L'attesa non è stata lunga e ha dato i suoi frutti: aprendo la casella postale sul mio computer poco fa ho trovato la risposta che la sindaco Maria Pia Di Medio mi ha inviato rispondendo all'intervista in remoto che avevo preparato l'altro ieri.
In premessa devo correggermi di nuovo sul quando è avvenuta la celebrazione: non il Venerdì Santo bensì Mercoledì 8 aprile. Pertanto mi scuso con i lettori per aver creato confusione su questo punto.
Tornando ai fatti dunque, come la stessa sindaco spiega «a Cassano è presente un Crocifisso del XV secolo che è custodito nel
Cappellone del Convento ed è oggetto di grande devozione. Questo Crocifisso, da
allora è uscito in processione pochissime volte: solo in occasione di grandi calamità naturali per unire i
cassanesi in preghiera al fine di chiedere protezione. La fede popolare si è
sempre ritrovata in preghiera in tali occasioni. Ai parroci di Cassano -continua la sindaco- è stato
chiesto questo dai cassanesi spaventati e bisognosi di un qualche tipo di aiuto a farsi coraggio. Pertanto i parroci mi hanno chiesto di rappresentare
ufficialmente tutti i cittadini di Cassano durante la preghiera in cui erano
presenti solo loro e le suore».
Questo periodo lo riferisco alla domanda: cosa
l’ha convinta a rappresentare lo Stato (indossando la fascia tricolore) quando
avrebbe potuto suggerire ai parroci di registrare un video da trasmettere via
facebook a tutta la comunità dei credenti senza far torto ai DPCM e alle sue
stesse Ordinanze?
E sulla sua presenza durante la celebrazione la sindaco precisa che «è vero che il Sindaco rappresenta lo Stato di fronte ai cittadini, ma è vero anche il contrario. Un sindaco rappresenta una intera collettività e ne fa presente i bisogni e le esternazioni. Per questo ho accettato. Non c’è stata una processione. Il Crocifisso è stato portato solo all’esterno della chiesa del convento ed esposto verso il paese con la recita della benedizione contro le calamità. Tutti i presenti erano muniti di DPI e a distanza di sicurezza. Il tutto è durato pochi minuti, poi il Crocifisso è stato rimesso al suo posto ed ognuno se ne è tornato a casa».Quindi la sindaco specifica che «al netto di ogni credo religioso o meno ho accolto una forte richiesta di
cittadini di essere rappresentati in un momento di fede. Ho altresì ricevuto
ringraziamenti da parte di molti cittadini per aver partecipato in nome loro a
questo evento. Per quanto riguarda le misure di sicurezza (mascherine, guanti, distanze. Non abbiamo
altro.) mi sono accertata personalmente del loro rispetto.
E sulla sua presenza durante la celebrazione la sindaco precisa che «è vero che il Sindaco rappresenta lo Stato di fronte ai cittadini, ma è vero anche il contrario. Un sindaco rappresenta una intera collettività e ne fa presente i bisogni e le esternazioni. Per questo ho accettato. Non c’è stata una processione. Il Crocifisso è stato portato solo all’esterno della chiesa del convento ed esposto verso il paese con la recita della benedizione contro le calamità. Tutti i presenti erano muniti di DPI e a distanza di sicurezza. Il tutto è durato pochi minuti, poi il Crocifisso è stato rimesso al suo posto ed ognuno se ne è tornato a casa».
Non
le sembra doveroso un mea culpa nei
confronti di quanti in questi giorni avrebbero voluto andare a messa, stare
insieme ai propri cari per le festività della Pasqua e invece hanno seguito i
Suoi dettami ascoltati via megafono dall’auto della Pubblica Assistenza restando
a casa?
Non ritengo di dover
fare nessun mea culpa proprio perché ho rappresentato ciascun cittadino. È
stata una manifestazione brevissima e non tradizionale nel senso che viene
svolta sempre, ma eccezionale che viene svolta in occasione di grandi
calamità per chiedere protezione.
