lunedì 6 febbraio 2012

“Montedidio” di Erri De Luca

Non solo montagne scala il napoletano Erri De Luca. “Montedidio”, alla diciassettesima edizione nel settembre 2011, diverte e commuove. Don Rafaniè è il comprimario di questa storia umile assieme ad un ragazzino-io narrante, che scopre “l’ammore” e la morte in fretta, forse troppo in fretta. Tutto ruota intorno, sopra e sotto a Montedidio, un quartiere di Napoli, l’anima delle vicende raccontate.

E’ il dopoguerra e tutto ha un sapore diverso e uguale alla Napoli di oggi. La povertà c’era e in parte c’è ancora, ma era diversa e aveva altre cause. La solidarietà forse è il grande assente di oggi. In quel ieri era percepita la presenza silenziosa dello sguardo amico del prossimo  nel susseguirsi di una vita povera, ma dignitosa.
“… Pure con la vita triste bisogna darsi da fare, almeno non c’è sporcizia che è una mortificazione in più, ma invece si sta in ordine pure con le lacrime appese.”
Montedidio è la vita della bottega, della cipolla col pane, delle candele che fanno luce nelle stanze buie, della prevaricazione del padrone, “… ripuliamo il fondo della teglia con la mollica del pane, … mangiamo i biscotti alla mandorla, tanti ne ha fatti e tanti ce ne mangiamo, non avanza niente.” 
La fame e la dignità erano compari in quella Napoli, dove anche la fantasia aveva il suo posto a tavola e pure sulla terrazza di Montedidio. Terrazza dalla quale un giorno la tristezza farà largo alla gioia e le strade di due amici si divideranno, per approdare sempre a Montedidio. Un altro Montedidio, diverso e uguale.

06.02.2012
Vito Stano

Erri De Luca, Montedidio
Universale Economica Feltrinelli, Feltrinelli
pp. 142, euro 6,50

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