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sabato 8 febbraio 2014

Oncologico di Bari. Tagli posti letto e diritti negati. Le rivendicazioni dell'Usb



Le riprese e il montaggio sono stati realizzati da Vito Stano

La situazione all'Istituto Oncologico Giovanni Paolo II di Bari è in una fase cruciale. I lavoratori e le lavoratrici del polo oncologico barese iscritti all'Unione Sindacale di Base hanno manifestato la propria contrarietà alla gestione dell'attuale dirigenza dell'Istituto. Il taglio dei posti letto denunciato dall'USB è solo la punta dell'iceberg. Tante sono le contestazioni: dai diritti contrattuali negati alle indennità di straordinario non pagate. L'USB è l'unica della decine di sigle sindacali presenti all'interno del polo oncologico a dimostrare fattivamente la propria contrarietà alla politica della dirigenza, della quale Vito Galiano (Responsabile USB all'Oncologico) chiede a gran voce che vadano via.

08.02.2014
Vito Stano

martedì 4 giugno 2013

L'arte in soccorso di Adriana: Francesca e Arianna sostengono la terapia

Due straordinarie illustratrici, Arianna Operamolla e Francesca Quatraro, hanno creato un sito dove è possibile acquistare un disegno, una stampa, un libro o un oggetto donati da illustratori, fumettisti e artigiani di tutta Italia. Il ricavato della vendita servirà ad aiutare Adriana, una bimba figlia di una coppia originaria di Acquaviva delle Fonti,  che in questo momento sta lottando contro un tumore osseo (osteosarcoma). 

Adriana è attualmente a Firenze, sottoposta ad un ciclo di chemioterapia che riduca la massa e che permetta successivamente l’intervento di asportazione del tumore.

La vendita sarà attiva su Colori per Adriana fino alla mezzanotte del 30 giugno: i primi di luglio, con la cifra raccolta, Arianna e Francesca procederanno al bonifico sul conto dei genitori di Adriana e pubblicheranno sul sito la ricevuta di avvenuto versamento. Diamo il nostro contributo. Maggiori informazioni sul blog di Arianna.

(fonte francescapietroforte.it)

domenica 20 gennaio 2013

Lotta contro il tabagismo: in Australia pacchetti anonimi e foto shock


Fumare sigarette è stato per molti adolescenti un modo per mostrarsi e scimmiottare gli adulti, magari i padri o i fratelli maggiori o l'attore o il cantante preferito. Fumare è stata per molti anni un'azione tollerata, anzi in alcuni casi addirittura consigliata (fa digerire o altre scemenze di tal genere). Fumare è stata l'azione che ha marchiato la quotidianità di milioni di persone. Ma ad un certo punto fumare è diventato dannoso, contrario alla salute umana (oltre che al portafogli). Con le prime diagnosi di tumori riconducibili direttamente e indirettamente all'azione del fumare, qualcosa ha iniziato a muoversi anche a livello legislativo: in molti Paesi è stato vietato di fumare nei locali pubblici, nei mezzi di trasporto pubblici e poco alla volta sono state promosse campagne di sensibilizzazione tese a informare la gente sui rischi potenziali del fumare sigarette. Gli effetti di tali restrizioni hanno condotto sicuramente ad una maggiore consapevolezza, ma non ha portato ad una diminuzione del numero dei fumatori. Pochi riescono effettivamente a smettere per sempre, molti iniziano come se nulla si sapesse in merito. I giovani fumatori, troppo furbi per non trovare un modo per riuscire ad acquistare le sigarette ai distributori automatici, sono sordi e ciechi alle sirene mediche: si sa la gioventù è incosciente.  

Questo problema sociale è stato affrontato a tutte le latitudini: l'Australia è diventato il primo Paese al mondo che ha autorizzato, anzi obbligato a vendere le sigarette in pacchetti senza pubblicità né marchio dell'azienda produttrice; l'obiettivo del governo australiano è quello di togliere ogni tipo di fascino alla sigaretta e così combattere e prevenire il tabagismo. Tutte le sigarette dovranno essere vendute in pacchetti identici, di color verde oliva, con la marca del tabacco scritta con lo stesso carattere tipografico e le immagini di malattie legate al fumo. Le avvertenze sui rischi per la salute dovranno occupare almeno il 75% della parte frontale del pacchetto e il 90 per cento di quella posteriore.

Lo scorso agosto la normativa ha avuto il via libera dell'Alta Corte australiana, che ha respinto il ricorso presentato da quattro colossi del tabacco, British American Tobacco, Philip Morris, Imperial Tobacco e Japan Tobacco. La British American Tobacco ha avvertito che la normativa causerà un'esplosione del mercato nero perché i pacchetti anonimi faciliteranno la contraffazione a beneficio soltanto del crimine organizzato mentre la sua rivale Philip Morris ha promesso una lunga battaglia giuridica. L'esempio dell'Australia ha tuttavia riscosso consensi internazionali, tanto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha esortato il resto del mondo a seguirlo.

A questo link un'altra interessante provvedimento  http://www.linkiesta.it/addio-slim-e-pacchetti-da-dieci-l-ue-dichiara-guerra-al-fumo.

20.01.2013
Vito Stano