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martedì 7 aprile 2020

Riserve, bioparchi e zoo: la Natura e i suoi abitanti non più in gabbie ma liberi di posare

L'altra notte, causa insonnia da domiciliazione forzata, mi è capitato di vedere un documentario, nel quale veniva ricostruito l'albero genealogico dei canidi, tra i tanti esemplari che si sono evoluti nel corso dei decenni c'era il Crisocione, il cui antenato sarebbe partito dai territori nord-americani per stanziarsi nelle aree selvagge sud-americane. Poco fa sul portale di informazione scientifica Villaggio Globale leggo di tre esemplari di crisocione nati nel Parco Natura Viva di Bussolengo. C'è da essere felici sicuramente ma ovviamente si pongono anche degli interrogativi relativi alla natura stessa dei luoghi, di certo non degli zoo vecchio stile ma comunque dei recinti umanamente controllati ed aperti al pubblico pagante.

Pinguino@Bioparco-Valencia_Vito Stano@2019
A questo proposito, non troppo tempo fa ho visitato il bioparco di Valencia ed è stato ovviamente bellissimo ritrovarsi quasi vis à vis con i miti a quattro zampe delle savane africane, ma l'esperienza semina anche il dubbio che il profitto, il solito profitto, pianifichi uno stordimento delle coscienze di noi umani-visitatori rendendoci incapaci di pensare in totale autonomia a quello che facciamo. Un bioparco in effetti non assomiglia per nulla ad uno zoo (ne ricordo uno in Puglia davvero aberrante, una esperienza indimenticabile per quanto siano passati almeno vent'anni) ma è sempre un luogo di cattività per animali che dubito abbiano scelto di prestare la loro opera presso il tale bioparco. Piuttosto il tutto appare come la forma edulcorata e ben tenuta del solito vecchio spettacolo esotico che dai primi anni del XIX secolo veniva offerto alla nascente borghesia europea sotto forma di spettacoli circensi o simili. E la conservazione?, certo si potrebbe ovviamente obiettare che la strategia di conservazione di molte specie a rischio estinzione sia dovuta e anzi necessaria realizzarla e dove se non in luoghi dedicati come magari i bioparchi delle grandi città? Non dubito affatto che ci possa essere un nesso (magari approfondirò), ma resta lo sconcerto di fronte ai pinguini al di là di un vetro a Valencia. 

venerdì 11 ottobre 2013

India: i colori dell'anima. Il nuovo libro fotografico di Roberto Cazzolla Gatti

«È come se in India ognuno ritrovasse la propria parte spirituale nascosta. Dispersa in qualche meandro dell'anima e soffocata dalle faccende di una quotidianità ipertecnologica che sta annichilendo l'Occidente». Così si esprime Roberto Cazzolla Gatti nel presentare il suo secondo libro fotografico sull'India («India. I colori dell'anima») dopo quello sull'Indonesia.
Il volume di 119 pagine con 111 foto, è in formato ebook (costo 5 euro) ed è edito da Villaggio Globale (www.vglobale.it/e-inoltre/e-book.html). Ma questo non è un libro iconografico ma uno spaccato della quotidianità del pianeta India, con le sue contraddizioni, i colori, la natura e le difficoltà.

Nello stile di Roberto Cazzolla Gatti, Biologo ambientale ed evolutivo con un Dottorato di ricerca in Ecologia Forestale, il suo obiettivo coglie quella marginalità che i grandi reportage non colgono per offrire un'immagine preconfezionata e dimostrare una tesi già avanzata. Lui parte dal basso, dalla vita di ogni giorno, dal paesaggio familiare per gli abitanti, per far rivivere le difficoltà e la bellezza di un modo di esistere lontano da noi ormai molti anni.

(fonte www.vglobale.it)