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giovedì 14 marzo 2013

Il WWF Puglia e il Parco dell'Alta Murgia si mobilitano per salvare i daini


Daino - Foto google.com
Una scossa dal WWF Puglia per decidere del destino dei daini dell'azienda Papparicotta. È per questo che è stato sollecitato l'intervento della Provincia di Barletta-Andria-Trani, proprietaria della struttura in agro di Andria (BAT). Ad oggi sono qui ospitati circa 170 esemplari di ungulati, con non pochi problemi per l'ambiente circostante. Infatti il daino, specie esotica di origine non europea, ben si adatta a vivere in zone boschive come quelle dell'area murgiana. Animale assai prolifico è in grado di riprodursi al punto da portare alla desertificazione del territorio in cui viene introdotto. Il daino sa anche essere molto competitivo nei confronti di altri ungulati, come i cervi autoctoni.

In Italia il daino si è rivelato una specie brucante di erba ma anche di foglie e frutti, grazie alla sua capacità di spiccare insistiti salti per raggiungere i rami più alti. Spesso ama cibarsi della corteccia di giovani alberi, con gravi danni alle zone di rimboschimento e laddove vi siano piante in crescita. Una questione particolarmente annosa se si pensa che presso l'azienda Papparicotta gli esemplari di daini sono in sovrannumero, con una densità oggi preoccupante. Per questi motivi il WWF Puglia richiama all'attenti la Provincia BAT.

L'associazione ambientalista è concorde nel considerare positiva la sterilizzazione degli ungulati e nell'accogliere la proposta offerta dal Parco Nazionale dell'Alta Murgia. Interpellato dal WWF Puglia, il presidente del Parco Cesare Veronico si è infatti dichiarato disponibile a sistemare i daini presso le aziende dislocate nell'area di competenza dell'ente. Ad una condizione: che la Provincia provveda a sterilizzare gli animali e permettere di bilanciare i costi.

«La Provincia deve prendere una decisione definitiva per risolvere il problema – commenta il presidente del WWF Puglia, Leonardo Lorusso –. Solo attraverso una rapida soluzione sarà possibile salvare la vita di questi splendidi esemplari, senza perpetuare ulteriori impatti sul territorio e sulla vegetazione tipica».

«Esprimiamo il nostro ringraziamento al presidente Veronico per la sua disponibilità – aggiunge il vicepresidente del WWF Puglia, Mauro Sasso – certi che finalmente si arriverà a risolvere questa annosa problematica attraverso un protocollo di intesa tra gli enti».

Dunque la sezione regionale dice no alla proposta di un abbattimento selettivo dei daini e si conferma favorevole alla cessione gratuita a terzi a patto che ne possano garantire il benessere e la corretta detenzione. Questa opzione, oltre all'obbligatorietà della sterilizzazione degli esemplari e del loro confinamento in aree controllate e recintate, vede necessaria una particolare disciplina in caso di decesso: le carcasse dovranno essere conferite come rifiuto speciale ovvero come alimentazione dei carnai per rapaci presenti sul Gargano e nella Murgia.

Nessuna apertura invece, da parte del WWF Puglia, alla possibilità di destinare i daini a scopo di allevamento o macellazione, così come a fini di lucro per attività circensi.

sabato 2 febbraio 2013

Parco del Gargano: il Corpo forestale combatte il bracconaggio


Continua senza sosta l’attività di polizia giudiziaria del Corpo Forestale dello Stato finalizzata alla prevenzione e alla repressione dei reati in campo venatorio. Durante due distinte operazioni, le pattuglie del Corpo Forestale dello Stato appartenenti ai Comandi Stazione di Cagnano Varano e Umbra hanno sorpreso, in flagranza di reato, due  bracconieri intenti ad esercitare attività venatoria in area protetta, precisamente nelle località Piscina Sandricchio, in  agro di Carpino, e Valle dei Greci, nel comune di Vico del Gargano.

I prevenuti, originari del posto, sono stati deferiti a piede libero all’autorità giudiziaria per introduzione di armi e materiali esplodenti in area protetta, disturbo, uccisione e danneggiamento della fauna selvatica ed esercizio venatorio illecito. Sequestrati altresì due fucili calibro 12 marca  Beretta e Benelli e numerose munizioni calibro 12 al piombo spezzatoControllati inoltre 25 cacciatori, alcuni dei quali deferiti all’Autorità Amministrativa per violazioni alla legge regionale 27/98.

(fonte Corpo forestale dello Stato - Regione Puglia)

mercoledì 30 gennaio 2013

Isole Tremiti: il sindaco Fentini apre alla caccia esclusiva degli isolani


Un altro incredibile provvedimento viene licenziato da un ente, il Consiglio comunale delle Isole Tremiti, in spregio alla tutela dell'area protetta e della avifauna che nelle sue rotte vi soggiorna  temporaneamente. A proposito pubblichiamo un comunicato del WWF Puglia. 

