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mercoledì 15 aprile 2020

Celebrazione del mercoledì 8 aprile sul convento. La sindaco Di Medio spiega la vicenda

Aggiornato al 19 aprile alle 15,15

L'attesa non è stata lunga e ha dato i suoi frutti: aprendo la casella postale sul mio computer poco fa ho trovato la risposta che la sindaco Maria Pia Di Medio mi ha inviato rispondendo all'intervista in remoto che avevo preparato l'altro ieri. 

In premessa devo correggermi di nuovo sul quando è avvenuta la celebrazione: non il Venerdì Santo bensì Mercoledì 8 aprile. Pertanto mi scuso con i lettori per aver creato confusione su questo punto. 

Inoltre aggiungo che l'intervista era composta di sette domande, alle quali la sindaco Di Medio ha preferito rispondere non nella forma suggerita (ovvero una per volta) ma a mò di comunicato: pertanto per facilitare la comprensione e capire la genesi delle sue affermazioni, quando ho potuto ho inserito la domanda corrispondente appena prima della risposta, al fine di rendere la lettura omnicomprensiva sia dei quesiti, che avevo posto, sia delle risposte.  

Tornando ai fatti dunque, come la stessa sindaco spiega «a Cassano è presente un Crocifisso del XV secolo che è custodito nel Cappellone del Convento ed è oggetto di grande devozione. Questo Crocifisso, da allora è uscito in processione pochissime volte: solo in occasione di grandi calamità naturali per unire i cassanesi in preghiera al fine di chiedere protezione. La fede popolare si è sempre ritrovata in preghiera in tali occasioniAi parroci di Cassano -continua la sindaco-  è stato chiesto questo dai cassanesi spaventati e bisognosi di un qualche tipo di aiuto a farsi coraggio. Pertanto i parroci mi hanno chiesto di rappresentare ufficialmente tutti i cittadini di Cassano durante la preghiera in cui erano presenti solo loro e le suore»

Questo periodo lo riferisco alla domanda: cosa l’ha convinta a rappresentare lo Stato (indossando la fascia tricolore) quando avrebbe potuto suggerire ai parroci di registrare un video da trasmettere via facebook a tutta la comunità dei credenti senza far torto ai DPCM e alle sue stesse Ordinanze? 


E sulla sua presenza durante la celebrazione la sindaco precisa che «è vero che il Sindaco rappresenta lo Stato di fronte ai cittadini, ma è vero anche il contrario. Un sindaco rappresenta una intera collettività e ne fa presente i bisogni e le esternazioni. Per questo ho accettato. Non c’è stata una processione. Il Crocifisso è stato portato solo all’esterno della chiesa del convento ed esposto verso il paese con la recita della benedizione contro le calamità. Tutti i presenti erano muniti di DPI e a distanza di sicurezza. Il tutto è durato pochi minuti, poi il Crocifisso è stato rimesso al suo posto ed ognuno se ne è tornato a casa»Quindi la sindaco specifica che «al netto di ogni credo religioso o meno ho accolto una forte richiesta di cittadini di essere rappresentati in un momento di fede. Ho altresì ricevuto ringraziamenti da parte di molti cittadini per aver partecipato in nome loro a questo evento. Per quanto riguarda le misure di sicurezza  (mascherine, guanti, distanze. Non abbiamo altro.) mi sono accertata personalmente del loro rispetto. 

Non le sembra doveroso un mea culpa nei confronti di quanti in questi giorni avrebbero voluto andare a messa, stare insieme ai propri cari per le festività della Pasqua e invece hanno seguito i Suoi dettami ascoltati via megafono dall’auto della Pubblica Assistenza restando a casa?
Non ritengo di dover fare nessun mea culpa proprio perché ho rappresentato ciascun cittadino. È stata una manifestazione brevissima e non tradizionale nel senso che viene svolta sempre, ma eccezionale che viene svolta in occasione di grandi calamità per chiedere protezione.

In effetti il termine «tradizionale» era stata la sindaco stessa a utilizzarlo ed io lo avevo ripreso e riproposto nelle domande. 

Le sue parole lasciano pensare che se una celebrazione è «tradizionale» si possa derogare ai DPCM, invocando «intelligenza e comprensione» di chi non condivide o semplicemente non è stato invitato alla manifestazione. Quindi per deduzione il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, si potrà celebrare (a debita distanza e indossando i DPI) essendo una ricorrenza tradizionale e fondamentale della Repubblica italiana? 
Continuo ed essere convinta ed attiva sul fronte contenimento: preferisco esporre solo la mia persona (come medico continuo a lavorare…) e proteggere tutti i cittadini. Per chi non lo avesse capito ancora: non è una partita di calcio in cui le direttive del Governo sono in contrasto con le esigenze  cittadini, è in gioco la vita e durerà per moltissimo tempo (parliamo, dal punto di vista scientifico, di anni fino a che tutta la popolazione mondiale non sarà stata vaccinata o non avrà sviluppato una immunità cosiddetta di gregge, al netto delle cure che ci aiuteranno solo a sopravvivere e a sviluppare i nostri anticorpi). Per cui ognuno deve svolgere il suo ruolo ed assumersene le responsabilità ed essere ligi e osservanti delle regole, ma è anche necessario, senza derogare dalle regole più strette, trovare il modo di aiutare psicologicamente i cittadini dando la possibilità (seppure a distanza) di essere partecipi a momenti di fede, che per i credenti sono momenti in cui è possibile ricevere una carica di coraggio per continuare ad affrontare questo lungo momento di sacrificio e di sconvolgimento della vita così come la abbiamo sempre vissuta.


Le sette domande poste alla sindaco Maria Pia Di Medio via e-mail.
- Dubito che lei non sapesse che le disposizione ministeriali fossero stringenti e non prevedessero deroghe e nonostante ciò ha presenziato alla manifestazione religiosa sul convento con almeno altre 12 persone sapendo di contravvenire ai ripetuti DPCM, come mai?  

- Cosa l’ha convinta a rappresentare lo Stato (indossando la fascia tricolore) quando avrebbe potuto suggerire ai parroci di registrare un video da trasmettere via facebook a tutta la comunità dei credenti senza far torto ai DPCM e alle sue stesse Ordinanze?

