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mercoledì 8 gennaio 2014

Mafia. Al teatro comunale di Bitonto va in scena la storia di don Pino Puglisi

A otto giorni dall'inizio dell'anno nuovo mi accingo a pubblicare il primo articolo o post che dir si voglia. Dopo l'exploit di visualizzazioni di novembre e, ancor più, di dicembre mi era balenata l'idea di interrompere le "trasmissioni". Ma fintanto che sono qui (e che osservo le cose del quotidiano) scriverò. Racconterò con immagini ferme o in movimento la realtà che mi circonda. Cercherò di segnalare le attività culturali e artistiche più interessanti che il territorio offrirà. Non disdegnerò di raccontare belle storie, troppo volte ahimè relegate alle ultime battute della narrazione. Ma soprattutto il 2014 sarà per me (questo è l'augurio che mi faccio) l'anno delle inchieste, dei reportage e magari di qualche altro nuovo modo di rappresentare la realtà. 
  
Per oggi, 8 gennaio 2014, segnalo uno spettacolo teatrale in programma al teatro comunale Traetta di Bitonto. L'autore dello spettacolo è Christian Di Domenico, attore e pedagogo abilitato allo sviluppo e all’insegnamento della metodologia teatrale acquisita dal Maestro russo Jurij Alschitz dalla European Association For Theatre Culture, oltre che direttore didattico dell’Accademia Teatrale ITACA (International Theatre Academy for Adriatic, www.itaca-academy.org) con sede in Puglia. Di Domenico ha realizzato U Parrinu, inteso come progetto di diffusione della legalità attraverso il teatro. 

L’obiettivo dell'opera, scritta, diretta e interpretata da Christian Di Domenico, è quello di raccontare questa storia a quante più persone possibili. Raggiungere soprattutto i ragazzi, nelle scuole, negli oratori, nelle associazioni che operano nel sociale. Il sogno di Di Domenico è far si che il costo del biglietto non ricada sui più giovani. Ma perché Christian Di Domenico ha voluto portare sulle scene questo storia? A questa domanda risponde l'autore sullo spazio facebook dedicato all'evento.  

«Ho conosciuto don Puglisi  scrive Di Domenico – quando ero piccolo; veniva a trascorrere alcuni giorni di vacanza con la mia famiglia. Era strano avere un prete in casa; si dicevano le preghiere a tavola e certe cose, in sua presenza, era difficile anche solo pensarle. I suoi occhi brillavano di una luce speciale che non so spiegare. Il 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno, un colpo di pistola alla nuca ha spento quella luce e ha segnato un pezzo di storia della Chiesa e della società civile in Italia. Fu eliminato perché, togliendo i bambini alla strada, li sottraeva al reclutamento della mafia. Ma se don Pino fu giudicato dai boss di Cosa Nostra un fastidioso intralcio di cui liberarsi alla svelta, il suo assassinio fu soltanto il mostruoso epilogo di una lunga catena d’incomprensioni, inadempienze e silenzi da parte di tutti. Il 25 maggio di quest’anno (l’anno della Fede, per la Chiesa) si è celebrata la Beatificazione di padre Puglisi, mentre il 15 settembre 2013 si commemoreranno i 20 anni dalla sua morte. Porto sempre con me l’immagine di padre Puglisi, è nelle mie preghiere. Oggi  conclude Di Domenico  sento il bisogno di raccontare la sua storia, intrecciandola con episodi salienti della mia biografia, in cui don Pino è presente anche quando è lontano, perché credo che possa aiutare le nuove generazioni a recepire quei valori di cui ogni sua azione compiuta era portatrice: fede, coraggio e, soprattutto, capacità di perdonare».

Dunque per chi avrà voglia di vivere emozioni forti e, per chi non conoscesse la storia di don Puglisi, l'appuntamento è per sabato 11 gennaio presso il teatro comunale Traetta di Bitonto. Il costo del biglietto è di 10,00 euro. 

