Foresta Mercadante-Parco Nazionale dell'Alta Murgia Foto Archivio Vito Stano 2012 |
Bellezza
disarmante. Queste le parole che con aurea mistica aleggiano nel magnifico
foyer del teatro Petruzzelli di Bari e, per una volta, il riferimento non è ad
un opera in cartellone, ma allo spettacolo della natura. Spettacolo, questo è
vero, manomesso in tempi remoti dall’uomo, dapprima con sapienza e poi con vile
cinismo. La bellezza disarmante in realtà
è il titolo che Cesare Veronico, presidente del Parco Nazionale dell’Alta
Murgia, ha dato al suo libro un po’ racconto, ma a tratti anche diario di un
ambientalista che dall’ecomostro di Punta Perotti passando per il disfacimento
della Fibronit è approdato quasi due anni fa, precisamente il 15 marzo del
2012, alla guida di un ente Parco poco conosciuto, relativamente giovane e
potenzialmente molto attrattivo.
La
presentazione di un libro è quasi sempre l’occasione giusta per fare domande
interessanti, magari non proprio legate ai contenuti del testo. Ma, come nel
caso del volume La bellezza disarmante
per le domande non c’è stato spazio, e forse è stato meglio così, perché a
volte, la foga di fare domande genera considerazioni prolisse e, molte volte,
fuori luogo. Personalmente non ho ancora letto il «primo e ultimo libro»,
giusto per citare lo stesso Veronico, ma una considerazione alla
presentazione di ieri sera l’avrei fatta. E
visto che lo incubata tutta la notte, la scrivo e la condivido adesso che il
sole è già calato.
Dall’inizio
alla fine, quindi dalla premessa del già direttore de la Gazzetta del Mezzogiorno Lino Patruno alle conclusioni di Cesare
Veronico, il punto dell’informazione (Veronico dice «comunicazione») appare
fondamentale. In quanto, riflettendo sulla terminologia, come il già rettore
dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari Corrado Petrocelli ha suggerito
nel suo intervento, la bellezza, paesaggistica in questo caso, come già i greci
scrivevano, salverà il mondo. Questo a noi mortali non è dato saperlo, ma
riflettere sul significato delle parole che usiamo quotidianamente appare fin
troppo importante. Su questo punto il ragionamento in chiusura del presidente
del Parco è apparso convincente. Veronico ha insistito sull’importanza di esprimere concetti
potenzialmente trainanti per il futuro del nostro territorio in modo da essere
compresi a tutti i livelli, mettendo da parte i sofismi e gli anglicismi.
L’economia verde, di cui Veronico fa vanto, è costituita dal lavoro di
agricoltori che hanno, nell’area protetta, deciso di ricominciare un’avventura
faticosa ma gratificante. Un’opera di riappropriazione di un territorio per
anni ritenuto terra di nessuno. «Soltanto pietre, questa è la Murgia», carpivo
tempo fa da una conversazione sull’argomento. E invece la valorizzazione degli
elementi caratterizzanti l’Alta Murgia ha saputo dare a questa terra
bistrattata una chance, forse
l’unica. Intanto il costante lavorio per tessere una rete di alleanze politiche e territoriali
ha fatto guadagnare al presidente Veronico uno spazio di contrattazione
importante. L’aver portato questa vicenda presso i tavoli ministeriali è stata
evidentemente una vittoria. Ma non è finita. Veronico ieri ha annunciato che
stamane a Bari avrebbe avuto un importante incontro, durante il quale avrebbe
puntato a strappare la promessa di stoppare le esercitazioni in area Parco
almeno dall’inizio della primavera fino all’inizio dell’autunno. Lasciando che
il territorio dell’Alta Murgia sia percorso durante i mesi belli soltanto da
escursionisti dotati di scarponcini o al massimo di biciclette. Niente cingoli
e proiettili con la bella stagione, questo il compromesso a cui Veronico punta.
Ieri è stato chiaro: «questa sarebbe una vittoria – ha detto –».
Soltanto
una cosa rispetto alla presentazione del libro. Avrei fatto qualche appunto
sulla ricostruzione di quel articolo più volte tirato in ballo, ma (forse
giustamente) mai citato e forse mai letto da qualcuno che improvvidamente ne ha
parlato anche ieri. Avrei specificato che in quell’articolo, pubblicato anche su
questo blog oltre che sulla rivista Villaggio Globale, mettevo in risalto la discrepanza tra il percorso seguito dal
presidente Veronico per conseguire la Carta Europea del Turismo Sostenibile e
il perpetuarsi delle esercitazioni a fuoco in area Parco, senza addossare responsabilità a chicchesia. Ovviamente a qualcuno
dei presenti potranno essere sfuggiti i particolari della vicenda. Fatto sta
che quell’articolo, evidentemente, innescò la reazione, più che mai politica,
del presidente Veronico, il quale colse la balla al balzo e passò
immediatamente al contrattacco.
La
battaglia per un Parco naturale smilitarizzato è comune a molti, ma, come è
ovvio che sia, ognuno gioca la sua partita puntando lo stesso obiettivo da prospettive
differenti. La politica assuma le decisioni. L’informazione aiuti i cittadini a
comprendere dinamiche a volte troppo difficili anche per gli addetti ai lavori.
Del resto, anch’io sono convinto che «la bellezza salverà il mondo». Almeno
credo.
19.12.2013
Vito Stano