- Immagino che sappia delle altre celebrazioni (assembramenti) che si sono verificate in Puglia. E sono certo che sappia che la Procura di Foggia ha aperto un’inchiesta sulla vicenda occorsa a San Marco in Lamis durante la stessa serata di venerdì, pensa che il suo comportamento, seppur abbia coinvolto circa una decina di persone, sia passibile di essere indagato dalla Procura di Bari allo stesso modo?

- Non le sembra doveroso un mea culpa nei confronti di quanti in questi giorni avrebbero voluto andare a messa, stare insieme ai propri cari per le festività della Pasqua e invece hanno seguito i Suoi dettami ascoltati via megafono dall’auto della Pubblica Assistenza restando a casa?

- Si rende conto del cattivo esempio che ha dato ai suoi cittadini? Si rende conto che in base alle sue parole (rese pubbliche sulla pagina facebook ufficiale del Comune di Cassano delle Murge) lei ha giustificato questo tipo di manifestazioni pubbliche?

- Le sue parole lasciano pensare che se una celebrazione è «tradizionale» si possa derogare ai DPCM, invocando «intelligenza e comprensione» di chi non condivide o semplicemente non è stato invitato alla manifestazione.
Quindi per deduzione il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, si potrà celebrare (a debita distanza e indossando i DPI) essendo una ricorrenza tradizionale e fondamentale della Repubblica italiana? 

martedì 14 aprile 2020

Dopo i messaggi amplificati il silenzio assordante. Celebrazioni sul convento nonostante i DPCM

Lei è un medico di base ed è il sindaco di Cassano delle Murge: Maria Pia Di Medio è balzata alle cronache su Telenorba a causa dell'avviso fatto apporre fuori dalle porte di casa di alcuni abitanti del centro storico cassanese di origine nigeriana. Don Rocco D'Ambrosio (associazione Cercasi un fine) nel servizio ha commentato sarcastico quanto accaduto ricordando di aver allertato l'Autorità Antidiscriminazione
Non è di certo facile amministrare in condizioni di emergenza sanitaria, pertanto mi soffermerò su un singolo episodio che ha creato un precedente e rischia di produrre copie su copie: la celebrazione del Venerdì di Pasqua. 


L'episodio è noto a tutti o quasi. In realtà su facebook non è stato condiviso molto anzi, è rimasto piuttosto confinato benché i commenti sono fioccati numerosi (sui profili e sulle pagine della sindaco e del Comune non c'è traccia, eppure il video è sulla pagina della Parrocchia che lo ha originato oltre che dei molti cittadini che lo hanno condiviso sul proprio profilo). Intanto i tre siti d'informazione locale non hanno ritenuto l'episodio degno di nota, nè tantomeno nessun politico, dentro e fuori dal Consiglio, ha commentato l'accaduto (mi sono chiesto perché e lo chiesto a qualcuno in rappresentanza del tutto). 

Io però, visto l'episodio di San Marco in Lamis, che non c'è dubbio che per gravità è imparagonabile con quello che è occorso a Cassano sul convento, ma che invece per la Legge e per la morale non fa differenza, ho voluto spendere qualche parola. 

I DPCM emanati a raffica dal presidente del Consiglio per contenere la diffusione del Covid-19 (e le Ordinanze sindacali emesse dalla sindaco Di Medio) erano chiari e non facevano eccezione alcuna. Tutto doveva essere fermo. Invece qualcuno non ha resistito alla tentazione di riproporre un rito che la tradizione perpetua da anni. Per carità non è in discussione il valore della tradizione, ma per rispetto della norma vigente e per solidarietà a tutti i concittadini che sono chiusi in casa il sindaco e i parroci avrebbero dovuto dare l'esempio: saper rinunciare alla normalità, alla libertà di movimento, è stata la lezione forse più dura che questa situazione d'emergenza ci ha insegnato. Il valore della rinuncia, che nella nostra società frenetica e sempre più povera di valori, risulta un alieno venuto da un passato lontano. E poco importa se la manifestazione sia stata di carattere religioso, avrebbe provocato lo stesso sdegno se fosse stata di altra natura: a chi sarebbe piaciuto vedere una partita di calcetto o un concerto in diretta streaming con la sindaco co-partecipe dell'evento? E le autorità avrebbero tollerato?  E ci sarebbero stati a presenziare anche gli operatori dell'associazione di Pubblica Assistenza, così com'è accaduto sul convento? 

Se ci fermassimo a riflettere e facessimo leva sulla memoria, ricorderemmo di certo le esatte parole dettate dalla viva voce della sindaco Di Medio e diffuse dall'amplificatore dell'auto della Pubblica Assistenza: «se amate i vostri figli restate a casa». Ebbene queste parole sono belle e potenti, menzionare i figli e utilizzare il verbo amare è stato una bella trovata. Ma se poi la sindaco e i parroci si danno appuntamento e celebrano il rito del Venerdì santo (con tanto di diretta video sulla pagina della Parrocchia Santa Maria delle  Grazie) mentre gli altri, noi tutti, restiamo in casa perché amiamo i nostri figli e anche i nostri genitori e anche i nostri nonni, loro dimostrano di non saper e non voler rinunciare e le rinunce fatte da noialtri assumono per un po' il sapore della beffa. La Legge non è uguale per tutti. Almeno non questa volta. 

E chissà se il 25 aprile per il 75esimo anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo verrà organizzata una celebrazione civile (sempre per pochi intimi e in diretta streaming)? Del resto oltre a essere una ricorrenza fondamentale della Repubblica Italiana è anche una tradizione o no?

giovedì 1 maggio 2014

Cassano delle Murge. Piazze pieni di politici: aspettando i contenuti programmatici

Vacanze primaverili
Visto che sono lontano voglio iniziare dagli assenti (come me), da coloro che hanno deciso o hanno trovato conveniente non presentarsi all'elettorato. Innanzitutto il Movimento 5 Stelle e poi alcuni big della politica locale. Senza dimenticare Prospettiva Ethica.
I grillini cassanesi, decisamente attivi sia sul web sia nelle piazze, si sono limitati ad avanzare la proposta di scegliere gli scrutatori tra i disoccupati e gli inoccupati. Non so se sia stata accolta dai componenti della Commissione elettorale (Giulia Masiello, Carmelo Briano e Teodoro Santorsola), ma intanto è già qualcosa di concreto dal sapore politico. Per la serie torniamo ai bisogni primari della gente, cioè un minimo di salario, che anche se una tantum è pur meglio di niente. Chissà se gli attuali amministratori accoglieranno la proposta del M5S locale o rispediranno al mittente la missiva. Resta che in molti, anzi moltissimi, Comuni pugliesi la svolta in questo senso c’è stata. Quindi la possibilità c’è tutta, dipende dalla volontà dei singoli. A loro il verdetto di cambiare una pratica troppe volte criticata per le sue ambiguità e scarsa trasparenza; e se a questo aggiungiamo il fatto che molte volte è capitato che a espletare il ruolo di scrutatore c’erano persone già impiegate, il dado è tratto. È richiesto soltanto un po’ di coraggio.

