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venerdì 17 gennaio 2014

Fotografia. Il Museo della Fotografia organizza una mostra collettiva in due parti

Torna la fotografia con una segnalazione di una mostra organizzata presso gli spazi del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari. Il laboratorio di fotografia del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari propone una mostra collettiva con cinque giovanissimi autori dal titolo ‘Abitare i luoghi abitare l’anima’; la collettiva sarà inaugurata martedì 21 gennaio alle ore 18,30 presso il campus in via E. Orabona, 4 a Bari. In realtà ‘Abitare i luoghi abitare l’anima’ è il titolo di due mostre: la prima si inaugurerà il 21 gennaio e l’altra il 6 febbraio nella sala espositiva del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari. Questo evento s’incastra nella fase conclusiva del progetto ‘L’immagine visiva tra percezione e creatività’, sostenuto dall’Assessorato alle Politiche Educative Giovanili del Comune di Bari e dedicato esclusivamente a giovani promettenti autori. Il complesso rapporto tra la percezione e lo spazio circostante, analizzato e sperimentato nei workshop con Marco Signorini, Luca Panaro e Olivo Barbieri, diventa la traccia per un’interpretazione visuale dei luoghi e soprattutto una verifica di quel processo intimo, individuale e creativo che porta alla produzione delle immagini fotografiche. I progetti presentati dai giovani autori coinvolti dal laboratorio del Museo della Fotografia, pur con visioni molto eterogenee tra loro, sono un interessante contributo alle linee-guida individuate in partenza nei tre workshop sopra citati.

Gli autori sono Bellanova Tiziana con ‘Luci nella notte’; Cinquefiori Alessandra con ‘Texture’ (Barcellona la città che cambia); De Santis Francesca con ‘Hungry world’; Fusco Alessandro con ‘Luna park’; Maiorino Margherita con ‘Alice’.

‘Abitare i luoghi abitare l’anima’
Parte prima 21 gennaio - 4 febbraio alle ore 18,30. Orari di visita dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 16,00 alle ore 19,00 escluso sabato e domenica.

giovedì 12 dicembre 2013

Fotografia. In 'La terra dell'olio' Catalano e Pansini raccontano la Puglia degli ulivi

Foto di Francesco Catalano
La mattina del giorno della Madonna dell'Immacolata, 8 dicembre, era il momento per molti, specialmente i più piccoli, di svegliarsi prima del solito per andare a fare le olive. Anni fa, ormai le stagioni sono cambiate, la campagna delle olive era caratterizzata dal freddo rigido e dalla neve. Anni fa raccogliere le olive significava scale, rastrelli, cappellini di lana, fuochi accesi per riscaldare le mani e vino nero a riscaldare il cuore. Oggi la raccolta delle olive è meccanizzata, veloce, condizionata da temperature più miti. Non più poetica. In una parola: industria. Questa premessa suonerà comune a molti che abitano queste terre appule. Così come non è la prima volta che qualche intellettuale racconta la fatica della campagna. In ogni epoca, con occhi differenti, con penne (o tastiere) diverse sono stati colorate le narrazioni secondo le più intime emozioni e il proprio vissuto. Allo stesso modo, due fotografi, un uomo e una donna, entrambi pugliesi hanno voluto rappresentare ‘La terra dell’olio', questo il titolo della mostra fotografica che sarà visitabile da venerdì 13 dicembre (dalle 19,30) fino al 5 gennaio del nuovo anno, a Terlizzi, presso la pinacoteca  ‘Michele De Napoli’La mostra è promossa da RURALevolution, dalla pinacoteca ‘Michele De Napoli’ e dal Comune di Terlizzi.

Dall'evento su facebook.com si legge «onnipresenti su tutto il territorio regionale, gli ulivi sono stimati in 40 milioni di piante e possono essere considerati i protagonisti del paesaggio pugliese. A fine autunno parte la stagione della raccolta delle olive. È il momento in cui si respira, ma soprattutto si vede l’attività frenetica legata al comparto della produzione dell’olio d’oliva. Iniziano giornate faticose: albe fredde e umide, tanti alberi da battere, teli da stendere e da ripiegare, casse da trasportare, carri da scaricare nei frantoi, il processo di lavorazione, l’attesa e finalmente l’olio!». A raccontare tutto questo le immagini in bianco e nero di Francesco Catalano e Maria Pansini, due autori che attraverso il linguaggio della fotografia vogliono rendere omaggio al lavoro di tanti pugliesi e alla loro terra, la terra dell’olio.

Biografie
I fotografi sono Francesco Catalano, nato a Terlizzi (Bari) nel 1991. Ha avuto sin dall’infanzia l’opportunità di viaggiare, anche in Paesi con difficili realtà ambientali (Medio Oriente, Corno d’Africa) accompagnando il padre agronomo in alcune missioni FAO. In particolare un viaggio in Etiopia nel 2008 ha costituito per lui un vero momento epifanico per la fotografia. Da quel momento cresce in lui l’esigenza di raccontare attraverso le immagini le sue esperienze, gli incontri, gli aspetti socio-antropologici dei Paesi meta dei suoi viaggi. Ha realizzato reportage in Libano, Sud Africa, Etiopia, Egitto, Sri Lanka e numerosi Paesi europei. Alla fotografia reportagistica con gli anni aggiunge ricerche visive sul paesaggio e sul tema dei 'nonluoghi'. Nel luglio 2012, a Bruxelles, viene insignito del primo premio del concorso internazionale 'Images of Rural Europe' da parte del Commissario europeo all’Agricoltura e allo Sviluppo Rurale, Dacian Ciolos. Ha esposto i suoi reportage in Italia e all’estero (Sri lanka, 2012). Attualmente è studente di Ingegneria Meccanica al Politecnico di Bari, impegno a cui accosta la grande passione per la fotografia.


