di Vito Stano
La domenica è da sempre il giorno dedicato al riposo, alle pulizie e alla
grasse mangiate in famiglia. Intanto in questo, troppo prolungato, periodo di
crisi sanitaria mondiale viviamo a metà: le incertezze pesano sulle azioni
quotidiane e nonostante i vaccini siano disponibili l'insicurezza non accenna a
smorzare il tono grigio topo che ha colorato le nostre vite. Tuttavia troviamo il coraggio di rimandare i figli a scuola e riprendiamo
un po' di quella normalità (dalla quale prima fuggivamo) e che oggi ci sembra
l'unico approdo al quale vorremmo arrivare.
Tutto va apparentemente bene, fino
alla scoperta casuale (come quasi tutte le scoperte) che ci sono operatori
scolastici, che hanno scelto in tutta libertà di non sottoporsi all'inoculazione
del vaccino (come la legge gli consente) e che oggi si ritrovano positivi al
Sars-Cov-19, mentre i genitori dei piccoli alunni si ritrovano in pena.
Sbandati come dopo un urto sordo e improvviso.Visto che è domenica e neppure il call center regionale dedicato
all'emergenza covid-19 è attivo (da lunedì al sabato per le questioni relative
ai vaccini), cerco una traccia logica da seguire per evitare gli spigoli vivi e
sfogo la frustrazione immaginando una conversazione a due alla quale la premessa
l'abbiamo letta qualche rigo più su.
«Ma non c'era l'obbligo?»
«No, era su base volontaria»
«E allora per onestà
intellettuale e trasparenza dell'istituzione scolastica i genitori non
dovrebbero essere informati? Messi al corrente che la maestra Tizia o il
collaboratore Caio ha deciso di non vaccinarsi e andare comunque a lavoro?»
«Già,
siamo in balia delle onde»
«Io sostengo che il diritto è dalla loro parte, ma
la morale no. Spiacente. Le norme che regolano il rientro a scuola, sbandierato
come sicuro, dovrebbero perlomeno rendere edotti i genitori della situazione
che i loro figli vivranno negli spazi formativi»
«Cioè?»
«È presto detto! Gli
operatori scolastici hanno diritto a non vaccinarsi e i genitori hanno diritto
a saperlo. In tal modo saranno consapevoli e potranno decidere in piena
consapevolezza se mandare i figli a scuola in (quasi) sicurezza oppure tenerli
a casa. Visto e considerato che abbiamo aspettato settimane e settimane e
ancora settimane prima di riaprire le scuole»
«Nessuno può obbligare per
legge qualcun altro a subire un trattamento sanitario obbligatorio»
«Tanto
vero, ma visto che siamo in emergenza sanitaria, magari coloro che decidono di
non vaccinarsi, cioè coloro che si rifiutano di proteggere sé stessi e,
soprattutto, gli altri (immaginiamo bambini della scuola dell'infanzia che
stanno in aula senza mascherina) dovrebbero renderlo noto a coloro che gli sono
attorno. Per onestà, altrimenti mi viene da pensare che aveva ragione il
presidente Emiliano. Altrimenti dov'è la sicurezza? Chi ha la possibilità di
farsi il vaccino non lo fa e va lo stesso a lavorare. Questo non contrasta con
l'etica della sicurezza che l'istituzione pubblica dovrebbe incarnare?»
«In
effetti è un casino»
Senza buon senso anche le leggi perdono il senso.
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