Cassano delle Murge soltanto un paio d'anni fa prima dell'introduzione del servizio 'porta a porta'.
Foto Archivio Vito Stano 
Per Prospettiva Ethica andrebbe bene l’appellativo ‘il grande assente’. Dopo lunghi ed estenuanti mesi di trattative, dapprima nel chiuso degli aderenti o simpatizzanti del movimento, e poi sui tavoli secretati ai più ma aperti alle altre forze politiche, il tutto s’è risolto con un fuoco di paglia. Dove sono finiti gli intenti? È bene precisare che le pretese di rinnovamento avanzate dal movimento hanno trovato un parziale accoglimento, in particolare sulla quota di senior da candidare; le posizioni dei consiglieri tanto del PD quanto di NID avevano spuntato un magro 25% (se non sono stato male informato), cioè su sedici candidati della lista, che avrebbe dovuto contrastare la squadra della Di Medio, soltanto quattro avrebbero potuto essere anziani; i restanti dodici avrebbero dovuto essere giovinotti o quanto meno presentabili all’elettorato con il marchio della novità. Scrivo al condizionale perché così non è stato. Gli attivisti di Prospettiva Ethica hanno deciso a maggioranza (una testa un voto) di non schierarsi e non condividere percorsi con altre forze politiche. L’assemblea del movimento ha portato i suoi consensi in quello che ai fini elettorali è stato un vicolo cieco. Qualche outsider ha deciso di portare il bagaglio di esperienza maturata in questo contesto con sé all’interno della lista Rinascita. Gli altri hanno preferito stare alla finestra a guardare. Almeno per questo giro di giostra.   
Quindi nelle urne saranno soltanto due le possibilità: gli elettori potranno scegliere tra la sindaco uscente Maria Pia Di Medio e lo sfidante Vito Lionetti.

Protagonisti principali 
Medico di base la prima e maestro il secondo in realtà presi singolarmente non dovrebbero stare in due liste differenti, ma nella stessa. Forse a molti sfuggirà il passato politico dall’attuale sindaco, la quale fin a pochi anni fa rappresentava un’idea politica di sinistra. Repubblicana, in tandem con il marito, già vice sindaco durante l’ultimo mandato di Pino Leporale, la dottoressa ha promosso la rinascita del circolo del redivivo Partito Repubblicano Italiano, uscito indenne prima dall’uragano Mani Pulite e successivamente dal Ventennio berlusconiano, ondeggiando da sinistra a destra nella migliore tradizione trasformista italiana. Comunque loro ci sono. Sempre. Ieri seduti al fianco di Silvio Berlusconi e oggi chissà. La politica come molti immagineranno è tattica, è quindi nulla di cui scandalizzarsi. Per tornare ai nostri giorni la sindaco è persona aperta e, non foss’altro per deformazione professionale, sa ascoltare. È, fatemelo dire, non è una cosa scontata tra coloro, e sono molti, che gongolano sulle poltrone del potere. Per quello che concerne i risultati programmatici, non posso dire molto tranne quello che la mia memoria e il mio archivio personale possono suggerirmi. A questo s’aggiungerebbe un’attenta rassegna stampa e il quadro potrebbe acquisire maggiore nitidezza. Molti sono stati i provvedimenti assunti a maggioranza sui quali i dubbi sono rimasti tali. Giusto per fare alcuni esempi la vicenda del cosiddetto ‘progetto lame’ e la gestione del nuovo servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani. Su entrambi ho lavorato con attenzione, è possibile che qualcosa sia sfuggito ai miei occhi, ma posso dire che sul primo è emersa palese la leggerezza della proposta della Di Medio & co., invece sul secondo la gestione delle fasi preparatorie per il nuovo servizio ‘porta a porta’ hanno convinto poco. Su questo punto non ho mancato di rilevare diverse incongruenze, una su tutte la decisione unilaterale, accettata poco più che supinamente dalla maggioranza, di accettare diverse qualità di bidoncini che la Tra.de.co. riciclava da altre gare d’appalto andate perdute. E non da ultimo la vicenda gestita nel più dilettante dei modi dei cosiddetti ‘facilitatori’, per intenderci coloro che hanno consegnato presso le utenze i piccoli cassonetti. Su queste vicende avrebbe dovuto scendere maggiore luce, ma alcune battaglie pare debbano essere perse a prescindere. Troppi gli interessi, troppe le bocche da tenere cucite. Vane le denunce. Ma tant’è.

