Visualizzazione post con etichetta wwf. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta wwf. Mostra tutti i post

martedì 3 settembre 2013

Degrado e spreco in area SIC Murgia dei Trulli. La denuncia del WWF

Molte volte ci siamo occupati di degrado e vandalismo, in particolare abbiamo riempito molte volte lo spazio su questo blog e ancor prima su altre pubblicazioni per richiamare l'attenzione sulla Foresta Mercadante. 

Ovviamente il nostro interesse non è particolare e miope, anzi. Pertanto riteniamo opportuno dare spazio alla denuncia che il WWF di Conversano e Monopoli hanno fatto relativa al degrado delle strutture realizzate in area SIC IT9120002 ‘Murgia dei Trulli’ con fondi PO/FESR 2007/2013 – Asse 4 – Linea di intervento 4.4 – azione 4.4.3.

Gli ambientalisti denunciano «lo stato di abbandono delle strutture realizzate appena un anno fa nell’ambito dei lavori di realizzazione di cartellonistica, bacheche informative, sentieri panoramici e aree di sosta del SIC 'Murgia dei Trulli' (fondi PO/FESR 2007/2013 – Asse 4 – Linea di intervento 4.4 – azione 4.4.3), su committenza del Comune di Monopoli (in qualità di Ente capifila) e dei Comuni di Alberobello, Fasano, Castellana Grotte e Locorotondo, per un ammontare complessivo di 413.347,16 euro».

Le associazioni, del resto, insistono sull'inutilità di alcune opere, in particolare alcune aree di sosta, «che – denunciano – non saranno mai utilizzate dai turisti trovandosi in aree inaccessibili a mezzi ciclabili o ai pedoni». Invece «una parte dei fondi utilizzati – si legge nella nota – avrebbero dovuto essere spesi per opere concrete di conservazione dei biotopi e delle biocenosi del sito, al momento attuale le suddette opere versano in uno stato di completo abbandono».

A parte la cattiva gestione della spesa, il WWF di Conversano e quello di Monopoli invitano a riflettere sulla mancanza di testi nelle apposite bacheche ad un anno dall'impianto delle strutture informative. Intanto le principali emergenze del SIC restano ad oggi irrisolte, come ad esempio la presenza di grosse e pericolose discariche di rifiuti di ogni genere (come quella di località ‘Gravina della pergola’ in territorio del Comune di Monopoli, denunciata più di tre anni fa).

«Riteniamo  concludono gli ambientalisti – che in un Sito di Importanza Comunitaria, più che ad opere di facciata e di rappresentanza quali chilometri di staccionate, casette in legno che sono destinate al degrado e all’abbandono dopo soli pochi mesi dalla realizzazione, si dovrebbe maggiormente puntare alla tutela e conservazione degli habitat e delle biocenosi in essi presenti, rispettando quanto enunciato dal Piano di gestione del SIC, approvato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 1615 del 8 settembre 2009, con riferimento alle azioni di conservazione e gestione previste nel capitolo 9 (Strategie di gestione)/paragrafo 9.6 (azioni di gestione)».

03.09.2013
Vito Stano

lunedì 2 settembre 2013

Squalo capopiatto preda casuale a Monopoli. Il WWF stigmatizza l’episodio

Squalo capopiatto - Foto google.com
Mercoledì 28 agosto a Monopoli un peschereccio della marineria cittadina ha portato a casa una preda d’eccezione, un grosso squalo lungo sei metri e pesante tre quintali, inizialmente identificato dalla stampa come Squalo elefante o Cetorino (Cetorhinus maximus). L’evento ha creato un grande clamore mediatico in città: i pescatori, euforici ed orgogliosi per la pesca eccezionale, sono stati accolti in porto come ‘vincitori’ da un vasto pubblico acclamante e incuriosito che affollava la banchina per assistere alle operazioni di trasferimento a terra del grosso pesce. Le cronache raccontano che l’esemplare sia rimasto impigliato tra le reti utilizzate per la pesca a strascico e che quando è stato issato a bordo era ancora vivo e si ‘muoveva con una forza mostruosa’, come ha dichiarato l’armatore del peschereccio.

Non sappiamo se le operazioni di riconoscimento dello squalo siano state eseguite da parte delle autorità competenti, ma se fosse stata confermata l’iniziale identificazione come ‘Squalo elefante’ i pescatori avrebbero corso il rischio di manipolare l’esemplare di una specie protetta dalla legge e quindi di svolgere operazioni illegali di pesca e perseguibili anche penalmente. Lo Squalo elefante, infatti, è una delle specie di squalo più rare e minacciate al mondo, ed è protetto dal CITES (App. II – All.B), dalla Convenzione di Berna (App. II) e dalla Convenzione di Barcellona (All. 2). Questo vuol dire che la specie non può essere oggetto ne di pesca ne di commercializzazione e, in caso di catture accidentali (come pare sia il caso di Monopoli), i pescatori hanno l’obbligo di adoperarsi per salvare l’animale invece che di issarlo a bordo e ucciderlo. Nel caso poi l’animale venga issato a bordo già morto, c’è l’obbligo di darne immediata comunicazione agli organi preposti. Buon per loro che si trattasse di uno Squalo capopiatto (Hexanchus griseus), specie che purtroppo non gode delle protezioni riservate allo Squalo elefante, ma che risulta pur sempre in via di estinzione, come tutti gli squali. 

Gli squali sono animali che discendono da antenati preistorici, più dei dinosauri e i fossili più antichi risalgono a oltre 400 milioni di anni fa. Il loro ruolo negli ecosistemi marini è fondamentale e insostituibile: essendo infatti dei predatori al vertice delle catene alimentari, mantengono gli equilibri ecosistemici, eliminando gli individui deboli o malati e garantendo la salute delle popolazioni delle loro prede. Numerose sono ad oggi le problematiche di conservazione che riguardano questi importantissimi predatori, tanto che, come già detto, risultano in forte declino in tutto il mondo, decimati dalla pesca industriale o perché considerati inutili e dannosi o ancora per via di superstizioni stupide e infondate (carni afrodisiache ecc.); devono inoltre affrontare numerose altre problematiche legate alla distruzione degli habitat, all’inquinamento (compreso quello acustico), alla riduzione numerica delle prede ecc.

