mercoledì 9 agosto 2023

Caro onorevole Fassino. Lettera aperta dal mondo dei vivi, quelli che cedolino alla mano...

Caro onorevole Fassino, ci ho pensato e ripensato a scrivere una lettera aperta da inviare ai quotidiani, ma poi preso dalle incombenze quotidiane desistevo. Fino a che l’altra sera al riparo dalla pioggia agostana che ha bagnato Matera, ho ascoltato una persona, che avvicinandosi con leggiadria ai sessant’anni (e dunque ancora attivamente impegnata nel suo lavoro di maestra elementare) faceva il paragone tra noi italiani e i lavoratori francesi, che nonostante la riforma delle pensioni sia stata adottata, comunque quando bisogna lottare, lottano. Non come da noi, che pensiamo al twiga e i suoi ospiti. Loro lottano, magari non la spuntano, come questa volta, ma almeno lottano. Punto. 

Questo è solo il punto di svolta di una riflessione che mi frulla in testa da quando ho sentito (e visto) l’onorevole Fassino dire quello che ha detto a proposito del suo indennizzo da parlamentare della Repubblica. Era il 2 agosto e nel mio paesino dell’entroterra barese dolcemente adagiato sulle collinette dell’Alta Murgia era festa patronale e io avevo appena avuto una gioia: avevo letto (e riletto) la graduatoria che stava ad indicare i 44 fortunati (tra i quali c’ero anch’io) che, in base all’accordo sindacale tra i sindacati confederali e la società per azioni Poste Italiane, avranno a breve il contratto a tempo indeterminato. 

Dunque, per farla breve, ero a casa dei miei, i parenti stretti mi felicitavano e sentivo Fassino (l’onorevole) dire che il suo stipendio da parlamentare era buono, ma non d’oro. Mentre io mi gongolavo beato pensando che per il resto dei giorni miei avrei avuto un lavoro in una grande azienda italiana, per la quale avrei consegnato chili e chili di corrispondenza in cambio di uno stipendio normale, non uno stipendio d’oro. Eppure io ero felice. Lo sono ancora oggi e lo sarò per i giorni a venire, perché io caro on. Fassino con i suoi 4mila euro netti mensili saprei molto bene cosa farci, perché l’azienda italiana di cui sopra me ne darà molti meno per un lavoro bello ma duro; pertanto io saprei come gestire i suoi bei soldini tanto sudati, li tratterei proprio come i soldini miei. Cari sudatissimi soldini. 

Innanzitutto mi permetterei il viaggetto che ho evitato quest’estate: andrei in Spagna a trovare degli amici e a conoscere sempre più un Paese e una lingua che amo molto. Poi, per essere più pragmatico e un pochino meno frivolo, con i suoi 4mila euro al mese magari potrei iniziare seriamente a pensare di comprare casa, non la seconda la prima. E magari, visto che è tutta la vita che vorrei fare delle cose belle, tipo aprire un piccolo ristorante in un posto turistico in società con degli amici professionisti, con i suoi 4mila euro al mese stringendo la cinghia potrei riuscirci. 

Che ne dice caro onorevole Fassino, potremmo trovare un accordo? Io le darei delle rassicurazioni in merito, tipo social card o alla pentastellati delle origini: le porterei gli scontrini e una distinta ben fatta. 

Caro on. Fassino vorrei chiudere così come ho iniziato: in quest’estate meloniana, a parte le beghe fiscali e morali della ministra Santanché (che in Francia o altrove si sarebbe dimessa immediatamente) e le beghe penali del figlio del presidente La Russa, abbiamo avuto la sventura di un clima distruttivo da nord a sud, acqua e fuoco ci inseguono a fasi alterne, e mentre la segretaria del (suo) partito democratico (che io non voto, perché troppo poco osservante dei valori a cui tengo) promuove in ensamble con i 5stelle una legge per mettere un limite minimo al salario (lordo) di un lavoratore basic italiano, le sue parole feriscono e confondono, arrecando un potenziale danno elettorale (mi auguro di sbagliare, ma tant’è) a tutto vantaggio di coloro che governano con favore del capitale ignorando i lavoratori. 

Caro onorevole Fassino, al final le auguro una buona coda d’estate e le allego in foto la mia postepay evolution per varie ed eventuali. Non si offenda se l’ho presa in ostaggio con la penna, guardi al futuro: al prossimo cedolino!

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