In effetti il termine «tradizionale» era stata la sindaco stessa a utilizzarlo ed io lo avevo ripreso e riproposto nelle domande.
Le
sue parole lasciano pensare che se una celebrazione è «tradizionale» si possa
derogare ai DPCM, invocando «intelligenza e comprensione» di chi non condivide
o semplicemente non è stato invitato alla manifestazione. Quindi
per deduzione il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo e dal
nazismo, si potrà celebrare (a debita distanza e indossando i DPI) essendo una
ricorrenza tradizionale e fondamentale della Repubblica italiana?
Continuo
ed essere convinta ed attiva sul fronte contenimento: preferisco esporre
solo la mia persona (come medico continuo a lavorare…) e proteggere tutti i
cittadini. Per chi non lo avesse capito ancora: non è una partita di calcio in
cui le direttive del Governo sono in contrasto con le esigenze cittadini, è in gioco la vita e durerà per
moltissimo tempo (parliamo, dal punto di vista scientifico, di anni fino a
che tutta la popolazione mondiale non sarà stata vaccinata o non avrà
sviluppato una immunità cosiddetta di gregge, al netto delle cure che ci
aiuteranno solo a sopravvivere e a sviluppare i nostri anticorpi). Per cui
ognuno deve svolgere il suo ruolo ed assumersene le responsabilità ed essere
ligi e osservanti delle regole, ma è anche necessario, senza derogare dalle
regole più strette, trovare il modo di aiutare psicologicamente i cittadini
dando la possibilità (seppure a distanza) di essere partecipi a momenti di
fede, che per i credenti sono momenti in cui è possibile ricevere una carica
di coraggio per continuare ad affrontare questo lungo momento di sacrificio e
di sconvolgimento della vita così come la abbiamo sempre vissuta.
Le sette domande poste alla sindaco Maria Pia Di Medio via e-mail.
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Dubito che lei non sapesse che le disposizione ministeriali fossero stringenti
e non prevedessero deroghe e nonostante ciò ha presenziato alla manifestazione
religiosa sul convento con almeno altre 12 persone sapendo di contravvenire ai ripetuti
DPCM, come mai?
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Cosa l’ha convinta a rappresentare lo Stato (indossando la fascia tricolore) quando
avrebbe potuto suggerire ai parroci di registrare un video da trasmettere via
facebook a tutta la comunità dei credenti senza far torto ai DPCM e alle sue
stesse Ordinanze?
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Immagino che sappia delle altre celebrazioni (assembramenti) che si sono
verificate in Puglia. E sono certo che sappia che la Procura di Foggia ha
aperto un’inchiesta sulla vicenda occorsa a San Marco in Lamis durante la
stessa serata di venerdì, pensa che il suo comportamento, seppur abbia
coinvolto circa una decina di persone, sia passibile di essere indagato dalla
Procura di Bari allo stesso modo?
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Non le sembra doveroso un mea culpa
nei confronti di quanti in questi giorni avrebbero voluto andare a messa, stare
insieme ai propri cari per le festività della Pasqua e invece hanno seguito i
Suoi dettami ascoltati via megafono dall’auto della Pubblica Assistenza restando
a casa?
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Si rende conto del cattivo esempio che ha dato ai suoi cittadini? Si rende
conto che in base alle sue parole (rese pubbliche sulla pagina facebook ufficiale del Comune di
Cassano delle Murge) lei ha giustificato questo tipo di manifestazioni
pubbliche?
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Le sue parole lasciano pensare che se una celebrazione è «tradizionale» si
possa derogare ai DPCM, invocando «intelligenza e comprensione» di chi non
condivide o semplicemente non è stato invitato alla manifestazione.
Quindi
per deduzione il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo e dal
nazismo, si potrà celebrare (a debita distanza e indossando i DPI) essendo una
ricorrenza tradizionale e fondamentale della Repubblica italiana?