Domenica mattina migliaia di
persone in più di 110 città di 36 Paesi nel mondo sono salite in sella alla
propria bicicletta per partecipare alla prima ‘Pedalata Polare’ della storia organizzata da Greenpeace per la
campagna Save The Arctic.
Dall'Inghilterra all'Argentina, dall'India all'Italia i ‘Difensori dell’Artico’ hanno pedalato
attraverso i luoghi più iconici delle proprie città. In Italia, migliaia di
biciclette hanno percorso le strade di Bari, Catania, Milano, Napoli, Roma e
Verona per ricordare a tutti l’urgenza di salvare l’Artico da colossi del
petrolio come Shell e Gazprom.
A Bari circa cinquecento ciclisti
si sono dati appuntamento a via Sparano, dove i volontari dell’associazione
hanno consegnato palloncini, adesivi e mascherine per decorare le bici e hanno
dato vita ad attività a tema polare per grandi e piccoli. Alle ore 11,30 è
partita la pedalata che ha attraversato via Sparano, corso Vittorio Emanuele e
tutto il Lungomare fino a Punta Perotti, dove i ciclisti si sono fermati per
una pausa musicale in compagnia della CycleBand. Subito dopo il lungo
serpentone di bici è rientrato al gazebo in via Sparano per la conclusione
dell’evento, tra le note della CycleBand e il saluto a tutti i partecipanti
alla Pedalata Polare.
Con questa pedalata abbiamo portato i 'Difensori dell’Artico' sulle strade di tutto il mondo per ricordare a Shell e agli altri giganti del petrolio che il movimento Save the Arctic sta crescendo e non si fermerà finché non cesseranno i piani di trivellazione al Polo Nord. L’Artico è importante per il clima terrestre e deve essere protetto per non mettere a rischio tutti gli abitanti del nostro pianeta.
L’iniziativa si è svolta in
prossimità del raggiungimento del livello minimo annuale dei ghiacci artici.
Nel 2012 è stato raggiunto il triste record del minimo storico dei ghiacci e, anche
quest’anno, gli scienziati prevedono un nuovo allarmante livello che potrebbe
essere tra i cinque più bassi della storia. A minacciare l’Artico non sono solo
i cambiamenti climatici: l’assenza di ghiaccio ha aperto nuove vie di transito
per la ricerca e l’estrazione di petrolio a latitudini estreme scatenando una
vera e propria corsa all'oro nero. I ghiacci dell’Artico si stanno sciogliendo
rapidamente davanti agli occhi di tutti: dove prima c’erano vaste distese di
ghiaccio, ora c’è il mare aperto e le piattaforme delle compagnie petrolifere
senza scrupoli stanno avanzando. Questa è un’emergenza planetaria e noi non
staremo a guardare.
(fonte Greenpeace Bari)
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