Centro storico di Gioia del Colle - Foto Archivio Vito Stano
Lo sfidante       
A Vito Lionetti invece è giusto riconoscere la giusta dose di tatticismo occorsa in questi mesi di trattativa sui diversi tavoli e il coraggio di staccare la spina dell'esperienza decennale di Nuova Idea Domani, forse quest'ultima è stata fortuita eppure c’è stata. Questo è un fatto. Chissà che si possa tornare finalmente a parlare di contenuti politici e ideali, in un termine di politica.
Dopo il rientro nel Partito Democratico Vito Lionetti (con una pattuglia di "compagni") ha guadagnato posizioni all'interno degli organi direttivi dello stesso e passo dopo passo ha fidelizzato attorno alla sua figura numerosi altri democratici e non. Infatti il suo nome ha, per qualche giorno, calamitato tanto personalità del civismo cittadino quanto esponenti storici della destra. Alla fine del lungo cammino pre-elettorale il nome del maestro sindacalista ha convinto e messo d’accordo la maggior parte degli indecisi a sinistra. Al tavolo di Rinascita, questo il nome scelto per la lista, sederanno altri soggetti interessanti. Il primo da considerare è Davide Del Re, consigliere uscente del gruppo di minoranza Nuova Idea Domani. Impiegato presso gli uffici della Regione Puglia, l’ingegnere s’è distinto per il suo impegno durante la consigliatura appena trascorsa, in particolare sulla tematica del servizio di raccolta rifiuti, sulla vicenda del riassetto della rete e delle strutture di protezione dell’abitato dal rischio idrogeologico, sulle questioni legate al Piano Regolatore Generale. Ha tratto evidenti insegnamenti dai due colleghi anziani, Giuseppe Gentile e Teodoro Santorsola, ma ha scelto di troncare l’esperienza e intraprendere anche a livello amministrativo il percorso che già a livello partitico lo vede impegnato a sinistra nel partito del presidente della Regione Pugia Nichi Vendola.
Altri nomi conosciuti non mancano: segnalo la presenza di Massimo Bongallino, segretario del partito che fu anche di Vendola, a rimarcare la ritrovata unità, almeno di bandiera. Staremo a vedere quali intenti riusciranno a condividere con gli ex compagni del Partito Democratico.

Comprimari fuori scena
Tra gli assenti dunque i nomi importanti questa volta è bene ricordarli, perché forse sarà l’ultima volta che ne sentiremo parlare o magari perché tra cinque anni ritorneranno a bomba più carichi che mai.
Giuseppe Gentile due volte sindaco e consigliere provinciale di minoranza per il mandato che sta volgendo al termine, è stata una personalità del panorama politico locale tanto carismatica quanto riservata. Schivo e poco incline alle chiacchiere da bar, ha dimostrato la sua preparazione (dovuta in parte anche alla professione di avvocato che svolge). La sua assenza o meglio il suo ritiro dall’agone politico era stata annunciato ai media locali in tempi non sospetti. Un esempio da seguire per molti altri che invece hanno atteso il verdetto dei tavoli delle trattative. Mi riferisco a Teodoro Santorsola, vice sindaco per due consigliature e attuale capogruppo in consiglio comunale di Nuova Idea Domani. Il suo nome era stato proposto per una coalizione anti-Di Medio a sorpresa da alcuni esponenti del Partito Democratico locale. Molti, come lo scrivente, da subito hanno pensato ad una tattica per bruciare il nome; altri invece ben informati hanno ipotizzato altri scenari dal sapore meno politico e più personale. Tant’è però che il fuoco s’è spento prima che la legna fosse asciutta per ardere. Pazienza. Santorsola potrà riposarsi (almeno pubblicamente) e magari ritornare alla politica vera, quella all’interno dei circoli, del confronto con gli iscritti, delle battaglie ideali. Chissà che non scelga di prendere una tessera con la mano destra.
Pierpaola Sapienza è l’esclusa per eccellenza della squadra Di Medio-Zullo. Sono stati cinque anni duri per l’Assessore alla Cultura, Sport e Turismo. Dapprima la stagione degli attacchi mediatici, poi la stagione delle deleghe rosicate e infine la stagione dell’eclissi più o meno cercata. Lontano mille miglia dalle idee della Sapienza, di lei ho ritenuto apprezzabile l’entusiasmo nel proseguire il cammino intrapreso. L’istinto, suo dato caratteriale, le ha giocato brutti scherzi. Più volte con il fianco scoperto, l’assessore Sapienza ha subito affondi a volte gratuiti, altre volte indelicati. Ma tant’è, la politica è anche questo. Intanto il suo impegno nel partito di cui ha la tessera è più che mai costante, è presente negli organi dirigenti nazionali di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale e tanto basta per dire che sin d’ora aspettiamo un suo ritorno.
Domenica Busto, in tempi di quote rosa, è l’altra donna che scompare dal palcoscenico politico locale. Sindacalista Uil e già assessore ai Servizi sociali durante la seconda esperienza di Nuova Idea Domani (dimissionata per divergenze più personali che politiche), ha svolto con costanza il suo ruolo di consigliere dai banchi delle minoranze per la lista (più o meno di centrosinistra) Vivi Cassano-PD. La sua preparazione sulla tematica dei servizi sociali ha più volte (per non dire tutte le volte) messo in evidente imbarazzo l’assessore al ramo Angela Contursi, troppe volte impreparata e forse troppo lontana dai bisogni dei concittadini.
Nella lista capeggiata da Vito Lionetti sono ricomparsi alcuni nomi poco entusiasmanti: Michele Lopane, sindacalista Cgil e già assessore con Giuseppe Gentile, e Michele Maiullaro, panificatore e rappresentante categoria.
Invece per la serie ‘i grandi presenti’ ricordiamo Ignazio Zullo. Attualmente il presidente del Consiglio comunale ricopre un ruolo di primissimo piano a livello regionale (capogruppo del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale), pertanto com’è ovvio non avrebbe potuto fare a meno di spendere il suo nome e la sua visibilità per attrarre voti. Del resto l’esperienza con la sindaco Maria Pia Di Medio è stata positiva e tra l’altro dopo i lunghi anni all’opposizione i raggi di sole che baciano i banchi della Giunta non si lasciano così volentieri. Per ovvie ragioni politiche e di opportunismo, Zullo potrebbe ricoprire questa volta una carica assessorile o il ruolo di guida politica. Cosa che è connaturata alla sua caratura e al suo ruolo; del resto in questo quinquennio più volte s’è distinto per le sue incursioni in campo politico, snaturando con leggerezza la terzietà dell’istituzione rappresentata.


Qualche pensiero voglio spenderlo anche sulla situazione politica giovanile cassanese. Durante i mesi pre-elettorali pareva che si muovessero forze fresche, invece le successive conferme hanno decretato una disaffezione dalla politica davvero preoccupante. Pochi i nomi di coloro che si sono spesi sui diversi tavoli, molte volte rimasti delusi dall’epilogo della vicenda e tanti altri invece hanno guadagnato la luce della ribalta dopo un lungo lavorio nei paraggi della politica. Altri come sempre, innominabili per antonomasia, per la politica e il bene comune strettamente inteso non hanno mai dimostrato affezione e come premio hanno ricevuto il «posto in lista». L’augurio a tutti è di dare il meglio di sé in questa battaglia ideale e programmatica, necessaria a riportare il dibattito politico ai livelli opportuni.

