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Guido Barilla - Foto Charge.org |
«Caro Guido Barilla,
Ricordo i primi spot televisivi
di Barilla, a cui ho partecipato non
solo come attore ma anche come autore dei testi e della sceneggiatura nonché
del montaggio. Ebbero un enorme successo e, in quel tempo, ho avuto anche l'occasione di conoscere
Pietro, vostro padre. Una persona piena di creatività ed intelligenza, appassionato
d'arte e di cultura. In quegli spot abbiamo raccontato di prodotti che sono
diventati simbolo dell'Italia e degli italiani tutti, nelle nostre case e nel
mondo. La pasta soprattutto è sinonimo d'Italia, di casa e di famiglia. Per
tutti.
Ecco: oggi il nostro Paese è fatto di tante famiglie unite solo
dall'amore delle persone che ne fanno parte. Amore che non è in
grado di discriminare, che non ha confini: e l'amore, in tutto il mondo, può
nascere tra un uomo e una donna, due donne, due uomini. Sull'amore si fonda una
famiglia, quella che la vostra azienda racconta nella sua
comunicazione. Sull'amore si fonda una casa.
Alla domanda sul perché la sua azienda non faccia spot pubblicitari con famiglie gay,
lei ha risposto: «Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale. Noi
abbiamo un concetto differente rispetto alla famiglia gay. Per noi il concetto
di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale dell'azienda». Poi, in
seguito alle polemiche che si sono scatenate, ha specificato: «Volevo
semplicemente sottolineare la centralità del ruolo della donna all'interno
della famiglia». E ancora: «Ho il massimo rispetto per qualunque persona, senza
distinzione alcuna. Ho il massimo rispetto per i gay e per la libertà di
espressione di chiunque. Ho anche detto e ribadisco che rispetto i matrimoni
tra gay. Barilla nelle sue pubblicità rappresenta la famiglia perché questa
accoglie chiunque e da sempre si identifica con la nostra marca».
Ecco, Guido. La sua azienda
rappresenta l'Italia: nel nostro Paese e in tutto il mondo. Un'Italia che è fatta anche di coppie di fatto, di
famiglie allargate, di famiglie con genitori omosessuali e transgender. Ecco perché le chiedo di cogliere questa occasione e di
ritornare allo spirito di quegli
spot degli anni '50 dove io stesso interpretavo uno spaccato della società in
profondo mutamento. Ecco perché le chiedo di uscire dalla
dimensione delle polemiche e farsi ambasciatore della libertà di espressione di
tutti.
Mi appello a lei, caro Guido, perché ha modo di ridare
all'Italia di oggi la possibilità di rispecchiarsi nuovamente in uno dei suoi
simboli e alla sua azienda di diventare ambasciatore di integrazione e voce del
presente. E chiedo quindi che lo faccia con le prossime campagne
pubblicitarie del gruppo Barilla, dove la famiglia potrà finalmente essere
rappresentata nelle sue infinite e meravigliose forme di questi nostri tempi.
Come ho già scritto: «Buttiamoci con la testa sotto il
getto del lavandino e facciamo capire ai briganti che qui siamo ancora in molti
in grado di dimostrare di far parte di un contesto di uomini e donne libere e
pensanti».
Dario Fo
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