Caro onorevole Fassino, ci ho pensato e ripensato a scrivere una lettera aperta
da inviare ai quotidiani, ma poi preso dalle incombenze quotidiane desistevo.
Fino a che l’altra sera al riparo dalla pioggia agostana che ha bagnato Matera,
ho ascoltato una persona, che avvicinandosi con leggiadria ai sessant’anni (e
dunque ancora attivamente impegnata nel suo lavoro di maestra elementare) faceva
il paragone tra noi italiani e i lavoratori francesi, che nonostante la riforma
delle pensioni sia stata adottata, comunque quando bisogna lottare, lottano. Non
come da noi, che pensiamo al twiga e i suoi ospiti. Loro lottano, magari non la
spuntano, come questa volta, ma almeno lottano. Punto.
Questo è solo il punto di
svolta di una riflessione che mi frulla in testa da quando ho sentito (e visto)
l’onorevole Fassino dire quello che ha detto a proposito del suo indennizzo da
parlamentare della Repubblica. Era il 2 agosto e nel mio paesino dell’entroterra
barese dolcemente adagiato sulle collinette dell’Alta Murgia era festa patronale
e io avevo appena avuto una gioia: avevo letto (e riletto) la graduatoria che
stava ad indicare i 44 fortunati (tra i quali c’ero anch’io) che, in base
all’accordo sindacale tra i sindacati confederali e la società per azioni Poste
Italiane, avranno a breve il contratto a tempo indeterminato.
Dunque, per farla
breve, ero a casa dei miei, i parenti stretti mi felicitavano e sentivo Fassino
(l’onorevole) dire che il suo stipendio da parlamentare era buono, ma non d’oro.
Mentre io mi gongolavo beato pensando che per il resto dei giorni miei avrei
avuto un lavoro in una grande azienda italiana, per la quale avrei consegnato
chili e chili di corrispondenza in cambio di uno stipendio normale, non uno
stipendio d’oro. Eppure io ero felice. Lo sono ancora oggi e lo sarò per i
giorni a venire, perché io caro on. Fassino con i suoi 4mila euro netti mensili
saprei molto bene cosa farci, perché l’azienda italiana di cui sopra me ne darà
molti meno per un lavoro bello ma duro; pertanto io saprei come gestire i suoi
bei soldini tanto sudati, li tratterei proprio come i soldini miei. Cari
sudatissimi soldini.
Innanzitutto mi permetterei il viaggetto che ho evitato
quest’estate: andrei in Spagna a trovare degli amici e a conoscere sempre più un
Paese e una lingua che amo molto. Poi, per essere più pragmatico e un pochino
meno frivolo, con i suoi 4mila euro al mese magari potrei iniziare seriamente a
pensare di comprare casa, non la seconda la prima. E magari, visto che è tutta
la vita che vorrei fare delle cose belle, tipo aprire un piccolo ristorante in
un posto turistico in società con degli amici professionisti, con i suoi 4mila
euro al mese stringendo la cinghia potrei riuscirci.
Che ne dice caro onorevole
Fassino, potremmo trovare un accordo? Io le darei delle rassicurazioni in
merito, tipo social card o alla pentastellati delle origini: le porterei gli
scontrini e una distinta ben fatta.
Caro onorevole Fassino, al final le auguro una buona coda d’estate e
le allego in foto la mia postepay evolution per varie ed eventuali. Non si
offenda se l’ho presa in ostaggio con la penna, guardi al futuro: al prossimo
cedolino!
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