giovedì 13 dicembre 2012

Al via il processo sulla centrale Enel a carbone Cerano a Brindisi. WWF e Italia Nostra si costituiscono parte civile al processo di primo grado


Centrale Enel di Cerano a Brindisi - Foto google.com
La questione tarantina non è l'unica che fa discutere in Puglia. La città di Brindisi è l'altro capoluogo di provincia (ancora per poco) che ha subito negli scorsi anni la "fortuna" della grande industria. Soltanto ieri, si legge in un comunicato diramato dal WWF Italia, «si è tenuta la prima udienza relativa al processo sulla centrale a carbone Enel Federico II di Cerano a Brindisi, che vede imputati diversi dirigenti dell’Enel per l’inquinamento provocato dalla dispersione  di polveri di carbone nei terreni intorno al nastro trasportatore e al carbonile scoperto, di circa 125mila mq, dell’impianto pugliese. Il tutto omettendo di adottare e proporre soluzioni per scongiurare la ripetuta diffusione di polveri di carbone oltre il recinto aziendale, come ad esempio la copertura del parco carbone, la stabile chiusura del nastro trasportatore ed altri accorgimenti che potevano ridurre le dispersioni delle sostanze inquinanti. Con tale - continua - comportamento le polveri hanno invaso le aree agricole e residenziali circostanti, provocando non solo un danno all’ambiente  ma anche alle attività agricole e all’economia locale, oltre che a determinare un rischio per la salute dei residenti. L’avvocato Antonio Caiulo, si è presentato in rappresentanza di WWF e Italia Nostra presso il Tribunale di Brindisi per la costituzione di parte civile nel medesimo processo»

«Sono pervenute tante richieste di costituzione da parte di enti pubblici, associazioni ambientaliste e di consumatori, oltre che di privati cittadini - fa sapere l'associazione ambientalista -. Il WWF auspica che con l’avvio del processo, la cui prossima udienza si terrà l’8 gennaio, si rafforzi ulteriormente nelle istituzioni, nelle Autorità competenti e nell’opinione pubblica in generale la consapevolezza delle gravi conseguenze per l’ambiente, la salute e l’economia di politiche industriali ed energetiche ormai obsolete, inutili e dannose come quella del carbone. Soprattutto a partire dalla Puglia che, su diversi fronti (non ultimo l’Ilva di Taranto) si trova a combattere contro l’emergenza ambientale. Per questo il WWF Italia, con la propria campagna No al carbone, Sì al futuro, invita a firmare la propria petizione contro le centrali carbone in Italia su wwf.it/stop carbone».

Dunque non solo Taranto ha la sventura in Puglia di poter diventare l'icona dell'inquinamento anziché del vivere bene, purtroppo di situazioni al limite ce ne sono e forse a causa della gravità della quotidianità tarantina potranno emergere per emulazione o riflesso condizionato.


(fonte Ufficio Stampa WWF Italia)

13.12.2012
V.S.

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