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giovedì 21 maggio 2020

Discarica abusiva e allevamento insalubre: un denunciato in provincia di Bari. Liberate 11 tartarughe protette: una denuncia

La vita lentamente riprende dopo l'emergenza sanitaria che ci ha tenuti tutti, o quasi tutti, fermi in casa. In realtà le operazioni di controllo dei Carabinieri non si sono mai interrotte e numerosi sono stati gli arresti effettuati durante il lockdown. 


La notizia di oggi è relativa ad un intervento dei Carabinieri in due distinte abitazioni site nelle campagne di Ceglie del Campo. Nella prima hanno scoperto una discarica abusiva di 10 mila mq, ove era in atto la combustione di rifiuti pericolosi costituiti da materiale plastico/ferroso di vario genere e, sempre nello stesso terreno, hanno trovato 8 equini (cavalli, pony e asini)11 ovini (capre e pecore) e 72 volatili (piccioni, galline e oche), allevati in modo insalubre e sul sedime della medesima discarica. Il proprietario della abitazione, pluripregiudicato 48enne, è stato denunciato per realizzazione discarica abusiva, combustione di rifiuti pericolosi e per maltrattamento di animali.


Nella seconda abitazione, invece, i militari hanno trovato 11 tartarughe appartenenti ad una specie protetta, quindi hanno denunciato il possessore, un 59enne pluripregiudicato, per illecita detenzione animali protetti. Le testuggini sono state sottoposte a sequestro e acquisite dal nucleo CC Forestali CITES per il successivo affidamento ad un ente autorizzato.

mercoledì 12 febbraio 2014

Animali in cattività. Giraffa uccisa e data in pasto ai leoni in uno zoo di Copenaghen

Ricordo che da piccolino con i miei fratelli e i miei genitori andammo a vedere gli animali allo zoo di Fasano, in provincia di Bari. All'epoca non conoscevo cosa significasse la locuzione animale in cattività. Ma una cosa la ricordo bene, non mi divertii per niente. Indubbiamente è stata un'esperienza formativa, che in qualche modo lego anche alla vicenda dei circhi che prevedono spettacoli con animali ammaestrati, ma quella esperienza posso dire che è stata l'occasione per iniziare una lunga riflessione sulla vita dietro le sbarre degli animali cosiddetti esotici. Tutto ovviamente al solo scopo di produrre utili. La vita sofferente in gabbia di grandi carnivori o erbivori per divertire ignari bambini. Non credo affatto alla barzelletta della tutela delle specie. Le bestie rinchiuse soffrono. E questo dovrebbe bastare per cambiare questo sistema di sfruttamento della vita a scopo di lucro. Questa storia mi è tornata alla mente quando su RaiNesws24 ho ascoltato con apprensione la fine ingloriosa che è capitata alla giraffa Marius nello zoo di Copenaghen. La vita di questo giovane esemplare di giraffa si è interrotta bruscamente, con un colpo di pistola perché era il frutto di un accoppiamento tra consanguinei. Questa cosa avrebbe, secondo il direttore dello zoo, potuto creare problemi alla perpetuazione della specie. Ai responsabili di questa azione scellerata non è bastato uccidere la giraffa sotto gli occhi di decine di bambini visibilmente scossi dello spettacolo, costoro hanno fatto a pezzi il corpo senza vita dell'esemplare e l'hanno dato in pasto ai leoni presenti anch'essi nella struttura della capitale danese. Questa è la storia. L'Unione Europea ancora una volta compare come protagonista al negativo nella vicenda: la bestia stante alle norme comunitarie non poteva essere trasferita in altra struttura,  né tantomeno castrata.

Ovviamente in rete, com'era prevedibile, sono state create petizioni: segnalo  a proposito quella promossa da Rosella Sguerrini che vuol gridare al mondo «basta agli abusi sugli animali e sul potere dell'uomo di decidere sulla vita di poveri animali in cattività. Firmiamo perché sia fatta». Le email sono indirizzate al primo ministro danese Helle Thorning-Schmidt e al direttore dello zoo di Copenaghen Bengt Holst. È importante precisare che la giovane giraffa non è stata soppressa con un’iniezione letale, perché in tal caso la sua carne sarebbe stata contaminata. La sua vita è finita non per la legge della natura, ma per quella dell’uomo. La sua colpa? Come detto, la sua colpa è stata quella di essere stata frutto di un rapporto endogamico (tra esemplari parenti). Questo principio è vietato dalle regole degli zoo europei: anche per questo sono state inutili le proposte fatte da altre strutture del Vecchio Continente che si erano offerte di adottarlo.

«A nessuno  si legge nel testo della petizione sulla piattaforma Firmiamo.it – è importato che l’animale godesse di ottima salute. Neanche per meritarsi la castrazione, altra opzione prevista per impedirgli di riprodursi. A nulla soprattutto sono valse le migliaia di firme raccolte in un petizione online con la quale si chiedeva di non uccidere il cucciolo. Bengt Holst, direttore scientifico dello zoo, ha spiegato che i geni di Marius sono già ben rappresentati tra le giraffe dello zoo».  