Maria Pansini nasce nel 1974 a Terlizzi (Bari); si laurea a Bari in Lettere moderne, con una tesi in Antropologia sociale sul popolo Kurdo. Le regalano una macchina fotografica, primo istinto: viaggiare! L’Europa dell’Est la sua prima meta: Praga, Vienna, Budapest, Berlino. A Praga scatta il suo primo rullino bianco e nero. In quei giorni visita la mostra di Josef Koudelka… una folgorazione. Parte per Milano e frequenta per due anni il CFP BAUER, storica scuola di fotografia. Collabora, come assistente, con il fotografo Pino Ninfa nel campo della musica e dello spettacolo; realizza un reportage del tour Razmataz di Paolo Conte e un progetto sul Carcere di San Vittore, dove intanto insegna Lettere. Dopo 8 anni di vita milanese decide di trasferirsi nuovamente a Sud: una questione di luce. Qui inizia la collaborazione con la galleria ADSUM, realizzando la prima personale ‘Incidenti mediterranei’, oltre che numerose altre esposizioni collettive. Entra in contatto con il Museo della Fotografia presso il Politecnico di Bari, dove tiene delle lezioni e cura progetti e mostre (Racconti della città vecchia, Bari 2012). Attualmente insegna Storia e critica della fotografia presso la scuola Fproject di Bari, tiene workshop sul linguaggio fotografico e organizza eventi legati alla diffusione della cultura e dell’arte fotografica.

12.12.2013
Vito Stano

giovedì 28 novembre 2013

Bari. Cultura: mostre fotografiche e seminari. L'interesse per l'immagine spopola

Non solo Ilva, scandali nella sanità e intercettazioni a iosa. La Puglia è anche produzione culturale e confronto serrato sui temi più disparati. In queste settimane Bari sembra sia diventata il centro dell'universo: seminari sul web-documentary, sul documentario d'indagine sociale, sulla fotografia. Questo non vuol essere un commento, ma esclusivamente un'ulteriore segnalazione, relativa agli incontri sulla fotografia contemporanea. Gli incontri, di cui scrivo, sono parte del calendario di Documentaria, che proseguirà fino al 30 novembre. Il programma dei prossimi giorni prevede due seminari gratuiti, aperti a tutti, e una mostra dei due vincitori pugliesi del concorso nazionale GiovaneFotografia Italiana #2.

Seminari
Si parte oggi pomeriggio con Massimo Sordi, curatore del Si Fest, Festival Internazionale di Fotografia di Savignano sul Rubicone e ideatore, assieme a Stefania Rossi,  di Global Photography,  progetto sulla giovane fotografia internazionale. Il seminario dal titolo 'Il lavoro di curatore per i festival fotografici' è in programma alle ore 16,00 presso l'aula Stifano dell'Ateneo degli studi di Bari. Petra Stavast, nota fotografa olandese e co-fondatrice di Fw, un’organizzazione indipendente che promuove progetti, pubblicazioni, mostre e incontri tra fotografi, scrittori e curatori, terrà un seminario dal titolo 'Editoria e progetti fotografici indipendenti'. L'appuntamento è per sabato 30 novembre alle 10,00 presso la Mediateca Regionale Pugliese in via Zanardelli 30 a Bari.

Mostre
A completare il programma di documentaria è stata organizzata una mostra sui lavori dei due vincitori pugliesi del concorso nazionale Giovane Fotografia Italiana #2.

Lungo l’Ofanto
di Giuseppe Maldera
L’Ofanto è il principale fiume della Puglia, la regione italiana più povera di acque superficiali. La sua valle, nel corso dell’ultimo secolo, ha subito importanti trasformazioni antropiche che ne hanno mutato la fisionomia e il paesaggio. Questo progetto presenta un’indagine fotografica sui luoghi e gli abitanti dei territori attraversati dal fiume.

Strada Maggiore 49 (Casa Arcangeli)
di Giuseppe De Mattia
Come si presenta un’abitazione dopo essere stata vissuta intensamente per più di cinquant’anni da una delle famiglie più intellettualmente attive a Bologna nel secolo passato? Questo lavoro ritrae la fase “unica” di un'abitazione: il tempo sospeso tra abbandono e nuova vita, il tempo occupato solo dalle tracce e dalla memoria.
La mostra si terrà a Bari presso lo Spazio Giovani in viale Venezia 41 rimarrà aperta dal 29 novembre al 7 dicembre 2013.

Informazioni
I seminari sono gratuiti ed aperti a tutti, senza alcun limite al numero dei partecipanti. Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti puoi contattarci attraverso i seguenti canali:
email  documentaria@labfotografia.it

28.11.2013
V.S.

lunedì 4 novembre 2013

Bari. Museo della Fotografia: oggi inaugurazione di una mostra e della sala espositiva

Il laboratorio del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari inaugura la sede espositiva proponendo la mostra ‘Costa Rica. Il Paese più felice del Mondo’. Vernissage lunedì 4 novembre alle ore 17,30 presso il campus del Politecnico di Bari in via E. Orabona al civico numero 4 con cerimonia preliminare nell’Aula Magna Attilio Alto. La mostra è aperta tutti i giorni fino al 14 novembre dalle ore 9,00 alle 13,00 e il pomeriggio dalle 16,00 alle 19,00 esclusa la domenica. L’ingresso è libero.

