martedì 27 aprile 2021

Riflessioni. Separazione delle carriere: servitori dello Stato o delinquenti patentati

di Vito Stano 

Ora scrivo, ma sono giorni che attendo questo momento. E, che sia chiaro, non si tratta del blocco dello scrittore (anche perché, ahimé, scrittore non sono), ma a volte i pensieri devono vagare e quando non li senti quasi più, quando il ricordo di quello che ti assillava è ormai flebile, di corsa prepari gli arnesi, riscaldi le dita, che come corridori sulle leggere salite della tastiera trovano il quadratino sul quale saltare e rimandare al video le lettere immaginate. Poi la musica, a volte aiuta, senza parole altrimenti si rischierebbe il caos. Le parole devono sgorgare da una sola fonte alla volta. Ora è il momento della fontanella custodita nel cranio. Dopo conversazioni multiple, letture tematiche e ascolto di una quantità di esperti di tutti quei settori dello scibile umano che mi rapiscono l'attenzione, è arrivato il momento di ordinare le mie idee, che condivido in questo spazio. 

Rinnovare l'agire politico 
La riflessione ripetuta fino alla nausea è stata, questa settimana, a proposito dell'agire individuale in rapporto all'etica del proprio ruolo nella comunità di appartenenza. Le maestre a scuola o i giudici e gli avvocati al sistema della giustizia: due temi non a caso, ma due situazioni tipo dalle quali incominciare a ragionare. Mi piacerebbe iniziare un dibattito pubblico a proposito di giustizia, del valore del termine e del suo rapporto con la nostra attuale società. Mi piacerebbe che la massa indistinta fosse meno anonima e oziosa, e magari si riuscisse a ricostituire una comunità che dibatte, che, se necessario si scontra sui temi caldi, una dialettica capace di produrre un agire rinnovato. Ho provato a immaginare cosa possano aver pensato a Bolzano della vicenda del giudice molfettese arrestato l'altro ieri a Bari e devo ammettere che l'esercizio mi ha divertito sulle prime, immaginando come in un tedesco italianizzato si raccontasse quanto fosse assurdo che un servitore dello Stato, ai massimi ranghi della struttura pubblica, possa accettare di cancellare l'etica dal suo orizzonte. 

Com'è possibile? Immaginare poi il giudice De Benedictis che nasconde le buste sigillate piene di banconote nei vani che ospitano i fili della corrente elettrica, mi mette tristezza: me lo immagino sudato che apre le cassettine e tutto concentrato mentre infila le buste colorate dalle banconote della BCE e riempie i vuoti. Quegli stessi vuoti della coscienza che stracolma di vergogna ha vuotano il sacco quando lo hanno colto sul fatto un'ordinaria mattina barese con 5.500 euro in borsa. Il costo della vergogna. Io non ci sto e vorrei gridare allo scandalo. Stesso discorso varrebbe per l'avvocato e i sui collaboratori e per l'appuntato dei Carabinieri. 

Chi è Stato? 
Insomma la rappresentazione plastica di uno Stato in rovina. E devo ammettere di aver pensato alla vicenda del maresciallo del nostro dormiente paesello murgiano arrestato per dei reati che, in confronto a quelli consumati in questa vicenda, sono bagatelle. Indubbiamente meglio (in gravità) fecero i carabinieri di Piacenza. E con un salto indietro nella memoria, penso alla vergogna di Genova, la polizia che viola tutti codici di comportamento. Vergogna sul corpo della Polizia all'epoca da poco riformato. E poi la vicenda che portò alla morte di Cucchi. Chi è lo Stato? 

Separazione delle carriere 
Insomma o i servitori dello Stato servono fedelmente lo Stato oppure è impossibile giocare la partita: già abbiamo il malaffare, che come la piovra dei mitici anni Ottanta, pervade ogni angolo della nostra vita, se a questo ci aggiungiamo la sfiducia nei confronti degli uomini che rappresentano lo Stato allora siamo alla frutta del pranzo democratico. Mi perdoneranno gli amici colombiani, ma quello che mi è venuto alla mente quando appena sveglio ho letto il comunicato della Procura di Lecce ho pensato ma che siamo in Colombia? Dov'è la separazioni dei poteri? E non penso alla tripletta di Montesquieu, sulla quale si fonda l'attuale e universale sistema democratico. Penso alla separazione tra poteri dello Stato e i poteri illegali: separiamo le carriere, come diceva in una canzone Zulù dei 99 Posse

Il ritorno della vergogna 
E mi torna alla mente la domanda che andava in voga (all'estero) durante l'epoca grigia di Silvio Berlusconi: come fate voi italiani a votarlo? Vi lascio immaginare la mia reazione: vergogna e rabbia per un Paese alla deriva, mal governato ieri come oggi oppure oggi come ieri. Tanto cambia poco: i protagonisti si avvicendano al timone ma la barca è sempre la stessa e, pergiunta, sempre più malandata. A chi toccherà di sanarla? La mia risposta è semplice e diretta: la politica. E chi la farà questa politica se non le persone unite in gruppi più o meno omogenei, pronti a discutere e obbiettare ma tesi alla risoluzione dei conflitti anziché all'inasprimento. Non c'è più tempo a tutte le latitudini dobbiamo riprendere il controllo delle redini altrimenti sarà troppo tardi. In alcune aree è già tardi, lo sappiamo. Ma non si può avere tutto. Basterebbe iniziare da qualche parte. Da qualche tema e magari quello etico potrebbe fungere da apripista.

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