08.01.2013
Vito Stano

mercoledì 11 dicembre 2013

Corruzione. Luigi Ciotti rilancia la sfida. Firma la petizione per un sanità pulita

Don Luigi Ciotti, presidente di Libera
Il nostro sistema sanitario è minacciato da un grave morbo, fatto di opacità, illegalità e corruzione, che sottrae risorse preziose per la nostra salute. Purtroppo sono i dati a confermarcelo: nel solo triennio 2010-2012, in Italia sono stati accertati reati nella sanità per oltre 1 miliardo e mezzo di euro. Questi soldi basterebbero per costruire 5 nuovi grandi ospedali modello. Troppi stanno alla finestra a guardare, dobbiamo invece ribellarci all’idea che non sia possibile cambiare. Ecco allora questa petizione molto concreta indirizzata al mondo della sanità pubblica.  Per prima cosa vogliamo quindi Aziende sanitarie trasparenti, perché la trasparenza è il primo e più importante antidoto contro l'illegalità e la corruzione. C’è una legge chiara in merito, la 190/2012, ma sono ancora molte le Aziende sanitarie che non hanno applicato le norme anticorruzione. 
Chiediamo allora con forza agli Assessori regionali e ai Direttori generali alla Sanità di impegnarsi per far rispettare gli obblighi di legge da ciascuna delle 237 aziende sanitarie del nostro Paese.  È dal 1978 che l’Italia si è dotata di un Servizio sanitario nazionale che ha dato a tutti, senza discriminazioni, cure e assistenza. Questo sistema ci ha resi più sani, ha protetto noi e le nostre famiglie ed è fondamentale preservarlo. Per questo ti chiedo ora di fare la tua parte. Firma anche tu e chiedi ai tuoi amici di firmare questa importante petizione. Insieme possiamo davvero fare la differenza.

Luigi Ciotti
(Presidente di Libera)

sabato 7 dicembre 2013

Corruzione. Sul web e nelle piazze la petizione per cacciare i corrotti dalla sanità

Don Luigi Ciotti, fondatore della rete di Libera
Oggi, domani e lunedì, giornata mondiale per la lotta alla corruzione, i volontari di Libera sono nelle piazze d’Italia per iniziare la nuova grande raccolta firme di Riparte il futuro. Da oggi inizia infatti la campagna per la trasparenza ditutte le Aziende sanitarieLo sapevi che solo nel triennio 2010-2012, in Italia sono stati accertati reati per oltre 1 miliardo e mezzo di euro, quanto basta per costruire 5 nuovi grandi ospedali modello?

L'invito dei promotori è di scendere in piazza o recarsi nel paese più vicino e firmare la petizione Obiettivo 100% e approfittare per discutere su come fare la differenza. In un Paese civile abbiamo diritto ad una sanità pubblica libera dalla corruzione. Per questo da Napoli a Villa d'Agri, in provincia di Potenza, da Palermo a Lecce, nella mattinata di oggi sabato 7 dicembre, i volontari di Libera stanno promuovendo l’iniziativa e la raccolta delle firme. Domani, domenica 8 dicembre, la manifestazione continua nelle piazze di Somma Vesuviano e a Castel Nuovo di Napoli e ancora a Palermo. In Puglia la presenza di Riparte il futuro si vedrà nelle città di Taranto e Mottola.

La corruzione è un male da sconfiggere. Per non sentirci impotenti uniamo le firme.

07.12.2013

Vito Stano

giovedì 26 settembre 2013

Riparte il futuro: chiedi ai tuoi musicisti preferiti di aderire alla campagna

Niccolò Fabi
Fai un salto in avanti nella tua lotta contro la corruzione e... Cantagliele di santa ragione! Come? Semplice: scrivi al tuo musicista preferito e invitalo ad impegnarsi contro la corruzione. La sua popolarità la deve anche un pò a te e a tutti i suoi fan che come te lo acclamano ai concerti, comprano i suoi dischi... insomma che lo rendono celebre con il proprio affetto! Fatti restituire il favore!     

Chiedigli di lanciare un appello o compiere un'azione contro la corruzione. In questo modo non solo li convincerai a prestare la propria arte al servizio del proprio pubblico e della collettività ma contribuirai ad aumentare la loro popolarità. Perché chi suona contro la corruzione...becca la nota giusta per innescare il cambiamento nella società. Nel nostro Paese ogni anno vengono distrutti 60 miliardi di euro a causa della corruzione. È ora di cambiare musica.