Curatori e promotori in Costa Rica Karen Clachar, Valorarte y Hogar Siembra. Curatori per Bari Politecnico Pio Meledandri e Bepi Costantino. L’evento è concomitante con l’inaugurazione della sala espositiva del Museo della Fotografia. Per l’occasione interverranno Jaime Feinzaig Rosenstein, ambasciatore della Repubblica di Costa Rica in Italia; Michele Emiliano sindaco di Bari; Eugenio Di Sciascio rettore Politecnico di Bari; Nicola Costantino professore ordinario di Ingegneria Economico-Gestionale Politecnico di Bari; Pio Meledandri direttore del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari. Bepi Costantino Presidente ANACRI Puglia (Associazione Nazionale Amici Costa Rica Italia). Silvia Godelli assessore alla Cultura Mediterraneo e Turismo Regione Puglia.

La Repubblica della Costa Rica è diffusamente considerata un paradiso naturale, con una superficie di 51.100 km² e circa il 5% della biodiversità mondiale. La Costa Rica è un territorio con vaste aree protette e parchi naturali ed è tra le democrazie più antiche del continente americano. È lo studio realizzato e pubblicato nel 2009 dall’organizzazione non governativa ‘The New Economics Foundation (NEF)’ che definisce la Costa Rica il paese dove ci si sente «i più felici al mondo» e in armonia con l’ambiente. Sono i suoi stessi abitanti a dichiararsi «felici» e soddisfatti della propria esistenza in equilibrio tra consumi, produttività sostenibile e risorse naturali. La classifica della felicità ‘verde’ fornisce un’importante indicazione delle reali priorità per le persone e per il pianeta, evidenziando che la chiave della felicità non è il consumo sfrenato delle risorse, ma la possibilità di avere il tempo necessario per godere di quello che si ha. Chi spinge troppo sui consumi perde di vista la sostenibilità del pianeta danneggiando gravemente le generazioni future.

Ventuno fotografi costaricensi raccontano attraverso le loro visioni la propria terra interpretando la gioia, i colori e l’entusiasmo del loro Paese. In ottantantuno fotografie viene fuori tutta la magia, il profumo, la cultura, la tradizione, la gente di quel luogo unico e affascinante. L’onore di rappresentare l’icona della mostra va a Ronald Reyes con la briosa immagine di un bambino costaricense che nuota sorridente, nell’acqua pulita.

Attraverso la ricerca eidetica di Joan Lukowiecky respiriamo la città, tra memorie e nostalgie, ma anche tra percezione e contemporaneità. José Díaz si avvale della forza coinvolgente ed emotiva del colore per riportarci l’immagine di gente comune, attraverso il gesto e il vestire, mentre Karen Clachar preferisce puntare lo sguardo sui volti semplici e sorridenti.

La narratrice Yessenia Ortiz ci ipnotizza abbacinandoci con la luce del sole tra marine e rami di foreste tropicali; al contrario Irina Yébenes preferisce la magia e il mistero di folte e verdi foreste animate, trapassate dalla nebbia del mattino. Teatrale la realtà/finzione di Esteban Fernández con la sua ‘Carnita fresca’, un ironico 25X40 dove, alla maniera di Paolo Ventura o di Miles Coolidge, non riesci mai a capire dove inizia e dove finisce la finzione del “modello in scala” o la realtà immaginaria alla Olivo Barbieri.

Tutti gli autori meriterebbero una descrizione dei loro magnifici lavori, ma preferiamo lasciare a voi visitatori il gusto e lo stupore della scoperta. Gli artisti autori delle foto in mostra: Alberto Coto, Camille Zurcher, Esteban Fernández, Francisco Coto, Irina Yébenes, Iris Odio, Isaac Martínez, Joan Lukowiecky, José Díaz, Karen Clachar, Karla Solano, Luis Monge, Maurizio Bianchi, Priscilla Ramírez, Ricardo Vílchez, Rodrigo Rubí, Ronald Reyes, Víctor Vega, Vilma Soto, Walter Rojas y Yessenia Ortiz.

martedì 8 ottobre 2013

Bitonto. IconAzione: il progetto 10x10 prosegue con Christian Loretti

Nell’ambito del progetto culturale 10x10, dieci artisti per dieci mesi, riformulato in seconda edizione da Amalia Di Lanno, si inaugura l’11 ottobre 2013 alle ore 20.00 nella sala espositiva del Laboratorio Urbano Officine Culturali di Bitonto (Ba) la mostra dello scultore foggiano Christian Loretti.

Quando l’arte incontra la storia, la forma diventa aforisma di un universo in continua evoluzione che non può a nessun costo rinnegare la lunga teoria di istanti di cui si compone il suo percorso. Ogni segno impresso sulla superficie inerte diventa testimonianza attuale di un’esperienza di vita che ha sprigionato la sua energia creatrice, facendosi interprete e portavoce di una vicenda collettiva intrisa di orrore e pietà, dolore e gioia, morte e vita. Percorrendo l’antico territorio dei Dauni, dalle montagne ricoperte di fitti boschi alle dorate spiagge dell’Adriatico, Christian Loretti ha preso coscienza della sua identità di uomo e scultore, cogliendo l’essenza più autentica di un popolo fiero e combattivo che ha lasciato tracce significative della sua civiltà nei numerosi reperti faticosamente riportati alla luce dal paziente lavoro degli archeologi. 

