mercoledì 31 ottobre 2012

Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini su Ecomondo: "Vogliamo candidare l'Italia a un ruolo da protagonista dei mercati internazionali"


Ecomondo 2011 - Foto Archivio Vito Stano
Mercoledì 7 novembre a Rimini Fiera si alza il sipario sulla 16esima edizione di Ecomondo, che fino a sabato 10 riunirà l’intero sistema della economia verde. Un appuntamento diventato sempre più importante e decisivo tanto che quest’anno, proprio a Rimini Fiera, si svolgeranno gli Stati Generali della Green Economy (7-8 novembre), convocati dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini.

"Vogliamo candidare l'Italia ad un ruolo di protagonista dei mercati internazionali – dichiara il Ministro Clini - la green economy e la ricchezza di qualità ambientale delle nostre filiere verdi possono determinare un futuro possibile per la crescita e l'occupazione e un forte fattore di competitività".

Il richiamo che il Ministro fa alle filiere verdi e alla crescita della qualità ambientale è proprio all'interno del contesto più complessivo di Ecomondo – in contemporanea si svolgeranno anche Key Energy (fiera internazionale per l’energia e la mobilità sostenibili) e Cooperambiente (rassegna dedicata alle migliori esperienze della cooperazione in tema di ambiente, organizzato con Legacoop)  e di tutte quelle realtà di imprese e di operatori che fanno parte della Green Economy.

Per maggiori informazioni: www.ecomondo.comwww.statigenerali.org

Numeri su Ecomondo 2012:
Qualifica: Fiera internazionale; periodicità: annuale; edizione: 16a; ingresso: operatori e grande pubblico; biglietti: intero 15 Euro; abbonamento intero per 2 giornate 25 Euro; ingresso gratuito bambini 0-6 anni; ingresso ridotto 5 Euro; ingresso universitari (con presentazione libretto) 2 Euro; orari: 9-18, ultimo giorno 9- 17; direttore business unit: Simone Castelli; project manager: Alessandra Astolfi; info visitatori: tel. 0541.744111mail: ecomondo@riminifiera.itwebsitewww.ecomondo.comFacebook: www.facebook.com/EcomondoRiminiTwitter:http://twitter.com/Ecomondohashtag ufficiale: #ecomondo

(fonte ecomondo.com)

Omicidio Panunzio, il coordinamento di Libera Foggia ne ricorda la storia


6 novembre 1992: viene ucciso a Foggia Giovanni Panunzio, imprenditore edile che non si volle piegare al ricatto delle estorsioni. Un rifiuto che da solo sarebbe bastato a scatenare una reazione violenta della criminalità organizzata. Ma Panunzio fece di più: denunciò, scrisse un memoriale e consegnò tutto alla magistratura. È stato ucciso per strada, mentre in Consiglio comunale si discuteva il nuovo piano regolatore.

6 novembre 2012: sono passati vent’anni da quella brutta storia. Cos’è cambiato? Quali interessi si nascondono dietro il mondo dell’edilizia e come incide il racket delle estorsioni sull’economia locale?

Questi sono alcuni dei temi che saranno affrontati martedì 6 Novembre alle ore 9,30 presso l’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza di Foggia, nell’incontro organizzato dal Coordinamento provinciale di Foggia di Libera – Associazioni, Nomi e Numeri contro le Mafie, in collaborazione con l’Università degli Studi di Foggia, la Rete della Conoscenza Puglia e il sindacato studentesco Link Foggia.

Si partirà dalla testimonianza di Michele Panunzio, figlio di Giovanni, per tracciare poi risposte e prospettive concrete d’impegno nella città. Interverranno per l’occasione: Daniela Marcone, coordinatrice di Libera Foggia; Franco Arcuri, assessore alla Sicurezza del Comune di Foggia; Michele Emiliano, sindaco di Bari, nonché magistrato che seguì le indagini all’epoca dell’omicidio, e Tano Grasso, presidente onorario della Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane.

Durante la manifestazione saranno consegnati i premi di laurea sul tema dell’usura della Fondazione Buon Samaritano. La giornata proseguirà nel pomeriggio, alle ore 18.30 a Lucera, dove sarà inaugurato il Presidio cittadino di Libera, intitolato a Giovanni Panunzio presso il Teatro della Parrocchia di Santa Maria delle Grazie, zona 167.

(fonte Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
Coordinamento Provinciale di  Foggia)

Aberratio ictus approda al Palazzo Marchesale di Laterza


Margherita Ragno approda a La  Cavallerizza - Palazzo Marchesale di Laterza in provincia di Taranto. Dopo la bella cornice della CoArt Gallery nel centro storico di Corato, in provincia di Bari, sabato 10 novembre sarà inaugurata la mostra personale di Margherita Ragno curata da Alexander Larrarte.

L'esposizione della cassanese Ragno, come più volte abbiamo scritto su questo blog (http://murgiambiente.blogspot.it/2012/09/aberratio-ictus-ne-parliamo-con-lautrice.html, http://murgiambiente.blogspot.it/2012/09/aberratio-ictus-video.html), è titolata Aberratio ictus, che, come spiega il curatore Alexander Larrarte, è una locuzione “derivata dal campo del diritto penale”. In effetti “la locuzione latina aberratio ictus indica la seguente fattispecie di reato: offesa di persona diversa da quella a cui l'offesa era riferita".

Pastello su carta 140 x 100
Invece "nella dimensione comunicativa artistica -scrive il curatore nella breve presentazione-, che implica costantemente la partecipazione percettiva di più parti, l'azione del soggetto che crea, diretta sul medium artistico può generare personaggi che attivano nello sguardo di chi guarda una reazione di coinvolgimento emotivo diretto, di slittamento critico o della colpa. Si tratta di un fenomeno in cui l'osservatore si sente direttamente coinvolto, leso nella morale abitudinaria e condivisa, o in qualche modo chiamato in causa dalle stesse figure, tanto cariche di realismo da sfiorare la soglia dell'offesa, che non rifuggono dal pubblico ma l'osservano, scrutano, traboccanti di tutti i loro difetti, colpe e fisicità, sino a farlo sentire quasi colpevole di "normalità".