01.05.2014
Vito Stano

giovedì 6 marzo 2014

Politica. M5S: il deputato Giuseppe D'Ambrosio domenica a Cassano delle Murge

Per riprendere le fila del discorso politico locale prima di tutto passo in rassegna le diverse caselle postali e poi passo ai social network. E presto m'imbatto nella pagina dell'orma ufficiale movimento grillino cassanese. E se a primo impatto resto quasi pietrificato ad immaginare un pensiero di Antonio Gramsci come spot elettorale dei grillini locali (come suggerisce una iscritta al gruppo facebook di Cassano in MoVimento), mi compiaccio dell'iniziativa prossima che gli attivisti a cinque stelle hanno organizzato: Giuseppe D'Ambrosio, deputato del M5S e componente della Commissioni Affari Costituzionali, sarà a Cassano delle Murge domenica 9 marzo in piazza Garibaldi alle ore 19,00. 

Dunque dopo tentennamenti di varia natura, gli attivisti cassanesi proseguono il cammino intrapreso poco più di un anno fa a seguito delle elezioni nazionali, che segnarono per il M5S un punto di partenza per introdursi nei gangli della politica locale. Questo appuntamento però non ha il sapore della campagna elettorale, almeno non quella per le amministrative. I grillini, almeno alcuni di loro, guardano a Bruxelles dimentichi del paesello murgiano. Forse un po', come detto altre volte, perché è più semplice occuparsi delle cose lontane e magari perché la strategia del duo Casaleggio-Grillo suggerisce di impiegare le energie per occupare quanti più seggi europei a discapito dei meno importanti scranni locali. Intanto si rincorrono le voci di una potenziale amalgama di partiti e liste civiche che si contrapporrà all'attuale maggioranza di destra guidata dalla sindaco Maria Pia Di Medio. Il condizionale è d'obbligo in attesa di novità. 

Per maggiori informazioni sull'iniziativa di domenica segnalo il sito www.cassanoinmovimento.it

06.03.2014
Vito Stano

lunedì 27 gennaio 2014

Cassano delle Murge. Il messaggio della Di Medio per la Giornata della Memoria

Sindaco Maria Pia Di Medio 
Foto Archivio Vito Stano © 2014
«Parlare di Memoria è sempre più attuale, nonostante siano passati quasi ottant’anni  dall’ultima guerra europea, e nonostante tutti si scandalizzino alla sola parola razzismo. L’ipocrisia regna sovrana. Ci si commuove e si dice poveretti quando si vedono in tv gli sbarchi dei profughi, i barboni che muoiono di freddo nelle stazioni delle grandi città o i bambini che muoiono di fame nell’entroterra africano o nelle favelas o nella casa accanto alla nostra. Ma non si fa nulla. Si resta nelle proprie case, con le proprie abitudini senza un minimo di impegno sociale, che non costerebbe niente». A scrivere queste parole è la sindaco di Cassano delle Murge Maria Pia Di Medio in occasione della commemorazione della Giornata della Memoria delle vittime della Shoah. La dottoressa continua dicendo che «ci si scandalizza anche se il calciatore di colore viene offeso sul campo o se il ragazzo gay si toglie la vita perché è stato oggetto di offese da parte degli altri. Ma non si fa niente. Non si educano i propri figli alla presenza della diversità, che possa essere di genere, di cultura, di religione o semplicemente di aspetto fisico. Il razzismo, inteso come non accoglienza di chi è in qualche modo diverso da noi stessi, vive nel nostro essere perché è un retaggio della nostra animalità, ma il bene dell’intelletto, che distingue la nostra specie dalle altre, ci dà la possibilità di superare questo limite e quindi di evolverci». 

E in modo più esplicito rispetto ai fatti di cui si commemora oggi la sindaco continua dichiarando che «il Giorno della Memoria ci serve per non dimenticare ciò che l’essere umano può riuscire a fare ad altri esseri umani. La Shoah è stata forse (perché nel resto del mondo vengono compiuti crimini probabilmente peggiori anche se di dimensioni ridotte) il più grande crimine contro l’umanità perché realizzato con metodicità quasi scientifica, con addirittura la costruzione di strutture apposite (campi di concentramento con le camere a gas) per eliminare i diversi, gli indesiderati e coloro che erano non allineati con il regime. È stato l’inno alla negazione di qualsiasi libertà di esistere se non si è conformi ad un prototipo. Il nostro impegno, oggi, se vogliamo che 6 milioni di esseri umani innocenti (colpevoli solo di avere un credo diverso o idee diverse) non siano morti invano, se vogliamo veramente onorare questo giorno simbolico, deve essere quello di educare continuamente il nostro io al rispetto degli altri, chiunque e comunque essi siano, in modo da essere in grado di educare nello stesso modo i nostri figli o coloro che ci vengono affidati. È l’unica strada per la pace. È l’unica strada per farci diventare cittadini del mondo».

Giornata della Memoria. Considerazioni antistoriche e culto della memoria per legge

Auschwitz - Foto Giulio Stano © 2012
La giornata di oggi, 27 gennaio, è particolare in special modo per chi ha studiato storia e in particolare il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Lo sterminio sistematico degli ebrei, degli oppositori politici, degli slavi, degli zingari, degli handicappati, dei traditori (sorte che è toccata a molti italiani a seguito della caduta del regime fascista nel 1943). Soltanto due inverni fa ho realizzato un viaggio che coltivavo da tempo, molto tempo. È stata un'esperienza forte e averla fatta con una persona speciale ha dato a quel viaggio la giusta importanza. A casa ho portato con me impressioni di cui più volte ho scritto e parlato con alcuni amici e, soprattutto, con colleghi di penna e di politica, poiché su questi temi, ancora oggi, si è capaci di dividersi aspramente. Basti pensare alla legge che sanzionerebbe il reato di negazionismo che il Senato ha deciso di discutere. Gli storici sono contrari e, come leggevo sul quotidiano La Repubblica stamattina, hanno riproposto il manifesto del 2007, quando nuovamente si fece avanti questa deriva. Penso, con tutta la modestia di cui posso avvalermi, che la memoria non vada imposta per legge. La storia con i vinti e i vincitori ha sempre generato memorie di parte. C'è ancora chi ad oggi si dice fascista, si strappa le vesti «per le cose buone fatte da Mussolini», non considerando leggi razziali, discriminazioni, soprusi, violenze di ogni genere e omicidi di regime. Considerazioni che è facile definire antistoriche, ma che caratterizzano una moltitudine di persone che hanno conservato maldestramente la storia nello sgabuzzino per occuparsi di un eterno presente. Niente appartiene a nessuno. Le esperienze passate non interessano più. Pochi scrivono, altrettanto in pochi leggono e studiano. La tragedia del tempo che viviamo è la volontà esplicita di non avere altro interesse al di fuori dei beni materiali, del divertimento a tutti i costi, della spensieratezza. Altro che ricerca storica. 