«Eliminarlo è necessario – ha detto alla BBC  per evitare la consanguineità nel gruppo e mantenere bene la popolazione delle giraffe. Se tutte le specie si riproducono bene, poi si deve accettare che ci sia un surplus di animali che non possono essere inclusi nella catena genetica senza causare problemi di consanguineità».

Per chi ha promosso la petizione quelle del direttore dello zoo sono «scuse per racimolare carne da dare ai felini affamati: bastava castrare il cucciolo e consentirgli di vivere la sua vita, anche se in cattività. Cosa ancora più grave è stato lo spettacolo dell'uccisione esposto anche ai bambini: davvero disgustoso! Diciamo basta agli abusi sugli animali e sul potere dell'uomo di decidere sulla vita di poveri animali in cattività».

Emblematica la dichiarazione del direttore dello zoo di Copenaghen. Parlare di surplus è quanto di più squallido si possa fare. Abbattere un esemplare in salute per una ragione discutibile e giustificare l'azione con l'eccesso numerico della specie nella struttura. Se questo è un uomo, parafrasando Primo Levi, dovrebbe ricordare che la vita umana o animale che sia non può essere ridotta a codificazioni giuridiche o peggio ancora a definizioni economicistiche. La vita va rispettata sempre. Del resto la "formativa" lezione data ai bambini che hanno assistito al macabro spettacolo la dice lunga sulla necessità di rieducare gli adulti al rispetto del prossimo prima che siano loro a "educare" le nuove generazioni.  

12.02.2014
Vito Stano

martedì 24 dicembre 2013

Commercio illegale. Ritrovati resti di animali protetti presso la Curia di Foggia

Nell'Africa nera se dici Big Five chiunque intenderà compiaciuto, altri vorranno vendere statuette in legno o batik nei quali sono ritratte le giornate o le pose dei grandi elefanti africani, dei velocissimi leopardi, dei pladici leoni, dei pesanti bufali o dei massicci rinoceronti. Invece in Italia, così come in molti altri Paesi del mondo, quando dici leopardo viene in mente un tessuto leopardato e non il runner della savana. Se dici elefante, immediatamente vien da pensare all'avorio e alle zanne strappate dalla viva carne del grande mammifero. Averli visti in più occasioni, crea di fronte ad una insolita notizia, come quella che vado a raccontare di seguito, una rabbia soffocata, inspiegabile ai meno sensibili.    

Durante dei lavori di rifacimento, affidato alle cure del Corpo Forestale dello Stato, di alcuni locali adibiti a magazzini di proprietà della Curia provinciale di Foggia, sono stati rinvenuti in alcuni scatoloni numerose parti di esemplari di animali protetti. Dopo la stupefacente scoperta il caso è passato nelle mani degli agenti della CITES di Bari, i quali hanno riconosciuto zanne d’avorio di elefante africano, statuette di piccole dimensioni anch’esse in avorio, una zampa d’elefante africano svuotata internamente e decorata, carapaci di tartarughe di mare di grosse dimensioni, pelli di boa, pelle di ghepardo, scorpioni e ragni in vetro. Tutti i resti animali, del valore commerciale di circa 50mila euro, risalenti probabilmente agli anni Sessanta, in passato sono stati addirittura esposti a San Giovanni Rotondo in una mostra dedicata alle missioni in Ciad.

Gli uomini della CITES di Bari hanno ovviamente identificato gli esemplari, che sono risultati essere tutti protetti dalla normativa Internazionale CITES che regola il commercio e la detenzione di esemplari protetti in via di estinzione vivi o morti o parti di essi. Secondo tale normativa la detenzione di quanto ritrovato deve essere autorizzata da certificazioni rilasciate dal Corpo Forestale dello Stato sulla base di documentazione che ne attesti la legale acquisizione.


La vicenda si è conclusa con il sequestro da parte degli agenti del CITES di Bari, e l'affidamento temporaneo ad una struttura della Forestale di Martina Franca al fine di essere utilizzati a scopo didattico, in attesa della destinazione definitiva del giudice. 

24.12.2013
Vito Stano

giovedì 5 dicembre 2013

Alta Murgia. Denunciato pensionato 76enne per aver massacrato cane a picconate

Il cane in questa foto non è quello di cui raccontiamo nel pezzo
Foto google.com
L'Alta Murgia è un territorio aspro e, a volte, la storie che la riguardano sono dure come le pietre che la caratterizzano. Questa che racconto è la storia di una bestia, che ha incontrato sulla sua strada un uomo. 

La bestia in questo caso è un cane libero, un cosiddetto randagio. L'uomo è un pensionato 76enne di Minervino Murge. Quest'ultimo è stato denunciato in stato di libertà perché accusato di aver ucciso a picconate un inerme cagnolino randagio, “reo” di avergli calpestato l’orto. L'uomo, denunciato a piede libero come previsto dal recente articolo 544 bis del Codice penale, si è scagliato contro la povera bestia massacrandola dopo averla assicurata ad un palo. La scena raccapricciante è stata offerta agli sguardi atterriti di alcuni passanti, che hanno avvisato i militari dell'Arma.