Partecipa all'iniziativa 'Musicisti contro la corruzione' e invita i tuoi amici a sfidare il proprio cantante o band preferiti: http://www.riparteilfuturo.it/musicisti/
.

(fonte Riparteilfuturo.it)

mercoledì 25 settembre 2013

Don Luigi Ciotti, promotore della campagna Riparte il futuro, invita a firmare

«Contro la corruzione ci sono tre parole che non possiamo solo leggere con gli occhi, le dobbiamo fare nostre – dice don Ciotti –, sono: ‘continuità’, da parte di tutti, non possiamo essere cittadini a intermittenza. La seconda parola è ‘condivisione’».



«È il noi che vince, costruire insieme, camminare insieme. La terza è ‘corresponsabilità’. Il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi [...] Riparte il futuro non è solo qualcosa di sporadico, ma ci accompagnerà e deve accompagnarci in questa grande scommessa: che è possibile cambiare pagina. [...] È un progetto che vuole ridare speranza».

martedì 24 settembre 2013

Costituzione la via maestra: il 12 ottobre a Roma per difendere il futuro

Il 12 ottobre l'appuntamento è a Roma in piazza della Repubblica alle ore 14,00. 

Arriveremo a Roma da tutt'Italia per una grande manifestazione nazionale per difendere la Costituzione e rivendicarne l'applicazione. Come è scritto nell'appello «La difesa della Costituzione è innanzitutto la promozione di un'idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. [...] Non è la difesa d'un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa».

Per la riuscita della manifestazione è però fondamentale la partecipazione di tutti. Questa, infatti, è una manifestazione promossa da personalità come Lorenza Carlassare, don Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, ma si basa sull'impegno di tutte e tutti i cittadini che vi si riconoscono.

(fonte libera.it)

Bari - Criminalità organizzata: la risposta di Libera per una riscossa civile

Quando, in occasione dell'omicidio di Giacomo Caracciolese, lo scorso aprile, abbiamo deciso di lanciare la campagna ‘Spàrano? Via da Bari’, stavamo maturando, come Coordinamento provinciale di un'associazione schierata quotidianamente in difesa dei temi antimafia, due convinzioni. La prima era una consapevolezza concreta. Ovvero, a Bari si sarebbe sparato ancora perché ogni omicidio, da sempre, ha contribuito a schiudere vasi di violenza. La seconda era una riflessione sulla nostra azione: le parole rabbiose e indignate non avrebbero  di certo, non da sole,  fermato le sparatorie. Stavamo solleticando le mafie, senza incutere loro il minimo timore.   

L'omicidio il 28 agosto a Poggiofranco, che ha visto cadere sotto i colpi della malavita Felice Campanale, è solo l'ultima di una lunga serie di conferme su queste due riflessioni. Dunque, ora, l'imperativo categorico è quello di domandarsi: che fare? Innanzitutto, c'è da chiudere il cerchio dell'autocritica e della critica, provare a riassemblare i cocci, ristrutturare un mondo (quello dell'antimafia) che va, spesso, in ordine sparso, alla rinfusa, per rilanciare un'azione nuova. Ma per rilanciare c'è bisogno di essere forti. Ecco dunque l'urgenza impellente di mettere in campo la rete, rafforzando alleanze che, nel corso del tempo, sono andate perdute o si sono indebolite nella pletora di singoli eventi. Urge ora ridare un senso a queste sinergie, marcarle e nettarle nell'inchiostro dell'impegno e non solo in quello della teorizzazione.

C'è da ricostruire un tessuto urbano sfibrato dal disimpegno e divenuto socialmente traballante. Serve pertanto fare massa critica, nel senso più vero dell'espressione. Massa: perché dobbiamo contarci ed essere in tanti, coscientizzare e comunicare la necessità della partecipazione attiva. Critica: per non accettare più  luoghi comuni, le mere dichiarazioni d'intenti cui fa seguito soltanto il silenzio. Bisogna provare a fare realmente opinione, incidere sui vissuti delle persone, incontrandole fisicamente per far capire loro che ci siamo.

