya (Nanyuki) qualche mese fa. La presenza di sacchetti e qualsiasi altra robaccia quasi ad ogni angolo di strada, mi ha, in un certo modo, confortato. La cosa che invece più mi ha sconcertato passeggiando o girando in auto è stato vedere la gente del luogo indifferente all'esistente, come se tutto fosse in ordine al suo posto. L'abitudine allo sporco è una delle mete che non bisognerebbe mai raggiungere, ma tant'è. Questa esperienza mi ha portato a riflettere su quanto a volte siamo concentrati su questioni importanti soltanto per il nostro piccolissimo microcosmo, quando a pochi passi da casa nostra la situazione è ben più grave. Occorre quindi fare uno sforzo per riuscire a vedere il quadro nel suo insieme, evitando di stare troppo concentrati su un unico punto.

16.01.2014
Vito Stano