"La selezione delle opere in mostra -continua Larrarte- prevede lavori editi e inediti con l'intento di scandagliare le passioni delle umane genti con nuda realtà dei corpi lì dove la resa realistica provoca un cortocircuito e l'immagine, il corpo, il grasso non è più celato ma si svela agli occhi dell'osservatore".

Ancora una volta Margherita Ragno ci regala la possibilità di guardarci allo specchio, con la voracità infantile di chi scopre per la prima volta il proprio corpo e con esso i difetti che lo caratterizzano. La sensazione che ne deriva è la disapprovazione per la realtà così semplicemente rappresentata, ma anche il piacere di ritrovare tratti di sè in disegni altrui.

31.10.2012
Vito Stano

Ecomondo e Key Energy ospitano la città sostenibile


Un esempio di città intelligente racchiuso in 6.000 metri quadri. E’ la città sostenibile, la via italiana alle smart city, dove grandi gruppi (Enel Sole, Cobat, Arca Tecnologie, Gruppo Loccioni, Gruppo Mefin, Ecopneus, Is Tech, Ladurner, Romagna Innovazione, Federazione Banche Credito Cooperativo e tanti altri) proporranno le soluzioni già oggi disponibili.

In due padiglioni di Ecomondo e Key Energy (Rimini Fiera, 7-10 novembre) un vero e proprio spaccato di città, con oltre 100 suggerimenti utili a rendere più vivibili le aree urbane nei prossimi 20 anni. Indirizzi visivi e pratici per una città migliore.

“Vogliamo che ogni visitatore possa trarre spunti per il proprio lavoro e per il proprio stile di vita – spiega l’architetto Angelo Grassi che ha curato l’allestimento della grande area –. Quel che serve per un ambiente migliore è già disponibile, ma serve una cultura nuova per riorganizzare la filiera produttiva”.

Al centro dell’allestimento la zona Agorà, uno dei simboli di questa città, un'intera struttura ricoperta di verde. E poi il Biolago, risposta intelligente e sostenibile a tante esigenze paesaggistiche vista la sua autonomia di gestione ed il basso costo di mantenimento. Completeranno l’allestimento pale eoliche, lampioni solari, 1.500 mq di aree verdi, parcheggi, strade. Un tuffo insomma, in quello che potrebbe essere un paradiso abitativo a portata di ogni amministrazione. E dell’occasione approfitteranno 50 sindaci delle principali città italiane, che in collaborazione con Anci saranno ad Ecomondo per incontrare queste soluzioni, conoscerne i dettagli e le imprese che ne sono all’origine.

(fonte ecomondo.com)

martedì 30 ottobre 2012

Azioni antibracconaggio - La Forestale continua i sequestri


Continua l’azione degli uomini Corpo Forestale dello Stato per contrastare il fenomeno, purtroppo in crescita, del bracconaggio. Durante i servizi, soprattutto notturni, mirati al controllo del territorio ed all’attività di polizia venatoria, numerosi i sequestri di richiami elettromagnetici, armi e munizioni da parte dei reparti periferici della provincia leccese.

Il Comando Stazione Forestale di Tricase, nel solo mese di ottobre, ha ritrovato e sequestrato, in zone di aperta campagna del comune di Gagliano del Capo, località “Masseria Bitonti”, in agro di Presicce, località “la Casarana”, in agro del comune di Tricase (Le), precisamente in località "Campotomasi", nel comune di Supersano (Le), località "Masseria Padula" ed in agro del comune di Ruffano (Le), località “Masseria Manfio”, vari richiami acustici artificiali di avifauna, perfettamente funzionanti, effettuandone quindi il sequestro, a carico di ignoti, per l'ipotesi di reato di cui all'art. 21 c° 1 lett. r) Legge 157/92 (attività venatoria mediante l'uso di richiami artificiali acustici a funzionamento elettromagnetico con amplificazione del suono, alimentati elettricamente), sanzionata dall'art. 30 c°1 lett. h), stessa Legge.

Sempre a seguito di attività tese al rispetto della normativa in materia di caccia, anche gli uomini del Comando Stazione del Corpo Forestale di Gallipoli, nella mattinata del 21 ottobre 2012, in località "Contrada Masseria Bianca" del Comune di Gallipoli, hanno sorpreso un cacciatore, munito di regolare documentazione abilitativa ad esercitare attività venatoria, che, appostato dietro un cespuglio, faceva uso di un richiamo elettronico riproducente il verso del Tordo Bottaccio ed altre specie di avifauna selvatica, posizionato sul tronco di un albero poco distante. 

Al predetto venivano sequestrati arma, munizioni e richiamo acustico, oltre alla selvaggina abbattuta (n° 2 Tordi Bottacci). Del tutto è stata notiziata l'Autorità Giudiziaria per i provvedimenti che riterrà utile adottare.

(fonte Corpo Forestale dello Stato - Regione Puglia)

Studenti di Medicina della sede distaccata di Taranto chiedono un'intervento urgente per avere igiene e sicurezza



La storia dell'inquinamento della città di Taranto si diffonde sempre più e oggi si dipinge del nero del lutto: un altro operaio della fabbrica d'acciaio tarantina a soli ventinove anni è morto a causa di un incidente sul lavoro. 
http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/10/30/news/incidente_mortale_all_ilva_vittima_un_operaio_di_29_anni-45563741/
Questa notizia va ad aggiungersi alle altre che in questi mesi hanno fatto parlare di Taranto e dei troppi tumori che non smettono di colpire indiscriminatamente.