Ci sia consentito quindi fare una proposta: chiediamo alle associazioni, alle scuole, alle parrocchie, a tutti i gruppi impegnati nel sociale di destinare una giornata del proprio impegno all'organizzazione di un'iniziativa a favore della città al fine di allestire, tutti insieme e fin dai prossimi giorni, un calendario unitario di iniziative a sostegno della legalità. Siamo convinti che questa, lungi dall'essere la risoluzione definitiva del problema, possa comunque rappresentare una prima, importante, risposta corale della comunità barese alla violenza e l'inizio di un raccordo sociale che punti sulla coesione quale momento nodale del contrasto alle mafie.

Per il Coordinamento provinciale

il referente Alessandro Cobianchi

(fonte libera.it)

mercoledì 4 settembre 2013

Magistratura Democratica al fianco di Libera contro la criminalità in Puglia

I magistrati baresi, nel rispetto della sobrietà che contraddistingue l’esercizio delle funzioni giurisdizionali, daranno sicuramente il loro contributo alle iniziative promosse da Libera per fronteggiare la recrudescenza criminale degli ultimi mesi. I fatti di sangue, nella città di Bari, in provincia, nella provincia di Foggia, sono gravi ed impongono la mobilitazione di tutte le parti sane della società. Impongono, ancora prima, alcune riflessioni.

I fenomeni criminali non si possono combattere solo con le forze dell’ordine e la necessaria forza repressiva dello Stato, inevitabilmente, interviene quando la convivenza civile è già incrinata. Si deve, dunque, andare alle origini dell’affermazione della criminalità organizzata. La sua forza militare ed economica poggia sulla debolezza delle istituzioni pubbliche e del tessuto sociale ed economico. Tanti sono gli esempio emersi nella cronaca agostana.

Il lavoro, nelle campagne e nei cantieri, passa assai spesso dai caporali, che inquadrano cittadini italiani e stranieri come nuovi schiavi, li sfruttano, alterano la concorrenza fra imprenditori, sbaragliano le regole del mercato del lavoro, inducendo i più furbi a vivere dei sussidi per la disoccupazione in agricoltura ed i più disperati a morire di fatica. Se i cittadini non trovano, nel luogo di lavoro, l’ambiente per conoscere e fare valere i  loro diritti, difficilmente potranno diventare, nella vita quotidiana, massa critica conto le pratiche mafiose.

I dati della dispersione scolastica sono in aumento. I tagli alle spese pubbliche penalizzano gli interventi sociali, riducono il numero delle scuole e rendono costosi i trasferimenti dal paese in cui si vive al paese in cui si deve frequentare la scuola. Quanti di questi fattori incidono sulla scelta dei genitori di non “portare” i figli a scuola? L’ordinamento scolastico consente, con l’utilizzo dell’arma disciplinare della sospensioni ripetute e per molti giorni, ai dirigenti scolastici, in concorrenza fra loro per accaparrarsi il maggiore numero di iscritti, di allontanare dal percorso scolastico gli alunni più difficili, le cui intemperanze fanno cattiva pubblicità alla scuola che frequentano. Se proprio la scuola, che dovrebbe includere nella società italiana soprattutto i ragazzi che “da soli” non ce la fanno, diventa il luogo dove si impara la segregazione, difficilmente i giovani cittadini si sentiranno parte di una collettività sana e forte, presupposto indefettibile per reagire alle prepotenze dei potentati criminali.

Le restrizioni all’accesso al credito spingono famiglie ed imprenditori nelle braccia degli usurai. La diffusione dei locali adibiti all’acquisto di “oro” è l’evidente sintomo del disagio di chi rinuncia ai “tesori” di famiglia per tirare avanti. Se i circuiti dell’economia legale diventano così difficili, difficilmente i nostri imprenditori resisteranno alle tentazioni dell’economia criminale.

Insomma, i temi di discussione sono tanti e nessuno si può dire indifferente alla lotta alla criminalità, che, se diventa solo tema di ordine pubblico, è lotta persa in partenza. 