Isole Tremiti - Foto google.com
Non più tardi di due mesi fa il WWF Puglia, con un esposto indirizzato al Parco del Gargano, al Corpo Forestale, al Ministero dell'Ambiente, alla Procura della Repubblica di Foggia e alla Regione Puglia, aveva denunciato continui atti di bracconaggio sulle isole Tremiti che venivano perpetrati impunemente e alla luce del sole senza che nessuno degli organi preposti al controllo intervenisse.

Durante i monitoraggi faunistici che il WWF svolge nell'area, gli spari erano stati sentiti, al primo mattino e al tramonto, provenire principalmente dalla parte più alta dell’Isola di San Domino, il Colle dell’Eremita, e da quella vicina al faro. In alcune occasioni gli attivisti del WWF avevano addirittura intravisto i bracconieri intenti a spostarsi a piedi lungo i sentieri di San Domino.

Oggi arriva la risposta agghiacciante del sindaco e del Consiglio comunale: il bracconaggio nelle Diomedee viene di fatto legalizzato. All'unanimità, infatti, l'assemblea comunale ha chiesto l'istituzione di due riserve di caccia per i residenti: una sull'isola di San Domino, l'altra sull'isola di San Nicola. Dopo la denuncia del WWF dunque, invece di reprimere quel triste fenomeno, ecco arrivare il velleitario tentativo del Consiglio comunale di legalizzare ciò che legale non è, confermando implicitamente che amministratori e oppositori conoscono e accettano il bracconaggio in atto nell'arcipelago.

La decisione dell'assise tremitese appare gravissima se si ricorda che la caccia alle isole Tremiti è vietata dal 1995. Con l'istituzione del Parco, infatti, è stato introdotto il divieto di cattura, uccisione, danneggiamento e disturbo delle specie animali stabilito dall'art. 11 della legge quadro sulle aree protette, vigente sull'intero territorio del Parco Nazionale del Gargano a cui le isole Tremiti appartengono. Non può essere quindi una deliberazione di Consiglio comunale a consentire l'istituzione di aree di caccia nell'arcipelago.
In un intervista al giornalista Sergio De Nicola di RaiTre il sindaco Antonio Fentini delle Tremiti, visibilmente infastidito dall'attenzione suscitata dal provvedimento comunale, ha affermato «due aree contigue per poter andare a caccia o con la scusa di poterci andare per fare la passeggiata perché ormai non ci sta più niente. Una caccia autogestita solo per gli isolani, che saranno una quindicina, non credo che possono distruggere la fauna».

In realtà, evidenzia il WWF, come tutte le isole del Mediterraneo, le Tremiti rappresentano dei passaggi obbligati per le migrazioni dell'avifauna tra l'Europa e l'Africa o l'Italia e i Balcani. Per questo la caccia nelle isole rappresenta prima di tutto una bestialità scientifica oltre che una minaccia per gli stessi turisti.

«Le isole Tremiti sono un patrimonio mondiale di proprietà di tutti e non solo dei tremitesi che, semmai, hanno un dovere in più: quello di preservarle per trasmetterle intatte alle future generazioni – dichiara Carlo Fierro presidente del WWF Foggia –. Invece di impiegare tempo prezioso con deliberazioni inammissibili, l'amministrazione comunale farebbe bene ad occuparsi di questioni più urgenti e importanti che oggi incidono negativamente sull'appeal turistico delle isole, come il recupero dell'enorme patrimonio storico-architettonico che cade a pezzi o come la gestione dei rifiuti che è totalmente inadeguata, tanto per fare due esempi. Dalle Istituzioni, in particolare Ministero dell'Ambiente, Parco del Gargano e Regione Puglia, ci aspettiamo un pronto intervento per contrastare la delibera consiliare che ha chiesto l'istituzione delle due riserve di caccia e dal Corpo Forestale dello Stato un deciso intervento per fermare il  bracconaggio nell'arcipelago che costituisce anche una seria minaccia per coloro che, ignari del pericolo, percorrono i sentieri delle isole. Deve essere infatti chiaro a tutti che, anche dopo l'adozione della delibera, l'esercizio della caccia alle Tremiti continua a rimanere un reato».

«Con l'insediamento della nuova amministrazione – conclude Matteo Orsino vicepresidente del WWF Puglia – avevamo sperato in un cambio di rotta del Comune tremitese, già pesantemente provato dall'abusivismo edilizio e dal bracconaggio. Dobbiamo purtroppo prendere atto che si è invece tornati alla solita tiritera contro il Parco, accusato di portare solo vincoli senza sviluppo. Gli amministratori tremitesi dovrebbero però riconoscere che i vincoli sono utili anche a loro, come si sta dimostrando per la vicenda delle ricerche petrolifere in Adriatico, e dovrebbero iniziare ad interrogarsi sulle loro responsabilità circa il mancato sviluppo di cui si lamentano».