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sabato 6 luglio 2013

Esercitazioni militari nel Parco: il 'no' del presidente Veronico da Pollica

Cartina delle 10 basi (campi dei missili) sulle Murge 
La Guerra fredda e l’Alta Murgia: quale binomio lega un periodo storico così controverso al territorio murgiano a cavallo tra Puglia e Basilicata? Una vicenda dimenticata, e silenziata per molti versi, vecchia di decenni: 10 cittadine per dieci basi della Nato, nelle quali, negli anni Sessanta, furono impiantati 3 missili con testate nucleari per ogni base. Ogni testata atomica aveva una potenza cento volte superiore alla bomba sganciata a Hiroshima in Giappone al termine della Seconda Guerra Mondiale dagli americani.

Ieri come oggi le servitù militari fanno dell’Alta Murgia (Parco Nazionale con D.P.R. del 10 marzo 2004) un territorio controverso, dove la volontà di promozione turistica dell’area va in contrasto con il diritto dell’Esercito Italiano di disporre di circa il 30% dell’area Parco per dispiegare le proprie forze per le esercitazioni militari.

In merito a questa vicendaoggi da Pollica per ‘Festambiente e Legalità’la consueta manifestazione nazionale di Legambiente,  non s’è fatto attendere l’intervento del presidente  del Parco Cesare Veronico, il quale ha ribadito «la contrarietà dell'ente Parco alle esercitazioni militari a partire da quelle programmate per il mese di settembre» e ha ricordato «le finalità di tutela e di promozione dei Parchi nazionali nei confronti dei propri territori e la loro incompatibilità con le servitù militari». «Non intendiamo assistere passivamente – ha affermato Veronico – ad un nuovo, massiccio intervento di mezzi e di uomini in un territorio già pesantemente segnato dalle esercitazioni militari appena concluse. Cogliamo la buona volontà delle autorità militari che hanno voluto, per la prima volta, inviarci una proposta di calendario per le esercitazioni militari nei poligoni situati nel Parco per il secondo semestre 2013 ma riteniamo che la data già stabilità per l'inizio delle esercitazioni a fuoco, il 17 settembre, costituisca, per diverse ragioni, un serio problema». «Alla luce della nostra richiesta al Co.Mi.Pa  ha concluso Veronico – riteniamo contraddittorio che se ne discuta a settembre, mentre le esercitazioni sono già in atto. L'interruzione delle esercitazioni militari è inoltre necessaria perché possano essere effettuate le verifiche indispensabili per valutare l'impatto sul territorio e sull'ecosistema di quelle appena trascorse. Riteniamo altresì rilevante il rischio di effettuare le annunciate esercitazioni a fuoco in un periodo, metà settembre, in cui è ancora vivo l'allarme per gli incendi boschivi. Per tutte queste ragioni chiederemo, nelle prossime ore, l'immediato annullamento delle esercitazioni, a partire da quelle in programma per il mese di settembre». 

Questa vicenda si inquadra nella grande Storia che ha visto contrapposti per mezzo secolo il blocco sovietico e quello angloamericano. Sullo sfondo del grande affresco mondiale c’erano «la Murge» appulo-lucane, delle quali il territorio di Gioia del Colle era fulcro con sua la base aerea della Nato. Di questa vicenda s’è parlato ieri ad Acquaviva delle Fonti (Comune non rientrante nel territorio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia) con il presidente del Parco Cesare Veronico, la giovane onorevole del Partito Democratico Liliana Ventricelli, altamurana Doc, Gianluigi Cesari, funzionario del Comune di Bari e appassionato studioso della storia murgiana; a presiedere c’erano il neo sindaco Davide Carlucci e la giovanissima assessore alla Cultura Antonia Sardone.

L’occasione è stata ghiotta per il sindaco Carlucci per farsi promotore di un rapporto più stretto tra l’ente Parco e il Comune «pedemontano», che con i suoi pregi naturalisto-archeologici (l’area di Curto Martino e il Bosco di Mesola, giusto per citarne alcuni) potrebbe effettivamente legarsi idealmente, e non solo, all’offerta naturalistica del Parco dell’Alta Murgia. La comunità acquavivese era e resta interessata al Parco, anche perché al confine del suo territorio rurale (nei pressi dell’area conosciuta come ‘Scappagrano’) fu installata, in gran segreto, nei primi anni Sessanta una delle dieci basi, nei pressi della quale, tra l’altro, un aereo spia dell’aviazione bulgara precipitò durante un volo a bassa quota. A raccontare questo episodio è stato l’unico testimone vivente, il ragionier Bruno, in quanto l’uomo che per primo rinvenne la spia bulgara e il monoposto distrutto è morto tempo fa. Bruno, già assessore al Comune di Acquaviva delle Fonti, oggi ottantaseinne, all’epoca dei fatti passando in auto nei pressi del ‘campo dei missili’ di Acquaviva delle Fonti, soccorse e trasportò in ospedale il militare bulgaro, credendolo «un ricco industriale greco venuto per la Fiera del Levante».  

Cesare Veronico non s’è fatto sfuggire l’assist e ha regalato al sindaco Carlucci e alla comunità acquavivese la migliore delle risposte possibili: «l’eventuale richiesta di altri Comuni di entrare a far parte del Parco – ha dichiarato Veronico –  è per noi la migliore delle pubblicità possibili».

In effetti se la storia insegna qualcosaquel qualcosa è la positività che il Parco ha saputo dare a tutti i contestatari della prima ora, che si sono abbondantemente ricreduti a fronte della politica di inclusione e promozione dello stesso, non solo in sede regionale, ma anche nazionale; a questo proposito quale migliore testimonianza avrebbe potuto esserci della candidatura del Parco alla Carta Europea del Turismo Sostenibile? In attesa della certificazione di sostenibilità, intanto la battaglia del presidente Cesare Veronico in queste settimane è tutta concentrata sulle esercitazioni militari che si svolgono da decenni all’interno dell’area oggi afferente al Parco: già ieri sera ad Acquaviva il presidente non ha perso l’occasione per ribadire la sua contrarietà alle esercitazioni militari, ribadita poche ore fa da Pollica, che «quest'anno sono state più pesanti che mai, con 3mila soldati in primavera».

06.07.2013
Vito Stano