Superficialità, questa è il termine che sintetizzerebbe il nostro tempo come soltanto la fotografia avrebbe il potere di fare. Della politica in relazione a questi temi è meglio tacere. L'ignoranza è serpeggiata per così tanto tempo che oggi la scena politica è più simile a una curva da stadio che al semiciclo della Costituente, che ricostruì l'architettura istituzionale, politica e sociale di una nazione, l'Italia, che aggredì i suoi vicini, si macchiò di crimini efferati al pari degli alleati nazisti e che, a differenza del popolo tedesco, non ha saputo, in perfetta sintonia con il profondo sentire italiota, affrontare la storia. I tedeschi hanno fatto dal dopoguerra ad oggi un'analisi delle cause e hanno affrontato le conseguenze storiche, l'Italia con la sua bassa statura politica ha prima lasciato impolverare certi argomenti per poi rispolverarli all'occorrenza per il vile tornaconto politico-elettorale. A questo s'aggiunga la caduta verticale dell'interesse politico-civico delle masse, tutte intente a seguire le nuove mode dettate dal mercato e siamo ai giorni d'oggi. That's it, sentenzierebbero gli inglesi. Questo è tutto.

27.01.2014
Vito Stano

lunedì 23 dicembre 2013

Cassano delle Murge. La raccolta differenziata si sdoppia, parla anche romeno

Chi l'avrebbe mai detto che l'amministrazione Di Medio potesse immaginare una via all'integrazione dei popoli che passasse dalla monnezza. Eppure per questo Natale le indicazioni per una buona raccolta differenziata si potranno leggere anche in romeno. Questa è la novità che dall'ufficio stampa comunale arriva nelle caselle postali di noi umili portatori di notizie. La gestione dei rifiuti da maggio di quest'anno è, per i cittadini cassanesi, un affare di tutti. Pertanto per agevolare la corretta separazione delle frazioni l'amministrazione comunale fa sapere di aver realizzato, con l'ATI gestore e Tetrapak, delle brochure informative esplicative in lingue romena, al fine di rendere più facile per i cittadini romeni residenti a Cassano delle Murge il dovere di differenziare, al pari dei cittadini italiani. Doveri di residente che s'intersecano con i diritti di cittadino europeo. Una boccata d'ossigeno, per coloro che credono nel progetto europeo.  

Dunque da palazzo rendono noto che è partita la distribuzione dei pieghevoli in carta contenenti le indicazioni per una corretta raccolta differenziata in lingua romena, in cui si riporta il calendario dei giorni di conferimento dei rifiuti porta a porta e tutti i suggerimenti necessari per un regolare smaltimento dei rifiuti domestici e non. 

Le indicazioni sono state tradotte in romeno dalla dottoressa Ana Maria Tomaziu Patrascu, la quale inoltre ha anche collaborato alla diffusione delle informazioni sulla differenziata attraverso un incontro con i cittadini di lingua romena. Per potenziare l'iniziativa è stato già fissato un altro incontro per l'inizio del nuovo anno.

23.12.2013
Vito Stano

martedì 10 dicembre 2013

Rifiuti. Cassano delle Murge ottiene riconoscimento di Comune riciclone 2013

Dati ricavati dal sito rifiutiebonifica.puglia.it
La vicenda della gestione dei rifiuti solidi urbani è un nodo importante del dibattito politico nazionale e locale e, in particolare, da quando si è affermata, a livello normativo, la modalità di raccolta differenziata il tema ha assunto sempre più rilievo. Delle modalità di raccolta quella che ha dato i migliori risultati è indubbiamente la cosiddetta 'porta a porta', che prevede una divisione delle frazioni già all'interno delle utenze, sia domestiche sia commerciali, che industriali e agricole. Da anni Legambiente premia i Comuni italiani che raggiungono i livelli di raccolta differenziata stabiliti dalla direttive europee, recepite dalla norma nazionale, ma la numerose deroghe alla legge non hanno stimolato il cambiamento. A questo proposito qualche giorno fa il ministro della Tutela dell'Ambiente Andrea Orlando ha reso noto che ancora per qualche anno l'Italia derogherà rispetto alle norme stringenti che prevedono il raggiungimento del 65% di rifiuti differenziati a fine dicembre 2013, «poiché  ha spiegato il ministro  i livelli ad oggi sono ancora troppo bassi». Questo ennesimo rinvio è la prova di quanto la politica relativa alla gestione dei rifiuti sia stata, negli ultimi decenni, fallimentare. 


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rifiutiebonifica.puglia.it
Ma a volte la politica è capace di produrre buoni risultati e quando questo succede la notizia assume un aspetto meno scandalistico e più riflessivo. Dall'ufficio stampa del Comune di Cassano delle Murge, è stato reso noto in mattinata che, grazie alle percentuale di raccolta differenziata raggiunta, il paese alle pendici dell'Alta Murgia avrebbe ricevuto una particolare menzione. Ovviamente la notizia non ha lasciato indifferente la sindaco Maria Pia Di Medio, la quale ha subito rilanciato, con parole di soddisfazione, la buona politica adottata nella gestione dei rifiuti solidi urbani. Questo è il primo riconoscimento ufficiale, relativo a questo ambito, che la città di Cassano delle Murge riceve, in quanto entra nella speciale classifica dei 'Comuni ricicloni pugliesi del 2013', quelli cioè che fanno registrare ottimi livelli di differenziata. 

