Dopo
aver tentano di convincere l’amministrazione Di Medio a riguardare il progetto
originario, il comitato Lamafutura a metà settembre ha depositato un ricorso al
Tar Puglia. Nel ricorso viene contestata l’inutilità delle vasche a fronte
dello stato decadente del canalone. Per tutta risposta l’amministrazione
comunale ha presentato al Tar Puglia delle memorie. A metà del mese di novembre
il comitato deposita delle ulteriori memorie, arricchite dal contenuto di due
note scritte dall’ufficio Attuazione e pianificazione paesaggistica della
Regione Puglia e dall’ex Genio civile.
In sostanza nel primo documento si evidenzia il fatto che le due vasche sono previste in aree soggette a vincolo idrogeologico e nel secondo viene messo in risalto lo stato in cui versa il canalone, opera realizzata nel 1952 che ad oggi versa in condizioni a dir poco decadenti. Sta di fatto che la sentenza del Tar Puglia arriverà presumibilmente a metà gennaio, tenendo ben presente che il Tar Puglia non si esprimerà nel merito del progetto, ma potrà eventualmente ordinare un stop temporaneo dell’iter, durante il quale le parti potranno trovare un accordo. Insomma la questione è più che mai aperta.
In sostanza nel primo documento si evidenzia il fatto che le due vasche sono previste in aree soggette a vincolo idrogeologico e nel secondo viene messo in risalto lo stato in cui versa il canalone, opera realizzata nel 1952 che ad oggi versa in condizioni a dir poco decadenti. Sta di fatto che la sentenza del Tar Puglia arriverà presumibilmente a metà gennaio, tenendo ben presente che il Tar Puglia non si esprimerà nel merito del progetto, ma potrà eventualmente ordinare un stop temporaneo dell’iter, durante il quale le parti potranno trovare un accordo. Insomma la questione è più che mai aperta.
Il canalone. Opera
dimenticata
In
sostanza il canalone è deputato a raccogliere le acque prodotte dai bacini
imbriferi uno, quattro e cinque. Il bacino numero uno raccoglie l’acqua della
zona del Costone di Bruno; il bacino numero quattro raccoglie l’acqua del centro
abitato; il bacino numero cinque raccoglie l’acqua della contrada Mazzacavallo.
Quindi il canalone raccoglie oltre all’acqua non assorbita dalla zona del
centro anche le acque che approdano da due aree appena fuori l’abitato.
Strozzatura del canalone e riduzione
della portata dell’acqua
Con
Lorenzo Fiore abbiamo ripercorso la storia del canalone di Cassano, che a metà
degli anni ’90 ha subito una modifica che Fiore definisce «dolorosa, perché la
sezione del canale è stata ridotta da tre metri per due a un tubo di un metro e
mezzo di diametro. Questa strozzatura riduce la portata da circa 35 metri cubi
a circa 5 metri cubi di acqua al secondo». Questa dunque la causa degli allagamenti
di alcune aree ben definite (Giano Plastica, Dia) durante le piogge torrenziali
dell’ottobre 2005, secondo l’attivista di Lamafutura.
Ulteriori lavori di allungamento del canalone
Ma
questa prima strozzatura creata per urbanizzare la zona a ridosso di via
Bitetto, non è stata l’unica modifica che il canalone ha subito. Infatti gli attivisti
del comitato Lamafutura hanno scoperto che nell’agosto 2011 si sono conclusi i
lavori di un ulteriore allungamento del canalone di 526 metri con una tubazione
di due metri di diametro. Questa tubo di due metri di diametro attraversa da
sotto la via di Bari, fiancheggia il depuratore e conclude il suo percorso in
una vasca di riposo oltre il depuratore. I lavori per questo ulteriore
allungamento del canalone sono iniziati nel febbraio 2011 e sono terminati,
come detto, nell’agosto 2011, per un costo di 540mila euro. Di fronte a questa
ennesima sorpresa gli attivisti del comitato si sono chiesti «se era in corso la
progettazione del cosiddetto Progetto Lame, che prevedeva l’impiego di 4
milioni di euro, per quale ragione si è provveduto a questo ulteriore
allungamento, invece di provvedere alla manutenzione del canalone da monte?». E
ancora Fiore si chiede «come mai, dopo il conferimento dell’incarico di
progettazione all’Advenco (aggiudicato grazie ad un ribasso d’asta del 75%), il
progetto originario, che prevedeva la ristrutturazione del canalone, è stato
stravolto?». La partita, dunque, è ancora tutta da giocare. La battaglia,
adesso più che mai, si giocherà sui campi minati della comunicazione. Tutti
avvisati, cittadini in primis.
Nessuno abbassi la guardia.
09.12.2013
Vito Stano
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