Gli accertamenti eseguiti dai carabinieri hanno permesso di appurare che l’anziano, infastidito per la presenza nel proprio orto di un cane randagio, avrebbe dapprima tentato di allontanarlo scagliandogli contro diverse pietre e successivamente, considerato che l’animale è rimasto sul posto, ha pensato di legarlo ad un palo per poi colpirlo varie volte con un piccone. Il povero animale a causa delle ferite riportate è deceduto sotto gli occhi atterriti di alcuni testimoni che immediatamente hanno telefonato al numero di emergenza 112 allertando i carabinieri della locale Stazione. I militari, giunti sul posto, non hanno potuto far altro che constatare la morte dell’animale. Nel corso della perquisizione domiciliare eseguita i carabinieri hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro il piccone utilizzato per l’insano gesto.

La debolezza dell'uomo è dimostrata da gesti come questo. A volte appartenere alla stesse specie di uomini di tale fattezze provoca una vergogna senza pari.

05.12.2013
Vito Stano

giovedì 3 ottobre 2013

Leone attacca il domatore durante lo spettacolo al circo - Vedi il video

Babbuini in the National reserve of the Samburu, Buffulo Springs and Shaba
(Kenya Settentrionale) - Foto Archivio Vito Stano 
© 2013 
 
Altre volte mi è capitato di scrivere di circhi, questa volta colgo l'occasione stimolato da un video intercettato su facebook.com, che linko qui, che mostra in tutta la sua crudezza quanto questi spettacoli con animali, anche feroci, siano una vergogna per gli uomini e le donne che ci guadagnano, oltre che per gli spettatori che vi assistono.

Forse un po' tutti siamo stati accompagnati da piccoli a vedere uno spettacolo al circo e certamente ci siamo anche divertiti, ma da piccoli evidentemente non avevamo la consapevolezza di come gli animali, specie i leoni o gli elefanti, o altri animali originari della savana africana, soffrissero per la vita si sfruttamento a loro riservata.

Dopo un'esperienza in Kenya, durante la quale ho potuto osservare le bellezze della natura e con loro anche alcuni esemplari di elefanti, giraffe, zebre, struzzi, babbuini e tanti altri ancora, ho compreso, ma non ne avevo certamente bisogno, quanto l'essere umano sia uno sfruttatore senza limiti.

In questo ragionamento avrebbe sicuramente asilo anche la critica relativa alla dieta onnivora, ma in questo post mi limiterò a linkare la pagina fb di Animal Sos, utile per chi volesse intraprendere un percorso di conoscenza rispetto a queste tematiche.

03.10.2013
Vito Stano 

martedì 24 settembre 2013

Alberobello: fiera degli animali per la festa dei Santi Medici e maltrattamenti

Come ogni anno ad Alberobello (Ba), la città dei trulli famosa in tutto il mondo, è in programma la festa in onore dei santi patroni Cosma e Damiano.

Domani, per tutta la mattinata, c'è una fiera orribile, la fiera degli animali. un vero e proprio commercio di anime indifese, torturate, e vendute per essere sgozzate personalmente da alcuni cittadini trogloditi o solo per fare compagnia per qualche giorno a bambini capricciosi, per poi essere buttati via quando il pulcino tanto carino comincia a sporcare troppo.

Gli animali presenti sono trasportati di fiera in fiera in camion, letteralmente ammassati in gabbie orribili; i pulcini, le paperelle… tutti gli animali piccini spesso muoiono e sono calpestati dai loro fratellini. Galline, tacchini, oche, conigli ammassati, impauriti presi per orecchie, zampe, ali. legati e chiusi negli scatoloni per essere trasportati da chi li comprerà per sgozzarli o allevarli. Cani, cuccioli di cani tenuti a terra o in grossi scatoloni senza cibo e acqua (tutti gli animali sono spesso tenuti senza acqua e cibo nelle fiere!). I pesci e gli uccellini, le tartarughe marine... in teche piccolissime o gabbie.. dove diventano zuppa di pesce perché la loro acqua viene cambiata quasi mai! i pappagalli e gli uccellini sono tutti ammassati ovviamente in gabbie piccolissime, come anche i cricetini e tutti quegli animaletti da compagnia temporanea che sfameranno i capricci dei bambini diventandone i loro giocattoli. Le tartarughe marine, spesso sono tenute in bocce dove devono nuotare per ore e ore per poter respirare e tenersi a galla, perché non hanno un supporto che le sostiene in basso! Una volta ho assistito alla scena di una tartaruga marina caduta da in mano al venditore per terra, che l'ha raccolta e rimessa in acqua come nulla fosse accaduto, ferita e morente col guscio rotto! Cavalli, asini, pony, maiali sono tenuti in camion o legati con corde cortissime! frustati ogni santo secondo per non aver fatto nulla! Tutto questo è insopportabile!

Vi prego... vi prego di aiutarli, di essere presenti quel giorno, perché tutto questo può finire solo grazie a noi che ci ribelliamo davanti alle torture di questi animali indifesi! Non lasciamoli soli in mani violente, aggressive e senza sensibilità, vi prego, aiutiamoli!