domenica 18 aprile 2021

Riflessioni. Sbandati come dopo un urto sordo e improvviso. Norme concedono libertà e inconsapevolezza

di Vito Stano 

La domenica è da sempre il giorno dedicato al riposo, alle pulizie e alla grasse mangiate in famiglia. Intanto in questo, troppo prolungato, periodo di crisi sanitaria mondiale viviamo a metà: le incertezze pesano sulle azioni quotidiane e nonostante i vaccini siano disponibili l'insicurezza non accenna a smorzare il tono grigio topo che ha colorato le nostre vite. Tuttavia troviamo il coraggio di rimandare i figli a scuola e riprendiamo un po' di quella normalità (dalla quale prima fuggivamo) e che oggi ci sembra l'unico approdo al quale vorremmo arrivare. 

Tutto va apparentemente bene, fino alla scoperta casuale (come quasi tutte le scoperte) che ci sono operatori scolastici, che hanno scelto in tutta libertà di non sottoporsi all'inoculazione del vaccino (come la legge gli consente) e che oggi si ritrovano positivi al Sars-Cov-19, mentre i genitori dei piccoli alunni si ritrovano in pena. Sbandati come dopo un urto sordo e improvviso.Visto che è domenica e neppure il call center regionale dedicato all'emergenza covid-19 è attivo (da lunedì al sabato per le questioni relative ai vaccini), cerco una traccia logica da seguire per evitare gli spigoli vivi e sfogo la frustrazione immaginando una conversazione a due alla quale la premessa l'abbiamo letta qualche rigo più su. 

«Ma non c'era l'obbligo?»
 
«No, era su base volontaria» 

«E allora per onestà intellettuale e trasparenza dell'istituzione scolastica i genitori non dovrebbero essere informati? Messi al corrente che la maestra Tizia o il collaboratore Caio ha deciso di non vaccinarsi e andare comunque a lavoro?» 

«Già, siamo in balia delle onde» 

«Io sostengo che il diritto è dalla loro parte, ma la morale no. Spiacente. Le norme che regolano il rientro a scuola, sbandierato come sicuro, dovrebbero perlomeno rendere edotti i genitori della situazione che i loro figli vivranno negli spazi formativi» 

«Cioè?» 

«È presto detto! Gli operatori scolastici hanno diritto a non vaccinarsi e i genitori hanno diritto a saperlo. In tal modo saranno consapevoli e potranno decidere in piena consapevolezza se mandare i figli a scuola in (quasi) sicurezza oppure tenerli a casa. Visto e considerato che abbiamo aspettato settimane e settimane e ancora settimane prima di riaprire le scuole» 

«Nessuno può obbligare per legge qualcun altro a subire un trattamento sanitario obbligatorio» 

«Tanto vero, ma visto che siamo in emergenza sanitaria, magari coloro che decidono di non vaccinarsi, cioè coloro che si rifiutano di proteggere sé stessi e, soprattutto, gli altri (immaginiamo bambini della scuola dell'infanzia che stanno in aula senza mascherina) dovrebbero renderlo noto a coloro che gli sono attorno. Per onestà, altrimenti mi viene da pensare che aveva ragione il presidente Emiliano. Altrimenti dov'è la sicurezza? Chi ha la possibilità di farsi il vaccino non lo fa e va lo stesso a lavorare. Questo non contrasta con l'etica della sicurezza che l'istituzione pubblica dovrebbe incarnare?» 

«In effetti è un casino»

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