Tornando all’episodio sopradescritto, probabilmente i protagonisti del teatrino mediatico non erano coscienti né di potersi trovare potenzialmente di fronte a una specie protetta, né dei ruoli e dello status di conservazione che riguarda tutte le specie di squalo. Niente paura, il caso ha voluto che i nostri pescatori possano stare tranquilli, almeno per questa volta, ma la folla autrice delle inspiegabili quanto inopportune acclamazioni nello scenario del porto dovrebbe meditare su quanto accaduto e prendere coscienza della gravità dell’episodio. Si sappia che la cosa più corretta da fare in simili casi è quella di impegnarsi per salvare l’animale, così come si dovrebbe fare per le tartarughe marine e altre specie protette, e non certamente acclamare la sua morte, perché salvare uno squalo equivale a contribuire alla salvaguardia delle popolazioni ittiche che sostengono l’economia di una città marinara e contribuiscono in maniera significativa alla tutela dell’ambiente. Per questo stigmatizziamo quanto successo, augurandoci che ci siano controlli più stringenti da parte delle autorità competenti.


(fonte WWF Monopoli - Conversano)

sabato 25 maggio 2013

Stop all'impianto di pali eolici nella Riserva dei Laghi di Conversano

La Regione Puglia rigetta l'istanza della società Erg Eolica Italia. Plauso del WWF Puglia. È ufficiale: il parco eolico nella Riserva dei Laghi di Conversano (Bari) non si farà. Lo rende noto la stessa Regione Puglia, nel Bollettino Ufficiale 55 del 18 aprile 2013. Il progetto prevedeva l'installazione di impianti eolici in un'area ricadente all'interno dei Comuni di Conversano, Turi, Putignano, zona a forte valenza paesaggistica e naturalistica.

«È opportuno evidenziare che gli impianti sarebbero stati realizzati a poche centinaia di metri dal SIC Laghi di Conversano, Riserva Naturale Orientata Regionale laghi di Conversano e Gravina di Monsignore, nonché Riserva Erpetologica dei Laghi di Conversano – dichiara Leonardo Lorusso, presidente del WWF Puglia  . Inoltre, nelle aree buffer e/o esterne al perimetro dei sunnominati SIC e RNOR è presente un territorio che rappresenta fondamentale rete ecologica per le peculiarità naturalistiche presenti nelle aree protette».

Cronistoria
Per comprendere le dinamiche della questione occorre risalire a quando il TAR Puglia-sede Bari (sentenza n. 928/2011) annulla la decisione dell'Ufficio Programmazione politiche energetiche VIA-VAS  della Regione Puglia che, con determinazione dirigenziale n. 180/2010, esprimeva parere sfavorevole di VIA all'impianto eolico voluto dalla società Erg Eolica Italia. Il 19 febbraio scorso la società chiede al Consiglio di Stato la sospensione dell'istruttoria di riesame del progetto nonché la riforma della sentenza del TAR Puglia n. 928/2011. La Regione dà allora avvio al procedimento di riesame della determinazione annullata, coinvolgendo le Amministrazioni interessate, fra cui lo stesso Comune di Conversano. Il 28 febbraio 2013 il Comitato VIA della Regione esprime proprio parere negativo rispetto al progetto. È il 12 marzo quando il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 898/2013, respinge l'istanza cautelare della società (parere negativo assunto con Determina del dirigente dell’Ufficio Programmazione politiche energetiche VIA-VAS della Regione Puglia nr. 68 del 13 marzo scorso.

Il parere del WWF
«Nella succitata Determinazione n.180/2010 precisa ancora il presidente del WWF Puglia  sono contenute argomentazioni che si condividono in toto e che si ritengono motivazioni valide e contingenti al fine di evitare l'installazione dei proposti impianti eolici». 

In particolare l'associazione ambientalista tiene a ribadire il danno che, iniziative di questo genere, avrebbero apportato per impatto sia visivo che paesaggistico, ma anche su flora, fauna ed interi ecosistemi.

Il WWF da tempo si impegna per la conservazione del rospo smeraldino nella Riserva dei Laghi di Conversano, e per altre preziose popolazioni di erpetofauna, ornitofauna e avifauna. Inoltre, lo stesso territorio, ospita culture agricole di alta qualità: si pensi alla produzione della denominazione di origine controllata dell'Olio extravergine di oliva 'Terra di Bari', piuttosto che all'Indicazione Geografica Protetta 'Uva di Puglia' o alla 'Ciliegia di Terra di Bari'.

giovedì 2 maggio 2013

Giornata pugliese dell'escursionismo: 11 e 12 maggio Castel del Monte


L'escursionismo non è più solo, da qualche anno ha trovato molti amici e simpatizzanti. Quest'anno, come da otto edizioni, la Puglia si trasformerà per due giorni e due notti nel regno dei trekkers. Dopo l'ottava edizione svolta l'anno scorso a Cassano delle Murge, questa edizione, la nona, è stata immaginata e programmata per sabato 11 maggio nel territorio più federiciano del Tavoliere: Castel del Monte. 

L'appuntamento, quindi, è presso l'agriturismo Sei Carri. Alla testa dei gruppi, come sempre, l’associazione Club Amici del Trekking di Bari. L’evento, già svoltosi con particolare successo negli anni 2005 ad Alberobello, 2006 presso l’Oasi WWF di Mottola, 2007 a Quasano, 2008 a Castrignano del Capo, 2009 a Pietramontecorvino, 2010 a Ostuni, 2011 a San Pietro in Bevagna e 2012 a Cassano delle Murge, consiste in un raduno regionale dei praticanti l’attività escursionistica e vede il coinvolgimento e la partecipazione della maggior parte delle associazioni escursionistiche pugliesi. 