Compiendo un’ardita sintesi tra antico e moderno, figurativo e astratto, questo giovane scultore foggiano ha creato un nuovo linguaggio espressivo, che pone in primo piano la materia stessa e il procedimento attraverso il quale essa assume forma e valore. In questo modo, l’antica tecnica del colombino, consistente nella paziente sovrapposizione di anelli concentrici di diverse dimensioni, può generare liberamente nel suo spontaneo e irrazionale dispiegarsi forme insolite che assumono il valore di archetipi: non solo gli esseri viventi, pertanto, ma gli stessi oggetti inanimati della società moderna vengono codificati e risemantizzati, ricevendo l'impronta di una originale cifra stilistica. L’icona, quindi, diventa testimonianza di un’azione creatrice che obbedisce soltanto alle leggi dell’automatismo psichico e trova in se stessa, nel proprio primordiale ed esuberante vigore espressivo, il senso profondo della sua misteriosa e inquietante presenza tra noi.
(di Cosimo Strazzeri)

Christian Loretti | IconAzione
a cura di Massimo Nardi
dall’11 al 29 ottobre 2013
Inaugurazione 11 ottobre 2013, ore 20.00
Orario visita:
dal lunedì al venerdì
9,00 - 21,00
Ingresso: gratuito

Officine Culturali di Bitonto
Largo Gramsci, 7
70032 Bitonto (Ba)
www.officineculturali.it
info@officineculturali.it

Media Partner del progetto 10x10: Ilsitodell'arte

Il progetto 10x10 seconda edizione è realizzato nell'ambito del "Concorso di idee per la selezione e il finanziamento di nuovi eventi culturali innovativi" del progetto Officine Culturali - Centro Culturale di Eccellenza, che ha avuto accesso al finanziamento regionale per il ‘Sostegno alla gestione di Spazi Pubblici per la creatività giovanile’.

lunedì 2 settembre 2013

10 artisti x 10 mesi: il progetto prosegue con Abreazione di Claudia Venuto

Nell’ambito del progetto culturale 10x10, dieci artisti per dieci mesi, riformulato in seconda edizione da Amalia Di Lanno, si inaugura il 13 settembre alle ore 20,00 nella sala espositiva del Laboratorio Urbano Officine Culturali di Bitonto (Ba) la mostra ABREAZIONE dell’artista tarantina Claudia Venuto.

L'abreazione è un concetto strettamente connesso al modello psicoanalitico e sta ad indicare una forte scarica emotiva, legata all'affiorare a livello conscio di aggregati psichici dolorosi, che il soggetto ha rimosso e confinato in una dimensione inconscia per l'impossibilità di accettarli apertamente. Il rivivere il ricordo dell'esperienza vissuta, permette al soggetto di incanalare e portare alla coscienza i desideri, i pensieri, le pulsioni che erano state rimosse, producendo un effetto catartico mediante la liberazione e la reintegrazione del contenuto psichico che aveva ingenerato il blocco, e consentendo mediante il pianto, la rabbia o il riso liberatorio una ristrutturazione del campo percettivo.

Tramite una visione d’indagine personale Claudia Venuto propone un percorso espositivo che rappresenti un viaggio all'interno della psiche e di quei processi che a partire dal conflitto, conducano al rilascio delle tensioni emotive e alla liberazione della sofferenza psichica, portando poco alla volta, in una continua alternanza di morte e rinascita, scoperta e superamento, alla conoscenza di sé. Come avveniva nella tragedia greca, dove lo spettatore veniva condotto mediante l'identificazione con gli eventi rappresentati sulla scena, a purificarsi da passioni, quali l'amore, l'odio, il desiderio, la vendetta, così le opere, incarnando ciascuna un archetipo, uno stadio di coscienza differente, rappresentano lo specchio in cui ciascuno può vedere riflesso sé stesso, proiettando parti di sé, in quel processo di scambio e identificazione, che spinge a vedere degli altri e della realtà che ci circonda, non ciò che è ma ciò che noi crediamo che sia, in un continuo gioco di rimandi per il quale, alla fine, sempre finiamo col ricercare e inseguire il nostro stesso volto. Ogni opera diventa così spazio per riconoscersi, per comunicare con sé stessi e con gli altri, per aprire finestre sulla varie dimensioni di esistenza. Attraverso varie tappe, scandite da ciascun quadro, il pubblico verrà condotto in un viaggio mentale, dal conflitto fino all'abreazione e alla conseguente catarsi, in un percorso circolare che, dopo un pausa conseguente alla reintegrazione del proprio vissuto, inizia nuovamente, in un incessante movimento di scoperta, trasformazione e rigenerazione.

Il 4 ottobre 2013 alle ore 20,00, in occasione del finissage della mostra ABREAZIONE, Claudia Venuto propone una lettura emotiva e performativa, pittura e poesia… dialogo ad Arte.

ABREAZIONE | Claudia Venuto
a cura di Amalia Di Lanno
dal 13 settembre al 4 ottobre 2013
Inaugurazione 13 settembre 2013, ore 20,00
4 ottobre 2013, ore 20,00: Reading Performance

Orario visita:
dal lunedi al venerdi
9,00 - 21,00

Ingresso: Gratuito

Info e contatti:
Officine Culturali di Bitonto
Largo Gramsci, 7
70032 Bitonto (Ba)
info@officineculturali.it

Media Partner del progetto 10x10: Ilsitodell'arte

Il progetto 10x10 seconda edizione è realizzato nell'ambito del ‘Concorso di idee per la selezione e il finanziamento di nuovi eventi culturali innovativi’ del progetto Officine Culturali - Centro Culturale di Eccellenza, che ha avuto accesso al finanziamento regionale per il ‘Sostegno alla gestione di Spazi Pubblici per la creatività giovanile’.

mercoledì 28 agosto 2013

La musica nelle immagini: workshop di fotografia con Pansini e Boccalini

Workshop Talos Fotografiala musica nelle immagini a cura di F.project – Fiorito Foto Film e dei fotografi Andrea Boccalini e Maria Pansini, in programma dal 7-15 settembre 2013, presso il chiostro del convento dei domenicani in via Madonna delle Grazie a Ruvo di Puglia.

