Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del WWF Puglia relativo all'area marina protetta di Torre Guaceto.
Le scelte di politica infrastrutturale della Regione
Puglia appaiono, purtroppo, molto spesso essere poco in linea con i concetti di
sostenibilità, di tutela dell'ambiente e delle bellezze naturali che
caratterizzano la nostra Regione.
Sullo scarico dei
reflui nell’Area Marina protetta di Torre Guaceto si è aperto con il WWF un
contenzioso che mina alla base qualsiasi possibilità di mediazione. Ma
ripercorriamo le ultime tappe di una lunga vicenda che si protrae da anni.
Il 17 dicembre 2012 la prima Sezione del TAR Lecce, con
provvedimento monocratico del Dott. Antonio Cavallari, accoglieva la
richiesta del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto di emissione di un decreto
urgente di sospensione dell’autorizzazione rilasciata dalla Regione Puglia a
favore dell’AQP SpA che avrebbe consentito l’avvio dello scarico delle acque
reflue urbane dell’impianto di depurazione del Comune di Carovigno nella Zona A
dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto. Ma ecco il colpo di teatro: a
seguito della decisione dello stesso Tribunale di Lecce di investire il TAR Puglia
della questione, l’Assessore Amati,
che dovrebbe prima o poi rendersi conto di esser un rappresentante
istituzionale, a mezzo stampa ha prospettato l’idea della possibilità che l'AQP
SpA possa attivare l'impianto di trattamento reflui di Carovigno.
Dov’è lo scandalo? Intanto il TAR Lecce ha
solo e semplicemente chiesto al Presidente del TAR Puglia di pronunciarsi circa
la competenza territoriale fra la sede di Bari e quella salentina. Una
circostanza che, a nostro avviso, non implica il via libera allo scarico delle
acque reflue. Ma se ciò avvenisse ci preoccupa l’allarmante
stato di gestione dei reflui urbani nella Regione Puglia. Basti ricordare che
tutto il sistema infrastrutturale di trattamento delle acque reflue urbane
della Regione Puglia è gestito dall'AQP SpA - il cui unico socio è la Regione
Puglia - e la maggior parte degli impianti o sono sottoposti già a sequestro
probatorio/preventivo da parte della magistratura penale - come nel caso degli
impianti di Barletta, Trani, Andria e Molfetta - o comunque, scaricano reflui
nel sottosuolo in assenza di provvedimenti di autorizzazione efficaci (come
dichiarato dalla stessa Regione nel proprio atto di costituzione nel ricorso
incardinato presso il TAR Lecce dal Consorzio di Torre Guaceto). L'attivazione dell'impianto di trattamento reflui di
Carovigno farebbe concretizzare, nel momento stesso in cui il refluo generato
verrebbe sversato nella Zona A dell'Area Marina Protetta di Torre Guaceto, il
reato di distruzione o deterioramento di habitat all'interno di un sito
protetto, punito dal codice penale, oltre che la violazione delle norme a
tutela delle Aree Naturali Protette L. 394/1991.
Il WWF vuole ricordare che il Ministero dell’Ambiente, con Decreto
Interministeriale del 04.12.1991 prevede un esplicito divieto nell’Area Marina Protetta di “alterazione, con qualsiasi mezzo, diretta o indiretta,
dell'ambiente geofisico e delle
caratteristiche chimiche e biologiche
delle acque, nonché la discarica di rifiuti solidi o liquidi e in genere l'immissione di qualsiasi sostanza che possa modificare, anche transitoriamente, le
caratteristiche dell'ambiente marino,
nonché la escavazione e la raccolta di materiali inerti”.
“Se si sversassero i reflui - afferma Leonardo Lorusso, Presidente del WWF Puglia
- si rischia di compromettere in maniera grave il delicato equilibrio
ambientale del tratto di mare interessato ed in particolare del posidonieto,
protetto dalle direttive comunitarie, con grave danno della fauna ittica che
qui è particolarmente ricca. Si andrebbe a vanificare, altresì, gli sforzi che
si stanno compiendo per una gestione integrata di pesca sostenibile”.
“Nel caso – aggiunge Antonio
de Feo, Consigliere Nazionale del WWF Italia - saremo costretti ad
intervenire, denunciando nell'immediatezza i fatti alla Procura della
Repubblica di Brindisi, cui sarà chiesto di intervenire con il sequestro
immediato e preventivo dell'impianto di trattamento reflui di Carovigno”.
Si prende atto che la Regione Puglia e l’Acquedotto Pugliese stanno
procedendo con la progettazione esecutiva degli interventi di manutenzione
straordinaria per la rifunzionalizzazione della condotta sottomarina esistente
in località Apani, ma dall’analisi degli elaborati risultano mancanti gli
elaborati relativi alla valutazione di incidenza dell’entrata in esercizio
della condotta sul comparto habitat e in particolare sulle praterie di Posidonia
oceanica. Attualmente, oltre alla carenza di documentazione, si percepisce
l’assenza di pianificazione dell’utilizzo e del riutilizzo della risorsa
idrica: perché non si progetta un impianto di raffinamento delle acque?
L’impianto di raffinamento delle acque e di distribuzione irrigua nei campi
circostanti deve essere utilizzato nell’intero arco dell’anno e, nel contempo,
per ridurre il carico di reflui in acqua.
Insomma le soluzioni ci sarebbero, ma gli interlocutori istituzionali non possono continuare ad essere gli
attuali, in quanto oramai privi di credibilità: auspichiamo che questo cambio avvenga
subito, con un atto da parte di chi deve assumersi tutte le responsabilità del
caso.
(fonte WWF Puglia)