Per quest’anno la località prescelta è Castel del Monte; il raduno si terrà nei giorni 11 e 12 maggio: la scelta delle località delle passate edizioni, come di quest’ultima, trova giustificazione nella rinomata e indiscussa bellezza naturalistica e paesaggistica della Puglia e nella sua tradizione e ambizione turistica.

Lo scopo della manifestazione è «promuovere l’attività escursionistica in tutte le sue forme e far appassionare i pugliesi». L'intento è di offrire a tutti l’opportunità di avvicinarsi alla pratica escursionistica e di conoscere il territorio pugliese in tutte i suoi aspetti; gli interessi dell’escursionismo, infatti, vanno molto al di là del lato sportivo, che è ne invece l’aspetto assolutamente secondario. Fare escursionismo significa «camminare per conoscere e tutelare» il territorio, la storia, la cultura, le tradizioni e i sapori di Puglia. Il tutto all’insegna di un ambizioso obiettivo, ovvero quello della rivalutazione del territorio e del turismo.


«Questa iniziativa rappresenta una occasione per vedere riunite tante associazioni pugliesi che operano sul territorio, mosse tutte dai medesimi scopi. L’idea nata nel 2005 fu quella di creare una collaborazione fra le associazioni che, in quanto tali, non avendo scopo di lucro, avrebbero favorito lo scambio di collaborazione e conoscenze per una migliore è più completa fruizione del territorio. Nel corso degli anni si è allargata sempre più l’adesione da parte di gruppi escursionistici e ogni singola edizione ha visto la partecipazione di varie centinaia di appassionati. Considerando che tutto ciò è stato fatto con le sole forze economiche e organizzative delle singole associazioni, indubbiamente l’allargamento dell’organizzazione a enti e aziende locali non potrà che dare un maggiore risalto all'evento, con conseguente ritorno di immagine e, in prospettiva per la parte interessata, economico. 

Il campo base è stato individuato, come detto, presso l’agriturismo Sei Carri dove ci sarà la possibilità di allestire una sorta di campo tenda. Possibile l’accesso di camper e disponibilità (fra le tre strutture agrituristiche nel raggio di pochi metri) di circa 50 posti. Le spese di pernotto sono a carico di ogni singolo partecipante. Questa iniziativa è un modo per poter realizzare un proficuo connubio tra mondo dell’associazionismo, amministrazioni pubbliche e aziende locali al fine di valorizzare, nel reciproco rispetto, le potenzialità naturalistiche, paesaggistiche, turistiche e culturali delle località pugliesi».


02.05.2013

Vito Stano

sabato 27 aprile 2013

Stop maltrattamento animali nel circo: a Gioia del Colle un'iniziativa forte


Foto google.com
Qualche giorno fa un circo con gli animali è attendato a Gioia e un elefante ha addirittura sfilato per le vie delle città. A indicare la via al mastodontico animale è stata una buona dose di frustate e scariche elettriche. Molti hanno assistito all’inusuale passeggiata del gigante e agli spettacoli poi proposti dal circo nei giorni a seguire, divertiti ed entusiasti. All’euforia di quest’ultimi ha fatto da contraltare l’indignazione e lo sgomento di molti altri, convinti, invece, che la violenza sugli animali e la loro riduzione in schiavitù sia, più che una forma di divertimento, qualcosa da deprecare e rigettare.

Come a volte, per fortuna, accade, l’indignazione si è fatta azione e ha portato singoli cittadini e associazioni a costituirsi in un ‘comitato per la difesa dei diritti degli animali’, il cui obiettivo è quello di educare alla cultura del rispetto verso gli altri esseri viventi partendo dall’informazione. Pochi, infatti, sanno cosa si cela dietro le quinte dei circhi e quante e quali sofferenze siano alla base di ogni numero e di ogni esercizio svolto dagli animali durante le esibizioni.

È per questo, dunque, che il neonato comitato, in collaborazione con la ‘Lega Antivivisezione’ di Bari, propone per martedì 30 aprile alle 18,30, presso il chiostro del palazzo comunale, una conferenza pubblica dal titolo: ‘Dietro le quinte dei circhi con gli animali: ecco perché vogliamo un circo umano!’.

Interverranno Erica Franco, responsabile del settore Circo della LAV di Bari, e il dottor Vincenzo Celiberti, archeologo preistorico, primatologo e ricercatore gioiese presso il Centre Europé de Recherche Préhistorique de Tautavel in Francia, con un intervento dal titolo ‘I Primati e la scimmia nuda’.

(Comitato per la tutela dei diritti degli animali)

mercoledì 27 febbraio 2013

Reintroduzione di animali selvatici salvati dall'Osservatorio faunistico


Il  WWF Puglia, in collaborazione con l’Osservatorio Faunistico Regionale di Bitetto (Ba), ha in programma per il 28 febbraio una reintroduzione in ambiente naturale di esemplari di fauna selvatica precedentemente curati e riabilitati presso l’Osservatorio stesso.  

L’evento avrà luogo nella splendida cornice dell’Oasi WWF Lago Salso a Manfredonia  (Fg). L’Oasi  è una delle zone umide della Capitanata e gli esemplari  di cui si prevede il rilascio appartengono a questo tipo di ecosistema.  Probabile, fra l’altro, il rilascio di un raro gufo di palude, oltre ad un magnifico esemplare di falco di palude.  

Sono tutti animali trovati feriti o comunque in condizioni non buone e per questo trasportati  immediatamente  presso l’Osservatorio per garantire loro le cure del caso. 