Il Comune di Cassano delle Murge ha ottenuto, tra l'altro, da Legambiente un riconoscimento particolare (essendo al primo anno del nuovo sistema di igiene urbana) ovvero la 'Menzione speciale start up', riservata agli enti che hanno superato la percentuale di raccolta del 50% nel primo semestre dall’avvio della raccolta differenziata, che è iniziata soltanto il 13 maggio scorso. La menzione è stata assegnata nel corso della presentazione del 6° rapporto 'Comuni Ricicloni Puglia 2013', evento annuale organizzato da Legambiente, in collaborazione con Anci e Regione Puglia, e riservato proprio ai Comuni che si sono distinti nel conferimento differenziato dei rifiuti. Nel corso della presentazione del rapporto sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, l'assessore regionale all'Ambiente Lorenzo Nicastro, il vicepresidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani e il presidente di Legambiente Puglia Francesco Tarantini. 


Dati ricavati dal sito rifiutiebonifica.puglia.it
Per il Comune di Cassano erano presenti il sindaco Maria Pia Di Medio, l'assessore all'Ecologia Carmelo Briano e Lorenzo Sciacovelli del servizio Territorio. «Questo riconoscimento – ha commentato la sindaco – assume un significato straordinario poiché si rivolge ad una intera collettività, che, con una azione sinergica e di vero senso civico, dimostra come si possa, lavorando insieme, raggiungere i migliori risultati per se stessi e per l’ambiente. Questo momento lo riporterò  ai cittadini che sono i veri artefici del risultato. Come abbiamo detto più volte solo grazie alla costanza dei cittadini è possibile avere un Comune che ricicla i suoi rifiuti e che guarda al benessere futuro del suo territorio. Deve diventare anche qui uno stile di vita». «Non è stato facile e non sarà facile – prosegue il primo cittadino –. Serve il massimo impegno per sradicare cattive abitudini».


Carcassa d'auto e rifiuti d'ogni genere sulla Murgia
Foto Archivio Vito Stano 2013
In effetti le cattive abitudini sono dure e, come la gramegna, non è detto che una volta eliminate non si ripresentino. Molte sono le aree prese di mira per abbandonare i rifiuti appena fuori dal centro abitato. L'area delle Murge di Cassano delle Murge è sporcata da rifiuti di tutti i generi, dai sacchetti agli apparecchi tv, dai pneumatici alle carcasse d'auto, dagli scarti di produzioni artigianal-industriali ai sempre verdi scarti di manutenzioni edilizie. Insomma, in questi ultimi 6 mesi di consigliatura, la sindaco e la sua maggioranza non avranno vita facile per vincere questa battaglia di civiltà. 

Ma il vero deus ex machina del nuovo modo di raccogliere e conferire i rifiuti è senza dubbio l'assessore alla Tutela dell'Ambiente Carmelo Briano, già maresciallo dei Carabinieri presso la stazione di Cassano delle Murge, il quale già da consigliere comunale ha dato prova di interesse rispetto al tema della corretta gestione dei rifiuti. Alla notizia del premio conferito da Legambiente, l'assessore Briano ha reagito con soddisfazione. «Abbiamo sempre detto di essere sulla strada giusta – ha affermato – e con questo riconoscimento vediamo ricambiati i nostri sforzi. Tutto questo ci spinge ad impegnarci ancora e presto presenteremo altre novità legate al riciclo dei rifiuti per rendere Cassano un Comune moderno, al passo di altre città che da tempo adottano la differenziata».


Dati ricavati dal sito rifiutiebonifica.puglia.it
Insomma la politica in questa vicenda ha avuto il coraggio di compiere un passo importante e i cittadini, spina dorsale di qualsiasi vero cambiamento, possono dirsi tutti, o quasi, felici di aver intrapreso una strada che in principio sembrava dissestata e di difficile percorrenza. Per completezza d'informazione c'è anche da dire che il Comune di Cassano delle Murge ha raggiunto un ragguardevole 63,58% di rifiuti solidi urbani differenziati nel mese di settembre, ma questo dato aggregato a quelli degli altri Comuni dell'Ato Ba/4, non consente comunque di stare neppure sopra la penosa soglia del 20%. Infatti la media del bacino d'appartenenza, il Bari/4 appunto, è attestata al 16,12%, in linea con la maggior parte dei bacini pugliesi. Quindi in questo, come in tutti i settori della vita sociale, il lavoro di squadra (in questo caso si potrebbe dire intercomunale) è più che mai indispensabile, altrimenti gli sforzi compiuti avranno il pregio di essere riconosciuti, ma effettivamente il cambiamento radicale, seppure a lungo termine, non potrà arrivare. Differenziare i rifiuti prodotti in casa o in ufficio o al bar o al ristorante o, ancora, in azienda, è soltanto il primo passo. A questo deve seguire il controllo, che il Comune di Cassano delle Murge, per esempio, ha da pochi giorni comunicato che avvierà a breve. L'azione di controllo è utile a garantire la qualità delle frazioni differenziate. Altrimenti, ancora una volta, lo sforzo sopportato sarà utile a pochi (magari in campagna elettorale) e non a introdurre un reale e duraturo cambiamento. Poiché conferire frazioni (che sia plastica, vetro o altro) e farlo nel migliore dei modi significa ottenere in denaro (che entra nelle casse comunali) il maggior risultato possibile. Già è capitato, come confermava tempo fa in una chiacchierata l'assessore Briano, che il ricavato di una specifica frazione era troppo basso a causa dell'eccesso di impurità presente. Quindi una buona differenziata significa un maggior ricavo. Fare la differenziata soltanto per obbligo non darà i risultati migliori. Occorre crederci fino in fondo e impegnarsi tutti i giorni, cercando poi di fare attenzione ai prodotti acquistati: meno imballaggi significa meno rifiuti. 

10.12.2013
Vito Stano

lunedì 9 dicembre 2013

Progetto Lame. Tra ricorsi e memorie l'iter non si ferma. Lamafutura si racconta

Un immagine del canalone - Foto comitato Lamafutura
Giustizia: percorso a ostacoli
Dopo aver tentano di convincere l’amministrazione Di Medio a riguardare il progetto originario, il comitato Lamafutura a metà settembre ha depositato un ricorso al Tar Puglia. Nel ricorso viene contestata l’inutilità delle vasche a fronte dello stato decadente del canalone. Per tutta risposta l’amministrazione comunale ha presentato al Tar Puglia delle memorie. A metà del mese di novembre il comitato deposita delle ulteriori memorie, arricchite dal contenuto di due note scritte dall’ufficio Attuazione e pianificazione paesaggistica della Regione Puglia e dall’ex Genio civile. 


