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Cartina delle 10 basi (campi dei missili) sulle Murge |
La Guerra fredda e l’Alta Murgia: quale binomio lega un periodo storico così
controverso al territorio murgiano a cavallo tra Puglia e Basilicata? Una
vicenda dimenticata, e silenziata per molti versi, vecchia di decenni: 10
cittadine per dieci basi della Nato, nelle quali, negli anni Sessanta, furono
impiantati 3 missili con testate nucleari per ogni base. Ogni testata atomica
aveva una potenza cento volte superiore alla bomba sganciata a Hiroshima in
Giappone al termine della Seconda Guerra Mondiale dagli americani.
Ieri
come oggi le servitù militari fanno dell’Alta Murgia (Parco Nazionale
con D.P.R. del 10 marzo 2004) un territorio controverso, dove la volontà di promozione
turistica dell’area va in contrasto con il diritto dell’Esercito Italiano di
disporre di circa il 30% dell’area Parco per dispiegare le proprie forze per le
esercitazioni militari.
In merito a questa vicenda, oggi da Pollica per ‘Festambiente e Legalità’, la consueta
manifestazione nazionale di Legambiente, non s’è fatto attendere l’intervento del presidente del Parco Cesare Veronico, il quale ha ribadito «la contrarietà dell'ente Parco
alle esercitazioni militari a partire da quelle programmate per il mese di
settembre» e ha ricordato «le finalità di tutela e di promozione dei Parchi
nazionali nei confronti dei propri territori e la loro incompatibilità con le
servitù militari». «Non intendiamo
assistere passivamente – ha
affermato Veronico – ad
un nuovo, massiccio intervento di mezzi e di uomini in un territorio già
pesantemente segnato dalle esercitazioni militari appena concluse. Cogliamo la
buona volontà delle autorità militari che hanno voluto, per la prima volta,
inviarci una proposta di calendario per le esercitazioni militari nei poligoni
situati nel Parco per il secondo semestre 2013 ma riteniamo che la data già
stabilità per l'inizio delle esercitazioni a fuoco, il 17 settembre,
costituisca, per diverse ragioni, un serio problema». «Alla luce della nostra richiesta al Co.Mi.Pa – ha
concluso Veronico – riteniamo contraddittorio che se ne discuta
a settembre, mentre le esercitazioni sono già in atto. L'interruzione delle
esercitazioni militari è inoltre necessaria perché possano essere effettuate le
verifiche indispensabili per valutare l'impatto sul territorio e
sull'ecosistema di quelle appena trascorse. Riteniamo altresì rilevante il
rischio di effettuare le annunciate esercitazioni a fuoco in un periodo, metà
settembre, in cui è ancora vivo l'allarme per gli incendi boschivi. Per tutte
queste ragioni chiederemo, nelle prossime ore, l'immediato annullamento delle
esercitazioni, a partire da quelle in programma per il mese di
settembre».
Questa vicenda si inquadra nella grande Storia che ha
visto contrapposti per mezzo secolo il blocco sovietico e
quello angloamericano. Sullo sfondo del grande affresco mondiale c’erano «la
Murge» appulo-lucane, delle quali il territorio di Gioia del Colle era fulcro
con sua la base aerea della Nato. Di questa vicenda s’è parlato ieri ad
Acquaviva delle Fonti (Comune non
rientrante nel territorio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia) con
il presidente del Parco Cesare Veronico, la giovane onorevole del Partito
Democratico Liliana Ventricelli, altamurana Doc, Gianluigi Cesari, funzionario
del Comune di Bari e appassionato studioso della storia murgiana; a presiedere
c’erano il neo sindaco Davide Carlucci e la giovanissima assessore alla Cultura
Antonia Sardone.
L’occasione
è stata ghiotta per il sindaco Carlucci per farsi promotore di un rapporto più stretto tra l’ente Parco e il Comune
«pedemontano», che con i suoi pregi naturalisto-archeologici (l’area di Curto
Martino e il Bosco di Mesola, giusto per citarne alcuni) potrebbe
effettivamente legarsi idealmente, e non solo, all’offerta naturalistica del
Parco dell’Alta Murgia. La comunità acquavivese era e resta interessata al
Parco, anche perché al confine del suo territorio rurale (nei pressi dell’area
conosciuta come ‘Scappagrano’) fu installata, in gran segreto, nei primi anni
Sessanta una delle dieci basi, nei pressi della quale, tra l’altro, un aereo
spia dell’aviazione bulgara precipitò durante un volo a bassa quota. A raccontare
questo episodio è stato l’unico testimone vivente, il ragionier Bruno, in
quanto l’uomo che per primo rinvenne la spia bulgara e il monoposto distrutto è
morto tempo fa. Bruno, già assessore al Comune di Acquaviva delle Fonti, oggi
ottantaseinne, all’epoca dei fatti passando in auto nei pressi del ‘campo dei
missili’ di Acquaviva delle Fonti, soccorse e trasportò in ospedale il militare
bulgaro, credendolo «un ricco industriale greco venuto per la Fiera del
Levante».
Cesare Veronico non s’è fatto sfuggire l’assist e
ha regalato al sindaco Carlucci e alla comunità acquavivese la
migliore delle risposte possibili: «l’eventuale richiesta di altri Comuni di
entrare a far parte del Parco – ha dichiarato Veronico – è per noi la
migliore delle pubblicità possibili».
In effetti se la storia insegna qualcosa, quel qualcosa è la positività che il Parco ha
saputo dare a tutti i contestatari della prima ora, che si sono abbondantemente
ricreduti a fronte della politica di inclusione e promozione dello stesso, non
solo in sede regionale, ma anche nazionale; a questo proposito quale migliore
testimonianza avrebbe potuto esserci della candidatura del Parco alla Carta
Europea del Turismo Sostenibile? In attesa della certificazione di
sostenibilità, intanto la battaglia del presidente Cesare Veronico in queste settimane
è tutta concentrata sulle esercitazioni militari che si svolgono da decenni
all’interno dell’area oggi afferente al Parco: già ieri sera ad Acquaviva il
presidente non ha perso l’occasione per ribadire la sua contrarietà alle
esercitazioni militari, ribadita poche ore fa da Pollica, che «quest'anno sono state più pesanti che mai, con
3mila soldati in primavera».
06.07.2013
Vito Stano