Info: www.oasilagosalso.it - www.facebook.com/groups/lagosalso

tel. 0884 571009

mail lagosalso@wwf.it

domenica 10 febbraio 2013

Scarico dei reflui a Torre Guaceto: ora la Regione vuole trattare


Il WWF: questo dimostra che avevamo ragione noi ad opporci. Un primo passo avanti, ma le soluzioni sono lontane

Il WWF aveva ragione nel chiedere alla Regione Puglia di evitare lo scarico del depuratore a Torre Guaceto, un intervento che avrebbe gravemente danneggiato il prezioso ecosistema dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto.

Dopo il provvedimento monocratico del TAR Lecce, che accoglieva la richiesta del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto di emissione di un decreto urgente di sospensione dell’autorizzazione rilasciata dalla Regione Puglia a favore dell’AQP SpA che avrebbe consentito l’avvio dello scarico delle acque reflue urbane dell’impianto di depurazione del Comune di Carovigno nella Zona A dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto, il TAR Puglia  ha rinviato al 3 aprile prossimo l’udienza, accogliendo la richiesta da parte della Regione Puglia e dell’AQP SPA di voler istituire un tavolo tecnico con tutti i soggetti interessati, al fine di identificare un percorso alternativo allo scarico nell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto.

È questa l’importantissima novità che finalmente blocca tutte le illazioni che l’assessore Amati, a mezzo stampa, aveva recentemente annunciato, prospettando la possibilità che l'AQP SpA potesse attivare l'impianto di trattamento reflui di Carovigno. Il WWF aveva pesantemente stigmatizzato tali affermazioni che, nel caso si fossero concretizzate, avrebbero avuto come conseguenza l’immediata denuncia dei fatti alla Procura della Repubblica di Brindisi.

Il WWF si prodiga per la condivisione e il coinvolgimento di diversi soggetti amministrativi e competenze tecniche, che rappresentano la sinergia ottimale per la tutela del territorio; per questo motivo, al momento siamo soddisfatti che si sia raggiunto l’importante risultato di rimettere tutto in discussione; ma ancora più evidente è il nuovo approccio della Regione che, solo oggi, sia pur con ritardo riflette circa la possibilità di rivedere la decisione di aprire le condotte dei reflui urbani nell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto.

(fonte WWF Puglia)

giovedì 31 gennaio 2013

Bitonto: la discarica nella cava devasterà l'ambiente dell'agro bitontino


L'associazione ambientalista confida nel diniego finale della Provincia di Bari. WWF Puglia: «Non autorizzate lo scempio». Un mega impianto per il recupero di materiali ferrosi e per lo smaltimento di rifiuti in agro di Bitonto (Ba), località Colaianni, rischia di compromettere irrimediabilmente l’equilibrio geologico ed ambientale. Il WWF Puglia boccia senza dubbi il progetto che prevede l'allestimento di una piattaforma integrata per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi con annessa discarica.

Toccherà alla Provincia di Bari l’arduo compito di esaminare la domanda della ditta Fer. Live s.r.l e la questione è resa più urgente dalla richiesta di rilascio dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), provvedimento che autorizzerebbe di fatto la messa in esercizio di detto impianto. Una domanda, a giudizio del WWF, incompatibile con l'attuale impiego di quel sito. «Il Servizio Ecologia della Regione Puglia ha rilasciato giudizio di compatibilità ambientale (VIA) favorevole all’ampliamento della cava di pietra calcarea di proprietà dei fratelli Robles (D.D n. 442/2007, n. 65/2009) – precisa il dott. Leonardo Lorusso, presidente del WWF Puglia –. In tale sito e in altre particelle catastali limitrofe la società Fer.Live, intende ora realizzare l’impianto di smaltimento rifiuti».

Per impedire l’ennesimo disastro ambientale il WWF ha depositato le sue osservazioni contrarie al rilascio dell’AIA, articolate in 25 punti. Ma per capire l'annosa questione occorre fare ancora un passo indietro. La Provincia di Bari aveva già concesso nel 2011 (con D.D. n.858 del 30/12/2011) la VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale) favorevole, procedura che rappresenta l'anticamera verso l'attuazione del progetto. «Anche in considerazione di un'attività di estrazione ancora in esercizio nel sito in questione – continua il dott. Lorusso –, la realizzazione di un nuovo impianto (questa volta di smaltimento rifiuti) costituisce variante progettuale con impatti ambientali diversi da quelli esaminati nel giudizio di compatibilità ambientale rilasciato dalla Regione».

Per questo il WWF si appella ad un difetto di competenza. La Provincia non era l’organo competente al rilascio del suddetto giudizio di compatibilità ambientale in quanto per il sito in questione, trattandosi di variazione progettuale, la procedura di VIA avrebbe dovuto essere esaminata e definita dalla Regione. Per non parlare del fatto che il giudizio della Provincia di Bari non contempla il giudizio dell’ENAC (Ente nazionale per l'aviazione civile), dal momento che l’insediamento dell’attività è posizionato ad una distanza inferiore ai 13 km dal sedime aeroportuale.

Senza appello, poi, il giudizio del WWF sotto il profilo ambientale: «non è possibile che lì sorga una discarica». Prima di tutto – contesta l'associazione in una nota prodotta dinanzi alla Provincia di Bari – perché «il sito su cui si intende realizzare la discarica è attraversato da una ripa di erosione, inoltre il contorno della cava su cui verrà insediato l’impianto di smaltimento lambisce una componente geomorfoidrologica costituita dal corso d’acqua denominato Lama di Macina».

Si tratta, in sostanza, di un sito dalle criticità notevoli, come evidenziato dalla relazione geologica allegata alla richiesta di AIA, che segnala una permeabilità alta del basamento calcareo-dolomitico. «In particolare – aggiunge il presidente del WWF Puglia – per quanto concerne le condizioni di stabilità del sito, sono stati osservati numerosi crolli di frammenti di varia pezzatura e blocchi calcarei. Inoltre è riferito che l’ammasso roccioso si presenta spesso in condizioni di incipiente instabilità. Tali criticità potrebbero innescare, in alcune parti della cava, una frana per scivolamento planare qualora l’ammasso roccioso dovesse essere gravato da automezzi, manufatti e/o strutture oppure a seguito di eventi sismici».