Giovanni Zaccaro 

segretario Magistratura Democratica Bari

mercoledì 3 luglio 2013

Legge sul voto di scambio: lunedì 15 luglio si discuterà in Parlamento

Cè una notizia importante: insieme a te e ad altri 68.500 firmatari che hanno sostenuto l’appello alla Presidente Laura Boldrini la riforma della legge sul voto di scambio è prossima alla discussione in Aula. Ora abbiamo anche una data precisa: lunedì 15 luglio.

Insieme abbiamo vinto questa battaglia, ma non è finita. Alla Camera sono 256 i ‘braccialetti bianchi’, i deputati che hanno promesso di votare la riforma: potrebbero non essere sufficienti.
Nei prossimi 15 giorni che ci separano dalla data del voto dobbiamo provare a convincere quanti più parlamentari a votare in Aula per la modifica di questa legge così importante.

Dobbiamo quindi continuare a raccogliere firme. Se ognuno di noi porta anche solo la firma di un nuovo amico avremo il doppio della forza.


Il modo più efficace per portare nuove firme è quello di chiedere ai propri amici usando la rubrica della posta elettronica, oppure condividendo ‘Riparte il futuro’ su facebook. 

(fonte 'Riparte il futuro')

venerdì 26 aprile 2013

Destinare il 5x1000 per sostenere il volontariato: requisiti e scadenze


Anche per il 2013 i contribuenti possono destinare una quota pari al 5 per mille dell’Irpef a finalità di interesse sociale (Dl n. 95/2012 - pdf, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135). Le categorie di enti che posso accedere al beneficio, le modalità di iscrizione e i criteri di ammissione al riparto per le diverse tipologie di soggetti sono le stesse di quelle stabilite per il 2010 (Dpcm del 23/4/2010 - pdf). Inoltre, i contribuenti possono destinare una quota pari al 5 per mille dell’Irpef al finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici (Dl n. 98/2011, convertito, con modificazioni dalla legge n. 111 del 15/7/2011). Possono partecipare (articolo 2, comma 2, del Dl 16/2012 - pdf) - circolare n.6/E del 21 marzo 2013 - pdf) al riparto delle quote del cinque per mille gli enti ritardatari che presentino le domande di iscrizione e provvedano alle successive integrazioni documentali entro il 30 settembre 2013, versando contestualmente una sanzione di importo pari a 258,00 euro utilizzando il modello F24 con il codice tributo 8115 (risoluzione n. 46 del 11/5/12 - pdf). I requisiti sostanziali richiesti per l’accesso al beneficio devono essere comunque posseduti alla data di scadenza della presentazione della domanda di iscrizione relativa a ogni settore.

Descrizione
Enti del volontariato
Associazioni sportive dilettantistiche
Inizio presentazione domanda d’iscrizione
22 marzo 2013
22 marzo 2013
Termine presentazione domanda d’iscrizione
7 maggio 2013
7 maggio 2013
Pubblicazione elenco provvisorio
14 maggio 2013
14 maggio 2013
Richiesta correzione domande
20 maggio 2013
20 maggio 2013
Pubblicazione elenco aggiornato
27 maggio 2013
27 maggio 2013
Termine presentazione dichiarazione sostitutiva
1° luglio 2013 alle Direzioni Regionali dell'Agenzia delle Entrate
1° luglio 2013 agli uffici territoriali del Coni
Termine regolarizzazione domanda iscrizione e/o successive integrazioni documentali
30 settembre 2013
30 settembre 2013
(fonte Agenzia delle Entrate)  

26.04.2013
V. S.

domenica 7 aprile 2013

Nero d'Avola di Sicilia: dalla vite alle tavole col sapore di legalità


Il Nero d'Avola è il vitigno rosso più rinomato della produzione vitinicola siciliana. Il nome del vitigno nasce come Calaulisi, italianizzato erroneamente in Calabrese o secondo altri dal casato proprietario dei vigneti di Avola. Cala è la forma dialettale, di Calea, o Caleu sinonimi siciliani di racina ovvero uva.  Aulisi sta per Aula, cioè il nome della città di Avola in dialetto. In definitiva Uva di Avola, ovvero Calea-Aulisi, ed infine Calaulisi.