Quest’anno il festival Talos promuove il rapporto tra musica e fotografia con un momento di formazione affidato a professionisti del settore. Il percorso didattico parte da una introduzione teorica di tecnica e storia della fotografia, per poi sperimentare sul campo la pratica della ripresa dei concerti del festival, prevede infine verifica e lettura portfolio dei partecipanti. Di seguito il programma dettagliato del workshop.

PROGRAMMA:

SABATO 7 SETTEMBRE (SEMINARI IN AULA)

ore 10:00 - Maria Pansini
Approfondimento teorico sulla fotografia nel mondo della musica; attraverso la lettura guidata delle immagini di importanti autori si affronterà un percorso didattico sul racconto fotografico, contestualizzato nella realtà dei concerti live e del marketing legato all’immagine del musicista e della sua produzione discografica.

ore 15:00 - Andrea Boccalini:
Leggere la luce come elemento emotivo e descrittivo per un’introspezione del soggetto – Interpretazione e lettura del palco partendo dalla composizione dell’immagine in funzione del come muoversi durante un concerto in funzione degli artisti e del pubblico – Aspetto Narrativo e concettuale dell’immagine – Da produttori di immagini a fotografi, limiti e prospettive della fotografia di scena nell’era del digitale – Fuori e dentro il palco, come superare le categorizzazioni – svendersi o promuoversi, il rischio della scomparsa della figura professionale del fotografo di scena.

DALL’ 8 AL 15 SETTEMBRE

Applicazione pratica (a cura di Maria Pansini) : 
Sessioni fotografiche guidate durante il sound-check e i concerti al fine di mettere in atto concretamente le nozioni, gli accorgimenti e i parametri affrontati nella parte teorica. Coloro che si iscrivono al workshop avranno un pass photo speciale per accedere gratuitamente ai vari eventi del Talos Festival.

Verifica finale e lettura portfolio:
Al termine del Festival verrà organizzato un incontro con la docente Maria Pansini per la verifica e la valutazione del lavoro svolto.

Costo del workshop integrale: 140 €
Costo della sola lezione teorica del 7 settembre: 40 €
numero massimo di partecipanti alla sezione pratica: 15

Per iscriversi è necessario versare un acconto di 40 € presso F.project – Fiorito Foto Film in via Postiglione 10 a Bari.


DOCENTI:

Andrea Boccalini: Fotografo trentaseinne, ha iniziato la propria attività da professionista con il reportage lavorando in diversi progetti in Guatemala, su lavoro minorile e movimenti di resistenza campesina contro lo sfruttamento delle risorse minerarie. Progetti che sono sfociati in una mostra per l’Onu dei giovani e per la pubblicazione “Conflictos mineros y pueblos indigenas en Guatemala” di Joris van de Sandt. Dopo il reportage è subentrata la passione per la fotografia di scena teatrale e jazz e per la ritrattistica. Negli ultimi tre anni ha collaborato con riviste nazionali ed internazionali (New York Times, New York Post, Repubblica, Vanity Fair, XL, Il Mucchio Selvaggio, Jazztimes, Downbeat, Musica Jazz e molte altre) e ha scattato le immagini di oltre ottanta dischi. Annovera tra le sue collaborazioni foto di booking e dischi con: Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Enrico Rava, Enrico Pieranunzi, Horacio el Negro Hernandez, Oregon, Antonio Sanchez, Paul Motian, Michael Blake, Antonello Salis, Giovanni Guidi, Giovanni Hidalgo, Dino Saluzzi, Michael Blake, Roy Hargrove, Roberta Gambarini, Anja Lechner, Giovanni Falzone, John Taylor e molti altri. Mentre in teatro oltre a seguire produzioni indipedenti, ha lavorato con Peter Stein nella sua rilettura dei “Demoni”, Maddalena Crippa e Vincenzo Schino. In occasione della fase finale del leica Talent, selezionato tra oltre 45.000 Iscritti, si è riaccesa la passione per il reportage. Da quest’anno è Ambassador Leica, e mille voti lo hanno decretato miglior fotografo di jazz Italiano per il Jazzit Award.

Maria Pansini: nasce nel 1974 a Terlizzi; nel 1999 si laurea a Bari in Lettere moderne, con una tesi in Antropologia sul popolo Kurdo. Le regalano una macchina fotografica… primo istinto: viaggiare! L’Europa dell’Est è stata la sua prima meta: Praga, Vienna, Budapest, Berlino. A Praga visita la mostra di Josef Koudelka… una folgorazione. A Milano, supera la selezione per frequentare il CFP BAUER, storica scuola di fotografia. Collabora con il fotografo Pino Ninfa, nel campo della musica e dello spettacolo; realizza un reportage del tour Razmataz di Paolo Conte ed un lavoro nel Carcere di San Vittore, dove intanto insegna Italiano per stranieri. Lavora per Ninfa come stampatrice in camera oscura e lo segue per concerti (Umbria jazz-Perugia, Suoni e visioni-Milano). Dopo 8 anni di vita milanese decide di trasferirsi nuovamente a Sud: una questione di “luce”. Qui inizia la collaborazione con la galleria ADSUM, realizzando la prima personale “INCIDENTI MEDITERRANEI” e le collettive FIL ROUGE e SMALL ART, oltre che numerose altre esposizioni promosse dal gruppo ADSUM. Fonda l’associazione culturale “FACTORY arti visive” che promuove esposizioni, eventi e corsi fotografia. Entra in contatto con il Museo della fotografia presso il Politecnico di Bari, dove tiene dei seminari e cura progetti e mostre ( “Racconti della città vecchia” presso la Galleria Spazio Giovani di Bari, giugno 2012). Attualmente è insegnante di lettere, tiene corsi di linguaggio fotografico e organizza workshop ed eventi legati alla diffusione della cultura e dell’arte fotografica.