Ora non ci resta che attendere l’atto finale della Provincia di Bari, affinché si possa fermare definitivamente la possibilità di realizzare un impianto così devastante in un territorio già altamente sensibile.

(fonte WWF Puglia)

mercoledì 30 gennaio 2013

Isole Tremiti: il sindaco Fentini apre alla caccia esclusiva degli isolani


Un altro incredibile provvedimento viene licenziato da un ente, il Consiglio comunale delle Isole Tremiti, in spregio alla tutela dell'area protetta e della avifauna che nelle sue rotte vi soggiorna  temporaneamente. A proposito pubblichiamo un comunicato del WWF Puglia. 

Isole Tremiti - Foto google.com
Non più tardi di due mesi fa il WWF Puglia, con un esposto indirizzato al Parco del Gargano, al Corpo Forestale, al Ministero dell'Ambiente, alla Procura della Repubblica di Foggia e alla Regione Puglia, aveva denunciato continui atti di bracconaggio sulle isole Tremiti che venivano perpetrati impunemente e alla luce del sole senza che nessuno degli organi preposti al controllo intervenisse.

Durante i monitoraggi faunistici che il WWF svolge nell'area, gli spari erano stati sentiti, al primo mattino e al tramonto, provenire principalmente dalla parte più alta dell’Isola di San Domino, il Colle dell’Eremita, e da quella vicina al faro. In alcune occasioni gli attivisti del WWF avevano addirittura intravisto i bracconieri intenti a spostarsi a piedi lungo i sentieri di San Domino.

Oggi arriva la risposta agghiacciante del sindaco e del Consiglio comunale: il bracconaggio nelle Diomedee viene di fatto legalizzato. All'unanimità, infatti, l'assemblea comunale ha chiesto l'istituzione di due riserve di caccia per i residenti: una sull'isola di San Domino, l'altra sull'isola di San Nicola. Dopo la denuncia del WWF dunque, invece di reprimere quel triste fenomeno, ecco arrivare il velleitario tentativo del Consiglio comunale di legalizzare ciò che legale non è, confermando implicitamente che amministratori e oppositori conoscono e accettano il bracconaggio in atto nell'arcipelago.

La decisione dell'assise tremitese appare gravissima se si ricorda che la caccia alle isole Tremiti è vietata dal 1995. Con l'istituzione del Parco, infatti, è stato introdotto il divieto di cattura, uccisione, danneggiamento e disturbo delle specie animali stabilito dall'art. 11 della legge quadro sulle aree protette, vigente sull'intero territorio del Parco Nazionale del Gargano a cui le isole Tremiti appartengono. Non può essere quindi una deliberazione di Consiglio comunale a consentire l'istituzione di aree di caccia nell'arcipelago.
In un intervista al giornalista Sergio De Nicola di RaiTre il sindaco Antonio Fentini delle Tremiti, visibilmente infastidito dall'attenzione suscitata dal provvedimento comunale, ha affermato «due aree contigue per poter andare a caccia o con la scusa di poterci andare per fare la passeggiata perché ormai non ci sta più niente. Una caccia autogestita solo per gli isolani, che saranno una quindicina, non credo che possono distruggere la fauna».

In realtà, evidenzia il WWF, come tutte le isole del Mediterraneo, le Tremiti rappresentano dei passaggi obbligati per le migrazioni dell'avifauna tra l'Europa e l'Africa o l'Italia e i Balcani. Per questo la caccia nelle isole rappresenta prima di tutto una bestialità scientifica oltre che una minaccia per gli stessi turisti.

«Le isole Tremiti sono un patrimonio mondiale di proprietà di tutti e non solo dei tremitesi che, semmai, hanno un dovere in più: quello di preservarle per trasmetterle intatte alle future generazioni – dichiara Carlo Fierro presidente del WWF Foggia –. Invece di impiegare tempo prezioso con deliberazioni inammissibili, l'amministrazione comunale farebbe bene ad occuparsi di questioni più urgenti e importanti che oggi incidono negativamente sull'appeal turistico delle isole, come il recupero dell'enorme patrimonio storico-architettonico che cade a pezzi o come la gestione dei rifiuti che è totalmente inadeguata, tanto per fare due esempi. Dalle Istituzioni, in particolare Ministero dell'Ambiente, Parco del Gargano e Regione Puglia, ci aspettiamo un pronto intervento per contrastare la delibera consiliare che ha chiesto l'istituzione delle due riserve di caccia e dal Corpo Forestale dello Stato un deciso intervento per fermare il  bracconaggio nell'arcipelago che costituisce anche una seria minaccia per coloro che, ignari del pericolo, percorrono i sentieri delle isole. Deve essere infatti chiaro a tutti che, anche dopo l'adozione della delibera, l'esercizio della caccia alle Tremiti continua a rimanere un reato».

«Con l'insediamento della nuova amministrazione – conclude Matteo Orsino vicepresidente del WWF Puglia – avevamo sperato in un cambio di rotta del Comune tremitese, già pesantemente provato dall'abusivismo edilizio e dal bracconaggio. Dobbiamo purtroppo prendere atto che si è invece tornati alla solita tiritera contro il Parco, accusato di portare solo vincoli senza sviluppo. Gli amministratori tremitesi dovrebbero però riconoscere che i vincoli sono utili anche a loro, come si sta dimostrando per la vicenda delle ricerche petrolifere in Adriatico, e dovrebbero iniziare ad interrogarsi sulle loro responsabilità circa il mancato sviluppo di cui si lamentano».

lunedì 28 gennaio 2013

WWF Puglia si appella ai Comuni: pianificare per non distruggere


A distanza da un mese dalla pronuncia non favorevole del progetto di realizzazione di 17 pale eoliche in agro di Conversano-Turi-Castellana Grotte da parte del Comitato Regionale sulla Valutazione d’Impatto Ambientale, il WWF ritorna sull’argomento FER (fonti da energia rinnovabile). Innanzitutto vogliamo esprimere un sincero ringraziamento a tutte le istituzioni, Regione in primis, che hanno bocciato un progetto di tale scelleratezza e scarsa contestualizzazione con il nostro territorio. Siamo certi che i tecnici abbiano espresso un parere oggettivo e indipendente da qualsivoglia condizionamento, ma sicuramente, quanto scritto nei verbali, attesta la volontà di preservare il paesaggio e rispettare il territorio. 

