di Vito Stano
L'altro ieri un giudice e un avvocato (con tutta una
pletora di collaboratori), a seguire una maxi operazione antimafia tra Bari e provincia di Bari,
a seguire, ancora, altri arresti per furti operati dal comando dei Carabinieri del paesello addormentato all'ombra
delle Murge dove passo la primavera. Insomma il tema
della giustizia è primario, da qualunque punto si osservi la vita quotidiana
non c'è modo di eludere con lo sguardo i nodi irrisolti. Non si può non vedere.
E del resto sono così evidenti, che non vederli equivale a essere ciechi. Per
non parlare che una volta iniziata la detenzione non è poi certo che il reo
realizzi un effettivo percorso di recupero. Questa è una cosa che viene spesso
lamentata da coloro che hanno la sfortuna di vivere in celle sovraffollate e in
strutture carcerarie obsolete.
Le associazioni che denunciano le pessime condizioni di
detenzione non mancano di essere presenti nel dibattito, a questo, però, se ci
aggiungiamo che molti di coloro che beneficiano delle misure alternative
infrangono il patto andandosene a spasso o continuando a commettere reati nelle
mura domestiche, il dado è tratto. Il nodo, per l'appunto resta irrisolto. Come irrisolto resta il nodo della storia e, in particolare, del Ventennio
fascista. Nel 2021, anno secondo dell'imperio del Sars-Cov-2, le polemiche,
solite e mai sopite di coloro che rigurgitano oggi come ieri frasi fatte,
pensieri antistorici e falsità (roba da essere rimandati alla scuola
elementare). Come quando, qualche anno fa, un amico, che si definiva
orgogliosamente di Casa Pound, affermava la non esistenza delle camere a gas
nei campi di sterminio nazisti. E, guardacaso, ero da poco tornato dalla visita ai campi di Auschwitz (per quella ragione discutevamo
di tali argomenti), e sentire questa sciocchezza mi portò a dire con poca
grazia all'amico dovresti, caro mio, tornare a scuola e ricominciare daccapo,
perché se metti in dubbio queste cose non sei neo-fascista ma soltanto ignorante.
Ignorava lui. Ma la cosa disarmante è che non è l'unico che ignora. Anzi direi
che, se ci potessimo ammassare liberamente, vedremmo una lunga fila di persone
che ignorano.
E alle quali, come gita domenicale, suggerirei loro di andare a
farsi un bel giretto ad Auschiwitz e Birkenau. Il problema non è solo culturale, sarebbe grave ma, se
fosse circoscritto all'ambito dell'istruzione, sapremmo arginarlo. Invece il
nodo cruciale è la strumentalizzazione storica che dilaga da un po' di anni a
questa parte, complice una destra politica (figlia del MSI) al governo
dell'epoca in forze e numeri come mai prima e una sinistra (figlia del PCI) che
pur di smettere i panni del censore ha concesso di pareggiare i conti. Con
grave problema lasciato in eredità alle generazioni che sono seguite. Da pochi
giorni è passato l'anniversario della liberazione dal giogo nazi-fascista e le
polemiche stucchevoli e ridondanti non sono mancate, come ogni anni ormai da un
po' di anni. La resistenza e la lotta partigiana per liberare l'Italia
dai nazisti e dai loro alleati repubblichini
fascisti dileggiata (cosa ci poteva essere di più patriottico
all'epoca e anche oggi?). I partigiani (comunisti e cattolici) trattati alla
stregua di criminali comuni.
E per venire ai giorni nostri, la vicenda delle foibe
e dell'esodo giuliano-dalmata (soffocata a livello internazionale in funzione
antisovietica), ma raccontata già in diverse pubblicazioni all'epoca dei fatti,
è diventata il simbolo della memoria della destra politica. A ognuno i suoi
morti. Il Paese disunito: l'Italia repubblicana, nata dalla resistenza al nemico nazista e al suo alleato nostrano
fascista, soffre ancora oggi e, forse più che mai di una
resistenza delle forze oscure, che, nonostante la storiografia e la
pubblicistica abbiano fatto il loro lunghissimo corso nelle università e nei
dibattiti pubblici, bramano un ritorno dell'ombra nera sullo Stivale.
Ultimo, ma non ultimo, vorrei fare un appello
mnemonico a tutti coloro che rivestono incarichi istituzionali e a coloro che
sono impiegati nei ranghi della pubblica amministrazione: ricordatavi della
Costituzione della Repubblica Italiana del 1948: democratica e antifascista.
Tatuatevelo se necessario, tanto oggi va di moda.