lunedì 15 luglio 2013

What you see, is what you get: mostra d'arte da giovedì 18 a Cassano

What you seeis what you get dà avvio alla stagione d’arte che l’associazione ‘il Paese delle bambole rotte’ intende promuovere a Cassano delle Murge.

La mostra d’artecurata da Joe Pansa e Domenica Nasa, raccoglie opere fotografiche e non solo,  e sarà inaugurata il giorno 18 luglio alle 20,00 a Cassano delle Murge presso la sede dell’associazione culturale ‘il Paese delle bambole rotte’ in piazza Garibaldi al civico 47.

Prosegue con questo evento il percorso autonomo e alternativo dell’associazione ‘il Paese delle bambole rotte’. L’esposizione resterà aperta al pubblico dal 18 al 31 luglio durante le ore serali.

Ufficio stampa
‘il Paese delle bambole rotte’
Info e contatti:

bambolerotte@gmail.com



venerdì 12 luglio 2013

Bianco e oscuro. Storia di panico e fotografia al Bolsena Photo Festival

In questa strana estate, sono sempre tante (e forse anche troppe) le iniziative promosse; di queste segnaliamo questa presentazione, anche se si sta svolgendo a Bolsena, in provincia di Viterbo, ed è per stasera. La segnaliamo comunque perché questo libro viene presentato all'interno del programma del 'Bolsena Photo Festival' e perché l'argomento è davvero interessante. Di seguito qualche informazione sul libro e sull'evento.
V.S.

Può la fotografia essere usata come antidoto alla paura? Alma, la protagonista di questo romanzo ispirato a una storia vera, crede di si e in queste pagine ci racconta come la fotografia le abbia salvato la vita.

'Bianco e oscuro. Storia di panico e fotografia(Edizioni PostCart)
fotografie di Giovanni Marrozzini
postfazione di Peppe dell'Acqua (direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste)

Una narrazione tutta costruita sulla realtà interiore e consumata dentro a un singolare archivio fotografico. A dispetto del tempo e dello spazio, l’esperienza di Alma viaggia fuori da quelle quattro mura, condivisa con un fotoreporter e un’attrice teatrale vissuta quasi un secolo prima. Immagini e parole, documenti visivi e testuali si mescolano in queste pagine dando vita a una nuova forma di racconto e dialogo possibile solo grazie a linguaggi espressivi tanto potenti.

Questo libro è un invito a lottare contro i pregiudizi di una società permeata di valori effimeri e superficiali, nonché un modo per ricordare che anche grazie alla fotografia, in Italia, nel 1978, si è contribuito alla promulgazione della Legge Basaglia che ha sancito la chiusura dei manicomi.

Foto di copertina di Giovanni Marrozzini
‘Reparto femminile Ospedale Psichiatrico di Scutari- Albania 2010’

venerdì 5 luglio 2013

Light experience: Spagone ospite di 10x10 alle Officine culturali di Bitonto

Il 3 maggio, nella sala convegni del laboratorio urbano delle Officine Culturali di Bitonto (Ba), è partito il progetto culturale 10x10, dieci artisti per dieci mesi, seconda edizione, proposto e riformulato da Amalia di Lanno. 

La nuova edizione in programma da maggio a dicembre presenta una nuova dinamica espositiva in termini di maggiore coinvolgimento del territorio e del singolo fruitore.

10x10, ripercorrendo l’iter di sperimentazione della prima edizione, offre la possibilità a giovani artisti di poter esporre un progetto personale negli spazi espositivi delle Officine Culturali di Bitonto. I creativi che desiderano partecipare a 10x10, possono proporre una progettualità che, previa analisi e valutazione, potrà essere inserita nel calendario della manifestazione.

Agli artisti interessati è richiesto un abstract progettuale (idea e immagini lavori) da inviare all’indirizzo di posta del referente del progetto 10x10: 
Amalia Di Lanno - amalia.dilanno@libero.it
info 10x10: https://www.facebook.com/10x10DieciArtistiPerDieciMesi?fref=ts

Il progetto 10x10 seconda edizione è realizzato nell'ambito del 'Concorso di idee per la selezione e il finanziamento di nuovi eventi culturali innovativi' del progetto Officine Culturali - Centro Culturale di Eccellenza, che ha avuto accesso al finanziamento regionale per il 'Sostegno alla gestione di Spazi Pubblici per la creatività giovanile'.

Terzo progetto espositivo: 'Profumo di Luce' di Giulio Spagonea cura di Amalia Di Lanno.

Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all'orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo.
Patrick Süskind

Profumo e Luce, essenze intangibili eppure fondamentali bisogni dell’esistenza. Il profumo legato alla memoria, al vissuto, all’emozione e la luce, primo saluto alla vita a cui sempre aneliamo, ritorno a uno stato di pura grazia, di verità dimenticata. Dall’idea di rappresentare ed esprimere invisibili necessità nasce il progetto PROFUMO di LUCE di Giulio Spagone. La fotografia del nostro è parte integrante di molteplici espressioni, un dialogo continuo con l’arte nella tua totalità che si esplica nella diversità di linguaggi contemporanei. Sempre performativo nelle sue creazioni Spagone ritiene il mezzo fotografico parte di un percorso esperienziale all’interno del quale differenti discipline artistiche, dalla musica al video, dal teatro alla danza, si integrano offrendo al visitatore una visione di armonia in cui ci si sente pienamente partecipi.

