Eccoci ritrovati a parlare di storia e
vino, cultura e arte; insomma parliamo di un vitigno arabeggiante e ricco come
la sua madre patria: il Moscato d'Alessandria d'Egitto, meglio conosciuto in
Italia come Zibibbo, Moscato di Pantelleria o nella versione Passito di Pantelleria è tra i vini della Sicilia più rinomati in
Italia.
Il vitigno appartiene al
grande gruppo dei moscati chiamati dagli antichi Vitis Apianae perché dolci e preferite dalle api. Coltivato in Sicilia presumibilmente dai
tempi dei fenici, questo vitigno veniva utilizzato soprattutto come uva da
mensa fresca o appassita, da qui il nome di derivazione araba Zibibbo, usato
per indicare le uve da conservare appassite.
Un'antica leggenda narra la storia
della dea Tanit che, invaghitasi di Apollo e volendone attirare l'attenzione, si
finse coppiera dell'Olimpo. Qui sostituì l'ambrosia, bevanda degli dei, con il
nettare proveniente da quest'isola, riuscendo a conquistare l'amore di Apollo.
Ma solo nel 1883 questo vino ha iniziato ad essere conosciuto al di fuori dei
confini dell'isola e, presente nel listino di una famosa casa vinicola
siciliana, fu premiato a Parigi nel 1900; nel 1936 fu inserito tra i vini
tipici italiani.
Se ne ricava un vino
giallo paglierino carico con riflessi dorati, dolce e con elevato grado
alcolico dal caratteristico profumo. Oltre al consumo a sé stante è utilizzato
per la produzione del vino Doc Pantelleria, nella versione passito, moscato e
spumante.
L'abbinamento
ideale è costituito dai dolci, meglio se secchi, di mandorla, cannoli alla ricotta o farciti con confetture
che presentano qualche nota di acidità, come quelle di ribes o frutti di bosco
in genere. Ottimo con formaggi erborinati. Il
Passito di Pantelleria Doc è commercializzato in diverse forme ed etichette.
24.03.2013
Giulio Stano
(sommelier Ais Puglia)
(sommelier Ais Puglia)
Il
vino ha una pienezza ch'empie palato e anima di sapore
Antonio Fogazzaro 1842 -1911