venerdì 28 giugno 2013

La via di Barium: il Museo della Fotografia presenta Maurizio Gabbana

Il Museo della Fotografia del Politecnico di Bari invita a partecipare al vernissage della mostra di Maurizio Gabbana ‘La via di Barium’ presso il circolo Barion alle ore 19,00. 
Maurizio Gabbana intitola la sua mostra fotografica ‘La via di Barium’ riportandoci al mito dei navigatori Illiri, probabilmente primi marinai adriatici a trovare l’approdo sul nostro territorio, schiaffeggiati, a voler leggere Orazio, da un mare turbidum.
Gabbana alterna le sue visioni, spaziando dalle rispettose rappresentazioni ortodosse di silenziosi e assolati prospetti invitanti alla preghiera a bianconeri pieni di memorie oniriche di riconoscibili stratigrafie, a raffigurazioni mistiche e ritmate, animate metafore del trascendente.
Una catacresi del reale, delineato da immaginifiche e luminose forme fino alle ombre serotine trapassate da regali luminarie incandescenti, colorate di vita e di splendori.
È la Puglia, dove la luce, tra pietre, luccichii, specchi, frammenti di vetri colorati inganna l’occhio fino a portarlo lontano, a fissare un campanile, uno stormo, un orologio, una croce. È un gioco, un invito a immaginare altre visioni.
di Pio Meledandri  


Le “Osservazioni” di Maurizio Gabbana per Barion sono scatti fotografici sequenziali che svelano sogno e realtà di un luogo magico e mitico. Il carattere estatico, la allusione extrarappresentativa di ciò che ora è percepibile può dirsi dionisiaco. Così intensa è la musica raccolta entro ogni singola “Osservazione” da provocare una visione musicale.
Dal punto di vista formale, ogni singolo rilievo sequenziale di Gabbana è la trasposizione esotica, drammatica, prospettica, gestuale di appartate esperienze mistiche riecheggianti la personalità di un novello Zarathustra appena sbarcato sul magico litorale barese dopo un lungo viaggio per mare che è iniziato a New York.
Intanto il visitatore può sperimentare l’esperienza vissuta dall’autore ricavandone un’insegnamento e una lode della vita: il demone della visione rischia di metterci in crisi dinnanzi a questa scrittura visiva e tuttavia ciò che in essa si distacca dal reale, ciò che può dirsi la dimensione ascetica di questa arte prima di ogni altra cosa dà a quanto rappresenta una forza vitale che va oltre i desideri, le concretezze, il senso della terra, il senso dell’ architettura, il sapore del mare, ogni apparenza del mondo.                                             
di Rolando Bellini 


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