Il lavoro di Giulio Spagone nasce dalla continua ricerca e sperimentazione di modalità interpretative ed espressive che rendano ‘forma’ a un personale immaginario. La luce è ciò con cui comunica naturalmente, attraverso la tecnica del light painting l’artista diviene tutt’uno con l’opera, parte integrante della creazione, al suo interno mette in gioco se stesso, fa luce e, al contempo, si illumina, l’immaginazione si alimenta di nuovi sensi, l’odore compenetra il corpo, il profumo è di luce, di ricordo che prende vita e si fa arte.

'Profumo di luce' è un esperimento emozionale, l’immagine diviene desiderio, voglia di luminosità che inebri l’animo, luce come bisogno di verità e bellezza. Giulio Spagone è un lirico creativo che sperimenta e si sperimenta, danza con la luce, la insegue, si nasconde, si lascia trovare e poi fugge nel buio. La fotografia mediante il light painting assume nuove dimensioni, si trasforma, è teatro, è danza, è poesia, tutto è dinamico, l’artista si muove, descrive un cerchio, una linea, illumina un corpo e lo interpreta, inizia un disegno poi solo luce nell’ombra ma anche se flebile è la sua luce, la vede e la sente, nell’atto di creare è nel centro, sente più intenso il profumo, dapprima resiste ma poi è dentro, nel profondo osserva creativo quel Sé, inizia la pratica dell’ascolto, del vedere, del sentire. Al centro del cerchio della sua creazione si sente parte di una totalità, l’animo risplende, finalmente si apre a ciò che il nostro chiama ‘luminose vibrazioni’, onde interiori che rendono l’arte un’esperienza unica.

Le opere che Giulio Spagone presenta in questo percorso fanno parte di un progetto di Luce più ampio, un iter in fieri in cui vita e arte rappresentano esperienze performative continue e congiunte, la partecipazione e l’impegno totale risultano per il nostro predisposizioni essenziali al fine di comprendere e apprezzare il valore di entrambe e sentire profondamente profumo di luce.

Stasera, 5 luglio, alle ore 20,00 Giulio Spagone sarà lieto di condividere un live show di light painting. Fotografia e danza si incontreranno in una originale coreografia per dar luce ad una esperienza performativa.

PROFUMO di LUCE | Giulio Spagone
a cura di Amalia Di Lanno
dal 28 giugno al 17 luglio 2013
Inaugurazione 28 giugno 2013, ore 20.00
5 luglio 2013, ore 20.00: Light experience

Orario visita:
dal lunedi al venerdi
9.00 - 21.00

Info e contatti:
Officine Culturali di Bitonto
Largo Gramsci, 7
70032 Bitonto (Ba)
www.officineculturali.it
info@officineculturali.it

Media Partner del progetto 10x10: Ilsitodell'arte


Tutte le espositive in programma da maggio a dicembre 2013 saranno documentate da un reportage video-fotografico a cura di Rosaria Pastoressa.

venerdì 21 giugno 2013

Paesaggio in fotografia: Alberta Zellone chiude gli incontri del Museo

Martedì 25 giugno alle 17,30 nella sala conferenze del Politecnico di Bari in via Amendola 126/B, la professoressa Alberta Zallone, docente presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Bari, terrà l’ultimo incontro del corso di fotografia dell’anno accademico 2012-2013.

La ricerca di Alberta Zallone copre un’esperienza di vita e lavoro negli Stati Uniti iniziata già negli anni Settanta e rientra perfettamente nell’idea e nella pratica che della fotografia contemporanea di paesaggio ha ‘La Corte’, di cui è socia fondatrice.

Il titolo dato all’incontro èWhereabouts’, espressione che indica una qualche familiarità con i luoghi ma che contiene sia un’indicazione più netta, where, sia una sfumatura più ambigua e problematica about. L’incontro si articolerà in un continuum di immagini metropolitane (New York, ma non solo), in una serie di visioni che mettono in relazione il paesaggio aspro del deserto e una natura ancora intatta quasi tropicale (in realtà entrambi man-altered, basti pensare a ricerche ormai classiche come i ‘Desert Cantos’ di Misrach o al West “dialettico” di Shore sino alla magia di ‘Cape Light’ di Meyerowitz). Nei grandi spazi dell’America, come sostiene Baudrillard, è lo spazio stesso in sé a costituire un modo non solo di vedere, ma anche di pensare. La fotografia quindi non è una pratica estetica spesso passivamente mutuata dalla pittura, ma un sapere, un atto che definisce e si appropria del significato di un luogo.


L’incontro sarà preceduto da una presentazione di Pio Meledandri, direttore del Museo di Fotografia del Politecnico di Bari e da una breve relazione di Carlo Garzia, il quale cercherà di focalizzare l’importanza e l’influenza della cultura americana in Italia sin dal secondo dopoguerra.