L'associazione del Panda è favorevole all’utilizzo  delle FER (solare, eolico) ma è prioritario evitare impatti che, per la produzione  di energie rinnovabile, possano depauperare paesaggi e limitare le azioni di conservazione della biodiversità. Pochi giorni fa c’è stata una dibattuta conferenza  di servizi per un megaparco eolico che vorrebbero realizzare a Manduria; anche in questo caso trattasi di contesti fragilissimi, così come a Conversano. Al momento, pur soddisfatti, del risultato, continueremo a restare vigili sulla vicenda. Come accade nei paesi altamente progrediti, è necessario pianificare e programmare l’uso del territorio. 

Pertanto, vogliamo lanciare un appello alle amministrazioni comunali, specie alle tante amministrazioni che hanno il processo di pianificazione (Piano Urbanistico Generale, Piano Regolatore Generale, Pianto Territoriale di Coordinamento Provinciale) in corso (ad esempio il Comune di Conversano sta redigendo il PUG, la provincia di BAT ha il PTCP in corso), ossia prevedere la non idoneità di alcune aree di alto valore paesaggistico (ambiti A e B del PUTT/P) ivi compresa una fascia di rispetto importante per gli ambiti territoriali distinti; coni visuali e aree di pregio già previste nel nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, aree protette. 

È necessario anche realizzare barriere ecologiche e fasce di rispetto verdi che possano alleggerire gli impatti di insediamenti urbani e produttivi. Inoltre, nella Puglia a vocazione prettamente agricola, devono essere tutelate le colture ricadenti in aree DOP, IGT, DOC al fine di poter rispettare i luoghi e le tradizioni colturali. Con quest’ultima affermazione vogliamo evidenziare come un’associazione ambientalista non intende dire di no a tutto, ma vuole preservare un territorio e, nel contempo garantire un reddito e una produttività di qualità, autentico connubio tra occupazione e rispetto dell’ambiente.

(fonte WWF Puglia)

venerdì 25 gennaio 2013

Centrale a carbone di Brindisi: l’ultima offesa all’ambiente


WWF: Sversate in mare acque contaminate da carbone. Confermata anche dall’ARPA la contaminazione dell’acqua provocata dall’allagamento della trincea del nastro trasportatore della centrale Enel di Brindisi.

Firma la petizione contro le centrali a carbone su stopcarbone.wwf.it

La centrale a carbone ENEL Federico II di Brindisi colpisce ancora: come se non bastasse l’inquinamento dell’aria e della terra che impedisce tuttora la coltivazione dei terreni attorno alla centrale, l’allagamento della trincea del nastro che trasporta il carbone ha causato uno sversamento di polveri di carbone che ha inquinato anche il mare di fronte alla centrale. Tanto da indurre  l’Arpa a bloccare  le idrovore che erano al lavoro per liberare il nastro trasportatore  dall’acqua delle piogge dei giorni passati  poiché, sostiene l’Arpa,  «l’acqua è contaminata da carbone».

Gli scarichi prodotti dalle idrovore dell’ENEL contengono potenzialmente polveri di carbone la cui composizione è oramai ben nota e la cui pericolosità è legata anche alla matrice ambientale che li riceve. Va sottolineato come sia la parte organica che quella minerale delle polveri di carbone rappresentano un rischio per l’ambiente e per la salute; infatti, gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) nella prima e i metalli come arsenico e mercurio nella seconda rendono queste polveri altamente inquinanti.

Eventi simili sono avvenuti anche in altre località con sversamento di polveri direttamente in mare, ma in quei casi l’intervento tempestivo di tecnici ed autorità competenti hanno limitato i danni. La presenza oggi di questi inquinanti nel nostro mare, nei nostri corsi d’acqua e nei terreni corrisponde senza dubbio ad un danno ambientale la cui entità ha una rilevanza molto alta, poiché si tratta di un territorio già altamente fragile, alterato e deturpato e perciò reso poco resistente ad eventi come questi che, seppur limitati nel tempo, hanno avuto pesanti ripercussioni sulla fauna e sulla flora terrestri e marine.

In mare gli inquinanti si diffondono con estrema facilità depositandosi sul fondo e restando in sospensione e con altrettanta facilità entrano nella catena alimentare e, a causa delle le loro proprietà tossiche anche cancerogene, mutagene e teratogene, causano danni diretti alle specie marine, e arrivano sulle nostre tavole. Inoltre scarichi idrici con concentrazioni elevate di polveri possono causare localmente un abbassamento della concentrazione di ossigeno nell’acqua, operando da filtro per la luce e intorpidendo l’acqua. Inutile dire come il ripetersi di queste aggressioni stia compromettendo l’intero ecosistema.

Sembra impossibile che non esista un piano di emergenza ambientale dell’azienda e degli enti pubblici, in caso di eventi climatici, in grado di prevenire l’ennesimo errore umano. Il WWF Italia, insieme alla Sezione  regionale pugliese e quella di Brindisi, continueranno nelle battaglie   legali anche per questo caso, e sono già in azione con i propri  avvocati  per valutare ulteriori denunce o costituzioni in altri procedimenti che dovessero essere avviati dalla  Magistratura   a carico di  Enel.