In sostanza nel primo documento si evidenzia il fatto che le due vasche sono previste in aree soggette a vincolo idrogeologico e nel secondo viene messo in risalto lo stato in cui versa il canalone, opera realizzata nel 1952 che ad oggi versa in condizioni a dir poco decadenti. Sta di fatto che la sentenza del Tar Puglia arriverà presumibilmente a metà gennaio, tenendo ben presente che il Tar Puglia non si esprimerà nel merito del progetto, ma potrà eventualmente ordinare un stop temporaneo dell’iter, durante il quale le parti potranno trovare un accordo. Insomma la questione è più che mai aperta.

Il canalone. Opera dimenticata
In sostanza il canalone è deputato a raccogliere le acque prodotte dai bacini imbriferi uno, quattro e cinque. Il bacino numero uno raccoglie l’acqua della zona del Costone di Bruno; il bacino numero quattro raccoglie l’acqua del centro abitato; il bacino numero cinque raccoglie l’acqua della contrada Mazzacavallo. Quindi il canalone raccoglie oltre all’acqua non assorbita dalla zona del centro anche le acque che approdano da due aree appena fuori l’abitato.

Strozzatura del canalone e riduzione della portata dell’acqua
Con Lorenzo Fiore abbiamo ripercorso la storia del canalone di Cassano, che a metà degli anni ’90 ha subito una modifica che Fiore definisce «dolorosa, perché la sezione del canale è stata ridotta da tre metri per due a un tubo di un metro e mezzo di diametro. Questa strozzatura riduce la portata da circa 35 metri cubi a circa 5 metri cubi di acqua al secondo». Questa dunque la causa degli allagamenti di alcune aree ben definite (Giano Plastica, Dia) durante le piogge torrenziali dell’ottobre 2005, secondo l’attivista di Lamafutura.

Ulteriori lavori di allungamento del canalone 
Ma questa prima strozzatura creata per urbanizzare la zona a ridosso di via Bitetto, non è stata l’unica modifica che il canalone ha subito. Infatti gli attivisti del comitato Lamafutura hanno scoperto che nell’agosto 2011 si sono conclusi i lavori di un ulteriore allungamento del canalone di 526 metri con una tubazione di due metri di diametro. Questa tubo di due metri di diametro attraversa da sotto la via di Bari, fiancheggia il depuratore e conclude il suo percorso in una vasca di riposo oltre il depuratore. I lavori per questo ulteriore allungamento del canalone sono iniziati nel febbraio 2011 e sono terminati, come detto, nell’agosto 2011, per un costo di 540mila euro. Di fronte a questa ennesima sorpresa gli attivisti del comitato si sono chiesti «se era in corso la progettazione del cosiddetto Progetto Lame, che prevedeva l’impiego di 4 milioni di euro, per quale ragione si è provveduto a questo ulteriore allungamento, invece di provvedere alla manutenzione del canalone da monte?». E ancora Fiore si chiede «come mai, dopo il conferimento dell’incarico di progettazione all’Advenco (aggiudicato grazie ad un ribasso d’asta del 75%), il progetto originario, che prevedeva la ristrutturazione del canalone, è stato stravolto?». La partita, dunque, è ancora tutta da giocare. La battaglia, adesso più che mai, si giocherà sui campi minati della comunicazione. Tutti avvisati, cittadini in primis. Nessuno abbassi la guardia.    

09.12.2013
Vito Stano  

martedì 19 novembre 2013

Cassano delle Murge. Costi della politica: la giunta Di Medio rinuncia alle indennità

Palazzo comunale di Cassano delle Murge
Foto Archivio Vito Stano © 2013
Dopo alcune settimane di latitanza dai fatti della politica locale, ritorno stasera a dare notizia di una "buona azione" promossa dalla giunta Di Medio, che «all'unanimità e senza alcun indugio ha deciso il taglio delle indennità per gli assessori e il sindaco per i mesi di novembre e dicembre 2013».

Insomma un gesto concreto da parte degli amministratori locali. Il risparmio di circa 22mila euro non è il primo che l'amministrazione Di Medio realizza. «Questo taglio, che fa seguito ad altri avvenuti in passato sempre sulle nostre indennità – fa sapere la sindaco Maria Pia Di Medio – si rende necessario per dare stabilità alle casse comunali e per non gravare sui cittadini. Stiamo facendo numerosi sacrifici in diversi settori e riteniamo che i primi a doverli fare siano il sindaco e gli assessori. Non possiamo permetterci di tagliare altrove e riteniamo che questa manovra sia doverosa». Come non essere d'accordo. Magari, come già altri piccoli Comuni d'Italia fanno già da anni, alcuni componenti della giunta (come la sindaco, soltanto per fare un esempio) avrebbero potuto fare a meno dell'indennità da sindaco, in quanto affermato professionista. Ovviamente questa idea, che appare populista (e in parte lo è), deve essere attuata in piena consapevolezza, in virtù del fatto che quando le casse sono vuote tutti debbono fare delle rinunce.
  
In questo caso, come puntualizza l'assessore al Bilancio Franco Antelmi, le 22mila euro saranno impiegate nel settore dei servizi sociali, settore che cerca di alleviare il crescente disagio di numerose famiglie cassanesi.


«È  il terzo anno consecutivo che i costi della politica subiscono un drastico ridimensionamento» conclude Antelmi. Bene. Anzi, benissimo. L'augurio, questo sì senza colore politico, che mi sento di fare è che la prossima maggioranza consiliare sia tanto coraggiosa da rinunciare alle indennità di giunta dall'inizio alla fine del mandato. Consentendo soltanto ai disoccupati, impegnati in politica, di recepire un sostegno economico (penso all'esperienza di vita e di politica del fondatore della Cgil e deputato comunista Giuseppe Di Vittorio). Evitando accumuli redditizi per coloro che da professionisti o da stipendiati non avrebbero bisogno di indennità. 

La politica ha bisogno di persone coraggiose, che sappiano assumere coraggiose decisioni.

19.11.2013
Vito Stano