domenica 27 ottobre 2013

Mottola. A due settimane dall'alluvione Forestale sequestra area rischio idrogeologico

È trascorso solo poco tempo dal tragico evento alluvionale che ha scosso il Tarantino, determinando gravi danni e causando la morte di quattro persone nel territorio di Ginosa, ma l’andamento meteorologico degli ultimi giorni, caratterizzato da cieli sereni e dalla pressoché completa assenza di precipitazioni, sembra averci fatto dimenticare che il clima, quando si scatena, mette a dura prova le infrastrutture umane e l’incolumità della stessa popolazione. E, come sempre, insieme con i danni prodotti dalle avversità climatiche, ci siamo come dimenticati dell’importanza delle basilari attività di prevenzione per evitare che eventi similari, verificandosi nuovamente, possano procurare danni analoghi e la perdita di altre vite umane: una volta passate l’emergenza, non ci si pensa più, come se si trattasse di un capitolo oramai definitivamente chiuso e come se il futuro non potesse prospettarci ulteriori situazioni analoghe nella loro rilevanza e nella loro gravità.

Invece tali eventi si ripetono, ed è  pertanto una necessità primaria, stante la posta in gioco e l’importanza della prevenzione, evitare che situazioni del genere abbiano a verificarsi ancora; non si parla ovviamente, in questo caso, dell’andamento climatico - contro cui possiamo fare ben poco-, ma della vulnerabilità delle persone e delle strutture umane messe davanti ad un evento distruttivo quanto inaspettato, oltre che dell’ osservanza delle principali regole di buon senso. In primo luogo, occorre prestare attenzione alle strutture residenziali e, con un’attenzione non minore, alla viabilità che, non dimentichiamolo, rappresenta l’unica efficace opportunità di  fuga per la popolazione locale, la cui incolumità è messa a rischio da eventi che, per quanto eccezionali, possono sempre verificarsi e che, appunto in virtù della loro eccezionalità, sono in grado di produrre danni rilevantissimi proprio perché inaspettati. Non va dimenticato, a tale proposito, che tutte le vittime di due settimane fa hanno perso la vita proprio lungo la strada, mentre tentavano di  mettersi in salvo fuggendo dall’alluvione che ha devastato il territorio di Ginosa.

Speciale: approfondimenti e Interviste a cura di Vito Stano
http://murgiambiente.blogspot.it/2013/10/progetto-lame-liter-non-si-ferma-il.html


Alla luce dell’esperienza ancora fresca del disastro di portata rilevantissima avvenuto nel Tarantino, nel basilare principio che non si deve mai abbassare la guardia perché è proprio quando l’emergenza sembra lontana che si possono validamente mettere in atto tutti gli interventi finalizzati ad evitare nuove tragedie, occorre prestare la massima attenzione nel rilevare eventuali difformità dalle normative tese a tutelare la vita e le opere umane dai dissesti idrogeologici. Risale appena a ieri l’importante operazione condotta in tal senso dal Corpo Forestale dello Stato-Comando Stazione di Mottola, che ha sequestrato in agro di Mottola, in ‘Contrada Cappello’, un’area D1 ubicata lungo la Strada Statale 100 Bari-Taranto per la mancata osservanza delle normative finalizzate ad evitare il verificarsi di situazioni disastrose a causa di eventi alluvionali. 

Sull’area in argomento, su cui si prevedeva di impiantare un vigneto di uve da vino, erano in corso importanti lavori di modifica dello stato dei luoghi, con interventi di radicale trasformazione consistenti in movimenti di terra, sbancamenti e livellamenti del terreno, condotti al fine di agevolare la conduzione delle future operazioni colturali. Detta area, classificata dal P.A.I. (Piano di Assetto Idrogeologico) della Regione Puglia come ‘Area ad Alta Probabilità di Inondazione’, è soggetta ad una rigida e rigorosa normativa, che prevede fra l’altro il vincolo inderogabile dell’autorizzazione rilasciata preventivamente dall’Autorità di Bacino della Regione Puglia per potervi effettuare qualsiasi modifica. Per l’effettuazione di tali lavori di sbancamento il proprietario aveva invece effettuato solo una semplice, insufficiente «comunicazione di inizio lavori», in cui aveva fra l’altro affermato che dette opere sarebbero state condotte «in economia, mediante l’utilizzo di mezzi agricoli di proprietà o eventualmente noleggiati a caldo, e riguardando solo superficialmente il terreno agricolo in argomento»; in realtà, per effettuare tale intervento agli aveva addirittura stipulato un contratto d’appalto privato con una Ditta specializzata negli scavi di miniere e cave!

L’intervento di profonda modificazione di questa zona così delicata dal punto di vista idrogeologico non è sfuggito ai Forestali di Mottola i quali, nel corso della loro regolare attività di pattugliamento del territorio, si sono resi conto dei lavori in corso a brevissima distanza dalla Statale (10 metri, per la precisione). Al fine di verificare la stretta rispondenza di detti lavori con le prescrizioni, essi hanno accertato il rigido regime autorizzativo prescritto per l’area in argomento, nonché il mancato rispetto della vincolistica. Sono pertanto intervenuti tempestivamente, sequestrando l’area - dell’estensione di 1315 m2 - ed il mezzo speciale per movimento terra impiegato per l’effettuazione dei lavori, e deferendo all’Autorità Giudiziaria due persone (il proprietario dell’area su cui stavano per essere effettuati i rilevanti movimenti di terra e l’Amministratore Unico dell’Impresa di scavi).


I capi di imputazione contestati sono l’art. 44 lett. ‘b’ del ‘Testo Unico delle Disposizioni Legislative e Regolamentari in Materia Edilizia’ il D.P.R. n° 380/2001, che fissa l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 5164 euro a 51645 euro nei casi di esecuzione dei lavori in totale difformità o assenza del permesso o di prosecuzione degli stessi nonostante l'ordine di sospensione, nonché l’art. 110 del Codice Penale, recante pena per coloro che concorrono nel reato.

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