Il 28 novembre è sempre stata una data
sentita dal popolo barese, soprattutto dagli antifascisti e dagli abitanti di
Bari Vecchia. È l’anniversario della brutale morte che trentacinque anni fa
colpì il compagno Benedetto Petrone, giovane attivista antifascista, morto
dissanguato in piazza Prefettura, a causa di una pugnalata inferta da un
militante del Movimento Sociale Italiano. Benedetto era nato e vissuto a Bari
Vecchia, ben voluto da tutti, negli anni Settanta aveva intrapreso una lotta
contro la costruzione dell’attuale Cep che avrebbe portato allo spopolamento
del borgo vecchio trasportando, come oggetti, il ceto popolare dal centro alla
periferia della città, come ricordava ieri un compagno dell’Anpi.
Anche quest’anno è stato organizzato
un corteo per ricordare il compagno Benny ma, rispetto agli anni passati, è
stato un corteo molto più sentito e partecipato. Erano presenti non solo le
forze antifasciste baresi ma sono arrivati compagni e compagne da tutta la
Puglia. Il tema della manifestazione è stato sicuramente quello della memoria
ma il corteo si apriva con uno striscione che incitava alla liberazione del
compagno Lorenzo, costretto agli arresti domiciliari dal 3 novembre scorso, con
l’accusa di rissa aggravata. Infatti, il primo fine settimana di novembre, la
violenza fascista ha colpito alcuni compagni che sono stati individuati
all’interno di un locale in piazza Mercantile da quella che può essere definita
una vera e propria squadraccia fascista. I sette fascisti, appartenenti
all’area degli Apulia Skinhead, sono entrati nel locale verso le tre del
mattino, armati di cinte e mazze, hanno iniziato a picchiare i compagni che si
son dovuti difendere, una ragazza di 23 anni è stata raggiunta da una cinghiata
in pieno viso, quindici punti di sutura. Questo avvenimento ha fatto sì che il
giorno del 28 novembre fosse sentito da tutti come un giorno di unione tra
tutte le forze antifasciste pugliesi per rispondere ad una violenza brutale e
ingiustificata, la stessa che il 28 novembre 1977 colpì Benedetto.
Il corteo si è raccolto in piazza
Umberto I, ha inondato le strade di Bari ed è entrato nelle piccole vie del
borgo antico catturando le attenzioni degli abitanti che hanno osservato
stupiti il lungo serpente che sfilava. La rabbia per una violenza
ingiustificata, 35 anni fa come ora, ha spinto i manifestanti a continuare il
corteo anche sotto una fitta pioggia. La manifestazione è terminata verso le
20,30, a seguito di numerosi interventi, tra cui la lettura di un commovente
scritto di Lorenzo.
Oggi come ieri la violenza fascista
non deve passare. Benedetto come Carlo, Stefano, Dux e
tutti gli altri morti vittime di una violenza fascista vivono nelle nostre
lotte. No pasaran!
29.11.2012
Santina Santorsola
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