domenica 1 aprile 2012

Romanzo di una strage - Recensione

La giustizia è giusta?
È il 12 dicembre 1969, una bomba all’interno della Banca dell’Agricoltura a Piazza Fontana a Milano uccide 17 persone e ne ferisce un centinaio. Senza volerne svelare il finale, ma già nei titoli del trailer si legge che  dopo 43 anni (33 di processi) la strage di Piazza Fontana è ancora senza colpevoli, eppure il film conduce lo spettatore verso  diverse ipotesi di colpevolezza. 
Il regista, Marco Tullio Giordana tiene  a precisare che più che senza colpevoli, la strage è senza condannati perché i colpevoli ci sono eccome, ma la giustizia non ha saputo fare abbastanza. Pertanto risulta  legittima e tagliente  la domanda che la vedova dell’anarchico Pinelli pone al Giudice Paolillo “la giustizia è giusta?”
Questa domanda echeggia poi nella mente dello spettatore alla fine del film. 
Oltre alla strage, centrali nel film sono le figure dell’anarchico Giuseppe Pinelli e del commissario Luigi Calabresi, rispettivamente interpretati da Pierfrancesco Favino e Valerio Mastrandrea, i due instaurano un rapporto di stima reciproca pur appartenendo a fronti diversi. Dopo la strage, le indagini fanno ricadere le colpe sul gruppo anarchico capeggiato appunto da Pinelli, Calabresi però sa che questi  è innocente.
Non avrà il tempo però di dimostrarlo perché Pinelli dopo 3 giorni di interrogatorio muore precipitando proprio dalla finestra della stanza dove lo stavano interrogando, si vuol far credere che si tratta di suicidio ma questa tesi non regge, la moglie sa che suo marito non è un suicida e soprattutto non è un violento e non avrebbe mai organizzato il disastroso attentato con la morte di tanti civili innocenti. 
Calabresi, che non era presente quando Pinelli muore, sarà comunque  perseguitato e accusato dagli anarchici della morte del loro compagno e non riuscirà mai a dimostrare che stimava Pinelli e che era estraneo alla sua morte. 
Occorreranno degli anni per portare Calabresi poi su un’altra pista, facendogli abbandonare quella  anarchica ed escludendo anche quella neo fascista, scoprirà qualcosa di molto più grande, collegata ad un traffico internazionale di armi e alla Nato per poi scoprire sul Carso un deposito clandestino di armi usato anche dai neofascisti, chi lo condurrà a questa scoperta lo inviterà  a “dimenticare ciò che ha visto e a dimenticare anche tutto il resto!”
Il commissario Calabresi però non si arrenderà, sarà ucciso il 17 maggio del 1972 quando la sua ostinazione e tenacia nel voler scoprire la verità lo avevano portato ad avvicinarsi troppo ai cosiddetti poteri forti alias uomini di Stato.
Il film, il primo dopo quarant’anni sulla strage di Piazza Fontana,  restituisce valore alle figure di Calabresi e Pinelli, ricostruisce anni importanti della storia del nostro Paese. 
Con coraggio, il regista Giordana e gli sceneggiatori Rulli e Petraglia hanno fatto luce su aspetti storici e morali della strage alla Banca dell’Agricoltura.

Quando si riesce a dire poi si può ripartire! (MarcoTullio Giordana)

01.04.2012 
Sara Fiorente

Nessun commento:

Posta un commento