Policlinico di Bari, sede universitaria - Foto wikipedia.it
A lamentarsi in questi giorni da Taranto, a causa delle scarse condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza degli spazi adibiti ad aule universitarie, sono gli studenti e le studentesse della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi Aldo Moro di Bari e in particolare gli iscritti al Corso di Laurea di Tecniche della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, con sede a Taranto in via Grazia Deledda

Il gruppo di studenti e studentesse, che ha creato anche un interfaccia web sul social network facebook.com, ha chiesto in una lettera inviata al presidente della regione Puglia Nichi Vendola, al rettore dell'Università di Bari Corrado Petrocelli, al preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Paolo Livrea, di trovare una diversa ubicazione per svolgere le lezioni del Corso di Laurea, troncando una situazione di disagio che si protrae da troppo tempo.
La sede distaccata di Taranto di Medicina e Chirurgia dell'Università Bari accoglie tre corsi di laurea delle professioni sanitarie, in particolare il Corso di laurea di Infermieristica, quello di Tecniche della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro e quello di Fisioterapia, per un totale di oltre 350 studenti. 

"La struttura - si legge nella lettera - consiste in un vecchio edificio sito in Taranto alla Via Grazia Deledda (rione Tamburi) nelle immediate vicinanze dell’acciaieria e parchi minerari Ilva, in un’area poco frequentata e spesso soggetta a visite di cani randagi ma, soprattutto, di gente poco raccomandabile visti i continui furti e rapine. Esternamente le facciate dell’edificio sono intrise di residui di ossido di ferro dell’Ilva con la caratteristica colorazione rossastra, vista la posizione frontale e vicinissima al parco minerario. La situazione della sede di Taranto dell’Università di Bari di via Grazia Deledda si è aggravata!".

Quadro elettrico saccheggiato - Sede Medicina e
Chirurgia di Taranto (Rione Tamburi)
"Noi studenti - si legge ancora nelle missiva -siamo impossibilitati, da circa due settimane, persino a seguire le lezioni poiché sono stati sabotati e tagliati i cavi dell'elettricità e quindi non c'è erogazione di corrente elettrica. Questo non permette l'utilizzo dell'unico proiettore e di ciò che che ci resta, che non è stato saccheggiato a causa dei continui furti, per l'attività didattica. La sede, inoltre, è priva di opportune strumentazioni per lo svolgimento della normale attività didattica come proiettori e computer, sottratti a causa dei frequenti furti agevolati dall'inesistenza di un efficiente sistema di sorveglianza e/o di video sorveglianza. Ovviamente non è neppure possibile utilizzare i distributori automatici per comprare anche solo una bottiglia d'acqua, visto che il bar più vicino si trova ad almeno 3 km dalla struttura".

La situazione che gli studenti lamentano riguarda anche la fruizione dei servizi igienici: "se prima nei bagni mai puliti era possibile espletare bisogni fisiologici, ora sono inutilizzabili perché anche l'acqua corrente spesso non è presente: le condizioni igienico sanitarie dei luoghi sono pessime. Assolutamente assente risulta, altresì, la pulizia dei restanti ambienti del complesso". 
Siamo al paradosso: qualche centinaio di studenti della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Taranto che lamentano igiene e sicurezza.

Ma le richieste degli studenti non finiscono qui: vogliono anche il riscaldamento. Ma come con questo clima primaverile che bisogno c'è? 

"L'inverno si avvicina e siamo completamente sprovvisti di impianti di condizionamento e di riscaldamento dell’aria - fanno sapere gli studenti -. È inutile aggiungere che, di tanto in tanto, i fumi dell’Ilva pervadono le aule peggiorando la situazione. Questo pomeriggio era impossibile sostare persino nell'androne della Facoltà per i cattivi odori provenienti dai fumi dell'Ilva che ci hanno provocato una bruciore intenso della golaNon risulta peraltro essere attiva una connessione internet e, di conseguenza, manca la possibilità di trasmettere agli studenti comunicazioni, come a titolo meramente esemplificativo, orari delle lezioni, cambiamenti improvvisi degli stessi, date e orari di esami spostati all'ultimo minuto".

Per questi e altri motivi gli studenti e le studentesse chiedono che "venga trovata una sistemazione alternativa quanto prima perché abbiamo tutto il diritto di proseguire nella nostra attività didattica visto che paghiamo le tasse come tutti gli altri".

30.10.2012
V.S.

Infortunio sul lavoro a luglio - Il Comune paga 1.296,00 euro all'Inail per denuncia ritardata e contestualmente avanza il ricorso

Cimitero comunale di Cassano delle Murge - Foto google.maps
Il lavoro è sempre più una merce rara in questi tempi bui e a volte capita di mettere a rischio la salute per evitare rimbrotti sul posto di lavoro. Altre volte, invece, capita che la burocrazia esiga tempi di denuncia dei fatti così celeri da lasciare spiazzati. 

È successo a Cassano delle Murge che una lavoratrice socialmente utile, impiegata presso il comunale cimitero, sia incappata in un incedente d'auto mentre si recava sul posto di lavoro. La lavoratrice ha avvisato il responsabile di riferimento presso il comune di Cassano delle Murge, nella persona del geometra Tommaso Ciccarone responsabile del Settore 2 Territorio, il quale a sua volta ha provveduto alla sostituzione della lavoratrice con altro soggetto e ha dato avvio alle pratiche di denuncia presso l'Istituto nazionale infortuni sul lavoro. 

L'Inail però dal canto suo ha lamentato un ritardo nella denuncia, tanto che ha fatto recapitare una nota protocollata in data 12 ottobre presso il comune di Cassano delle Murge, con la quale intima allo stesso di pagare un'ammenda di 1.296,00 euro entro quindici giorni dalla notifica, "diversamente - come si legge nella Determina N°196 Registro del 25/10/2012 Registro Generale N° 982 - sarà obbligato (il comune, Ndr) al pagamento in misura doppia".

