Ritorniamo a parlare di
vitigni e di Basilicata a fine estate, in perfetta sincronia con la natura; il
caldo torrido adesso è un ricordo lontano e si guarda al futuro della
vendemmia.
La Basilicata o Lucania in
tempi remoti era conosciuta come la terra dei Lyki, ma fu con l'arrivo dei
Greci, i quali diedero impulso all'agricoltura, che la viticoltura acquistò
sempre maggiore importanza come componente dell'economia del tempo. Però nulla si
sa sulla qualità dei vini prodotti e imbarcati sui vascelli delle rotte che
facevano capo al metapontino.
È una regione, la Basilicata
caratterizzata prevalentemente da terreni di natura argillosa e calcarea,
questo fattore ha sempre determinato una forte scarsità d'acqua e non pochi
problemi per l'agricoltura in generale.
Questa è la terra delle Doc
dell'Aglianico del Vulture, il Terre della Val d'Agri e Matera. Spicca anche
l'Igt Basilicata nelle tipologie bianco, rosato e rosso. Gli altri vitigni coltivati sono il Montepulciano di Basilicata, il
Moscato del Vulture e della Lucania, e non per ultimo l'Asprinio Lucano. Il
comprensorio vitivinicolo vero e proprio comprende il territorio collinare del
Vulture, legato ad un complesso vulcanico oggi spento, in provincia di Potenza,
che comprende quindici comuni, tra i quali Rionero in Volture, Barile, Rapolla,
Maschito, Genzano di Lucania, Atella, Ripacandida e Melfi.
Oggi però questa
regione sta prepotentemente rialzando la testa grazie all’appoggio dello
Stato, all’insediamento di industrie di livello mondiale e a coraggiose e
spericolate iniziative di privati locali.
La sua immagine dunque, che merita ancora molto di più, si sta rivitalizzando, facendo si che l’interesse per la Lucania sia sempre crescente non solo dal punto di vista agricolo e vinicolo, ma anche da quello turistico e industriale.
15.09.2013
Giulio Stano
(sommelier Ais Puglia)