venerdì 27 luglio 2012

La cultura non si mangia, ma fa crescere la comunità


Foto Giovanni Pugliese
La cultura non si mangia, eppure qualcuno si sazia comunque. Il successo della prima serata del progetto "In piazza della creatività" dimostra che lottare contro i mulini a vento alla lunga paga. Anzi a volte si può davvero cantar vittoria.
Dalla storia dell’eroico pastore transumante sull’alta murgia barese raccontata da Francesco Dongiovanni, regista del documentario “Densamente spopolata è la felicità”, alla riforma del politica agricola europea brillantemente spiegata da Enzo Lavarra, già europarlamentare ed esperto di politiche agroalimentari, passando per la macchina burocratica regionale con Gianluigi Cesari, funzionario della regione Puglia, per finire sulla murgia parlando del Parco Nazionale dell’Alta Murgia con il presidente Cesare Veronico. Gli argomenti trattati hanno dunque sfiorato tematiche importanti e forse cruciali per il territorio murgiano barese: dalla contraffazione dei prodotti made in Italy, alla normativa stringente relativa alla tracciabilità dell’olio d’oliva. E poi il marchio del Parco alla cui realizzazione il presidente Veronico sta lavorando “da sei mesi” cercando sinergie tra i “protagonisti veri, cioè gli agricoltori”, oltre che con tutte le istituzioni competenti. A proposito di rilancio del Parco dell’Alta Murgia Veronico ha espresso la volontà di organizzare un “Festival dell’agricoltura e della ruralità” che “dovrà avere un respiro internazionale” in quanto le caratteristiche del “nostro parco sono rare”, in effetti “soltanto altri due parchi in Italia possono essere paragonati per estensione al nostro”.
Foto Giovanni Pugliese
Quindi le origini del territorio, che non si trasmettono esclusivamente con i prodotti della terra, ma anche e forse soprattutto attraverso un ricambio generazionale portatore della cultura contadina. Quella cultura contadina che per decenni moltissimi hanno disprezzato e che invece oggi più che mai è necessario, se non fondamentale, recuperare e arricchire con la ricerca scientifica e il marketing per esportare non solo prodotti made in Italy, ma, come ha precisato Lavarra, “anche la nostra cultura”.

27.07.2012
Vito Stano
   


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