Dunque il responsabile del Settore 2 Territorio, su invito della dottoressa Maria Nicassio nelle funzioni di Direttore generale dell'ente, ha provveduto nella data del 25 ottobre, a due soli giorni dalla scadenza, di provvedere "urgentemente in merito alla nota prot. Art. 53 n. 1761 dell'Inail, protocollata in data 12 ottobre, che contesta all'ente una violazione per ritardata denuncia di infortunio di una Lsu, con diffida al pagamento di una somma di 1296,00 euro nel termine di 15 giorni dalla notifica".


Intanto però il geometra Tommaso Ciccarone, responsabile del Settore 2 Territorio, ha prescritto "di procedere - come si legge al punto 3 delle disposizioni della Determinazione - nell'iter ricorsuale intrapreso presso il Dipartimento Provinciale del Lavoro di Bari", in quanto evidentemente in disaccordo con la decisione dell'Inail di elevare l'ammenda per ritardo di denuncia. 

Il comune intanto ha pagato prelevando la somma sul cap. 52980/00 “Servizi per conto terzi” del Bilancio 2012; adesso non resta che aspettare.

30.10.2012
Vito Stano

lunedì 29 ottobre 2012

Il tordo americano è la specie a rischio simbolo di Ecomondo 2012

Tordo americano - Disegno di Luciano Morselli

È il Tordo Americano la mascotte di Ecomondo 2012. Dal 2006 la kermesse fieristica riminese dedicata al sistema ambiente e che quest’anno ospiterà gli Stati Generali della Green Economy, sceglie una specie animale in via di estinzione per portarla all’evidenza del pubblico e sensibilizzare l’attenzione verso il suo destino.

Il prof. Luciano Morselli, Responsabile Scientifico di Ecomondo, nonché apprezzato artista, ha disegnato anche quest’anno la mascotte, che durante la manifestazione sarà riprodotta in scala e realizzata e in ecoallene, frutto del riciclo degli imballaggi Tetra Pak, per essere distribuita ai visitatori.

L’opera del prof. Morselli è dedicata a Rachel Carson, autrice del libro "Primavera Silenziosa" (Silent Spring),  che cinquant'anni fa ebbe un'enorme successo negli Stati Uniti, lanciando il movimento ambientalista ed incitando gli Usa ad un cambiamento della politica nazionale sui pesticidi.

Il tordo americano (Turdus migratorius), noto come American Robin (pettirosso americano), è un uccello migratore della famiglia “Turdidae”. È l'uccello simbolo degli stati del Connecticut, Michigan e Wisconsin. È tra i primi a cantare all'alba ed è attivo soprattutto durante il giorno, mentre di notte si riunisce in grandi stormi a dormire sugli alberi. È considerato un simbolo della primavera ed è infatti di una delle prime specie di uccelli a deporre le uova nel corso della stagione riproduttiva.

Le sette specie adottate da Ecomondo: 2006 La Rana Blu, 2007 La Rondine Rossa, 2008 L’Ape Verde, 2009 Cavalluccio Marino Rosa, 2010 Anatra dal Becco Blu, 2011 Salamandra dalla coda Rossa, 2012 Il Tordo americano.


(fonte ecomondo.com)

Giovanni Albore al Museo della Fotografia


Gli incontri del Museo della Fotografia dell'anno accademico 2012-2013 proseguono con un Corso di Tecnica fotografica di base con il fotografo Giovanni Albore.

Martedì pomeriggio

  1. 13 novembre   (16:30-18:30)
  2. 27 novembre   (16:30-18:30) 
  3.   4  dicembre   (16:30-18:30)
  4. 11 dicembre    (16:30-18:30)
  5. Esercitazione sul campo 9 dicembre (da concordare)
  6. Revisione delle fotografie in laboratorio da concordare con il maestro Giovanni Albore
  7. Esercitazione su post-produzione (profilo colore, trattamento file, qualità della stampa, uso del plotter e delle carte fotografiche ecc.) presso F-Project in Via Postiglione. 


Venerdì mattina

16 novembre  (10:00-12:00)
23 novembre  (10:00-12:00)                    
30 novembre  (10:00-12:00)
07 dicembre     (10:00-12:00)
Esercitazione sul campo 2 dicembre (da concordare )
Revisione delle fotografie in laboratorio da concordare con il maestro Giovanni Albore
Esercitazione su post-produzione (profilo colore, trattamento file, qualità della stampa, uso del plotter e delle carte fotografiche ecc.) presso F-Project in Via Postiglione.

Venerdì pomeriggio

16 novembre  (16:30-18:30)             
23 novembre  (16:30-18:30)        
30 novembre  (16:30-18:30)
07 dicembre    (16:30-18:30)
Esercitazione sul campo 9 dicembre (da concordare)
Revisione delle fotografie in laboratorio da concordare con il maestro Giovanni Albore
Esercitazione su post-produzione (profilo colore, trattamento file, qualità della stampa, uso del plotter e delle carte fotografiche ecc.) presso F-Project in Via Postiglione.

Ogni gruppo ha una programmazione di 7 incontri. Le classi sono a numero chiuso. La classe è formata da un massimo di 25 allievi. Bisogna inviare una email di adesione a museofotografia@poliba.it indicando a quale dei tre corsi (tutti con lo stesso programma) si vuol aderire. Successivamente sarà comunicata la modalità di pagamento. Il costo è di 25,00 euro per gli studenti del Politecnico nonché per tutti gli appartenenti al Politecnico. Per gli esterni la quota è di 40,00 euro. Data la qualità dei corsi che Giovanni Albore conduce per suo conto o per quello di associazioni culturali sul territorio pugliese, quanto proposto dal Laboratorio del Politecnico, ha un prezzo “politico”. Il Museo, infatti integrerà gran parte delle spese. Sono in programmazione, a breve, corsi avanzati e workshop con i fratelli Tartaglione, Francesca Loprieno, Marco Signorini, Mario Cresci e Giovanni Chiaramonte.