(Museo della Fotografia del Politecnico di Bari)

lunedì 17 giugno 2013

Fotografia: il Museo incontra il fotografo e gallerista Carlo Gallerati

Il laboratorio del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari presenta Carlo Gallerati in ‘Fotografia e arte contemporanea: sintesi e analisi di un sistema’. Martedì 18 giugno alle 17,30 presso la sala conferenze del palazzo del Politecnico in via G. Amendola al civico 126/B è in programma la presentazione a cura di Giancarlo Fiorito, amministratore unico della Società FProject Bari, e Pio Meledandri, direttore del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari, Carlo Gallerati, che parlerà del ruolo della fotografia nell'arte contemporanea. 

Gallerati, fotografo e gallerista, inquadrerà la situazione delle attuali nuove tendenze, attraverso l’ampio panorama internazionale, offrendo spunti di approfondimento e di riflessione alla luce della sua personale esperienza formatasi nella conduzione di una galleria a Roma nel quartiere Nomentano, esclusivamente dedicata alla fotografia e all’arte contemporanea. Saranno proiettate immagini prodotte da importanti artisti, una vera e propria rassegna di autori contemporanei di maggior successo, selezionati nell'ampio panorama mondiale. 

Carlo Gallerati, grazie all’analisi degli orientamenti artistici di autori già proposti al pubblico negli ultimi anni, presso la sua galleria di Roma nel quartiere Nomentano, prospetterà alcune considerazioni sull’attuale sistema dell’arte e sul ruolo di spicco, sempre più riconosciuto, dell’immagine fotografica e della sua naturale e strutturale polisemia.

(fonte Museo della Fotografia del Politecnico di Bari)

martedì 11 giugno 2013

Il teatro del quotidiano in fotografia: Antonio Maria Fantetti alla Vallisa

'Mirrors'
di Antonio Maria Fantetti
a cura di Sabrina Delliturri

Opening sabato 15 giugno 2013

Ore 20,00

Artoteca Vallisa
Strada Vallisa 11, Bari

“I'll be your mirror, Reflect what you are, in case you don't know” 
The Velvet Underground & Nico

Riflettere, dal latino re-flectere, 'piegare di nuovo' è un verbo che vive un’azione. La sua condizione è però paradossalmente passiva poiché in maniera istantanea e analoga, attraverso lo strumento dello specchio, si subisce un esito contrario, appunto un ripiegamento.

La mostra fotografica 'Mirrors' di Antonio Maria Fantetti si rimpingua di un senso iniziatico, nuovo, che punta a mettere in scena una serie di ritratti. Negli scatti, però, risiede un'ambivalenza contenutistica e asettica, che non è, al contrario di quel che può sembrare, una semplice discrepanza tra essere e apparire (un'amletica tristezza), quello che c'è è effettivamente quello che è.

I soggetti sono immortalati in una sospesa e insieme ironica e rasserenante condizione, che però li vede spontanei e reali. Il personaggio, dunque, non scaturisce dal travestimento, il personaggio assume le sue crude vesti tutti i giorni, in ciò che è apparentemente la "quotidianità", il semplice. Al contrario, travestirsi del proprio quotidiano in un contesto giocoso, in un ballo in maschera, trasforma questa scelta in falsa allegria.

La naturalezza con la quale i soggetti si affacciano al loro status concede delle sinapsi che instaurano un’astratta forma di complicità tra obiettivo e soggetto. L'obiettivo diventa uno specchio, intimo e insieme tanto costruito quanto tangibile e vero. Non una tematica di sensibilizzazione, quanto una tematica di riflessione, di ripiegamenti su qualcosa di già trattato, ma decontestualizzato nel passaggio da denuncia ad osannazione, approdato poi in una contrariante integrazione conclusiva. Ogni scatto rimarca la medesima struttura compositiva, ciò però non esclude l’unicità che la pregressa storia del soggetto apporta e che, in maniera infima e sensibile, giunge agli occhi del fruitore come se fosse un lento materializzarsi di emozioni.

L'omosessuale, il travestito, vive non più una fase di difficile accettazione per gli altri, le ingenue presunzioni che traspaiono da questi volti alludono ad una triste voglia di fusione extra-ordinaria, di unione generistica, quasi autoghettizzante. È in funzione di tutto ciò che si può comprendere quanto in realtà la loro natura sia la maschera stessa, e quanto fittizia e teatrale sia la loro realtà. Concetti di una vita che prepotentemente vorrebbe strappare via la sua maschera, ma che altro non la rende che maschera bifronte, rimesso del vero, falso.
di Sabrina Delliturri

In sede di inaugurazioneSilvana Kuhtz e Marianna Campanile presenteranno live sensoriale Poesia in Azione. Più esperienza facciamo con un senso, più riusciamo a distinguere ciò che per noi è importante. Quanto fino ad ora abbiamo esplorato tutta la gamma dei nostri sensi? Il viaggio attraverso il caleidoscopio dei nostri sensi dove ci potrà portare? Il piccolo concerto sensoriale è un modo semplice e divertente per incontrarsi in modo delicato, rispettoso, morbido, con poesia musica divertimento, giochi, nello spirito di poesiainazione.
di Silvana Kuhtz

Musiche di Ivan Piepoli.

Igersbari di Instagram per l’ occasione organizzano Challenge fotografico 'L'altra parte di te', 4-10 giugno 2013 - #laltrapartedite . Premiazione in fase di inaugurazione della mostra Mirrors con settoriale percorso espositivo dedicato al progetto.

La mostra sarà visitabile fino al 24 giugnodal lunedì al venerdì 9,00-12,00/16,00-21,00; sabato e domenica 9,00-12,00/17,00-23,00.

Per info:
Sabrina Delliturri 329/3946289

Antonio Maria Fantetti

Artoteca Vallisa
Strada Vallisa 11 - Bari (ingresso mostra Mirrors)

Piazza del Ferrarese 4 - Bari