Ricorderete della lettera aperta che ho scritto all'on. Piero Fassino, ebbene in data 14 agosto ho ricevuto una sua e-mail di risposta, che pubblico qui integralmente. Non è cosa scontata ricevere risposta dai piani alti dalla Repubblica, pertanto ne condivido il contenuto con voi che mi leggete, augurandomi di non far torto all'onorevole Fassino. V.S.
Ricevo e pubblico
Signor Stanovito (uso questo nome del
suo indirizzo email), la ringrazio della sua lettera e affinché abbia una
conoscenza corretta le fornisco alcune informazioni.
Nel mio breve intervento - durante la seduta dedicata al bilancio della
Camera - non ho espresso alcuna lamentela circa l’ammontare dell'indennità che
viene erogata ai deputati. Anzi. Ho semplicemente ricordato che, defalcate
dall’indennità lorda mensile di 10.045 euro la quota Irpef, le addizionali
regionali e locali, i contributi previdenziali, il rateo della assicurazione
malattia, l’indennità netta mensile percepita dai deputati è di 4.718,05 euro,
per 12 mensilità, pari a 57.616 euro annui. È una cifra equivalente a quello
che percepisce un dirigente d’azienda di medio livello in una azienda privata e
decisamente inferiore a quello che percepiscono molti dirigenti nelle pubbliche
amministrazioni.
In ogni caso - come si può evincere dal
testo del mio intervento - ho dichiarato nel mio intervento che considero
quella indennità più che sufficiente. Se l’ho richiamata è semplicemente per
ricordare che l’effettivo ammontare dell’indennità percepita da ogni deputato è
molto diversa dalla voce largamente diffusa nell’opinione pubblica che ai
parlamentari vengano erogati “stipendi d’oro” di decine di migliaia di euro.
Non ho espresso alcuna lamentela, tanto meno ho chiesto di modificare
quell’indennità. Ho detto semplicemente una cosa vera.
Aggiungo anche che le diarie erogate
mensilmente a ogni deputato per l’esercizio del mandato sono da me interamente
utilizzate per i compensi ai miei collaboratori (regolarmente
contrattualizzati), per sostenere l’attività del PD nazionale e Veneto (dove
sono stato eletto) e per coprire le spese per le iniziative politiche nella
circoscrizione elettorale. Non un euro di quelle diarie rimane a me e quindi
4.700 euro è ciò che io percepisco ogni mese. Indennità che - ripeto - ritengo
più che sufficiente.
Ma la ragione per cui io ho ritenuto di
intervenire non era per contestare l’ammontare dell’indennità, ma per
contestare l’approccio demagogico e anti parlamentare di una serie di ordini
del giorno in discussione in quella seduta. In altri termini, non sono
intervenuto a difendere la “casta” - categoria che rifiuto - ma la dignità del
Parlamento e dei parlamentari.
Mi rammarico naturalmente che questa mia
intenzione sia stata rappresentata all’opinione pubblica in modo distorto,
producendone una percezione negativa, ma i fatti sono quelli che ho richiamato,
senza opportunismo e senza ipocrisia, nel puro rispetto dell'informazione dei
cittadini.
Infine sono ben cosciente che esiste una
questione salariale che riguarda milioni di persone e famiglie costrette a
vivere con stipendi insufficienti e pensioni basse. È una questione che ho
sollevato più volte e penso che sia compito della politica - di chi governa
come di chi sta all’opposizione - mettere questo tema al centro dell’agenda
politica e parlamentare ogni giorno, come finalmente sta avvenendo in queste
ultime settimane.
La ringrazio dell’attenzione.
Con cordialità Piero Fassino
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