Il WWF è impegnato a livello nazionale contro le centrali a carbone. Oltre Brindisi, infatti, ci sono altri siti dove il carbone sta mettendo in pericolo non solo l’ambiente e il territorio, ma anche la salute umana e dove il WWF è attivo con azioni legali (ricorsi  e denunce),  di lobby, di informazione.  Dalla Liguria, dove a Vado Ligure l’emergenza sanitaria è ormai conclamata, a Porto Tolle, dove addirittura è prevista una centrale a carbone nel mezzo di un parco, a Saline ioniche,  il tentativo di costruire nuove centrali a carbone a fronte di una overcapacity di produzione di energia elettrica costituisce un pericolo non solo l’ambiente e il territorio, ma anche la salute umana.

(fonte WWF Puglia)

sabato 19 gennaio 2013

I paesaggi geologici della Puglia in mostra a Conversano


Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato stampa relativo alla mostra Paesaggi geologici della Puglia, visitabile a Conversano.

Presso la ex Chiesa San Giuseppe di Conversano (Via S. Giuseppe) dal 19 al 27 gennaio sarà possibile visitare la mostra fotografica sui “Paesaggi geologici della Puglia” realizzata dalla SIGEA (Società Italiana di Geologia Ambientale) Sezione Puglia con il sostegno del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.
L’evento è organizzato dal Comune di Conversano con la collaborazione del WWF di Conversano e la SIGEA Sezione Puglia.
La mostra, con didascalie delle foto in italiano e inglese, è stata presentata a una platea internazionale in occasione del VII Simposio internazionale sul patrimonio geologico che si è tenuto a Bari lo scorso settembre.
Scopo dei curatori della mostra, è stato quello di stimolare la voglia di conoscenza attraverso la selezione di 60 opere che, possano, nel loro insieme, dare un’idea della straordinaria varietà del paesaggio geologico pugliese e dell'integrazione che le attività dell'umanità possano avere con esso.
Le opere raggruppate in tre sezioni, «Paesaggi geologici o geositi», «La geologia prima e dopo l'Uomo» e «Una occhiata al micromondo della geologia», sono una selezione di foto presentate per lo più da appassionati di foto naturalistiche e geologi professionisti, che hanno partecipato alle tre edizioni del concorso fotografico «Passeggiando tra i Paesaggi Geologici della Puglia», iniziativa a cura della sezione pugliese della SIGEA e dell'Ordine dei Geologi della Puglia. Questo set è arricchito da alcune immagini di fotografi professionisti come Cosmo Mario Andriani, Fabrizio De Donato, Mario De Matteo, Saverio Perrini, Antonio Sigismondi e Gianni Zanni.
La mostra sarà inaugurata sabato 19 gennaio alle ore 10.30 con un seminario che prevede il seguente programma.

Saluti da parte
dell’Amministrazione comunale di Conversano e del WWF di Conversano
         Fabio Modesti, Direttore Parco Nazionale dell’Alta Murgia

Interventi
“La geodiversità della Puglia”
Oronzo Simone, SIGEA Sezione Puglia
“Aspetti geologico-naturalistici del territorio di Conversano”
Brunella Favia, SIGEA Sezione Puglia

Seguirà il dibattito animato da docenti e dagli studenti di alcune scuole di Conversano.

La mostra sarà visitabile ogni giorno dalle ore 18 alle 20 e di mattina su prenotazione al seguente recapito telefonico 080-4951027- 3383581580 - 0804094101

Comune di Conversano
Sede: Ex Chiesa San Giuseppe
Ingresso libero – Inaugurazione 19 gennaio ore 10.30
Periodo: 19 -27 gennaio 2013
Orario visite: ore 18 - 20
Mattina su prenotazione Assessorato Politiche Culturali: 080-4951027- 3383581580 - 0804094101

SIGEA Sezione Puglia

mercoledì 16 gennaio 2013

Scarico avviato nell’area di Torre Guaceto. Pronta la denuncia del WWF


Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del WWF Puglia relativo all'area marina protetta di Torre Guaceto.

Le scelte di politica infrastrutturale della Regione Puglia appaiono, purtroppo, molto spesso essere poco in linea con i concetti di sostenibilità, di tutela dell'ambiente e delle bellezze naturali che caratterizzano la nostra Regione.
Sullo scarico dei reflui nell’Area Marina protetta di Torre Guaceto si è aperto con il WWF un contenzioso che mina alla base qualsiasi possibilità di mediazione. Ma ripercorriamo le ultime tappe di una lunga vicenda che si protrae da anni.

Il 17 dicembre 2012 la prima Sezione del TAR Lecce, con provvedimento monocratico del Dott. Antonio Cavallari, accoglieva la richiesta del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto di emissione di un decreto urgente di sospensione dell’autorizzazione rilasciata dalla Regione Puglia a favore dell’AQP SpA che avrebbe consentito l’avvio dello scarico delle acque reflue urbane dell’impianto di depurazione del Comune di Carovigno nella Zona A dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto. Ma ecco il colpo di teatro: a seguito della decisione dello stesso Tribunale di Lecce di investire il TAR Puglia della questione, l’Assessore Amati, che dovrebbe prima o poi rendersi conto di esser un rappresentante istituzionale, a mezzo stampa ha prospettato l’idea della possibilità che l'AQP SpA possa attivare l'impianto di trattamento reflui di Carovigno.