Il Nero d'Avola è citato dal botanico Francesco Cupani già nel 1696, il quale racconta di origini ancora incerte. È legato agli antichi vini che erano conosciuti con il nome di «Calabresi di Augusta» e «Vini di Vittoria». Il re dei vitigni siciliani è coltivato con successo in tutte le aree viticole dell'isola, sebbene gli esportatori di vini siciliani in Francia trovarono più facile venderli come vini calabresi, in quel tempo decisamente più famosi e apprezzati; già nel 1800 i vini rossi provenienti da uve Nero d'Avola del territorio siracusano erano molto richiesti e ambiti dagli stessi commercianti francesi e nord europei, che li utilizzavano per dare colore e corposità ai loro vini.

Le caratteristiche del vitigno sono la sua pianta vigorosa, la foglia medio-grande di forma cuneiforme pentagonale; con il grappolo da medio a grande, mediamente compatto, acini medi e buccia pruinosa di colore blu-nero. La sua maturazione è media. I vini che questo vitigno ci regala si distinguono in base alle zone di coltivazione della vite. Sono ricchi di personalità, di colore rosso rubino carico, con un elevato corredo aromatico con note fruttate, floreali e speziate, la sua ottima struttura gustativa lo rende un campione, i tannini sono morbidi e corposi, ha una acidità equilibrata. Sono vini armonici nel complesso e da abbinare a piatti della cucina sicula o come vini da meditazione data la forte personalità.


Le DOCG e DOC in cui è utilizzato il Nero d'Avola sono il Cerasuolo di Vittoria DOCG, Contea di Sclafani, Contessa Entellina, Delia Nivolelli, Eloro, Erice, Mamertino, Marsala, Menfi, Monreale, Riesi, Salaparuta, Sambuca di Sicilia, S. Margherita di Belice, Sciacca, Vittoria.


C'è una interessante iniziativa di cui sono artefici ragazzi e ragazze siciliani, che riguarda il vino e la riappropriazione legittima del territorio. Si tratta del progetto portato avanti dalla cooperativa Libera Terra Sicilia, che delle terre confiscate alla mafia fa sgorgare oro liquido: per la precisione sulle terre confiscate ai padrini della mafia nascono ottimi vini, come la linea Centopassi, Placido Rizzotto o gli imperdibili Cru. Siamo nella zona di Corleone, dove dalle ostiche argille sciolte nelle terre assolate e da vigne a spalliera, viene impressa forza e decisione al Nero d'Avola in purezza. Questo vino è dedicato alla memoria di Peppino Impastato, militante comunista di Cinisi (Palermo) assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978. In terra di mafia il vino assume anche il sapore e l’odore della libertà e non solo quello della cultura enologica del territorio.

07.04.2013
Giulio Stano
(sommelier Ais Puglia)

Nessuno è più pericoloso di un uomo privo di idee,
il giorno che ne avrà una gli darà alla testa come il vino a un astemio.

Gilbert Keith Chesterton (1874- 1936)

domenica 24 marzo 2013

Legge anticorruzione nei primi 100 giorni: @riparteilfuturo al giro di boa


Il governo non è stato ancora nominato, ma è già tempo di ricordare ai nuovi eletti le promesse fatte in campagna elettorale.

Le 160.000 firme raccolte durante la campagna elettorale racchiudono anche le 276 di quei parlamentari che hanno preso l’impegno di modificare la legge contro la corruzione nei primi 100 giorni della legislatura

«Riparteilfuturo» invita tutti a ricordare ai parlamentari col braccialetto bianco l’impegno preso con gli italiani che hanno firmato la petizione. Come? Si può scegliere un numero e scattare una foto oppure è possibile disegnare il conto alla rovescia o gridarlo, cantarlo: non ci sono regole per esprimere questa volontà. Le immagini (o i video) migliori saranno pubblicati. Il conteggio è iniziato il 21 marzo con il -94 e si prosegue -94, -93, -92 fino allo zero. È possibile inviare le foto a info@riparteilfuturo.it.