Per accedere ai corsi bisogna essere iscritti al Laboratorio di Fotografia del Politecnico. Lunedì 29 ottobre, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 18, presso la saletta Formazione al Primo piano interrato del Palazzo Politecnico Via Amendola 126/B si  raccolgono le iscrizioni al laboratorio oppure nella Sala Conferenze, prima o dopo gli incontri ad ingresso libero previsti dal calendario del Laboratorio.

Le quattro lezioni teoriche:

1.         Accenni storiografici -  La fotocamera e gli obiettivi
2.         Tempo, diaframma e sensibilità
3.         Profondità di campo, messa a fuoco
4.         L’esposizione e il bilanciamento del bianco

Giovanni Albore è un giovane fotografo pugliese che ha una notevole esperienza nel campo della formazione in fotografia.

(fonte Museo della Fotografia - Politecnico di Bari)

domenica 28 ottobre 2012

Dal Salone di Parigi all'evento brindisino, la Puglia enologica segna il passo e traccia la strada per il futuro



Sial Parigi 2012 - Foto Sialparis.com
Si è conclusa la 27esima edizione del Salone internazionale dell'Alimentazione di Parigi, una tra le fiere del settore agroalimentare più importanti al mondo. La kermesse si rivolge agli operatori del settore, la cui presenza è stata registrata in 5.900 espositori, provenienti da 100 diversi Paesi. Rispettata con piena soddisfazione l’attesa dei 140mila visitatori da più di 200 paesi di cui il 62% internazionali.

Alla fiera di Parigi non è mancata la Puglia: "Puglia en Rosè" è il nome dell'evento presentato al salone parigino alla presenza dell'assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia Dario Stèfano; in questa occasione sono stati presentati, con buon apprezzamento degli addetti ai lavori, i meno conosciuti rosati pugliesi, indicati per i palati delicati d'oltralpe.

E dalla "Puglia en Rosé" parigina alla "Puglia Wine & Land" brindisina la strada è brevissima. Per la precisione a Savelletri di Fasano, in provincia di Brindisi, in concomitanza con l'evento parigino, si è tenuta la quarta edizione di Puglia Wine & Land: un workshop internazionale ideato e organizzato dal Movimento Turismo del Vino in Puglia, in collaborazione con la Regione Puglia
Questa manifestazione serve a far incontrare le aziende produttrici con i compratori internazionali, in modo da favorire nuovi rapporti commerciali, oltre che spingere sulla promozione del patrimonio enogastronomico pugliese.

Uno degli argomenti trattati al seminario “Realtà e potenzialità dell’Export dei vini Pugliesi” è stato il biologico. Uno dei temi su cui si è ampiamente dibattuto è stato il "biologico": cioè vino o uva alla pianta, quando si parla di biologico cosa s'intende? 

A questo dilemma shakespeariano ha cercato di rispondere Antonio Galloni, giornalista del The Wine Advocate e critico enologico di fama internazionale, il quale ha affermato che "il biologico oggi è soprattutto una moda e che come tutte le mode ha una scadenza nel tempo". Inoltre Galloni ha precisato che "il biologico corrisponde ad un modus operandi ben preciso in vigneto, in tal senso in cantina non ci sono regole e questo comporta che quando l’interesse per il biodinamico svanirà si passerà ad un’altra moda. Per questo è importante valutare la qualità del vino nel bicchiere, in quanto biodinamico non significa meglio o peggio".

Oltre a discutere di qualità del prodotto, Antonio Galloni ha sostenuto la necessità per Regione Puglia di avere aziende che facciano da traino nel settore, così da traghettare la Regione nel commercio mondiale. Questo è assolutamente possibile perché la gamma dei prodotti di pregio è varia e numerosa, tra i tanti si distinguono i principi della tavola pugliese: i vitigni autoctoni Primitivo, Negroamaro, Nero di Troia e Aglianico.

28.10.2012  
Giulio Stano

sabato 27 ottobre 2012

Sicurezza dei consumatori - Nasce il Portale globale dei richiami


Si chiama Global Recalls Portal (Portale globale dei richiami) ed è il nuovo portale internazionale sviluppato da Unione Europea e i paesi dell'Ocse, tra cui Stati Uniti d'America, Australia e Canada, per far sapere a chiunque compri qualcosa quali sono quei prodotti che non hanno rispettato i parametri richiesti per la sicurezza dei consumatori.
I consumatori fanno i loro acquisti in misura crescente in una dimensione mondiale, online e offline e in un mercato globale vogliono essere sicuri che prodotti pericolosi non siano riusciti a passare attraverso le maglie della rete di controllo. Come possono sapere se il passeggino o la bicicletta fabbricati fuori dall'Ue rispettano i requisiti europei e internazionali in tema di sicurezza?
Il nuovo portale consentirà alle autorità di tutto il mondo di scambiare informazioni sui prodotti non sicuri che sono stati ritirati dal mercato. E i dati, disponibili in un formato consultabile, contribuiranno a migliorare la sicurezza dei consumatori in tutto il mondo e ad accrescere la loro consapevolezza e fiducia.
Con un volume previsto di 3mila avvisi di richiami all'anno, consumatori, imprese e autorità avranno infatti accesso ad un importante bacino di informazioni sui prodotti che non hanno rispettato i parametri richiesti e che sono stati considerati non completamente sicuri da Unione europea, Usa, Canada e Australia.
(fonte Dipartimento Politiche Europee - Presidenza del Consiglio dei Ministri)

