Nei
giorni scorsi, in seguito alle normali attività di controllo del territorio e in materia di cave, gli uomini del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente
del Corpo Forestale dello Stato di Altamura e del Comando Stazione Forestale di
Corato, hanno nuovamente riscontrato un deposito di ingenti quantitativi di
terreno e altro materiale lapideo (capellaccio) proveniente dall’attività di
coltivazione delle cave, all’interno della cava sita in località Barile del
comune di Ruvo di Puglia, area S.I.C.
(Sito d’Interesse Comunitario) in parte ricadente nel Parco Nazionale dell’Alta
Murgia, bene tutelato per legge ai sensi dell’art. 142 lettera f) del decreto legislativo 42
del 2004. Tali
depositi, realizzati su terreni in parte pascolivi ed in parte boschivi,
avevano raggiunto altezze notevoli tanto da modificare l’orografia del suolo e
coprire totalmente gli alberi presenti nel pascolo e nella zona boscata, che
risultava appositamente spianata e livellata per ricavarne apposito piazzale di
deposito.
Dopo
alcune indagini, partite già alcuni mesi fa, i forestali sono risaliti agli
autori dei depositi, proprietari di parte del piazzale nel quale era avvenuto
il deposito e di un’altra cava all’interno della quale erano in corso lavori di
coltivazione; questi, originari di Trani, non avevano alcuna autorizzazione in
merito ai lavori di trasformazione del territorio (piazzale per deposito) e a
quelli di esercizio dell’attività di cava (scaduta nel 2009).
Pertanto,
è stata accertata la realizzazione abusiva del piazzale con relativa
distruzione della vegetazione pascoliva e boschiva, con modifica dello stato
dei luoghi attraverso il cambiamento orografico e la destinazione d’uso delle
aree naturali. Inoltre si è accertata l’attività abusiva di cavazione in area
protetta senza le prescritte autorizzazioni regionali, il nulla osta dell’Ente
Parco dell’Alta Murgia e le autorizzazioni paesaggistiche. Per
la gravità dei fatti sopra esposti e per evitare la commissione di altri reati,
l’intera area oggetto di lavori illeciti è stata sottoposta a sequestro
preventivo. Denunciato all’Autorità Giudiziaria il rappresentante legale e
proprietario della cava, responsabile dei depositi abusivi.
Nella
stessa località ma su particella differente, i forestali hanno riscontrato la
presenza di altra attività abusiva di cavazione da parte di altra ditta,
eseguita in area protetta e senza le prescritte autorizzazioni regionali e
paesistico ambientali. Anche
in questo caso, visto il pericolo che la libera disponibilità delle cose pertinenti al reato possa aggravare le
conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati, l’area
oggetto di lavori illeciti è stata sottoposta a sequestro preventivo ed è stato
deferito all’A.G. il rappresentante legale della stessa ditta, originario di
Trani.
(fonte Corpo Forestale dello Stato - Regione Puglia)
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