24.03.2013
Vito Stano

sabato 16 marzo 2013

Confisca beni mafia 100 milioni a Gravina. La Puglia presente a Firenze


Il clima non lascia spazio alla primavera, marzo si sa è pazzerello e difatti la nella serata di ieri la provincia di Bari ha avuto la sorpresa di qualche fiocco di neve fuori tempo. Ma la primavera non è soltanto meteorologica: oggi 16 a Firenze circa 150mila cittadini hanno risposto alla chiamata della rete di Libera che da diciotto anni si dà appuntamento per ricordare tutte le 900 vittime innocenti di mafia. Questa è la primavera della legalità. Dalla Puglia e dalla provincia di Bari sono partiti numerosi autobus a testimonianza di quanto è sentita la lotta alle mafie dai cittadini pugliesi. Qualche esempio per comprendere la situazione pugliese la dà la notizia dell'operazione portata a termine della magistratura e dalle forze dell'ordine, che ha visto la confisca beni mobili ed immobili a Gravina in Puglia.

In applicazione della normativa antimafia sulle misure di prevenzione patrimoniale (il cosiddetto «Pacchetto sicurezza») nella mattinata di ieri i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un provvedimento di confisca di beni mobili ed immobili – emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari (collegio Presidente La Malfa - Marrone - Mattiace), su richiesta della Procura della Repubblica di Bari nei confronti di un pluripregiudicato, nelle more deceduto, di Gravina, con precedenti penali per omicidio, estorsione, rapina e associazione per delinquere di tipo mafioso, ritenuto affiliato al clan Mangione-Gigante-Matera, attivo in Gravina in Puglia e zone limitrofe.

I sigilli sono stati apposti ai seguenti beni riconducibili allo stesso ed a suoi congiunti, direttamente o attraverso prestanomi: 153 unità immobiliari (96 appartamenti e 57 locali commerciali, garage e magazzini) ubicati a Gravina in Puglia, Altamura, Turi, Casamassima, Bari, Gallarate (VA), Monfalcone (GO) e Corigliano Calabro (CS); 6 società di capitali costituite da imprese edilizie; 39 terreni ubicati ad Altamura, Gravina in Puglia, Turi e Casamassima; 26 rapporti bancari, il tutto per un valore complessivo di circa 100 milioni di euro.

Quella di Gravina è un’organizzazione malavitosa di stampo mafioso, fortemente radicata sul territorio, capace non solo di resistere ai continui arresti operati dalle forze dell’ordine nel corso degli anni (si ricorderanno su tutte le operazioni antimafia Gravina e Canto del Cigno), ma anche di disporre di ingenti quantitativi di denaro che vengono riciclati attraverso società finanziarie o società edilizie costituite appositamente o attraverso l’acquisto di lussuosi beni mobili e di prestigiosi immobili. Un patrimonio che la Procura di Bari e la Sezione Misure di Prevenzione stanno continuamente «attaccando» nella convinzione che proprio la sottrazione dei beni ai clan malavitosi possa produrre i maggiori risultati sul piano della lotta antimafia.

L’indagine patrimoniale, avviata nel settembre del 2010, ha consentito ai Carabinieri, sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria, di appurare che il tenore di vita e il patrimonio nella disponibilità del pluripregiudicato gravinese erano troppo sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati: con il provvedimento di confisca, il Tribunale ha ritenuto che si tratta di ingenti introiti derivanti da attività illecite che venivano riciclati e reinvestiti attraverso pseudo attività lecite.

L’inchiesta, nel suo sviluppo, ha già consentito nel 2011 e 2012 di eseguire altre ordinanze di sequestro per la successiva confisca di beni: febbraio 2011, si arriva al primo sequestro preventivo, più consistente: 98 unità immobiliari, quattro società, tre auto di grossa cilindrata e otto conti correnti per un valore complessivo di 30 milioni di euro; ottobre 2011 un altro sequestro a Bari e Turi: beni non direttamente intestati a lui, ma a persone di fiducia, attraverso la costituzione di due società edilizie che stavano reinvestendo gli utili; dell’attività illecita, immobili, conti correnti, per un valore complessivo di 20 milioni di euro gennaio 2012 altri beni per un valore di 2,5 milioni di euro consistenti in  24 unità immobiliari nel comune di Turi in fase di ultimazione ed un libretto di deposito; giugno 2012 un altro sequestro a Turi: una società con relativo complesso aziendale composto da 79 immobili per un valore di 15 milioni di euro, il tutto per un valore complessivo di oltre 65 milioni di euro.