Tra workshop e convegni: gli appuntamenti al "verde" della settimana

Valle d'Aosta - Foto Archivio Vito Stano
Ambiente, ecologia, energie rinnovabili, rifiuti zero, biologico e chi più ne ha più ne metta. L'inflazione assolutamente positiva di momenti di discussione e di apprendimento di tematiche "verdi" dà mille spunti e allo stesso modo non dà tregua. Quasi impossibile seguirli tutti, molto impegnativo segnalarli tutti. Per questo segnaliamo alcune importanti iniziative non solo pugliesi. Per esempio martedì 30 ottobre dalle 17,00 presso la sala consiliare in piazza dei Centomila a Scanzano Jonico in provincia di Matera, nella vicina Basilicata, si terrà il workshop “Acqua, Agricoltura e Ambiente. Politiche di risparmio, efficienza e tutela ambientale in Basilicata”.
L’iniziativa, organizzata da Legambiente, è parte del progetto “Terre d’Acqua”, a cui partecipano varie strutture di Legambiente operanti in Basilicata, grazie al sostegno del programma strategico Epos 2010-2013 per l’educazione e la promozione della Sostenibilità Ambientale.
Il workshop, in linea con lo stile di Legambiente (“Pensare globalmente, agire localmente”), intende promuovere un’occasione di riflessione sul destino dell’acqua in Basilicata, con particolare riferimento all’uso agricolo. Partendo dalle note problematiche che si dovranno affrontare nei prossimi anni per la limitata disponibilità di acqua potabile a livello globale, occorrerà delineare linee di uso razionali e sostenibili dell’oro blu anche nella Regione Basilicata. L’appuntamento, in collaborazione con l’Università degli Studi della Basilicata ed il patrocinio del Comune di Scanzano Jonico, sarà anche l’occasione per presentare il rapporto 2012 “Acqua: bene comune, responsabilità di tutti” di Legambiente e Ambiente Italia.

E dopo l'acqua lucana e le riflessioni che ne sgorgheranno, segnaliamo l'appuntamento torinese del salone del Gusto, giunto ormai alla nona edizione. Quest'anno si presenta in una nuova forma, fondendosi con un altro evento: Terra Madre, giunto alla sua quinta edizione. 

Sarà presente all'inaugurazione il ministro delle Politiche Agricole e Forestali Mario Catania, che nel pomeriggio della prima giornata della manifestazione, incontrerà gli Assessori regionali all'Agricoltura per discutere della riforma sulla Politica Agricola Comune. In questa sede si è riunita la Conferenza Stato-Regioni, coordinata dall'assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Dario Stefàno, per discutere dell'imminente riforma. 

Il salone del Gusto racconta la straordinaria diversità agroalimentare di ogni continente e dà voce a chi coltiva, alleva e trasforma i propri prodotti. La Puglia si propone al pubblico mettendo in evidenza i risultati del lavoro fatto in questi anni e gli importanti primati produttivi con un marchio di qualità  territoriale, Prodotti di Qualità Puglia che consente di supportare i produttori e di difenderli dalle imitazioni.


Terza edizione del Festival dell'Ecoscienza dedicata alle Alpi e all'acqua.
In questo fine settimana (27 e 28 ottobre) il Wwf ha promosso numerosi incontri tra scienza e natura: in tutta Italia musei scientifici, orti botanici, acquari e Oasi Wwf aperti gratuitamente alla scoperta della biodiversità e della ricerca scientifica “made in Italy”.
Quest’anno Biodiversamente ha ottenuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
L'iniziativa è promossa sui canali del Club alpino italiano, del Mountain Wilderness, del Trekking Urbano e del CIipra, tutti partecipano a Biodiversamente organizzando sul territorio attività. 
In Puglia le proposte sono le seguenti:

27.10.2012
V.S.

venerdì 26 ottobre 2012

Cinghiali a rischio caccia nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia


Il comando stazione di Ruvo di Puglia (Ba) in data 22 ottobre durante il servizio di perlustrazione dell’area boscata di “Torre dei Guardiani” in agro di Ruvo di Puglia, ricadente nella zona 1 del Parco Nazionale dell'Alta Murgia ha riscontrato la presenza a margine del bosco lungo i muri a secco di confine di numerosi “lacci”, atti alla cattura di cinghiali. Tale congegni rudimentali, fabbricati con cavi d’acciaio di diverso diametro, terminati con un cappio realizzato mediante un nodo scorsoio erano stati abilmente allocati lungo i percorsi abituali dei cinghiali e fissati alla base delle stesse roverelle. Il sistema permette di catturare, crudelmente i selvatici che rimangono strozzati all’interno dello stesso cappio in modo alquanto silenzioso, ovviando all’uso delle armi, in modo da sfuggire a qualunque controllore allertato dagli eventuali spari, dell’arma utilizzata.

La pratica pertanto è illegale, ovunque essa viene perpetrata e soprattutto nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia ove vige il divieto di introduzione di ogni sistema per predare i selvatici di cui in ogni caso nell’area protetta è vietato in modo assoluto l’abbattimento.

Stante la pericolosità dei congegni, anche per l’uomo e al fine di prevenire ulteriori uccisioni di animali anche di specie protetta, come accaduto in precedenti episodi, gli agenti della Forestale hanno provveduto alla rimozione dei congegni è a porli sotto sequestro, informando la Procura della Repubblica di Trani. Seguiranno indagini volte alla scoperta dei responsabili.