Dov’è lo scandalo? Intanto il TAR Lecce ha solo e semplicemente chiesto al Presidente del TAR Puglia di pronunciarsi circa la competenza territoriale fra la sede di Bari e quella salentina. Una circostanza che, a nostro avviso, non implica il via libera allo scarico delle acque reflue. Ma se ciò avvenisse ci preoccupa l’allarmante stato di gestione dei reflui urbani nella Regione Puglia. Basti ricordare che tutto il sistema infrastrutturale di trattamento delle acque reflue urbane della Regione Puglia è gestito dall'AQP SpA - il cui unico socio è la Regione Puglia - e la maggior parte degli impianti o sono sottoposti già a sequestro probatorio/preventivo da parte della magistratura penale - come nel caso degli impianti di Barletta, Trani, Andria e Molfetta - o comunque, scaricano reflui nel sottosuolo in assenza di provvedimenti di autorizzazione efficaci (come dichiarato dalla stessa Regione nel proprio atto di costituzione nel ricorso incardinato presso il TAR Lecce dal Consorzio di Torre Guaceto). L'attivazione dell'impianto di trattamento reflui di Carovigno farebbe concretizzare, nel momento stesso in cui il refluo generato verrebbe sversato nella Zona A dell'Area Marina Protetta di Torre Guaceto, il reato di distruzione o deterioramento di habitat all'interno di un sito protetto, punito dal codice penale, oltre che la violazione delle norme a tutela delle Aree Naturali Protette L. 394/1991.

Il WWF vuole ricordare che il Ministero dell’Ambiente, con Decreto Interministeriale del 04.12.1991 prevede un esplicito divieto nell’Area Marina Protetta di “alterazione, con qualsiasi mezzo, diretta o indiretta, dell'ambiente geofisico e delle caratteristiche chimiche e biologiche delle acque, nonché la discarica di rifiuti solidi o liquidi e in genere l'immissione di qualsiasi sostanza che possa modificare, anche transitoriamente, le caratteristiche dell'ambiente marino, nonché la escavazione e la raccolta di materiali inerti”.
 “Se si sversassero i reflui - afferma Leonardo Lorusso, Presidente del WWF Puglia - si rischia di compromettere in maniera grave il delicato equilibrio ambientale del tratto di mare interessato ed in particolare del posidonieto, protetto dalle direttive comunitarie, con grave danno della fauna ittica che qui è particolarmente ricca. Si andrebbe a vanificare, altresì, gli sforzi che si stanno compiendo per una gestione integrata di pesca sostenibile”.

“Nel caso – aggiunge Antonio de Feo, Consigliere Nazionale del WWF Italia - saremo costretti ad intervenire, denunciando nell'immediatezza i fatti alla Procura della Repubblica di Brindisi, cui sarà chiesto di intervenire con il sequestro immediato e preventivo dell'impianto di trattamento reflui di Carovigno”.
Si prende atto che la Regione Puglia e l’Acquedotto Pugliese stanno procedendo con la progettazione esecutiva degli interventi di manutenzione straordinaria per la rifunzionalizzazione della condotta sottomarina esistente in località Apani, ma dall’analisi degli elaborati risultano mancanti gli elaborati relativi alla valutazione di incidenza dell’entrata in esercizio della condotta sul comparto habitat e in particolare sulle praterie di Posidonia oceanica. Attualmente, oltre alla carenza di documentazione, si percepisce l’assenza di pianificazione dell’utilizzo e del riutilizzo della risorsa idrica: perché non si progetta un impianto di raffinamento delle acque? L’impianto di raffinamento delle acque e di distribuzione irrigua nei campi circostanti deve essere utilizzato nell’intero arco dell’anno e, nel contempo, per ridurre il carico di reflui in acqua.

Insomma le soluzioni ci sarebbero, ma gli interlocutori istituzionali non possono continuare ad essere gli attuali, in quanto oramai privi di credibilità: auspichiamo che questo cambio avvenga subito, con un atto da parte di chi deve assumersi tutte le responsabilità del caso.

(fonte WWF Puglia)

giovedì 27 dicembre 2012

Viaggio tra le Murge. Se ne discuterà il 5 gennaio a Cassano


Un viaggio tra le Murge, dalla Murgia del sud-est tra le province di Bari e Taranto al territorio del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, ai confini tra la Puglia e la Basilicata, alla scoperta delle meraviglie floristiche e faunistiche, dei percorsi naturalistici e del profondo legame tra l'uomo e il territorio custodito attraverso la tradizionale attività silvo-pastorale.

http://www.lobiettivonline.it/modules.php?option=articoli&permalink=un-libro-e-un-documentario-la-murgia-a-tutto-tondo

Il WWF Gioia-Santeramo-Acquaviva e MUREX, società cooperativa di produzione e lavoro, propongono la presentazione del libro "Ambienti,  flora e fauna delle Murge di sud-est", a cura di, Roberto Cazzolla Gatti, Adda Editore, 2010 e del libro-dvd “Densamente spopolata è la felicità” di Francesco Dongiovanni, MUREX, 2011.
L’evento si svolgerà presso la sala consiliare di Cassano delle Murge dalle ore 17,30.

Interverranno oltre agli autori, l’assessore alla Cultura Pierpaola Sapienza e alla Tutela dell’Ambiente Carmelo Briano per il saluto istituzionale; Marco Tassielli (geologo e autore di libri sul territorio); Nicola Diomede (escursionista e promotore di Trekking Cassano); Alessandro Giustino (presidente dell’associazione Pubblica Assistenza).
Coordina Vito Stano, giornalista e fondatore del blog Murgiambiente.

La scoperta e la conoscenza del territorio possono considerarsi i pilastri per la fruizione dello stesso. Una fruizione che deve essere sostenibile o perlomeno il meno impattante possibile; il passaggio umano deve essere leggero, non deve lasciare tracce. Le attività di conoscenza, tutela e valorizzazione del territorio devono andare a braccetto, così come gli enti pubblici e le iniziative private devono programmare e realizzare il futuro del territorio fuori e dentro il perimetro dello stesso, perché per molto, troppo tempo i primi detrattori delle bellezze delle Murge sono stati i residenti dei paesi sorti alle pendici murgiane.

Questi “prodotti” culturali hanno il pregio di essere strumenti necessari, anzi fondamentali per riprendersi il passato, per rientrare negli anfratti della memoria perduta e riabitare gli spazi da tempo abbandonati. “Prodotti” culturali frutto del lavoro appassionato di giovani trentenni alle prese con la rinascita di un territorio che da qualche anno sta godendo di un’attenzione mai immaginata prima.

27.12.2012
Vito Stano