Una cronologia che ha permesso agli investigatori e all’A.G. di considerare l’attività criminale dell’organizzazione non solo ancora molto attiva sul territorio, ma con unavivacementalità imprenditoriale che non conosce crisi di mercato, ma soprattutto non conosce crisi di liquidità. Società edilizie che dovendo riciclare denarosporco” sono in grado di competere sul mercato immobiliare a prezzi concorrenziali rispetto agli imprenditori edili onesti.

Grazie all’impegno ed alla professionalità dell’amministrazione giudiziaria, coordinata dal dott. Gianpaolo Pulieri, che ha cooperato costantemente con il Tribunale di Bari, le aziende edilizie sequestrate sono rimaste attive durante il sequestro così consentendo, non solo  il mantenimento dei posti di lavoro, ma anche nuove assunzioni, l’ultimazione degli immobili in corso di costruzione e la consegna delle abitazioni ai privati cittadini che già avevano sottoscritto dei preliminari di acquisto. Sono stati inoltre venduti ulteriori immobili. In tal modo si è pervenuti alla confisca di tutto il denaro ricavato dalle vendite ed è stato incrementato il patrimonio sequestrato con l’acquisto di una ulteriore intera palazzina.

L’indagine patrimoniale si inquadra in una ampia attività di contrasto alla locale criminalità organizzata che, nel solco degli indirizzi che provengono in tal senso dal Tribunale, Sezione Misure di Prevenzione, e dalla Procura della Repubblica di Bari, è rivolta soprattutto ad aggredire i patrimoni illecitamente acquisiti.

Il contrasto ai patrimoni illeciti diventa così uno dei mezzi, forse il più importante, per un serio contrasto all’attività delinquenziale. Privando i clan delle risorse economiche si riesce a depotenziare la loro capacità criminale più di quanto possa fare la detenzione in carcere. Le ingenti somme a disposizione, infatti, permettono ai capi clan non solo di reinventarsi come imprenditori che finiscono poi per  agire sul mercato con spregiudicatezza a scapito dei veri imprenditori onesti. Il sequestro e la confisca in oggetto hanno riportato trasparenza e legalità nel mercato e piena fiducia dei cittadini onesti nell’operato della magistratura e forze dell’ordine.

16.03.2013
Vito Stano

giovedì 3 gennaio 2013

La Befana ritorna a Cassano. Volo previsto per sabato sera


Befana in caduta libera 2012 - Foto Archivio Vito Stano
Secondo il detto popolare “L’Epifania tutte le feste porta via” anche quest’anno l’Associazione de “I  Malavoglia (nu nan sim nsciun)” , visto l’enorme successo della prima edizione, ha voluto riproporre un evento che permettesse a tutti di salutare le feste con l’arrivo della Befana. L’evento intitolato “Befana in caduta LIBERA” si svolgerà il prossimo 5 gennaio 2013 in piazza Aldo Moro grazie alla collaborazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bari (in caso di pioggia l’evento verrà posticipato al 6 gennaio 2013).

L’evento inizierà  intorno alle ore 19,00, dove oltre l’arrivo della Befana, si potranno assaporare le meraviglie dei vari stand gastronomici e ammirare le beltà degli stand di oggettistica, di prodotti artigianali del Commercio Equo e Solidale, dei prodotti del presidio di LIBERA e di Operazione Colomba.

Per la felicità dei bambini ci sarà tantissimo zucchero filato e a rallegrare la serata ci sarà anche un gruppo di musicisti chiamato JAMMING CULTURE. L’arrivo dall’alto della Befana porterà con sé tanti doni destinati ai più piccoli.

Sperando in una massiccia presenza di grandi e piccini, l’associazione de I Malavoglia augura a tutti Buone Feste!

(fonte Presidio 'Gaetano Marchitelli' Libera Cassano delle Murge)