(fonte Corpo Forestale dello Stato - Regione Puglia)

"La magistratura ha fatto la cosa giusta, ma la produzione non può fermarsi": parla un operaio dell'Ilva


Intervista a cura di Vito Stano

Il rapporto “Sentieri” presentato a Taranto dal ministro della Salute Renato Balduzzi è stato un momento di svolta, i dati ivi contenuti hanno raccontato una realtà inconfutabile: percentuali altissime di casi di tumore e la particolarità di questa strage silenziosa è che a subire il maggior danno sono le donne. Adesso nessuno può più insistere col muro contro muro. I danni ci sono e nessuno può più pensare di smentirli. Dalla decisione della magistratura di sequestrare gli impianti a caldo della “fabbrica” le cose sono irreversibilmente cambiate; ad oggi operai e ambientalisti, per quanto attestati su posizioni diverse, sono comunque più vicini. Addirittura molti operai riconoscono le ragioni degli ambientalisti e dei comitati tarantini per la salute. Di questo cambio di rotta ne abbiamo parlato con un operaio dell’Ilva, il quale per ragioni di tutela ha preferito restare anonimo.
Come stai vivendo questi giorni convulsi? Non hai paura delle probabili conseguenze sulla salute non solo degli operai, ma anche di molti cittadini ignari residenti a Taranto?
Sicuramente questa situazione la vivo con apprensione. La magistratura sta facendo bene, perché questi problemi ci sono da tanto tempo. Comunque noi lavoriamo come sempre, perché ci teniamo al nostro lavoro e lo facciamo con piacere. E anche perché ogni dodici del mese ci arriva lo stipendio. È una sicurezza. Con tutto questo clamore, ci siamo chiesti se lo stipendio sarebbe comunque arrivato puntuale.
Ed è stato così?
Sì.
Avete avuto paura che l’azienda facesse una sorta di ritorsione sul salario?
Sì, però così non è stato. Tutto è stato nella norma.
Cosa pensavate voi operai prima che questa situazione esplodesse?
Personalmente non ci pensavo per niente. Si vive così alla giornata. Non pensando a ciò che l’Ilva causa. Perché nessuno ce l’aveva messo in testa, non se n’è mai parlato.
Quindi c’era un vuoto da questo punto di vista andavate a lavorare senza preoccuparvi di nulla?
Sì nessuno ce ne ha mai parlato, neanche il sindacato. Questa è stata una pecca, perché il sindacato non ha detto nulla?
Perché?
Sono corrotti. È evidente che sono corrotti.
Questa situazione come ha inciso sui rapporti all’interno della fabbrica?
Sicuramente all’interno siamo più vicini. Prima se veniva il tuo capo reparto e ti diceva di fare qualcosa non potevi rifiutare, altrimenti venivi trasferito da un’altra parte. Adesso le cose sono cambiate, ci pensano di più, prima di fare qualcosa del genere. Io parlo di questi episodi perché a livello ambientale la mia situazione non è difficile.
In quale reparto lavori?
Io lavoro al Pla, cioè produzione lamiere. Dove fanno la lamiere che vanno al tubificio. L’area a caldo, composta da acciaieria, altoforni, cokerie e parchi minerali, è quella dove si concentrano i problemi ambientali più importanti.
Quindi gli ambientalisti non avevano torto? Le posizioni degli operai e dei comitati cittadini sono oggi più vicine?
Ritengo che gli ambientalisti hanno ragione. Quindi per noi operai, ma questo vale anche a livello di dirigenti, capi reparto e ingegneri, l’azienda si deve attivare per proteggerci, per farci lavorare bene senza correre il rischio che tra dieci anni… Purtroppo ho già vissuto situazioni di lutti di colleghi che sono morti di tumore o d’infarto sul posto di lavoro o a casa. Sabato scorso un collega è morto d’infarto, a casa però.
E la causa è da ricercarla nel tipo di lavoro che faceva?
Forse sì. Forse sarà stato causato dallo stress dei turni, credo.
Dove lavorava?
Nello stesso reparto in cui lavoro io, alla produzione lamiere, su un carro ponte.
È un lavoro pesante?
Sicuramente è un lavoro di responsabilità, perché sotto di te lavorano altri operai. Devi tenere gli occhi aperti, sempre. È bene dire che il lavoro sulle gru non ti stanca fisicamente, ma mentalmente. Il livello di concentrazione deve essere sempre alto. E questo provoca molto stress.
Dunque la situazione lavorativa non è delle più facili. Inoltre il rischio di scoprire in futuro di avere una brutta malattia non ti ha mai fatto pensare di lasciare?
Sinceramente no, perché comunque il lavoro all’Ilva è una sicurezza economica. E poi non è che in fabbrica muoiono così tante persone.
Sul posto di lavoro per incidenti magari no, però molti hanno scoperto di avere tumori o altre malattie direttamente collegate all’ambiente in cui avevano vissuto?
Diciamo che non ci pensi… è meglio non pensarci.
E la vita continua, cantava Vasco Rossi. Ci si assume il rischio di andare a lavorare.
Pensi che a te non succederà niente di brutto e vai avanti.
Ritornando ai sindacati, tu sei iscritto ad un sindacato?
Si, alla Uilm.
Che in questa vertenza si è schierata contro la magistratura.
No, contro la magistratura no; perché ciò che sta facendo la magistratura è giustissimo. Quello che non condividiamo pienamente con la magistratura è la decisione di chiudere la fabbrica per modernizzare gli impianti.
Cioè l’Ilva non si deve fermare?
No, non deve chiudere, deve continuare a produrre.
Perché?
Per vari motivi: se chiudi a noi lavoratori dove ci metti? La cassa integrazione hanno detto che non c’è, quindi c’è la mobilità. Oppure si parla di messa in libertà: cioè si va a casa senza lavoro, ma si resta comunque dipendenti Ilva in attesa che la situazione si sblocchi. Di questo si sta parlando in azienda. E poi se non produci perdi il mercato e come lo riprendi il mercato che avevi tra quattro, cinque o sei anni? Quattro o cinque miliardi di investimento come li recuperi? A prescindere dal fatto se loro (la proprietà dell’Ilva, Ndr) se li sono già guadagnati… sicuramente hanno guadagnato anche di più.
