Foto Giovanni Pugliese |
La cultura non si mangia, eppure qualcuno
si sazia comunque. Il successo della prima serata del progetto "In piazza
della creatività" dimostra che lottare contro i mulini a vento alla lunga
paga. Anzi a volte si può davvero cantar vittoria.
Dalla storia dell’eroico pastore transumante
sull’alta murgia barese raccontata da Francesco Dongiovanni, regista del
documentario “Densamente spopolata è la felicità”, alla riforma del politica
agricola europea brillantemente spiegata da Enzo Lavarra, già europarlamentare
ed esperto di politiche agroalimentari, passando per la macchina burocratica
regionale con Gianluigi Cesari, funzionario della regione Puglia, per finire
sulla murgia parlando del Parco Nazionale dell’Alta Murgia con il presidente
Cesare Veronico. Gli argomenti trattati hanno dunque sfiorato tematiche
importanti e forse cruciali per il territorio murgiano barese: dalla
contraffazione dei prodotti made in Italy,
alla normativa stringente relativa alla tracciabilità dell’olio d’oliva. E poi
il marchio del Parco alla cui realizzazione il presidente Veronico sta
lavorando “da sei mesi” cercando sinergie tra i “protagonisti veri, cioè gli agricoltori”,
oltre che con tutte le istituzioni competenti. A proposito di rilancio del
Parco dell’Alta Murgia Veronico ha espresso la volontà di organizzare un “Festival
dell’agricoltura e della ruralità” che “dovrà avere un respiro internazionale”
in quanto le caratteristiche del “nostro parco sono rare”, in effetti “soltanto
altri due parchi in Italia possono essere paragonati per estensione al nostro”.
Foto Giovanni Pugliese |
Quindi le origini del territorio, che non
si trasmettono esclusivamente con i prodotti della terra, ma anche e forse
soprattutto attraverso un ricambio generazionale portatore della cultura
contadina. Quella cultura contadina che per decenni moltissimi hanno
disprezzato e che invece oggi più che mai è necessario, se non fondamentale, recuperare
e arricchire con la ricerca scientifica e il marketing per esportare non solo
prodotti made in Italy, ma, come ha
precisato Lavarra, “anche la nostra cultura”.
27.07.2012
Vito Stano
Nessun commento:
Posta un commento