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giovedì 12 dicembre 2013

Fotografia. In 'La terra dell'olio' Catalano e Pansini raccontano la Puglia degli ulivi

Foto di Francesco Catalano
La mattina del giorno della Madonna dell'Immacolata, 8 dicembre, era il momento per molti, specialmente i più piccoli, di svegliarsi prima del solito per andare a fare le olive. Anni fa, ormai le stagioni sono cambiate, la campagna delle olive era caratterizzata dal freddo rigido e dalla neve. Anni fa raccogliere le olive significava scale, rastrelli, cappellini di lana, fuochi accesi per riscaldare le mani e vino nero a riscaldare il cuore. Oggi la raccolta delle olive è meccanizzata, veloce, condizionata da temperature più miti. Non più poetica. In una parola: industria. Questa premessa suonerà comune a molti che abitano queste terre appule. Così come non è la prima volta che qualche intellettuale racconta la fatica della campagna. In ogni epoca, con occhi differenti, con penne (o tastiere) diverse sono stati colorate le narrazioni secondo le più intime emozioni e il proprio vissuto. Allo stesso modo, due fotografi, un uomo e una donna, entrambi pugliesi hanno voluto rappresentare ‘La terra dell’olio', questo il titolo della mostra fotografica che sarà visitabile da venerdì 13 dicembre (dalle 19,30) fino al 5 gennaio del nuovo anno, a Terlizzi, presso la pinacoteca  ‘Michele De Napoli’La mostra è promossa da RURALevolution, dalla pinacoteca ‘Michele De Napoli’ e dal Comune di Terlizzi.

Dall'evento su facebook.com si legge «onnipresenti su tutto il territorio regionale, gli ulivi sono stimati in 40 milioni di piante e possono essere considerati i protagonisti del paesaggio pugliese. A fine autunno parte la stagione della raccolta delle olive. È il momento in cui si respira, ma soprattutto si vede l’attività frenetica legata al comparto della produzione dell’olio d’oliva. Iniziano giornate faticose: albe fredde e umide, tanti alberi da battere, teli da stendere e da ripiegare, casse da trasportare, carri da scaricare nei frantoi, il processo di lavorazione, l’attesa e finalmente l’olio!». A raccontare tutto questo le immagini in bianco e nero di Francesco Catalano e Maria Pansini, due autori che attraverso il linguaggio della fotografia vogliono rendere omaggio al lavoro di tanti pugliesi e alla loro terra, la terra dell’olio.

Biografie
I fotografi sono Francesco Catalano, nato a Terlizzi (Bari) nel 1991. Ha avuto sin dall’infanzia l’opportunità di viaggiare, anche in Paesi con difficili realtà ambientali (Medio Oriente, Corno d’Africa) accompagnando il padre agronomo in alcune missioni FAO. In particolare un viaggio in Etiopia nel 2008 ha costituito per lui un vero momento epifanico per la fotografia. Da quel momento cresce in lui l’esigenza di raccontare attraverso le immagini le sue esperienze, gli incontri, gli aspetti socio-antropologici dei Paesi meta dei suoi viaggi. Ha realizzato reportage in Libano, Sud Africa, Etiopia, Egitto, Sri Lanka e numerosi Paesi europei. Alla fotografia reportagistica con gli anni aggiunge ricerche visive sul paesaggio e sul tema dei 'nonluoghi'. Nel luglio 2012, a Bruxelles, viene insignito del primo premio del concorso internazionale 'Images of Rural Europe' da parte del Commissario europeo all’Agricoltura e allo Sviluppo Rurale, Dacian Ciolos. Ha esposto i suoi reportage in Italia e all’estero (Sri lanka, 2012). Attualmente è studente di Ingegneria Meccanica al Politecnico di Bari, impegno a cui accosta la grande passione per la fotografia.


Maria Pansini nasce nel 1974 a Terlizzi (Bari); si laurea a Bari in Lettere moderne, con una tesi in Antropologia sociale sul popolo Kurdo. Le regalano una macchina fotografica, primo istinto: viaggiare! L’Europa dell’Est la sua prima meta: Praga, Vienna, Budapest, Berlino. A Praga scatta il suo primo rullino bianco e nero. In quei giorni visita la mostra di Josef Koudelka… una folgorazione. Parte per Milano e frequenta per due anni il CFP BAUER, storica scuola di fotografia. Collabora, come assistente, con il fotografo Pino Ninfa nel campo della musica e dello spettacolo; realizza un reportage del tour Razmataz di Paolo Conte e un progetto sul Carcere di San Vittore, dove intanto insegna Lettere. Dopo 8 anni di vita milanese decide di trasferirsi nuovamente a Sud: una questione di luce. Qui inizia la collaborazione con la galleria ADSUM, realizzando la prima personale ‘Incidenti mediterranei’, oltre che numerose altre esposizioni collettive. Entra in contatto con il Museo della Fotografia presso il Politecnico di Bari, dove tiene delle lezioni e cura progetti e mostre (Racconti della città vecchia, Bari 2012). Attualmente insegna Storia e critica della fotografia presso la scuola Fproject di Bari, tiene workshop sul linguaggio fotografico e organizza eventi legati alla diffusione della cultura e dell’arte fotografica.

12.12.2013
Vito Stano