La Uilm e la Fim sono sulle stesse posizioni.
Sì, far fermare gli impianti poco per volta, continuando a produrre. Così come ha detto il ministro dell’Ambiente Clini. Personalmente condivido la posizione del mio sindacato (Uilm, Ndr).
Parliamo del sindacato e di quello che fino a ieri faceva. Si sentiva la presenza del sindacato?
No, non la sentivi per niente. Lo sentivi solo quando c’era da fare uno sciopero, non lo vedevi mai in giro. A parte la Cgil, più presente per un periodo rispetto agli altri. Adesso con questa situazione è uscito il sindacato. Per farmi capire meglio voglio raccontare un episodio. Noi abbiamo lottato per ottenere il cambio tuta, cioè quel tempo durante il quale l’operaio si cambia l’abbigliamento, aspetta l’autobus interno che ti porta al reparto e poi di nuovo allo spogliatoio alla fine del turno. Questo tempo fino a poco tempo fa non era retribuito. Noi abbiamo fatto qualche sciopero, ci siamo fatti sentire. E siamo arrivati a un accordo: tutti e tre i sindacati, se non erro, sono partiti da cinque euro di retribuzione in più al giorno e cinque-sei mila euro di arretrati, per gli ultimi dieci anni di lavoro, per ogni operaio.
Com’è andata a finire?
Ci sono state varie trattative tra azienda e sindacati, la Cgil s’è fatta fuori e siamo arrivati a un euro e novanta centesimi al giorno e millesettecentocinquanta euro di arretrati. Da come erano partite le richieste a quello che i sindacati hanno ottenuto c’è una bella differenza. Perché?
Appunto perché?
Perché i sindacati hanno “mangiato”. Noi questo accordo lo abbiamo firmato da ignoranti, così vogliamo essere chiamati, perché credevamo che il sindacato ci stesse proteggendo invece ce l’ha messo a quel posto! Abbiamo firmato a gennaio, a febbraio invece gli operai dell’Ilva di Genova hanno avuto cinque euro al giorno e circa cinque mila euro di arretrati. Perché?
Perché?
Perché lì hanno le palle. Perché il sindacato lì non è corrotto come il nostro.
Magari anche gli operai hanno una maggiore coscienza.
Sicuramente, ma anche più coraggio.
Forse anche perché la situazione al nord è tale da far sentire gli operai meno sotto scacco.
Da noi si diceva che se non accettavi l’accordo ti creeranno problemi. Queste erano le voci che giravano. Ti sposteranno in aree dove sarai sottoposto a maggiore stress. Cose di questo genere. Quindi siamo stati anche costretti a firmare. Molti non hanno firmato e sono andati per vie legali: e poi si sono ritirati perché il gioco non valeva la candela.
Della serie prendi i soldi e zitto.
Sì. Fai conto che non ti spettavano e hai avuto millesettecentocinquanta euro così dal nulla, regalati. Questo episodio dice bene chi è e cosa faceva il sindacato in azienda prima che succedesse quello che tutti adesso sappiamo.
Non si era mai visto che caschi rossi e caschi bianchi (operai e impiegati) si unissero per un destino comune. Quale è stata la scintilla?
Inizialmente per garantire il posto di lavoro. Durante i primi scioperi eravamo uniti contro la magistratura. Però poi le numerose notizie fuoriuscite e le intercettazioni in cui politici e giornalisti, preti e vescovi dicevano di tutto e di più... Cose impensabili, nessuno di noi immaginava tutto questo. Dopo tutte quelle notizie abbiamo riconosciuto che la magistratura aveva ragione.
E invece per quanto riguarda la sicurezza sul posto di lavoro ci sono stati progressi?
L’azienda su questa questione ha fatto qualcosa di giusto, mettendoci in condizione di non subire più troppi infortuni.
In che modo?
Istituendo il Sil, cioè un organismo che si occupa della sicurezza interna. Inoltre l’azienda ha istituito un premio di cento euro, se non sbaglio, che ogni operaio riceve quando gli infortuni mensili nel proprio reparto sono inferiori a quaranta. 
Uno strumento utile a far alzare il livello di attenzione.
Questa piccolezza ci fa tenere ancora di più gli occhi aperti. Ma non c’è solo questo: anche a livello di macchinari oggi c’è più sicurezza.
Lo “Speciale Taranto” che ospitiamo sul blog è iniziato con la recensione di “Invisibili” libro scritto a due mani da Fulvio Colucci e Giuse Alemanno. Ti senti anche tu invisibile agli occhi della città?
No, io non la sento lontana anzi, anche perché se Taranto perde l’Ilva perde anche un giro economico non indifferente. Per questo bisogna mettere in condizione la fabbrica di non inquinare, perché così non si può andare più avanti.
Nel libro “Invisibili” Alemanno racconta che gli operai giocano a calcetto in una struttura messa a disposizione dall’azienda anziché parlare di politica. È vero?
C’è una struttura a Taranto che è dell’azienda e che la stessa l’ha ceduta al sindacato. Lì i sindacalisti e i loro famigliari possono giocare, riunirsi e fare mangiate, non gli operai. Tutto ciò serve a farli stare in silenzio, come hanno fatto fino a pochi mesi fa.
Quindi si può dire che il sindacato era l’alleato interno della proprietà?
Sì, l’alleato fondamentale.
Invece i tuoi famigliari, tua moglie, i tuoi amici cosa pensano? Cosa ti dicono?
È una situazione brutta, perché per un genitore o per una moglie sapere che il proprio figlio o il proprio marito possa perdere il posto di lavoro non è una cosa bella. Speriamo che la situazione si risolva al meglio, speriamo che l’azienda investa. Noi aspettiamo che qualcuno ci comunichi quello che sta succedendo. Noi non sappiamo niente, la proprietà non sta a Taranto. Quello che sappiamo lo leggiamo sui giornali.