Sguardi tristi e arrabbiati ma pieni di voglia di giustizia costituiscono il panorama umano contenuto in "Polvere - Il grande processo dell'amianto", documentario di Andrea Prandstraller e Nicolò Bruna. L'epicentro del lavoro è Casale Monferrato e il processo celebrato presso il Tribunale di Torino giunto alla sentenza di primo grado il 13 febbraio 2012.
Sentenza che ha condannato Jean Louis de Cartier e Stephan Schmidheiny, proprietari della Eternit, sono stati condannati a 16 anni di reclusione per disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche. La condanna, pronunciata dal presidente Casalbore, si riferisce ai reati commessi a Cavagnolo e Casale Monferrato. Prescritte invece le condotte relative agli stabilimenti di Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). Lunghissimo l’elenco del risarcimento danni e delle provvisionali per le parti civili: tra questi 4 milioni al Comune di Cavagnolo e 25 milioni per il Comune di Casale, 100 mila euro a Cgil nazionale, Associazione familiari e vittime dell’amianto e Legambiente onlus. Settantacinquemila a Wwf Italia. Undici milioni a Inail. E poi risarcimenti per cifre dai 30 ai 35 mila euro per gli eredi delle vittime. La sentenza riguarda la morte per amianto di 2.191 persone ed è stata accolta in aula da lacrime liberatorie. Hanno pianto, stringendosi l’uno a l’altro, i parenti delle vittime italiane, ma anche gli esponenti delle delegazioni straniere (ilfattoquotidiano.it).
di Vito Stano
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